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FUNZIONI E STRUTTURA DELL’INDUSTRIA DEL RATING

2.6 IL RAPPORTO TRA LE AGENZIE DI RATING GLOBALI E NAZIONAL

Il diffondersi della globalizzazione finanziaria nei mercati ha portato negli ultimi tre decenni ad incrementare l’attività di copertura delle imprese che decidono di sottoporsi al giudizio delle agenzie di rating.

Scendendo nel dettaglio dell’aspetto strutturale relativo a questo settore, come si è messo in risalto qualche passaggio precedente, l’industria dell’attività del rating si potrebbe definire monopolista poiché le tre maggiori agenzie operanti nell’ambito hanno un così forte potere di mercato, tale per cui è difficile entrare e competere in questa configurazione a così forte concentrazione10. Infatti, la loro capacità operativa è mondiale proprio perché il loro operato si articola con numerose filiali in quasi tutti i continenti, motivo per cui i più grandi tra questi soggetti prendono il nome di “agenzie globali”.

Tuttavia l’operatività delle agenzie globali viene coadiuvata dalla presenza di agenzie di rating, che operano in un contesto decisamente più ristretto. Si deve menzionare a tal riguardo dunque le agenzie di rating regionali e quelle nazionali. Approfondendo il rapporto di queste tipologie con le agenzie internazionali, si può notare che per la maggior parte le realtà domestiche sono partecipate dalle agenzie globali. Di questo modo quest’ultime sono favorite nel raggiungere anche quei contesti territoriali più ristretti e di conseguenza possono competere anche sui fronti specifici delle realtà locali. La penetrazione dell’attività di rating a diversi livelli va implicitamente a porre in rilievo come il mercato gradisca e apprezzi l’operato di queste forme di intermediazione informativa (Ferri, Lacitignola, 2009).

Proprio attraverso questi ulteriori scenari, in particolare attraverso le agenzie di

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La grossa fetta del mercato del rating è attribuita alle due partner monopoly, Moody’s e Standard & Poor’s, che assieme detengono più dell’80% della quota del mercato globale mentre Fitch possiede in via residuale solo il 14% del mercato.

rating nazionali, diviene possibile ampliare la conoscenza delle fattispecie degli emittenti sulla base delle molteplici caratteristiche relative ai diversi modelli di business .

Nel prosieguo del lavoro si fornirà ampio respiro al confronto e all’interrelazione tra l’attività delle agenzie internazionali e nello specifico a quelle nazionali. Tali soggetti prendono vita non solo dalle diverse esigenze informative degli investitori ma anche dalla necessità di soddisfare i bisogni regolamentari delle diverse realtà nazionali.

Questa tipologia di agenzie nasce e si radica in contesti dimensionali decisamente più contenuti e caratterizzati prevalentemente da imprese di piccole-medie dimensioni. Le agenzie di rating nazionali vanno pertanto a detenere quote sensibilmente più ridotte rispetto a quelle detenute in capo alle agenzie globali. Nonostante ciò tali figure si dimostrano rilevanti all’interno del contesto specifico in cui si sono sviluppate, tanto più che il numero dei rating da loro emessi nel corso del tempo è andato crescendo in modo indiscutibilmente consistente. Proprio a sostegno della loro importanza deriva il riconoscimento di alcune realtà nazionali, tra cui si ricordano le agenzie asiatiche nazionali Japan Credit Rating Agency (JCR) e Japan Rating & Investor Information (R&I). Proprio JRC e R&I nel 2007 hanno inoltre ottenuto il riconoscimento di NRSRO, così da poter concretamente operare a pieno regime oltre che sul territorio asiatico anche all’interno delle frontiere americane (Ferri, Liu, Stigliz, 1999 ).

Mettendo a confronto le due tipologie di agenzie, globali e nazionali, si deve porre l’attenzione su due differenze particolari. La prima riguarda al fatto che se le agenzie di rating globali si servono delle informazioni pubbliche tratte dai bilanci per formare la loro opinione e così emettere il loro giudizio, invece le agenzie nazionali offrono maggiore spazio al rapporto instaurato con l’impresa sottoposta all’attribuzione del rating, andando a conferire maggior valore al contenuto delle indicazioni tratte dalle informazioni private. Infatti, le agenzie nazionali, con rimando alle realtà giapponesi, nel comporre il loro giudizio tengono da conto sia d’informazioni qualitative sia quantitative e danno particolare attenzione a particolari aspetti che concorrono positivamente nel valutare la capacità creditizia del soggetto posto a valutazione, come ad

esempio questi elementi possono essere le partecipazioni incrociate11, le relazioni con le principali banche e le affiliazioni ai gruppi produttivi. Questo fenomeno fa si che le agenzie nazionali siano molto più vicine alle realtà su un livello nazionale e che conoscano molto meglio le evoluzioni delle imprese emittenti da loro esaminate, motivo per cui le loro valutazioni molto spesso vanno ad attribuire un rating quasi sempre maggiore rispetto a quello erogato dalle agenzie globali (Ferri, Lacitignola, 2009).

Un’altra ragione, che giustifica il fenomeno per cui i rating attribuiti dalle agenzie nazionali sono superiori a quelli delle grandi realtà globali, risiede nel fatto che proprio le grandi agenzie mondiali sono vincolate dal dover agevolare la comparabilità a livello internazionale, mentre quelle nazionali rivolgono la loro attività di valutazione verso un mercato interno. Le agenzie globali dunque nell’attribuzione dei loro giudizi sono vincolate alla soglia del rating sovrano riconosciuto, che viene a rappresentare un limite, detto anche “sovereign

ceiling”, giacché il rating assegnato all’impresa dall’agenzia globale non deve

superare quello riconosciuto al Paese sovrano. Invece le valutazioni delle agenzie nazionali non sono vincolate da questa cautela e possono pertanto ricorrere all’intera scala di valutazione, anche quando lo standing dell’impresa emittente supera quella del paese. Ciò permette una valutazione più realistica del soggetto sottoposto a giudizio.

Il secondo aspetto degno di nota, che emerge dal confronto tra le due tipologie, fa riferimento alla reattività del servizio di rating. Si vuole, infatti, distinguere la capacità delle agenzie di rating internazionali ad anticipare gli effetti che possono influenzare la solvibilità dell’emittente dal comportamento delle agenzie nazionali, che invece mantengono immutato il giudizio fino al momento in cui gli effetti sono palesi e ben conclamati. Nonostante la coesistenza delle agenzie nazionali con quelle globali potrebbe far presupporre a dei problemi di competitività nel mercato del rating, nella realtà si possono constatare degli effetti benefici che favoriscono un miglior funzionamento del mercato finanziario (Ferri, Lacitignola, 2009). La loro presenza, infatti, può fornire un ulteriore servizio di raccolta di informazioni finanziarie aggiuntive in tutti quei contesti

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In linea di principio, sotto la definizione di “partecipazione incrociata” o “reciproca” potrebbero sussumersi tutti i casi in cui una società acquisti o sottoscriva azioni o quote di un’altra, che a sua volta acquisti o sottoscriva azioni o quote della prima.

finanziari contraddistinti da una consistente opacità a livello informativo.

Nella prassi, ove partecipano anche le agenzie di rating nazionali, sembra che spesso l’investitore protenda alla composizione dei prezzi per le attività di loro interesse, considerando le opinioni espresse dalle agenzie internazionali congiuntamente ai giudizi valutativi di quelle nazionali.

Il servizio di rating delle agenzie nazionali dunque non viene visto come un’offerta che si contrappone al prodotto delle imprese del rating globali, anzi tendono ad integrarsi con questo, favorendo una visione più completa della situazione relativa all’emittente. Infatti, le agenzie globali sulla base della loro affidabilità hanno la prerogativa di attribuire il rating alle imprese di più grandi dimensioni, che si avvalgono dell’emissione di strumenti su più mercati oltre a quello domestico.

Mentre le agenzie nazionali, operando in singoli e specifici settori interni, sono solite fornire i loro giudizi di rating a realtà aziendali notevolmente più piccole, che emettono obbligazioni anche solo sul mercato nazionale con un vantaggio aggiuntivo di applicare commissioni più basse agli utenti.

I servizi offerti da entrambe le categorie si dimostrano pertanto complementari, perché offrono la copertura a una sempre maggiore platea d’investitori, dove vi si possono trovare soggetti interessati solo al rating delle agenzie globali in funzione delle loro emissioni internazionali. Invece le realtà aziendali, che fanno riferimento al giudizio valutativo delle agenzie nazionali, sono rivolte esclusivamente a un mercato interno e favorevole a pagare commissioni più basse. Tuttavia questo servizio congiunto favorisce anche il soddisfacimento delle necessita di un gruppo intermedio d’imprese incerte se e come ripartire le proprie emissioni tra il mercato domestico e quello internazionale, poiché queste aziende possono richiedere il giudizio di rating sia alle agenzie globali sia a quelle nazionali, così da avere un quadro più completo e favorire un’area maggiore per la competizione. L’attività di queste agenzie che operano a livello nazionale sono pertanto riconosciute come uno dei fattori chiave, che promuove lo sviluppo dei mercati finanziari, soprattutto di quelli emergenti. Nello specifico tali ambienti protendono verso la crescita qualora il ricorso a tali servizi da parte delle imprese emittenti non sia ignorato, dato che un costante incremento delle imprese che si servono giudizi di rating favorisce così una maggiore disponibilità d’informazioni fruibili sia dal lato degli intermediari sia sul versante

degli emittenti. Si ridurranno così i fallimenti di mercato causati a fronte delle imperfezioni informative, in favore di una conseguente crescita delle funzioni di domanda e offerta inerenti agli strumenti di debito emessi dalle imprese.