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I recenti dati del progetto “Aquileia Porto romano: la sponda orientale”

DOCUMENTAZIONE D’ARCHIVIO E DEI RECENTI DATI DI SCAVO

2.5 I recenti dati del progetto “Aquileia Porto romano: la sponda orientale”

Nel 2010 ha preso avvio un progetto di scavo e ricerca condotto dall’Università Ca’ Foscari e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia (Dir. Scientifica dott.ssa Daniela Cottica e dott. Luigi Fozzati) in un’area posta lungo la sponda orientale del Natissa, il cosiddetto fondo Sandrigo (part. cat. 493/20). La zona, divenuta di proprietà demaniale negli anni settanta del secolo scorso, non era mai stata interessata da scavi stratigrafici, anche se si trova in un’area immediatamente a meridione della porzione settentrionale del muro di sponda sinistro del porto, scavato da Brusin nel 1930-1931, e dove Maionica aveva rilevato una strada antica che proveniva dal quartiere romano di Villa Raspa

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Appendice Rel. Sop. Lerici 1984, pp. 9-15.

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Appendice Rel. Sop. Lerici 1984, p. 14.

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Appendice Rel. Sop. Lerici 1984, p. 13.

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Appendice Rel. Sop. Lerici 1984, pp. 13-14.

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38 e, successivamente, costeggiava il Natissa. Le campagne di scavo condotte nell’ambito del progetto “Aquileia Porto romano: la sponda orientale” si sono succedute nel corso del 2010, 2011 e 2012; mentre nel 2013 le attività di ricerca si sono concentrate sullo studio dei dati raccolti in precedenza. I materiali rinvenuti e le informazioni raccolte sono ancora in corso di studio ed il progetto di ricerca è in fase di svolgimento, tuttavia ha già portato a dei risultati importanti per la conoscenza di quest’area di Aquileia209.

Nel 2010 sono state messe in luce una serie di strutture di interesse archeologico, il cui scavo è stato poi approfondito nelle campagne degli anni seguenti210. In particolare, è stata indagata una calcara di forma circolare, la cui camera di combustione era riempita da livelli di calce raffinata mista a blocchi di pietra e strati carboniosi. La struttura produttiva ha vissuto più fasi di vita, come testimonia la presenza di un restauro nella porzione occidentale del muro della camera di combustione e la presenza sul lato nord-occidentale di due strutture murarie (forse relative ad una fase tardoantica), ed è stata abbandonata in maniera improvvisa, come prova il fatto che il suo ultimo carico sia stato rinvenuto ancora intatto all’interno della calcara. Inoltre, sono stati messi in luce alcuni piani di lavoro sovrapposti nella zona circostante. Sono state rinvenute anche una serie di strutture parallele tra loro, costruite in sabbia giallastra, la cui funzione non è chiara, ma potrebbe trattarsi di sostegni per piani d’appoggio in materiale deperibile, di cui non si è conservata alcuna traccia. Vi sono due serie di strutture di tal tipo, l’una posta a nord-ovest della calcara con spallette orientate in direzione nordest-sudovest, l’altra posta a oriente della camera di combustione con strutture con andamento est-ovest, pertinenti ad una fase precedente alle altre.

Infine, è stato possibile accertare la prosecuzione del muro di sponda orientale del porto fluviale all’interno del fondo scavato. Un saggio effettuato nei pressi del limite occidentale dell’area ha infatti messo in luce il lato ovest della struttura, che è stata scavata fino a raggiungere la prima risega. Mentre un altro saggio effettuato più a nord, in direzione della prosecuzione della parete di sponda, non ha intercettato, in questa porzione dello scavo, il muro stesso. La parete, dello spessore di 0.80 m circa, è costruito in blocchetti regolari di pietra calcarea legati con malta. La struttura appartiene alla prima fase cronologica individuata finora e la sua costruzione può essere datata, sulla base dei materiali ceramici

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Relazioni a cura della dott.ssa Daniela Cottica, depositate presso gli archivi della Soprintendenza e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Responsabile dello scavo e della relativa documentazione, anche fotografica, è la dott.ssa Maura Marella; la rielaborazione delle piante di scavo si deve inoltre alla dott.ssa Cristina Marta Acqua e alla dott.ssa Anna Casellato; gli studi preliminari sui materiali ceramici sono stati effettuati dalla dott.ssa Luana Toniolo.

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Rel. Ca’ Foscari 2010, 2011, 2012. Per lo scioglimento delle abbreviazioni relative alle relazioni di scavo, si veda la sezione “Bibliografia delle relazioni di scavo”.

39 rinvenuti, tra la fine del II secolo a.C. e il I-II d.C.211. Mentre la defunzionalizzazione del muro probabilmente avvenne in una fase immediatamente precedente alla costruzione della calcara, avvenuta tra III e IV secolo. L’area subì poi un abbandono improvviso nel VI secolo d.C. e una serie di livellamenti di età medievale successivi.

Come parte del progetto di ricerca sono state realizzate anche una serie di rielaborazioni grafiche, a cura del dott. Massimo Braini, a partire dalla documentazione d’archivio. Su una planimetria di base costituita dalla Carta Tecnica Regionale è stata importata una serie di dati cartografici e planimetrici d’archivio relativi all’area periurbana orientale di Aquileia212, i quali sono stati rototraslati sul sistema di coordinate di riferimento (coordinate Gauss Boaga) con diverse metodologie. Le rielaborazioni così ottenute hanno contribuito a creare una sorta di archivio planimetrico dell’area, che potrà essere in futuro ampliato mediante l’aggiunta dei dati cartografici derivanti dalle indagini archeologiche nella zona. Poiché tali elaborazioni si avvalgono di documentazione grafica spesso redatta in occasione di interventi di scavo condotti tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo (scavi Maionica e Brusin), bisogna tenere presente che esistono molteplici difficoltà nel rototraslare i dati d’archivio sul sistema di riferimento, dovute soprattutto alla possibilità che gli stessi dati cartografici risultino imprecisi e al fatto che i disegni realizzati non siano stati redatti con i moderni metodi di rilievo cartografico.

Il presente elaborato è stato concepito anch’esso nell’ambito del progetto di ricerca condotto da Ca’ Foscari e risulta funzionale alle indagini archeologiche, sia in fase di programmazione che nelle attività svolte sul campo, dove, come si è detto, il database “Aquileia Archivi – Area periurbana orientale” costituisce un utile strumento di consultazione. Il sito del fondo Sandrigo è ancora in fase di studio, come anche i materiali rinvenuti, e le campagne di scavo sono destinate a proseguire, perciò le informazioni riguardanti l’area esaminata nell’ambito del progetto “Aquileia Porto romano: la sponda orientale” potrebbero venire in futuro arricchite da nuove scoperte e rivalutate. Tuttavia è già emersa molto chiaramente la vocazione produttivo-commerciale dell’area, legata alla presenza della sponda sinistra del bacino portuale romano sul Natiso cum Turro e di una struttura produttiva posta alle spalle della parete di sponda.

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Rel. Ca’ Foscari 2012, p. 6.

212

Si tratta di una serie di documenti cartografici conservati presso l’Archivio disegni del MAN, inseriti anche nel database “Aquileia Archivi – Area periurbana orientale” ed esaminati nel corso della presente ricerca.

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