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DOCUMENTAZIONE D’ARCHIVIO E DEI RECENTI DATI DI SCAVO

2.4 Le relazioni della Soprintendenza

Una serie di relazioni183, corredate dalla relativa documentazione fotografica ed inerenti ad indagini archeologiche che hanno interessato la zona del Camping Aquileia dal 2005 al 2007184 e, successivamente, nel 2010185, si sono rivelate fonti documentarie fondamentali nell’analisi conoscitiva dell’area periurbana interesse della presente ricerca. Il luogo su cui sorge il campeggio, sito in via Gemina 10, era stato scavato in precedenza da Maionica: precisamente, egli aveva messo in luce, alla fine del XIX secolo, un quartiere 180 ID 73-79, 81-83, 91-92. 181 Cfr. cap. 5. 182 ID 92. 183

Alle singole relazioni ci si riferirà, in nota, tramite abbreviazioni, per il cui scioglimento si rimanda alla sezione “Bibliografia delle relazioni di scavo”.

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Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2005; Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006; Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2007.

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34 abitativo sito proprio nell’area meridionale del Camping186. Attività di scavo preventivo svolte recentemente in questa stessa zona hanno in parte intercettato le strutture pertinenti a tale quartiere di epoca romana, fornendo ulteriori dati utili alla comprensione delle dinamiche insediative del sito. Gli interventi sono stati condotti dalle società Geotest s.a.s., nel 2005- 2007, e Arχe di L. Mandruzzato e C. s.n.c., nel 2010, su incarico della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Tali indagini si sono rese necessarie, tra il 2005 e il 2007, in concomitanza con i lavori per l’adeguamento del sistema fognario e la realizzazione di fosse biologiche all’interno del campeggio, nonché per l’espianto di una serie di alberi e il conseguente impianto di nuovi esemplari arborei. In occasione di questi interventi sono stati scavati una serie di saggi e quattro trincee187. Taluni di questi saggi hanno intercettato strutture di interesse archeologico, perciò, in alcuni casi, sono stati approfonditi e allargati in modo da poter meglio studiare le evidenze venute alla luce.

I sondaggi effettuati nel 2005 hanno portato all’individuazione di un’unica struttura muraria (USM 11, saggio 2), in pietrame e tegole legati tra loro con malta e con fondazioni in frammenti di tegole disposti a “spina di pesce”, con andamento nordest-sudovest, analogo all’orientamento del quartiere residenziale scoperto da Maionica188. Tracce della presenza di ulteriori strutture murarie sono state osservate in un’altra area, dove è stata rilevata una fossa di spoglio di forma rettangolare (- US 22, saggio 4)189. Molti sono stati i piani in battuto o cocciopesto rinvenuti (US 12, saggio 3; US 32, saggio 5; US 43, saggio 7); in nessun caso si conservava la pavimentazione integra, ma solo elementi quali tessere musive e fittili in strati di distruzione (UUSS 2 e 4, saggio 2; US 15, saggio 3; US 19, saggio 4; US 45, saggio 9) e livelli di preparazione per piani pavimentali (US 13, saggio 3; US 20, saggio 4; US 31, saggio 5)190. In molti casi gli strati di distruzione sono serviti come ricariche a riempimento di aree più basse topograficamente, ma talvolta non è stato possibile valutarne lo spessore (saggi 8 e 9)191. Sono stati riconosciuti due livelli costituiti da vespai o ricariche di pareti d’anfora, datate tra il II e il III secolo d.C., con funzioni drenanti (UUSS 3 e 5, saggio 2).

Inoltre, è stato messo il luce un tratto di un asse stradale antico, costruito in ciottoloni di varie dimensioni e frammenti laterizi, posto ad una quota di molto superiore rispetto ai piani di calpestio di epoca romana (US 41, saggio 6)192: per la tecnica costruttiva utilizzata e

186

Par. 7.2.

187

Per la collocazione dei saggi in pianta si veda la fig. 79.

188

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2005, p. 14.

189

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2005, p. 16.

190

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2005, pp. 14-23.

191

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2005, pp. 22-23.

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35 la quota alla quale è posta (2.21 m.s.l.m.), la strada è stata datata all’epoca medievale; la relazione di scavo ipotizza una sovrapposizione tra questa via ed una delle strade romane che attraversavano l’abitato scavato a fine Ottocento, ma non è chiarito se l’orientamento del tratto scavato fosse in direzione est-ovest o nord-sud. I reperti, molto scarsi, rinvenuti nel corso dei saggi di scavo effettuati presso il camping nel 2005, hanno dato poche informazioni di carattere cronologico: in genere le datazioni fornite vanno dall’epoca altoimperiale a quella tardoantica, con una presenza significativa di materiali di epoca medioimperiale.

Nel 2006 sono proseguiti i lavori cominciati l’anno precedente all’interno del campeggio e sono stati effettuati 13 saggi, alcuni dei quali non hanno restituito evidenze archeologiche (saggi 10-12, 17, 21-22)193. La numerazione dei saggi prosegue quella dell’anno precedente; ad essi si sono aggiunti anche degli scavi per la messa in opera di vasche connesse all’impianto fognario, che hanno intercettato in due casi degli elementi di interesse archeologico. Nel corso delle indagini geoarcheologiche sono state rinvenute delle strutture murarie in pietrame e laterizi perfettamente allineate tra loro, coerenti con l’orientamento del quartiere residenziale romano già scavato da Maionica (USM 53, che forma un angolo con USM 56, saggio 13; USM 62, saggio 14; USM 97, che forma un angolo con USM 98, saggio 20). Inoltre, sono emerse le tracce di superfici pavimentali in cotto o a mosaico (US 52, saggio 13; US 61, saggio 14; US 115, saggio 19; UUSS 92 e 95-96, saggio 20)194. In alcuni casi sono stati osservati vespai o ricariche con funzioni drenanti, con frammenti anforici o nuclei di malta, pietrisco e frammenti fittili (US 54, saggio 13; US 63, saggio 14; US 111, saggio 19)195. Nella parte orientale del campeggio è emersa inoltre la presenza di un plinto di fondazione di forma rettangolare, realizzato in mattoni e pietra calcarea legati con malta, e dei relativi livelli di sottofondazione, costituiti da piani di calpestio abrasi (saggio 18)196. Sono state intercettate anche due strutture murarie isolate dalle precedenti, l’una con andamento est-ovest (trincea 4)197 e l’altra orientata esattamente nord- sud (sado 2)198. Quest’ultima muratura, per l’aspetto più massiccio e l’orientamento, è stata interpretata come possibile opera di banchinamento, forse una darsena correlata al quartiere abitativo-artigianale.

Un’evidenza molto interessante è emersa in prossimità del limite orientale del Camping Aquileia (saggio 23): è stata messa in luce una fornace con camera di combustione

193

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006.

194

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006, pp. 4-16.

195

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006, pp. 6, 8, 14.

196

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006, pp. 11-13.

197

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006, pp. 23-24.

198

36 circolare e prefurnio che si apre a nord199. Il riempimento della struttura è stato ricondotto ad uno scarico di rifiuti urbani, contenente molti materiali archeologici. Inoltre essa venne probabilmente utilizzata come calcara in ultima fase, data la presenza sul fondo di uno strato di calce residua e di blocchi calcarei a riempimento del prefurnio. L’intero complesso abitativo e artigianale è stato datato, sulla base dei materiali rinvenuti nell’ambito delle indagini archeologiche svoltesi nel 2006, in un periodo compreso tra il II e il III secolo d.C.

Nel 2007 è stato effettuato uno scavo a ridosso del fronte meridionale del ristorante “la Capannina”, che ha rivelato la presenza di un livello di scarti di fornace, a riempimento di una fossa, e di una lente di malte, che non presentavano però alcuna relazione con eventuali strutture adiacenti200. Inoltre, in quello stesso anno sono stati portati a compimento i lavori all’interno del campeggio e un saggio ha intercettato delle evidenze archeologiche (saggio 24)201. In particolare, sono stati scavati un probabile piano di calpestio, una ricarica di argilla soprastante, servita probabilmente ad innalzare la quota di frequentazione, e degli strati di distruzione edilizia, da ricondurre all’abbandono di un probabile edificio, di cui però non sono stati intercettati i limiti strutturali.

Negli anni successivi altri interventi hanno interessato l’area del Camping Aquileia, ma non hanno portato a nessun rinvenimento di interesse archeologico, anche per la scarsa profondità raggiunta dagli scavi202. I risultati che le indagini della Soprintendenza hanno fornito in questi ultimi anni risultano comunque di grande importanza nell’offrire un confronto per gli scavi ottocenteschi condotti nella stessa area. Tuttavia si riscontrano dei limiti dovuti al fatto che non si tratta di scavi estensivi associati ad attività di ricerca, ma di interventi di archeologia preventiva, dunque molto limitati per durata temporale ed estensione spaziale.

Un altro tipo di indagine, particolarmente rilevante perché eseguita in un’area di nove ettari in gran parte mai indagata, è costituito dalla prospezione archeologica condotta nel 1983 dalla fondazione Lerici, su richiesta e con finanziamento della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia. L’area coinvolta dall’intervento è un terreno agricolo piuttosto vasto situato a sud del Camping Aquileia e compreso tra il corso del Natissa (ad ovest) e la Roggia del Mulino di Monastero (ad est)203. La prospezione è stata condotta mediante metodo meccanico (carotaggi) e metodi geofisici (prospezione elettrica e prospezione magnetica). Le prospezioni

199

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2006, pp. 17-22.

200

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2007, p. 13.

201

Rel. Sop. Geotest s.a.s. 2007, p. 14.

202

Rel. Sop. Arχe s.n.c. 2010.

203

37 hanno rivelato la presenza di una serie di anomalie lineari con andamento est-ovest e nord- sud, interpretabili come percorsi stradali antichi, dato anche l’orientamento che assumono, analogo a quello osservato nella rete viaria di epoca romana204. In un’anomalia con andamento obliquo è stato riconosciuto il possibile prolungamento delle mura a zig-zag, di epoca bizantina205. Inoltre, è stata individuata una moltitudine di strutture, in connessione con i probabili assi viari.

Nella zona nord-occidentale, le prospezioni hanno segnalato, in un’area piuttosto vasta, i resti in pietra o ciottoli pertinenti, probabilmente, a fondazioni di edifici, costruzioni o bonifiche. Mentre nell’area nord del terreno, è stato possibile riconoscere in una zona torbosa che si estendeva in direzione nord-sud il limite orientale del bacino portuale romano206. A meridione di quest’area, alcune anomalie sono state interpretate come possibili squeri o rampe d’accesso207. Inoltre, una serie di anomalie magnetiche, localizzate nella porzione occidentale del terreno indagato, sono del tutto simili a quelle che si registrano in presenza di fornaci romane; tuttavia strutture moderne potrebbero generare anomalie analoghe, perciò l’interpretazione non è affatto certa208. In generale, le prospezioni Lerici del 1983 offrono un quadro ricostruttivo della situazione viaria dell’area indagata e della presenza di strutture di interesse archeologico. Tali indagini però forniscono solo delle indicazioni di massima che andrebbero accertate con approfondimenti, eventuali saggi di scavo o ulteriori indagini geofisiche mirate, per poter fornire delle interpretazioni che abbiano un certo grado di completezza.