Per quanto riguarda la prima fase di stampa nel Vittoriese non vi sono dati paragonabili a quelli esposti per Treviso. Però alcune notizie le fornisce Giuseppe Allumi (nome di battaglia “Flint”), che fu responsabile della stamperia clandestina sita a Nord di Vittorio Veneto durante l’inverno del ’44. Il partigiano spiega che:
“Vi era necessità di stampare dei volantini. Il lavoro era così organizzato. Ci veniva comunicato il testo del volantino e la quantità di fogli desiderata (di solito qualche migliaio). Principalmente ci lavoravo di sera con il mio cugino Alo, mia sorella Anna e talvolta con Ernesto (Ris-cio). Se erano necessarie più serate di lavoro il materiale veniva abilmente nascosto dietro un sasso. Quando era tutto pronto consegnavamo le copie ai “Colesei”, dove, lo so per certo, sarebbe passato “Fosco” che dopo averle ritirate le riconsegnava subito ad altre persone incaricate del volantinaggio, che di notte passavano casa per casa. Non di rado la mattina uscendo di casa per andare al lavoro, me ne trovavo una copia sotto l’uscio”308
La stamperia era conosciuta da pochi membri del CLN vittoriese e soltanto Costante Gava (Fosco) si recava sul posto a prelevare la stampa. Erano, in un secondo tempo, le staffette a provvedere alla distribuzione della propaganda. Che queste non conoscessero il luogo di effettiva produzione dei volantini è suggerito dal fatto che, alla mattina, la propaganda venisse recapitata alla stessa tipografia clandestina.
Per quanto riguarda invece la tipografia di montagna della Divisione “Nannetti” non vi sono testimonianze simili all’immagine n. 7, ma rimangono quasi tutti i fogli con le indicazioni dattiloscritte dal responsabile, Domenico Favero, che accompagnavano i volantini. Questi documenti assomigliano all’immagine n. 7 perché portano la data, un numero progressivo che ne permette il riconoscimento e i destinatari, senza però specificare il numero di copie inviate. Quindi per molti dei manifesti stampati si possono indicare quali fossero le destinazioni, ma non il numero di esemplari riprodotti. Utilizzando questa documentazione si può fare un lavoro analogo a quello proposto per Treviso (mappa n. 5).
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Mappa n. 6: Area di diffusione della stampa ciclostilata dalla tipografia della Divisione “Nannetti”. La stamperia partigiana si trovava nei pressi di Montaner, paese situato sulle pendici meridionali del Cansiglio.
Si può notare come la zona interessata non si discosti molto, per ampiezza, da quella locale individuata per Treviso. In questo caso, tra le destinazioni, sono maggiormente rilevanti le formazioni militari alle cui necessità era preposta la stamperia.
I recapiti toccati dalla stampa vittoriese, poi di montagna, erano quindi: Vittorio Veneto, Caneva, Sacile, Conegliano, Treviso e Belluno. Poi vi erano le formazioni militari direttamente oggetto di invio di stampa: Comandi della Divisione “Nino Nannetti” e del Gruppo Brigate “Vittorio Veneto” (siti in Cansiglio), Brigate “Mazzini” e “Tollot” (Vallata) e Brigata “Fratelli Bandiera” (tra il Cansiglio e l’Alpago).
La provincia
L’area provinciale, quella più esterna delle tre presenti nell’immagine n. 7, raffigura l’interazione tra i centri di produzione di propaganda di Treviso e Vittorio Veneto.
A tenere i contatti tra le due aree erano inizialmente singole persone. È il caso di Pietro dal Pozzo che giunse a Vittorio Veneto per riorganizzare il partito comunista, o di Bruno Marton che nell’estate del ’44 arrivò in bicicletta a Vittorio Veneto per l’atto fondativo della DC vittoriese. In quell’occasione Marton si portò appresso
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anche una sporta piena di propaganda, legata all’attività della sua formazione politica.309
Infatti, per quanto riguarda l’area provinciale, si può supporre che i contatti tra città distanti tra loro più di 12-15 km avvenissero tramite singole puntate effettuate dalle staffette e che, in un secondo tempo, da quei centri si diramassero altre reti di distribuzione.
Sempre secondo l’immagine n. 7 a Castelfranco arrivarono (del fascicolo
Comunismo e coscienza cattolica) 100 esemplari e a Montebelluna 80. Questa mole di
materiale non interessava probabilmente solo quelle città, ma veniva ridistribuita in altri centri secondari.310 Quasi certamente l’operazione avveniva sempre seguendo lo
stesso schema a “raggiera”, solo in scala ridotta.
Nell’ultimo periodo di lotta si cercò di organizzare un migliore servizio informazioni individuando dei responsabili che facessero da mediatori nei punti nodali per la trasmissione delle informazioni e della propaganda.
Il luogo e il referente più adatti risultarono essere la città di Conegliano e il comunista Antonio Rustìa (nome di battaglia Orel). Le ragioni che portarono ad individuare in questa città il punto di congiunzione possono essere facilmente chiarite dalla mappa n. 6 che ritrae i collegamenti dell’area provinciale.
Mappa n. 7: Terza area di consegna ‘provinciale’. Sono segnalati in giallo i punti di comune diffusione di stampa delle tipografia di Treviso e della Divisione “Nannetti”. Sono invece segnalati in arancione e azzurro rispettivamente i destinatari esclusivi di Treviso e della Divisione. In rosso sono evidenziate le linee di collegamento legate a Treviso, mentre in rosa quelle dipendenti dalla tipografia di Montaner.
309 Testimonianza di Mario Ulliana a Giuliano Casagrande dell’11 ottobre 2011. 310 I. Bizzi, Il cammino di un popolo, vol. I. op. cit., p. 116.
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In questa mappa si evidenziano le città coinvolte nella distribuzione di stampa tra Treviso e Vittorio Veneto. Per Treviso sono state segnalate soltanto le città facenti parte dell’area ‘provinciale’, ovvero l’area più ampia delle tre individuate all’interno dell’immagine n. 7.
I fili rossi congiungono le città raggiunte dalla stampa redatta a Treviso, mentre quelli rosa segnalano le linee di distribuzione dipendenti dalla stamperia di montagna della Divisione “Nannetti”. Per le destinazioni del materiale si sono usati tre colori:
• in arancione sono individuate le città e i paesi che ricevevano materiale esclusivamente dal capoluogo della provincia.
• In azzurro sono indicati i recapiti legati solamente alla Divisione “Nannetti”.
• In giallo sono evidenziati i destinatari comuni alle due stamperie, ovvero tutti quei paesi, o formazioni combattenti, che entrambe le tipografie avevano interesse a raggiungere con la loro stampa.
Questi ultimi in giallo sono quindi i ‘punti di contatto’ attraverso i quali si poteva far transitare la stampa da un centro all’altro. Conegliano, per la posizione mediana, si configurò come il migliore ‘snodo’ per lo smistamento delle comunicazioni tra destra e sinistra Piave.
È molto importante ricordare che le cartine 2, 3 e 4, insieme alle ultime considerazioni, fotografano l’attività degli ultimi mesi di lotta. È proprio questo il momento in cui il movimento raggiunge la massima ampiezza ed efficacia, e quindi anche il periodo più documentato per la minore necessità di disfarsi delle ‘prove’ che certificavano l’attività clandestina del movimento.
Nelle cartine non si è fatta menzione dei contatti con Padova e Venezia, ma è stata considerata la dimensione minuta dell’opera di propaganda. Infatti concorreva alla stampa di Treviso e dei piccoli centri l’attività del Comitato di Liberazione Nazionale della Regione Veneto (CLNRV), a proposito del quale Bruna Fregonese dice che
“Tanti documenti venivano anche dal Regionale, c’era una donna che ogni mercoledì andava a Padova; era un grande lavoro profondo ed esteso.”311
Più avanti nelle sue carte Bruna ritorna su questa attività e, con la sua solita precisione, dà conto di come si svolgeva lo scambio:
“Lei [leggi: Edvige] teneva i contatti con Padova, ogni mercoledì vi si recava, veniva a prendere delle buste da me, andava al mattino all’incrocio dell’Eden dove si incontrava con un autista che con il camioncino della ditta dove lavorava la caricava e la portava a Padova: mi diceva che là gli incontri avvenivano in una chiesa. Il camioncino partiva da una officina
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che era nello stesso cortile di casa mia, ma l’incontro avveniva all’Eden perché lei non doveva sapere la ditta del mezzo, e il titolare dell’officina non doveva sapere dell’attività del suo dipendente.”312
Si vede quindi come tale lavoro “profondo ed esteso”, promosso dall’alto, si ramificasse dalle città ai paesi.
I contatti e le linee di diffusione descritte erano le vene e i nervi di un organismo molto vasto. Attraverso di essi circolavano le risorse necessarie alla sopravvivenza dell’organizzazione oltre agli ordini e alle informazioni. Era infine la propaganda che, di mano in mano, arrivava a destinazione tra le dita confuse di chi se ne liberava immediatamente, tra quelle sudate di chi la leggeva e rileggeva consumandola e custodendola gelosamente e, infine, in quelle del nemico che, una volta di più, era posto di fronte all’esistenza e alla pervicacia di chi lo combatteva.