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I rapporti fra medico e farmacia

Il medico svolge un ruolo rilevante nell’ambito del sistema distributivo del farmaco, in quanto è lui a decidere ed a prescrivere l’utilizzo di alcuni medicinali.       

107 In questo paragrafo si esaminano alcuni degli interlocutori chiave della farmacia. Altri interlo-

cutori rilevanti, industrie farmaceutiche e industrie all’ingrosso, sono già stati esaminati nei pre- cedenti paragrafi del presente capitolo.

108 Cfr. Maggi, D., Economia dell’azienda farmacia e del settore farmaceutico, Egea, Milano,

2013, p.20.

109 La maggiore affluenza di pubblico non può che risultare un fattore positivo per la farmacia, in

quanto aumenta e incentiva gli acquisti d’impulso.

110 Cfr. Baronti, P., Le nuove opportunità professionali ed operative per le farmacie italiane dopo le riforme della Sanità e della Pubblica Amministrazione, ASI, volume 8, 2000, pp. 16-18.

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Ha, inoltre, maggiori competenze e informazioni che lo rendono un importante anello di congiunzione fra paziente a farmacista. La crescita delle rispettive fun- zioni e responsabilità potrà aumentare le occasioni di dialogo e di incontro tra medico e farmacista. La mancanza di comunicazione fra medico e farmacista può rappresentare un ostacolo anche in futuro alla sviluppo di una fase di collabora- zione che mette al centro i benefici per il cittadino112.

Il medico è stato da sempre considerato come “la persona alla quale ci si rivolge nel momento della malattia con la speranza di riceverne guarigione”113.

Oggi ai medici viene richiesto di effettuare scelte che siano efficienti: devono, cioè, soddisfare i bisogni del paziente ma devono anche essere economicamente sostenibili per l’intero sistema sanitario. Vi sono però grandi difficoltà nel perse- guire questo obiettivo, tra cui:

il rapporto tra società e medicina: il medico, come il farmacista, oggi ha perso molto dell’aura di rispetto e “sacralità” che un tempo l’avvolgeva, perché ogni insuccesso non viene attribuito a limite della medicina, bensì ad incapacità del medico.

la moltiplicazione delle specializzazioni e la frammentazione delle compe- tenze, che è indispensabile per il progresso scientifico, pregiudicano e pos- sono rendere inadeguato l’esercizio del giudizio diagnostico-terapeutico del singolo medico, sia esso di medicina generale o medico specialista.  il fatto che “scelte condizionate da freddi, anche se razionali, parametri

scientifico-economici possono contrastare con valenze etiche e porre il medico di fronte a decisioni contrastanti con la propria coscienza”114.

Per far fronte a questi problemi è necessaria una corretta istruzione e for- mazione di tali professionisti. La crescita delle sue funzioni e responsabilità potrà aumentare le occasioni di dialogo e di incontro con il farmacista. Si profila, quin- di, una nuova figura di medico di base, la cui evoluzione interessa da vicino anche la farmacia dal momento che, tra le varie figure di medico, è proprio quello di fa- miglia il suo interlocutore più diretto. Secondo la nuova impostazione, la visita al medico di base non avrà soltanto lo scopo di diagnosticare e curare una malattia che ha già manifestato i suoi sintomi115.

Nella prospettiva di una nuova fase di collaborazione non vanno però ignorate alcune incomprensioni registrate in tempi recenti tra le due categorie che, se non adeguatamente risolte, potrebbero rappresentare un ostacolo anche in futu- ro. La conflittualità fra queste due categorie di professionisti riguardano:

      

112 Cfr. Maggi, D., Economia dell’azienda farmacia e del settore farmaceutico, Egea, Milano,

2013, p. 45.

113 Cfr. Baronato, P., Rizzato, E., Fauretti, F., “Il medico di medicina generale come partner

dell’azienda verso il budget di distretto”, Mecosan, Management ed economia sanitaria; gennaio- marzo 2002, edizioni SIPIS, pp. 111-120.

114Cfr. Brusoni, M., op. cit., pag. 38. Cfr. Brusoni, M. — Maggi, D., op. cit., p. 51.

115 Non meno importante, nell’ottica della prevenzione, sarà l’identificazione per ogni assistito dei

fattori di rischio per le singole malattie sulla cui base proporre eventuali indagini preventive e dia- gnostiche.

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1. la distribuzione di farmaci in regime di day hospi- tal116; in taluni casi le associazioni dei farmacisti hanno chiamato in

causa responsabilità dirette dei medici, anche solo per atti burocra- tici e amministrativi;

2. le irregolarità nelle prescrizioni delle ricette difformi alle normative vigenti, che mettono in difficoltà il farmacista;

3. i nuovi servizi offerti in farmacia: “alcune iniziative recentemente lanciate dalle farmacie (come, ad esempio, le autoa- nalisi) sono state viste dalla classe medica come uno “sconfina- mento” dei farmacisti rispetto al ruolo loro assegnato”117;

4. l’automedicazione: vanno infine ricordate alcune prese di posizione di rappresentanti dei medici contrari a un’eccessiva diffusione delle pratiche di automedicazione, viste in- vece con favore dai farmacisti e dai consumatori. In questo caso i punti di accordo evidenziano come tali iniziative si risolvano in un miglior servizio per i clienti118.

Affinché vi sia un corretto rapporto tra medici e farmacisti è necessario che:

 la distribuzione al pubblico di alcuni medicinali sia riservata al far- macista;

 l’unica deroga ammessa è nell’ambito dell’assistenza prestata in re- gime di day hospital, dove si prevede che alcuni farmaci di uso ospedaliero possano essere somministrati nell’ambulatorio del me- dico;

 il farmacista sia sempre tenuto a spedire la ricetta firmata dal medi- co, a meno che non presenti delle irregolarità;

 il farmacista non dispensi farmaci etici in assenza della ricetta me- dica;

 il medico non indirizzi il paziente verso una farmacia piuttosto che un’altra.

I rapporti fra gli operatori sanitari e la farmacia

Un ulteriore effetto del nuovo modello di sanità è quello di portare alla ri- balta figure sanitarie finora rimaste in seconda linea nell’erogazione delle presta- zioni. “La diversificazione delle forme di assistenza (che, accanto a quelle tradi- zionali, dovranno comprendere anche l’assistenza domiciliare agli anziani e gli in- terventi di riabilitazione prestati al di fuori degli ospedali) chiama in gioco, al       

116 La possibilità di somministrare il farmaco direttamente nell’ambulatorio del medico si è tradot-

ta, talvolta, in una larga e indiscriminata distribuzione di medicinali al di fuori del canale farmacia.

117Cfr. Longo, N., La relazione farmacista/paziente, Re Media Edizioni, Roma, 1996, p. 57. 118 Infatti, “i test eseguiti in farmacia in genere rappresentano per le categorie di pazienti interessa-

te un incentivo - se necessario - a compiere analisi più approfondite presso i centri specializzati. Cfr. Brusoni, M., op. cit., pp. 52-55. Cfr. Brusoni, M., Maggi, D., op. cit., pp. 39-42.