3.2.1 Le mutevoli relazioni tra tecnologie militari e civili
La ricerca e i progressi nello sviluppo tecnologico possono spesso risultare in una grande varietà di applicazioni, a prescindere dallo scopo iniziale per il quale vengono concepiti. Il fatto quindi che una tecnologia sviluppata inizialmente per finalità militari possa essere utilizzata anche per applicazioni civili (e viceversa) ha importanti implicazioni per le politiche scientifiche e tecnologiche e per le loro relazioni con il policy-making riguardante le politiche estere e di difesa: in altre parole, tale tipo di tecnologia risulta essere dual-use. Inoltre, la relazione tra attività di R&D finalizzata ad impieghi militari e quelle orientate inizialmente verso applicazioni civili è cambiata. In molti settori strategici, come l’elettronica e l’informatica, il ritmo delle innovazioni in campo civile ha superato di gran lunga i risultati ottenuti dalla ricerca operata nel settore militare21. Oggigiorno, componenti
e prodotti concepiti per il mercato civile offrono spesso prestazioni migliori e costi inferiori rispetto ai loro omologhi sviluppati però espressamente per il mercato militare.
Per oltre un decennio è stato ampiamente riconosciuto che il successo della produzione militare è stato raggiunto grazie ad una solida base industriale di tipo commerciale; in molti settori la clientela militare è stata costretta a far ricorso a tecnologie commerciali. Si prenda ad esempio l’elettronica. Mentre la R&D militare ha avuto grande importanza per lo sviluppo
21Ciò non deve sorprendere dato l’equilibrio mutevole tra le iniziative di R&D finanziate dal settore militare
e la ricerca finanziata da altri attori economici. Nel 1960, ad esempio, il DoD americano finanziò un terzo del totale della R&D effettuata nel mondo occidentale. Dal 1992 tale percentuale è scesa a circa il 14% (Alic et al. 1992).
32 iniziale della maggior parte delle industrie elettroniche, quando le tecnologie sono maturate e i costi di produzione diminuiti i mercati commerciali hanno ben presto superato la richiesta militare. Negli Stati Uniti gli acquisti di semiconduttori da parte del governo (non solo per uso militare) assorbirono solamente l’1,3% del totale delle vendite statunitensi nel settore nel 1995, e il mercato militare cominciò a subire una contrazione del 15% annuo (Cooper e Finnegan, 1995). Nel frattempo, i costi di sviluppo e di produzione di nuovi microprocessori sono aumentati. Tra il 1980 e il 1991, le spese annue in ricerca e sviluppo da parte dei produttori statunitensi di semiconduttori sono cresciute da 600 milioni a 2,9 miliardi di dollari. Anche i costi di manifattura sono cresciuti rapidamente: i costi di produzione dei wafers in materiali semiconduttori sono passati dai 25 milioni nel 1989 agli oltre 500 milioni di dollari nel 1992 (U.S. Congress, Office of Technology Assessment, 1993). La combinazione dei costi crescenti e della stagnazione del mercato ha portato il settore militare all’impiego crescente di componenti e semiconduttori sviluppati per applicazioni commerciali.
L’importanza di questi cambiamenti per la politica scientifica e tecnologica in Europa è stata riconosciuta dalla Commissione Europea nella sua Comunicazione su “I Cambiamenti dell’Industria Europea della Difesa” (Commissione Europea, 1996).
Sebbene i programmi europei di ricerca e sviluppo tecnologico siano basati principalmente su applicazioni civili devono comunque prevedere finanziamenti per i progetti che trovano impiego nel campo della difesa. Secondo le stime della Commissione Europea (Commissione Europea, 1996), un terzo del totale del budget comunitario per la ricerca è investito in aree di “interesse per il potenziale dual-use”.
3.2.2 Politiche di ricerca dual-use.
Le politiche industriali per la difesa, particolarmente negli Stati Uniti, hanno provato a sviluppare meccanismi per migliorare lo sfruttamento dei risultati della ricerca dual-use tra diverse applicazioni, militari e civili.
Le “politiche dual-use” sono state anche definite come qualsiasi tipo di azione intrapresa da un’organizzazione pubblica o privata al fine di facilitare il largo impiego di tecnologie dual- use in entrambi i tipi di applicazioni militari e civili.
Data la grande varietà di tecnologie dual-use esistenti e dei modi in cui tali tecnologie possono essere trasferite da applicazioni militari a civili e viceversa, le politiche dual-use possono risultare molto differenti nelle loro definizioni e negli obiettivi. Negli Stati Uniti,
33 dove il concetto è stato più largamente utilizzato nei contesti ufficiali, l’attenzione si è spostata dall’applicazione di capacità tecnologiche inizialmente sviluppate nel campo della difesa per scopi civili allo sviluppo di strumenti utili per sfruttare per impieghi militari tecnologie sviluppate altrove.
3.2.3 Differenze settoriali.
Occorre notare che vi sono settori in cui la R&D militare finanzia la maggior parte della ricerca con applicazioni dual-use. Ciò accade, in particolare, nei casi in cui si ha a che fare con alti costi e con tecnologie sviluppate per applicazioni specifiche nelle quali le alte prestazioni rappresentano un elemento fondamentale. L’esempio più importante è rappresentato, probabilmente, dai materiali avanzati: lo sviluppo di materiali leggeri e resistenti, in particolare per impieghi aerospaziali, continua ad esser finanziato in gran parte dal settore militare sebbene questi trovino impiego soprattutto in campo commerciale. È stato riportato, ad esempio, che durante gli anni ’90 il Dipartimento della Difesa statunitense ha finanziato il 73% della ricerca nazionale nel settore metallurgico e dei materiali speciali (National Research Council, 1996). Ciò non deve sorprendere: il settore aerospaziale è all’avanguardia nella ricerca sui materiali avanzati (in particolare sui materiali compositi), e in tale settore i nuovi materiali vengono principalmente impiegati nei velivoli militari.
3.2.4 Dual-use e controlli sulle tecnologie.
Il carattere dual-use di molti programmi di ricerca e di diverse innovazioni tecnologiche pone importanti problemi legati alla politica e alla sicurezza internazionale riguardanti, in modo particolare, il controllo del trasferimento internazionale e della proliferazione di tecnologie sensibili applicate in campo militare.
Le politiche dual-use, promuovendo l’istituzione di un meccanismo di trasferimento tecnologico, possono essere utilizzate non solo per assistere la diversificazione (o anche la conversione) di processi produttivi o attività di servizi rivolte al settore militare, ma anche per sostenere la produzione bellica. Ogni volta che sussiste la possibilità di impiego di una tecnologia militare in campo civile è anche possibile seguire il percorso inverso.
L’emergere, quindi, di un’integrazione civile-militare in alcuni segmenti industriali e l’utilizzo di componenti e sottosistemi comuni nella produzione civile e militare può rendere
34 molto difficile monitorare lo sviluppo delle potenzialità militari e, quindi, può porre importanti problemi circa la proliferazione.
La gestione di simili controverse questioni costituisce un importante elemento della CFSP, e desta un particolare interesse da parte della Commissione Europea già da alcuni anni. Innanzitutto, la Commissione, mediante regolamenti di controllo sulle esportazioni, deve intervenire per evitare che il mercato interno possa essere utilizzato per esportare importanti tecnologie militari attraverso gli Stati Membri.
Un comune approccio ai controlli sulle esportazioni appare dunque come un naturale corollario del mercato interno nel momento in cui esistono tecnologie dual-use.
La necessità di controllare quest’area della politica estera ha portato allo sviluppo di ampi regolamenti comunitari sull’esportazione di “beni dual-use” (OJ n. L278, 30/10/1996).