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Sebbene l’analisi per parola del corpo documentario restituisca un’idea del lessico utilizzato, si ritiene che la mera rendicontazione delle occorrenze possa fornire solamente degli spunti per la ricerca. I contesti in cui sono presenti i vocaboli possono cambiare completamente il senso di una parola. Il caso più eclatante è rappresentato dal termine “compagno” che, a seconda di chi lo scriva, può avere una connotazione politica od un’altra squisitamente cameratesca. Trascrivendo tutti i volantini e rendicontando non tutte le parole, ma quelle che possano avere dei significati legati alla retorica, emergono questi risultati:426

parole n. di occorrenze vostro/a/e/i 163 nostro/a/e/i 154 fascista/sti/smo 131 tedesco/ schi/invasore/nazisti 122 partigiani/a 99 Loro 89 Guerra 61 morte/i 58 popolo/azione 55 traditore/i 50 nemico/ci 49 nazifascisti 48 italiani/o/Italia 39 contadini/agricoltori 38 Partito 35 Figli 34 libertà 32 comunista 32 liberazione 31 Operai 29 Giovani 29 Cittadini 29 Patrioti 26 Germania 25

128 lotta/battaglia 22 Sangue 20 lavoro/are 20 Patria 17 compagni 16 giustizia 15 lavoratori 10 garibaldini 9 martiri/o 7 Soldati 7 Vittoria 6 Fratelli 4 Vendetta 2

Tabella n. 3: Numero di occorrenze di parole interessanti dal punto di vista retorico all’interno dell’intero corpus documentario

Tra i primi posti si trovano i protagonisti della lotta: il nemico (nelle sue declinazioni) e i partigiani. Seguono poi, e con numeri considerevoli, altre parole che individuano i temi trattati in questi scritti: ‘guerra’, ‘morte’, ‘traditore’ e ‘nemico’. Queste parole, così considerate, restituiscono un’idea di quanto si può leggere nei manifesti. Infatti nella propaganda si parla diffusamente di azioni di guerra, della morte, del nemico e del tradimento, che è l’asse portante dei discorsi retorici partigiano e fascista.

Meno scontato il risultato di ‘vendetta’ che, conseguenza del tradimento, ci si aspettava avesse maggiore importanza all’interno dei testi.

Nello studio del corpo documentario, e durante la sua copiatura, si è però notato che lo stile non era omogeneo per tutti i volantini. Gli autori di questi manifestini avevano culture e tradizioni differenti, tanto da caratterizzare in modo sensibile i loro scritti. Nella tesi triennale, all’interno della quale si erano studiati soltanto i manifesti del Gruppo Brigate “Vittorio Veneto”, si fecero delle considerazioni che mal si adattano ai volantini dell’intero corpo documentario, comprendente propaganda della federazione comunista trevigiana, della Democrazia Cristiana e di altre organizzazioni. È quindi bene parlare di più stili e modelli retorici della Resistenza.

Tranne che nei testi scritti dai CLN, per via delle diverse correnti partitiche che vi erano rappresentate, gli altri esempi di stampa erano frutto della genuina spontaneità dell’autore: quasi sempre dilettante. Per questo si è deciso di isolare i due principali gruppi di manifesti del corpus documentario: quello dei volantini firmati dai Comandi427 della Divisione “Nannetti” e del Gruppo Brigate “Vittorio Veneto” e

427 La sicurezza che il Cansiglio offriva convinse il Comando della Divisione d’assalto “Nino

Nannetti” a trasferirvisi il 15 luglio 1944 (cfr. A. della Libera, Sulle montagne per libertà, op. cit., p. 78). La vicinanza dei comandi della divisione “Nannetti” e del Gruppo Brigate diedero avvio ad una stretta collaborazione. Questa divenne ancor più forte dopo il grande rastrellamento di fine estate. Per questi

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quello della stampa della federazione comunista trevigiana. Anche se può stupire che si prendano due organizzazioni politicamente affini per sviluppare un’analisi linguistica, si noteranno le importanti differenze segnate nel lessico utilizzato. Queste daranno modo di fare delle osservazioni in merito alla lingua cosiddetta “partigiana”.

Di seguito è riportata la tabella che individua il numero di occorrenze dei termini, e il peso percentuale degli stessi, all’interno dei due sotto-corpora.

motivi molti manifesti redatti dopo questa data dal Comando Divisione, erano in realtà pensati in collaborazione con il Comando del Gruppo Brigate. Cfr. Pier Paolo Brescacin e Fernando de Conti,

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Fed. Com.

Trevigiana Divisione “Nino Nannetti” cittadini 23 0,29% / / compagni 3 0,03% 6 0,14% comunista 31 0,39% / / contadini/agricoltori 45 0,58% / / fascista/sti/smo 99 1,27% 18 0,44% figli 15 0,19% 9 0,22% fratelli 3 0,03% 4 0,09% garibaldini/e 7 0,09% 9 0,22% Germania 25 0,32% / / giovani 27 0,34% / / giustizia 4 0,05% 7 0,17% guerra 33 0,42% 17 0,41% italiani/o/Italia 24 0,30% 20 0,49% lavoratori 44 0,57% / / lavoro/are 13 0,16% 4 0,09% Liberazione 17 0,21% 10 0,24% libertà 15 0,19% 11 0,27% lotta/battaglia 15 0,19% / / martiri/o 2 0,02% 7 0,17% morte/i/o 36 0,46% 16 0,39% nazifascisti 24 0,30% 27 0,54% nemico/ci 24 0,30% 16 0,39% nostro/a/e/i 57 0,73% 68 1,47% operai/o/ia/ie 32 0,40% 5 0,12% partigiano/i/a 60 0,76% 15 0,36% Partito 34 0,43% / / Patria 3 0,03% 9 0,22% patrioti 14 0,18% 7 0,17% popolo/i/azione 35 0,45% 14 0,34% sangue / / 7 0,17% soldati 3 0,03% / / tedesco/ schi/invasore/nazisti 63 0,80% 20 0,49% traditore/i 43 0,55% 6 0,14% vendetta / / 2 0,04% vittoria 2 0,02% 6 0,14%

Tabella n. 4: Confronto tra la Divisione “Nino Nannetti” e la federazione comunista trevigiana nell’utilizzo delle parole della tabella n. 3, in cifre assolute e percentuali.

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Ora, di fronte alla propaganda riprodotta da due organizzazioni specifiche, si possono fare osservazioni più precise. Essendo il primo dei due corpi di 56.154 caratteri e il secondo di 29.028, si sono riportate le occorrenze in percentuale rispetto al totale del testo. Infatti l’utilizzo dell’aggettivo possessivo “nostro”, in cifre quantitativamente simile tra le due organizzazioni (68 per la “Nino Nannetti” contro 57 per la federazione trevigiana), segna però percentuali molto diverse (1,47% per la Divisione partigiana e 0,73% per la federazione).

In primo luogo si evidenziano quelle parole che mancano all’uno rispetto all’altro

corpus. Nei manifesti della federazione compaiono, e con percentuali rilevanti, parole

come ‘comunista’, ‘contadini’, ‘Germania’, ‘giovani’, ‘lavoratori’, ‘lotta/battaglia’ e ‘Partito’, completamente assenti nella propaganda delle formazioni di montagna. Infatti nella stampa della federazione trevigiana trovarono molto spazio i problemi del lavoro e delle rivendicazioni sindacali che invece non si ravvisano nei manifesti dei combattenti. Gli appelli diretti a lavoratori e contadini furono uno degli assi portanti dell’opera propagandistica della federazione, e, infatti, a dispetto di termini come ‘guerra’ è più presente ‘lotta’, parola che si adatta meglio a descrivere la conflittualità sociale.

A caratterizzare ulteriormente i manifesti della federazione concorrono le parole ‘giovani’ e ‘Germania’, che fanno emergere l’attenzione che vi fu da parte dei comunisti nell’invitare i ‘giovani’ a disertare e i lavoratori a non recarsi a lavorare in ‘Germania’.

Al contrario ‘sangue’ e ‘vendetta’ sono due termini che compaiono (il secondo solo due volte) solo all’interno dei manifesti delle formazioni combattenti e che non si trovano in quelli della federazione. Questi due vocaboli sono poi in linea con un’altra serie di parole che caratterizzano il lessico delle formazioni di montagna in un senso patriottico-risorgimentale.

Nei manifesti della “Nannetti” si vede la maggior presenza percentuale dei termini come ‘vittoria’ (0,14% contro 0,02%)428 ‘Patria’ (0,22% contro 0,03%) ‘nostro’ (1,47% contro 0,73%) ‘martiri’ (0,17% contro 0,02%) ‘italiani’ o ‘Italia’ (0,49% contro 0,30%), ‘fratelli’ (0,09% contro 0,03%) e ‘figli’ (quest’ultimo quasi paritario con 0,22% contro 0,19%). Infatti, come si avrà modo di chiarire in seguito, le parole di derivazione patriottica, o anche ‘fascista’, appartenevano solo ad alcuni redattori di volantini e non a tutti gli autori dei messaggi veicolati dalla stampa clandestina.

Infine se nei volantini della federazione trevigiana vi è molto spazio per la rivendicazione economica, in quelli di montagna è l’ideale, il progetto per il futuro, ad essere più presente. Può esserne un esempio la differenza tra le parole ‘Liberazione’ e ‘libertà’. Per il primo concetto, che individua un evento concreto collocato nel tempo, si registrano occorrenze simili all’interno dei due sotto-corpora: 0,24% per la

428 Tra parentesi si riporta prima il dato della Divisione “Nannetti” e per secondo quello della

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“Nannetti” contro lo 0,21% della federazione. Ma nel caso in cui si parli della ‘libertà’ il divario si allarga (0,27% contro 0,19%).

Per questa ragione, ed altre che verranno esaminate in seguito, si ravviserebbe una maggiore concretezza della stampa della federazione trevigiana rispetto a quella scritta in montagna.

Sulla falsa riga di questa affermazione si può notare come la federazione comunista, che agiva in città, distingua bene i due nemici utilizzando intensivamente i termini ‘fascisti’ e ‘tedeschi’. Invece il termine nazifascisti (0,54% della “Nannetti” contro lo 0,30% della federazione), generico, viene usato molto di più in montagna, senza grosse distinzioni tra fascista (traditore) e tedesco (invasore). Si crede più realistico pensare che i combattenti di montagna facessero minori distinzioni tra fascisti e tedeschi semplicemente perché i ‘nazifascisti’ erano spesso uniti nei rastrellamenti.

Al di là della ragione nei manifesti della “Nannetti” si riscontra una maggiore sovrapponibilità tra tedeschi e fascisti, cosa che non si ravvisa invece in quelli della federazione.

Anche per questa più attenta distinzione, probabilmente, il termine ‘traditori’ segna molte più occorrenze nella stampa della federazione trevigiana che non in quelli della Divisione “Nannetti” (0,14% contro 0,55%). Infatti il ‘fascista’, quando nominato, viene generalmente individuato come ‘traditore’. Ne segue che i due termini sono direttamente proporzionali, e, per questo, si trovano più occorrenze di ‘traditore’ nella stampa della federazione.

Gli ultimi termini che si prendono in considerazione sono quelli che hanno percentuali affini nei due sotto-corpora ovvero guerra (0,41% contro 0,42%) e morte (0,39% contro 0,46%). Questi vocaboli, non caratterizzanti dato il contesto, ritornano nella stampa delle due ‘organizzazioni’ in modo omogeneo.

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