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La sessione del 15 Pratile (3 giugno) si apre con la richiesta di lasciare la Società da parte del cittadino Presidente Sebastiano Salimbeni, in quanto inviato come Deputato della Municipalità

I LAVORI DELLE SESSIONI

2.2 I temi degli ordini del giorno

2.2.4 La sessione del 15 Pratile (3 giugno) si apre con la richiesta di lasciare la Società da parte del cittadino Presidente Sebastiano Salimbeni, in quanto inviato come Deputato della Municipalità

presso il generale in capo Napoleone Bonaparte. L’assemblea ne accetta le dimissioni ed elegge Presidente per acclamazione il cittadino Carlo Laubert19.

18 La questione del numero di partecipanti alle sessioni è dibattuta e di non facile soluzione. Sappiamo certamente che i soci inizialmente erano 200, ma sembra che a metà del mese di giugno fossero già 400. Una relazione del 14 Fruttifero (31 agosto) presentata dai revisori dello stato economico della Società, Zorzi Pisani e Sebastiano Salimbeni, fornisce una cifra di 800, di cui 600 paganti. Però, come riportiamo nel capitolo 3, nella sessione del 18 Messidoro (6 luglio) il cittadino Boncio si lamenta per la scarsa partecipazione. Si veda: Simonetto, Opinione pubblica e rivoluzione. La Società di Pubblica Istruzione a Venezia nel 1797, p. 316-317..

19 Carlo Giovanni Laubert (ma anche Lauberg, poi anche Lambert), napoletano, massone, studioso di chimica, si interessò di divulgazione popolare dei doveri repubblicani tramite la religione, accentuando i toni anticlericali. A Venezia fu protagonista di una violenta polemica con Vittorio Barzoni, autore di un feroce atto d'accusa contro l'operato dei Francesi in Italia, al quale il L. aveva risposto con il Rapporto del Comitato d'istruzione della Società patriotica di Venezia sulla lettera di Vittorio Barzoni intitolata Rapporto sullo stato attuale dei paesi liberi d'Italia presentato al generale in capo dell'armata francese. Stampato e diffuso per decreto preso per acclamazione dalla Società medesima. Per una estesa biografia del L. si veda: De Lorenzo, R. Lauberg, Carlo Giovanni in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 64 , Roma, Istituto dell’Enciclopedia Treccani, 2005, ad vocem.

L’ODG propone il tema Libertà ed Eguaglianza. Il primo discorso è dello stesso religioso intervenuto il giorno precedente. Dopo aver fornito una sua definizione di Libertà e spiegato quanto “questo sagro diritto era violato sotto l’antico regime”, espone alla Società una serie di richieste: “ I. Che sia subito presentata la formola di un giuramento Civico da prestarsi individualmente. II. Che sia formato un Catechismo Repubblicano.

III. Che sia proscritto qualunque titolo dalla Società, e che il tu sia preferito al voi.

IV. Che sian vegliati e denunciati al Governo i Predicatori Monaci, i quali giornalmente gridano contro la Costituzione Francese, contro i Francesi medesimi, e corrompono lo spirito pubblico.20” La prima mozione viene rimessa al comitato dei XXI, le altre aggiornate.

Si registra poi l’intervento del cittadino Andrea Giuliani che parla sul tema dell’ODG, affermando che “la Libertà ha per principio la natura, e per base la Giustizia. Che essa non può esistere se non è protetta dalla Legge; che offendendosi la Legge si offende la Libertà, e viceversa.; che tutte le conseguenze che si deducono da questi principi sono chiare ed evidenti, e che non vi è che l’oppressione e la quale inviluppa le leggi sotto il velo del mistero e le rende inintelligibili; che la Libertà ha i suoi ipocriti egualmente che la Religione21”.

Per quanto concerne il concetto di Eguaglianza, il Giuliani si esprime altrettanto concisamente e chiaramente: “tutti gli uomini sono eguali per diritto davanti alla Legge; che la corruzione aveva

distrutto; che l’Eguaglianza consiste di fatto nel vedere impiegati i buoni, ed illuminati Cittadini, e che la Società deve egualmente garantire le braccie del Coltivatore, e dell’Artigiano, e la proprietà dei Possidenti22”.

Su questo discorso, secondo la cronaca de “Il Libero Veneto”, si chiude la sessione.

Considerazioni

Ecco come, in poche righe, Giuliani esprime in maniera chiara e semplice i concetti di Libertà ed Eguaglianza, che costituiscono i principi fondamentali del nuovo governo, contrapponendoli efficacemente con quello oligarchico del passato. E chiarisce anche subito, quasi a prevenire concezioni estremistiche, come il concetto di Eguaglianza sia da intendersi non in senso letterale ed

20 Si veda: “Il Libero Veneto”, n. 4, p. 15.

21 Ibidem.

22 Ibidem.

universale, ma una Eguaglianza di fronte alla Legge, legge che tutti garantisce, compresi i proprietari possidenti.

Possiamo considerare questo intervento come un punto fermo dell’ala moderata, anche se fortemente democratica, della Municipalità, punto sul quale non mancheranno, successivamente, forti polemiche.

2.2.5 Il giorno seguente, 16 Pratile (4 giugno), è il giorno in cui avviene, a Venezia, la cerimonia dell’innalzamento dell’Albero della Libertà; la cronaca de “Il Libero Veneto” riferisce che la sessione è stata praticamente dedicata a “varj discorsi energici sulla circostanza”, della quale cita soltanto quello pronunciato da Flaminio Massa23 ma riporta integralmente quello del cittadino Presidente Carlo Laubert. È un discorso, come spesso avviene, infarcito di retorica, di auliche metafore, di invocazioni “all’unità ed indivisibilità, sole sorgenti dell’Italiana Grandezza” e che espone nei dettagli i pericoli derivanti dalla disunione. Conclude poi con un appello ai cittadini veneziani: “Popolo di Venezia, che l’energia dei principj ha slanciato nella gloriosa carriera della rivoluzione, tu vuoi l’unione, perché vuoi la grandezza, e la vera indipendenza Italiana; tu non averai più il vano titolo di Capitale; ma tu averai un porto franco, ed una squadra imponente, il tuo commercio ti renderà il tuo lustro primiero, e Venezia sarà la più rigguardevole, e la più commerciante Città dell’Italiana Repubblica”.

Non viene invece riportato, e nemmeno menzionato, da “Il Libero Veneto” il discorso sull’argomento del cittadino Zorzi Ricchi24, che la Società ritiene degno della stampa a proprie spese. Data la rilevanza di questo discorso, sulla falsariga del quale molti altri saranno prodotti, e che è comunque uno dei primi documenti fatti stampare dalla Società, abbiamo ritenuto utile proporne un breve riassunto:

Dopo l’aperto e prolungato elogio nei confronti di Napoleone, che ha “spezzato le catene” dai “barbari tiranni” dell’Aristocrazia, dal loro dispotismo malefico e “tiranno della ragione”, Zorzi Ricchi si rivolge ai

23 Flaminio Massa, giacobino napoletano, amico di Carlo Lauberg. Durante il suo soggiorno veneziano venne nominato Presidente della Società di Istruzione Pubblica della Repubblica Veneziana del 1797, dirigendo anche il “Redattore Veneto”. Tradusse dal francese la Istoria dello stabilimento del cristianesimo (1797) di Voltaire. Dopo il trattato di Campoformio, si recò a Milano dove fu condirettore insieme a Bartolomeo Benincasa e Giuseppe Compagnoni del “Monitore cisalpino”, che sostituì il “Monitore italiano” di Ugo Foscolo. Per maggiori informazioni biografiche e bibliografiche si veda: www.wikipedia.org (ultima consultazione 10/06/14).

24 Personaggio molto attivo durante le sessioni. Pronuncia parecchi discorsi, alcuni dei quali saranno stampati a spese della società. Si veda: Discorsi pronunciati dal Cittadino Zorzi Ricchi, li 16,17 e 19 Pratile nella Società Patriotica, anno primo della libertà italiana, a spese della Società di Pubbblica Istruzione. Non vi è indicazione dello stampatore. Copia digitalizzata dell’opuscolo è stata scaricata dal sito www.googlebooks.com , (Ultima consultazione: 26/04/2014).

Cittadini patrioti, che hanno permesso l’attuazione della “libertà veneta”. Inneggia dunque al giorno felice della “veneta rigenerazione”, esaltando l’erezione dell’Albero della Libertà, simbolo della distruzione degli abusi dell’ “odiosa Aristocrazia” e delle massime da lei imposte, “terribili all’orecchio”, nelle quali al popolo era riservato solo l’obbligo di obbedire, tacere, lavorare , pagare le imposte e morire. Il Popolo Veneto, invece, ora ha conquistato la propria libertà, che si erge contro i dettami di una “ tenebrosa politica”, fondata sulla miseria, la debolezza, la discordia dei cittadini per la ricchezza, la forza, la sicurezza del governo.

Il Ricchi continua a rivolgersi al Popolo Veneto, che, nel prosieguo del discorso, interpella col “tu”, al quale riserva cenni di esortazione a essere degno della propria sovranità, grazie a leggi (“legislazione”) che gli permetteranno di conoscere doveri e diritti, obblighi e “indipendenza”, che gli permetteranno anche di saper discernere l’errore e di perseguire la virtù. E prosegue:

Non ci sarà più una classe privilegiata, che domina sul resto della nazione resa pari alla “mandra che si nutriece e si moltiplica”.

Anche i contadini godranno- grazie alle leggi che definiranno cosa è giusto e ingiusto- della scomparsa dei “tempi rei”, e dello sfruttamento che hanno subito non solo dai proprietari delle terre, ma anche dai “creditori spietati”, loro intermediatori , che hanno sempre conteso loro il “pane ammuffito”, a malapena prodotto con tanto lavoro.

Il discorso si conclude con l’auspicio che la “nascente Società Patriottica” possa avvalersi delle “tre sorelle”- filosofia, ragione, virtù- per predisporre le “basi ferme ed inconcusse” per la Libertà e l’Eguaglianza, da salvaguardare da chi –perfido, folle, superstizioso- osasse attentarvi.

Figura 2 Frontespizio dell'opuscolo contenente i discorsi di Zorzi Ricchi25

2.2.6 Per la sessione del 17 Pratile (5 giugno), “Il Libero Veneto” ci fornisce subito il tema