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1.3 Gli strumenti della ricerca

1.3.2 Regesti, elenchi e inventari a stampa

Il repertorio viennese sopra citato (AB 382/2) fu pure lo strumento verosimilmente consultato e almeno in parte trascritto da Guido Dominez, quando egli si accinse sul finire dell’Ottocento a compilare i regesti dei documenti del principato trentino allora conservati a Vienna, che integrò con i riferimenti bibliografici relativi a tutti i documenti già editi52. Nell’introduzione alla pubblicazione che vide la luce nel 1897, Dominez data al 1885 l’idea iniziale, fornitagli dall’amico Paolo Orsi, di avviare l’esplorazione dell’Archivio di Casa e di Corte viennese alla ricerca di documentazione di provenienza vescovile per «cavarne il contenuto e farne un Regesto».

Questa e altre sporadiche iniziative dedicate alla pubblicazione di regesti e alla edizione di do- cumenti di provenienza principesca, allora conservati per lo più oltralpe, apparse nei decenni posti a cavaliere dei secoli XIX e XX, si collocano in un periodo caratterizzato in ambiente trentino da un certo dinamismo nel settore degli archivi. Per entrare nel clima nel quale maturarono tali inizia- tive e comprenderne il significato, appare opportuno in questa fase preliminare accennare breve- mente ad altre iniziative dedicate al censimento e regestazione di archivi trentini pubblici e privati, che andarono moltiplicandosi nel periodo compreso all’incirca tra il 1880 e il 1918. In un difficile contesto politico e culturale contrassegnato nella comunità trentina da aspri dualismi, determinati dal mutato clima politico internazionale, che andarono viepiù radicalizzandosi in quegli anni «tra clericalismo e laicismo, tra irredentismo e lealismo filoasburgico, tra liberalismo e socialismo»53, le iniziative allora intraprese in ambito archivistico appaiono significative, non tanto per i risultati che ebbero sul piano scientifico e editoriale – in gran parte piuttosto deludenti –, quanto per l’idea che si andò allora formando intorno a un progetto condiviso di esplorazione complessiva degli archivi che, se allora non trovò realizzazione, fu raccolta e portata a compimento in tempi a noi più recenti. Nelle numerose riviste scientifico-letterarie che tra Otto e Novecento videro la luce in Tren- tino54 ― spazi di aggregazione intellettuale ed «emanazione politica indiretta dei tre grandi partiti

52 G. DOMINEZ, Regesto cronologico dei documenti, delle carte, delle scritture del principato vescovile di Trento esistenti nell’i.r. Archivio

di Corte e di Stato in Vienna, Cividale (Udine), Strazzolini, 1897.

53 U.CORSINI, A settant’anni dall’«incominciando» del presidente Lamberto Cesarini Sforza, in «Studi trentini di scienze storiche»,

68 (1989), pp. 3-12.

54 Sette furono le riviste pubblicate tra il 1881 e il 1915. Sulle iniziative editoriali nel Trentino tra XIX e XX secolo si

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che dominavano la scena politica trentina (liberale, popolare e socialista)»55 ― le contrapposizioni politico-ideologiche tra i corrispondenti delle riviste appaiono comunque sfumate e la collabora- zione tra gli autori, su più testate, una caratteristica costante56. Trasversali furono pure alcuni degli orientamenti in tema di archivi assunti da tali periodici, esplicitati nei ricorrenti appelli rivolti agli studiosi, affinché fossero avviate esplorazioni degli archivi pubblici e privati del Trentino al fine di favorire la pubblicazione di regesti e di documenti inediti. Questo nella consapevolezza, da parte di molti, che il Trentino fosse un’entità ancora per gran parte sconosciuta, terra «nondum cognita» come fu definita in un editoriale apparso su «Tridentum»57.

Nel 1882 fu la direzione della Biblioteca e del Museo comunali di Trento a esortare gli studiosi dalle pagine della rivista «Archivio trentino», affinché si interessassero agli archivi pubblici e privati, quasi tutti inesplorati58. Nel 1901 intervenne la rivista «Tridentum» per voce di uno dei suoi fonda- tori, Giovanni Battista Trener, a proporre le linee guida di un progetto finalizzato all’esplorazione degli archivi trentini fornendo a tale fine un organico programma e alcune indicazioni operative59. Quest’ultimo appello non rimase inascoltato e nel primo decennio del Novecento iniziarono a es- sere pubblicati sulle riviste inventari di archivi (comunali, parrocchiali e curaziali) e regesti di perga- mene60; contributi in seguito confluiti, in parte, nella monografia Gli archivi del Trentino, pubblica- zione curata dalla rivista «Tridentum»61, primo volume di una serie destinata, almeno nelle intenzioni dei promotori, a proseguire nel tempo.

Intanto, nel 1907, la Commissione centrale per la conservazione dei monumenti di Vienna aveva invitato lo storico trentino Desiderio Reich a effettuare una ricognizione degli archivi trentini (ammontanti a circa 800) e redigerne regesti, «per farne una pubblicazione analoga a quella che per gli archivi dell’Alto Adige e dell’Inntal hanno fatta, in 22 anni di assiduo lavoro, i professori E. Ottenthal e O. Redlich»62. Tuttavia, il lavoro, allora principiato e negli anni successivi solo parzial- mente realizzato63, rimase incompiuto e inedito. In tale occasione fu comunque avviata la

anni del fascismo(1890-1939), a cura di M.ALLEGRI, Rovereto, Accademia roveretana degli Agiati, 2002, pp. 327-357;E. ZUCCHELLI, Le riviste trentine dell’anteguerra, in «Studi Trentini», 1 (1920), pp. 5-29; G.FAUSTINI, Note sulla vita culturale di

Trento (dal 1900 al 1914-15), in «Studi trentini di scienze storiche», 40 (1961), pp. 50-75; si veda anche P.PIZZINI, Indici

analitici delle riviste “Archivio trentino” (1882-1914), “Tridentum” (1898-1913), “Pro cultura” (1910-1914), “Archivio storico per Trieste, l’Istria e il Trentino” (1881-1895), Trento, Società di studi trentini di scienze storiche, s.a. [ma 1976].

55 F.FRIZZERA, Storici e intellettuali trentini prima e dopo la Grande Guerra. Note quantitative, riviste di riferimento e prosopografia,

in La storia va alla guerra. Storici dell’area trentino-tirolese tra polemiche nazionali e primo conflitto mondiale, a cura di G.ALBERTONI, M.BELLABARBA,E.CURZEL, Trento, Università degli Studi di Trento. Dipartimento di Lettere e Filosofia, 2018, pp. 173- 199, qui p. 179.

56 Ivi, p. 181.

57 D.RASI, La cultura trentina tra Otto e Novecento: la stampa periodica, in Rovereto in Italia dall’irredentismo agli anni del fascismo,

cit., pp. 215-255, in particolare p. 224.

58 [F.AMBROSI], Al cortese lettore, in «Archivio trentino», 1 (1882), n. 1, pp. 3-5.

59 G.B.TRENER, L’esplorazione degli archivi trentini, in «Tridentum», 4 (1901), 9, pp. 400-412; 458-461.

60 Una rassegna fu pubblicata da G.GEROLA, Elenco dei cataloghi, inventari e regesti a stampa degli archivi, biblioteche, musei e

raccolte varie del Trentino, in «Alba Trentina», 1 (1917), pp. 220-224; 262-263; 291-294; 328-332.

61 Gli archivi del Trentino, a cura della rivista Tridentum, Trento, Stet, 1910.

62 L.ONESTINGHEL, L’esplorazione degli archivi trentini, in «Pro Cultura», 1 (1910), pp. 43-44.

63 Entro il 1910, secondo Luigi Onestinghel, risultavano essere stati censiti da Desiderio Reich e dai suoi collaboratori

alcuni archivi della valle di Non, quasi tutti quelli dei distretti giudiziari di Cembra e Lavis e alcuni archivi di privati a Trento.

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compilazione dei regesti del Codice Clesiano, ad opera dello stesso Reich e di padre Marco Morizzo, pubblicati sino al settimo volume dal dicembre 1907 al marzo 1915 sulla «Rivista Tridentina»64.

I molteplici lavori sugli archivi usciti tra Otto e Novecento, affidati a «un volontarismo gene- roso ma privo di garanzie sul piano scientifico»65, fecero sentire da più parti l’esigenza di impostare su nuove basi più omogenei criteri metodologici da applicare coerentemente. Nel 1908 dalle pagine della rivista «Archivio trentino» la direzione diffuse un nuovo appello per sensibilizzare gli studiosi a una sistematica rilevazione degli archivi e delle loro scritture66. In quello stesso anno Andrea Ga- lante propose all’Accademia roveretana degli Agiati una nuova pubblicazione dei regesti già editi dei documenti della regione tridentina, sull’esempio della raccolta dei «Regesta Imperii» di Johann Frie- drich Böhmer e Julius von Ficker e di quella relativa alla regione veneta di Carlo Cipolla67. Se la proposta Galante non fu allora recepita, lo stesso studioso nel 1911 diede alle stampe un accurato elenco della corrispondenza del principe vescovo di Trento, il cardinale Cristoforo Madruzzo, allora conservata presso lo Statthaltereiarchiv di Innsbruck68, che fu descritta in modo sintetico ma coerente, riportando per ciascuna unità documentaria datatio, mittente, lingua e riferimenti relativi alla collo- cazione degli atti all’interno dei fascicoli disposti in serie per annualità. Il lavoro fu inoltre corredato da un’ampia introduzione di carattere storico-archivistico e da due indici di nomi e luoghi; lavoro che rimane a tutt’oggi l’unico strumento utile per la consultazione di tale materiale attualmente con- servato nell’Archivio di Stato di Trento.

Le episodiche iniziative editoriali, in particolare quelle di Dominez, Reich-Morizzo e Galante, rappresentarono sino ai primi decenni del XX secolo anche gli unici prodotti dedicati alla descri- zione di documentazione dell’archivio principesco vescovile. Rimase invece per lo più sulla carta l’articolato progetto di un comitato di studiosi nato nel 1910 su impulso del giurista trentino Fran- cesco Menestrina e animato da Luigi Onestinghel (1880-1919)69, volto a coordinare sotto un’unica regia molteplici iniziative di regestazione e pubblicazione di materiale documentario degli archivi trentini. Questo, nonostante l’i.r. Consiglio degli Archivi, costituito nel 191270 con competenze

64 Codicis Clesiani archivii episcopalis Tridenti regesta, a cura di M.MORIZZO,D.REICH, in «Rivista Tridentina», 7 (1907), pp.

193-226; 8 (1908), pp. 97-128, 185-199, 249-280, 345-360; 9 (1909), pp. 49-64, 113-128, 193-208, 269-288; 10 (1910), pp. 49-64, 129-144, 191-207, 261-276; 11 (1911), pp. 49-64, 113-128, 177-192, 257-288; 12 (1912), pp.49-78, 127-158, 199- 222, 271-318; 13 (1913), pp. 183-198, 271-286, 343-358; 14 (1914), pp. 359-454; 557-572; 15 (1915), pp. 605-620 (v. La

Rivista tridentina. 1901-1915. Indici, a cura di A.OSELE, Trento, Gruppo culturale Civis, 1996, pp. 104-141).

65 RASI, La cultura trentina tra Otto e Novecento, cit, p. 230.

66 Per gli archivi del Trentino, in «Archivio trentino», 23 (1908), pp. 125-126.

67 A.GALANTE, Per una raccolta dei regesti dei documenti trentini editi, in «Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati», s. III,

v. XIV (1908), pp. L-LI.

68 ID., La corrispondenza del card. Cristoforo Madruzzo nell’Archivio di Stato di Innsbruck, Innsbruck, Libreria Accademica Wag-

neriana, 1911.

69 Su di lui e per la bibliografia di riferimento si rinvia a E.CURZEL, Luigi Onestinghel (1880-1919). Un intellettuale irredentista

e il suo diario di ‘guerra’, in La storia va alla guerra, cit., pp. 147-172.

70 Il 29 giugno 1913 furono nominati all’interno del Consiglio degli Archivi in qualità di ‘conservatori’ Ludovico Ober-

ziner, direttore della biblioteca comunale di Trento, e Carlo Teodoro Postingher, presidente dell’Accademia roveretana degli Agiati; come ‘corrispondenti’ Vincenzo Casagrande, Silvio Conci, Friedrich Schneller, Marco Morizzo e Giovanni

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nell’ambito della tutela di tutti gli archivi esistenti entro i confini dell’impero austriaco (non solo statali ma anche di uffici non statali, corporazioni e persino archivi privati), avesse garantito agli studiosi trentini l’affidamento dell’opera archivistica intrapresa, appoggiata da adeguati mezzi tecnici e finanziari71.

La guerra pose comunque fine a questa stagione di intensa attività e di ambiziosi progetti, contraddistinta, comunque, da scarsi risultati sul versante della produzione editoriale.

Nel dopoguerra il dibattito intorno agli archivi trentini, venuto meno, come scrisse Albino Casetti, «il fermento irredentistico e la necessità di documentare l’italianità della nostra terra, che avevano costituito il motivo fondamentale degli studi sotto il dominio dell’Austria»72, cessò quasi del tutto di suscitare attenzione e interesse tra gli studiosi. Inoltre, la restituzione all’Italia del mate- riale archivistico sino ad allora conservato oltralpe aprì nuove prospettive di studio, quantunque per la ricerca trentina, segnata in alcuni ambiti da un certo provincialismo e da qualche carenza di me- todo, «l’adeguamento agli standard della migliore ricerca italiana ed europea» sia da considerarsi sin dentro la seconda metà del XX secolo «debole, ritardato, e frutto di importazione più che di una crescita endogena»73.

Sul versante archivistico, il materiale rientrato a Trento dall’Austria fu sottoposto a partire dal 1919 a interventi di organizzazione e ricondizionamento dei fondi nel neocostituito Archivio di Stato74. In tale occasione, limitati furono, in genere, gli strumenti di corredo approntati e quelli dati alle stampe, dei quali si accenna qui solo brevemente, poiché su di essi si avrà modo di tornare più diffusamente in seguito.

Nel 1933 all’interno di una miscellanea di studi storici comparve un contributo dell’allora di- rettore Fulvio Mascelli, nel quale per la prima volta fu pubblicato un elenco sommario dei fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Trento, con l’indicazione per ciascuno di essi degli estremi cronologici e della relativa consistenza75; strumento che fu riproposto con ben poche modifiche e integrazioni nell’opera di descrizione generale del contenuto degli Archivi di Stato italiani uscita nel 1944 a cura del Ministero dell’Interno76. Nel frattempo, veniva pubblicato un elenco sommario della corrispondenza di Bernardo Cles ― la porzione conservata presso l’Archivio di Stato di Trento ―,

Ciccolini (v. Verzeichnis der Konservatoren u. Korrespondenten des k.k. Archivrates, in «Mitteilungen des k.k. Archivrates», 1 (1914), pp. 317-328).

71 G.CICCOLINI, Il nuovo assetto degli Archivi in Austria, in «Rivista Tridentina», 13 (1913), pp. 263-265; ID., Nota retrospettiva,

in Diciannovesima riunione [della Società italiana per il progresso delle scienze], (Bolzano-Trento, 7-15 settembre 1930), Roma, Società italiana per il progresso delle scienze, 1931, pp. 616-618.

72 CASETTI, Guida storico-archivistica, p. XVII.

73 G.M.VARANINI, Irredentismi storiografici: il caso Trentino tra Ottocento e Novecento, in Patrie storiografiche sui confini orientali tra

Otto e Novecento, a cura di A.TILATTI,M.ZABBIA, «Reti Medievali Rivista», 16, 1 (2015), pp. 275-299, qui p. 294.

74 Si veda infra, pp. 318 ss.

75 F. MASCELLI, L’Archivio di Stato di Trento, in Ad Alessandro Luzio gli Archivi di Stato italiani. Miscellanea di studi storici, II,

Firenze, Le Monnier, 1933, pp. 169-184.

76 Gli Archivi di Stato italiani, a cura del Ministero dell’Interno. Ufficio centrale degli Archivi di Stato, Bologna, Zanichelli,

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che comunque riproduce l’elenco manoscritto compilato a Innsbruck dal funzionario dell’archivio enipontano Georg Pfaundler, in occasione del trasferimento del materiale a Vienna a metà Otto- cento77.

Un nuovo strumento di descrizione dei fondi conservati presso l’Archivio di Stato fu pubbli- cato nel 1951 nella collana delle pubblicazioni degli Archivi di Stato del Ministero dell’Interno78. L’opera è fornita di un’ampia introduzione di carattere storico-archivistico a firma dell’allora diret- tore Leopoldo Sandri; i fondi sono descritti sulla falsariga e senza modifiche nell’impianto struttu- rale degli strumenti precedenti già citati.

Data invece al 1961 la ponderosa Guida storico-archivistica del Trentino di Albino Casetti, realizzata recuperando il progetto ideato sessant’anni prima da Giovanni Battista Trener, riproposto nel 1910, nella quale, sotto la voce ‘Trento’, fu fornita un’ampia panoramica dei fondi custoditi negli istituti archivistici e biblioteche presenti nel capoluogo.

Conclude questa cursoria rassegna la più recente guida ai fondi dell’Archivio di Stato di Trento contenuta nel quarto volume della Guida generale degli archivi di Stato italiani79 e l’elenco delle serie dell’archivio della Curia vescovile presso l’Archivio Diocesano Tridentino pubblicato nella Guida degli Archivi diocesani d’Italia80.

77 Il carteggio del cardinale Bernardo Clesio. Inventario sommario, in «Notizie degli Archivi di Stato», 2 (1943), n. 2, pp. 100-105;

l’elenco è riproposto in A. CASETTI, Un formulario per la corrispondenza della cancelleria di Bernardo Clesio (1514-1539), in «Studi

trentini di scienze storiche», 42 (1963), pp. 1-27.

78 Archivio del Principato Vescovile. Inventario (Ministero dell’Interno. Pubblicazioni degli Archivi di Stato, 4), Roma, Istituto

grafico tiberino, 1951.

79 Archivio di Stato di Trento, in Guida generale degli Archivi di Stato italiani, IV, Roma, Ministero per i beni culturali e am-

bientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1994, pp. 663-726 (online: http://www.maas.ccr.it/PDF/Trento.pdf).

80 Archivio Diocesano di Trento, in Guida degli Archivi diocesani d’Italia, II, a cura di V.MONACHINO,E.BOAGA,L.OSBAT,S.

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CAPITOLO 2. Genesi ed evoluzione delle strutture burocratiche centrali del principato vescovile di Trento: cancelleria principesca e Officium spirituale

SOMMARIO: 2.1 Alle origini della ‘burocrazia’ vescovile. – 2.1.1 Gli antefatti: il rapporto tra vescovi e notai nel