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Ricostruzione e riforma: progetti per l’ordinamento economico tedesco del dopoguerra

1. A partire dal 1943, una volta tramontate le speranze in una vittoria militare del Terzo Reich, all’interno del regime si intensificarono le discussioni sull’organizzazione dell’economia tedesca, sia in funzione della produzione per la guerra totale, sia in vista del dopoguerra. Con l’arresto dell’offensiva contro l’Unione Sovietica nell’inverno del 1941 e con la successiva sconfitta a Stalingrado nel 1942 erano svanite le speranze di una rapida vittoria tedesca ad est, trasformando il conflitto in una guerra di logoramento. Entrarono così in crisi i programmi strutturali per una riorganizzazione del Grande spazio economico ad est che erano stati predisposti dai pianificatori tedeschi tra il 1940 e il 1941. Con essi veniva inoltre pregiudicata la possibilità che il regime potesse proseguire con la graduale liberalizzazione degli scambi commerciali su scala europea richiesta dalle élite imprenditoriali tedesche e che era stata predisposta tra il 1940 e il 1941, pur con i numerosi limiti dettati dal conflitto ancora in corso . Con il decreto del 2 settembre 1

1943 (“Concentrazione dell’economia di guerra”) il Führer aveva riorganizzato la suddivisone delle competenze tra le diverse istituzioni economiche del regime al fine di sostenere gli sforzi richiesti dalla guerra di logoramento contro l’Unione Sovietica . Secondo la ripartizione operata dal decreto del Führer il Ministero 2

dell’Economia del Reich veniva esautorato da numerose competenze, che vennero trasferite invece al Ministero per gli armamenti e la produzione di guerra guidato da Albert Speer, il quale divenne la principale figura nell’economia di guerra fino alla fine del regime . Come è stato sottolineato, il 1943 rappresenta un autentico punto di 3

«Nonostante tutti gli sforzi economico-militari gli anni precedenti stavano pur sempre, permettetemi di

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dire, tra guerra e pace. La guerra non impegnava ancora tutta la nostra forza economica, tanto che rimaneva ancora spazio per la pianificazione della pace. Solo l’anno ormai trascorso ha portato, con un’ampia ristrutturazione ed un perfezionamento della nostra economia di guerra, un sempre maggiore orientamento di tutte le forze verso la conduzione della guerra totale» Walter Funk, febbraio 1943, citato in P. FONZI, La moneta e il Grande spazio. Il progetto nazionalsocialista di integrazione monetaria europea 1939-1945, Unicopli, Milano 2011, p. 317.

Cfr. ivi, pp. 393-394.

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Su Speer si vedano: J.C. FEST, Speer. Una biografia, Garzanti, Milano 2004; ID., Dialoghi con Albert

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Speer, Garzanti, Milano 2008; A. TOOZE, The Wages of Destruction. The Making and Breaking of the Nazi Economy, Penguin Books, London 2014, pp. 552-589. Tra gli scritti di Speer si segnalano: A. SPEER, Memorie del Terzo Reich (1969), Mondadori, Milano 2017; ID., Lo stato schiavo. La presa di potere delle SS (1981), Mondadori, Milano 1985 (sui conflitti tra Speer e le SS nella gestione della pianificazione economica

svolta non solo per la storia del Terzo Reich ma, anche più in generale per quella dell’economia tedesca nella storia del Novecento . 4

Il Ministero dell’Economia rimaneva responsabile per le questioni economiche generali e venne riorganizzato al suo interno, anche mediante l’ingresso di nuovo personale proveniente dalla SS. In particolare all’interno della seconda sezione generale del Ministero (“Politica economica generale, razionamento, approvvigionamento della popolazione”) la prima sottosezione (“Questioni fondamentali della politica economica del Reich e dello spazio europeo”) venne affidata al SS-Gruppenführer (generale) Otto Ohlendorf, distaccato al Ministero dal

Reichssicherheitshauptamt (RSHA - Ufficio per la sicurezza del Reich). Insieme al

sottosegretario Franz Hayler, distaccato anch’essi presso il Ministero alla fine del 1943, Himmler e le SS intendevano bilanciare il nuovo potere di Speer nella razionalizzazione del sistema produttivo tedesco . L’interesse del Ministero 5

dell’Economia, con il supporto delle SS e di consistenti settori del mondo industriale, divenne quello di tutelare il più possibile i fondamenti dell’economia e dell’ordine sociale davanti alla profonda riorganizzazione promossa da Speer e dal Ministero degli armamenti . Come è stato ricostruito, il Ministero dell’Economia divenne il 6

punto di incontro di una variegata e a volte contraddittoria costellazione di interessi, uniti dalla comune opposizione all’approccio tecnocratico di Speer e ai pesanti cambiamenti che quest’ultimo aveva imposto a tutta la società per massimizzare la produzione di guerra . 7

In questo quadro il Gruppenführer Ohlendorf, che aveva una posizione favorevole alla separazione di Stato ed economia e propendeva per politiche di supporto al ceto medio, svolse un ruolo chiave presso il Ministero dell’Economia e venne a costituire il punto di riferimento istituzionale per tutti coloro che intendevano promuovere una maggiore autonomia decisionale per l’industria tedesca contro la

Cfr. A. TOOZE, The Wages of Destruction, cit., pp. 590-624; P. FONZI, La moneta e il Grande spazio, cit.,

4

p. 393.

Franz Hayler (1900-1972), uomo d’affari bavarese, prese parte alle azioni dei Freikorps all’inizio degli anni

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Venti. Nel 1931 si iscrisse alla NSDAP e nel 1933 entrò nelle SS. Nel 1939 entrò con il grado di SS- Standartenführer (colonnello) presso il SD. Hayler divenne membro del Freundeskreis Reichsführer-SS, il circolo di industriali ed economisti raccolto attorno a Himmler per discutere delle principali questioni economiche del Reich. Promosso a SS-Gruppenführer (generale), nel 1943 Hayler venne nominato sottosegretario presso il Ministero dell’Economia con l’appoggio di Himmler e Funk.

Cfr. P. FONZI, La moneta e il Grande spazio, cit., pp. 395-396.

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Ibidem.

pianificazione totale da parte del regime . Senza la prospettiva di una vittoria tedesca, 8

infatti, i pesanti sacrifici imposti dalla pianificazione di guerra fecero sorgere numerose resistenze all’interno del mondo industriale, consapevole del fatto che tali sacrifici avrebbero rappresentato solamente una perdita nel caso di una sempre più inevitabile sconfitta della Germania. Ohlendorf si occupò di organizzare e coordinare il lavoro degli esperti economici, promuovendo la discussione di svariati piani per la riorganizzazione economica del dopoguerra in collaborazione con altre istituzioni statali e con i principali rappresentanti dell’industria e della finanza tedesca. Oggetto di dibattito erano la liberazione delle energie imprenditoriali dal sistema di controllo statali, i problemi del marco, il commercio estero, e il pubblico accumulato dalla Germania per finanziare il riarmo e la guerra . 9

Nel corso del 1944, sebbene non fosse ancora chiaro secondo quali modalità si sarebbe verificata la sconfitta militare della Germania, i dibattiti all’interno dei ristretti circoli tedeschi (pubblici e privati) si concentravano sempre di più sui problemi posti dall’indispensabile riforma dell’economia di guerra. La fine del conflitto e la riconversione del sistema produttivo non sollecitavano soltanto un dibattito su quale paradigma da adottare in futuro ma poneva anche seri problemi relativi alla soluzione delle forti tensioni che durante la guerra si erano accumulate all’interno dell’economia tedesca. Le modalità di tale transizione e la forma finale che l’economia tedesca avrebbe assunto una volta finita la guerra sollevavano infatti numerosi problemi di natura operativa (quali strumenti e quali soluzioni adottare per ristabilire una condizione di equilibrio all’interno della Germania e nei suoi rapporti

Otto Ohlendorf (1907-1951) ufficiale delle SS, si occupò di questioni economiche e di sicurezza interna

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presso l’RSHA. Economista di formazione, a partire dal 1933 Ohlendorf lavorò come assistente di Jens Jessen, all’epoca direttore del Weltwirtschaftsinstitut dell’Università di Kiel. Dal 1936 entrò a nel Sicherheitdienst delle SS in qualità di consulente economico. A partire dal Ohlendorf 1939 ricoprì la carica di direttore del SD-Inland presso l’RSHA. Nel 1941 venne incaricato da Reinhard Heydrich di guidare le operazioni dell’Einsatzgruppe D sul fronte orientale. Nel corso delle operazioni condotte in Ucraina e in Crimea il reparto guidato da Ohlendorf fu responsabile dell’uccisione di circa 90 000 persone. Richiamato in Germania nel 1943, Ohlendorf promosse e coordinò presso il Ministero dell’Economia la discussione circa la riorganizzazione dell’economia dopo la guerra tra esponenti dell’accademia e dell’industria tedesca (tra cui anche Ludwig Erhard). Il suo assistente ricorda come egli fosse considerato «il dominatore segreto del Ministero dell’Economia». Nel 1948 Ohlendrof venne processato e condannato a morte da un tribunale di guerra americano. Sulla figura di Ohlendorf si vedano: K.G. WEISS, Wahrheit und Wirklichkeit. Der Weg aus den Weltkriegen in die Soziale Marktwirtschaft und eine künftige Weltordnung, Homburg 1996 (autobiografia di Karl Günter Weiss, assistente di Ohlendorf presso il Ministero dell’Economia; per l’appellativo di «dominatore segreto» del Ministero si veda p. 535); P. FONZI, La moneta nel Grande spazio, cit., pp. 395-397 (sul ruolo di Ohlendorf al Ministero, sulla sua critica alla fusione tra Stato e grande capitale, sulla sua convinzione dell’importanza economica e politica del ceto medio e sulle difficoltà incontrare nel promuovere la sua linea); C. INGRAO, Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS, Einaudi, Torino 2012 (sul profilo intellettuale e l’ingresso di Ohlendorf nel RSHA; sul processo a termine della guerra si vedano in particolare pp. 337-345); M. MAZOWER, Hitler’s Empire, cit., pp. 254-256; D. BLOXHAM, Lo sterminio degli ebrei. Un genocidio, Einaudi, Torino 2010 (sulle operazioni condotte dall’Einsatzgruppe D e gli eccidi).

Cfr. K.H. ROTH, Wirtschaftliche Vorbereitung auf das Kriegsende und Nachkriegsplanungen in D.

9

EICHHOLTZ, Geschichte der deutschen Kriegswirtschaft 1939-1945, Bd. III, Akademie Verlag, Berlin 1996, pp. 509-611; K.G. WEISS, Wahrheit und Wirklichkeit, cit., pp. 512-514.

internazionali) e di natura politica (quale paradigma adottare per la ricostruzione dell’economia tedesca) . 10

Nell’estate del 1944 il Ministero dell’economia, insieme agli esponenti di diversi settori industriali, riuscì a trovare una convergenza con il Ministero degli armamenti per la redazione di un piano unitario per la politica commerciale tedesca. Come è stato messo in luce, il Ministero dell’Economia e Ohlendorf si erano fatti portavoce di coloro che erano interessati alla difesa dell’export tedesco, non solo in funzione della produzione bellica a breve termine ma anche come strumento per affermare nel dopoguerra la potenza industriale della Germania a livello internazionale . In quest’ottica (che univa problemi a breve termine e prospettiva 11

politica di lungo periodo) merita di essere dunque letta la stretta collaborazione promossa dal Ministero dell’Economia con gli esponenti dell’élite industriale tedesca raccolti nel Reichsgruppe Handel e nel Reichsgruppe Industrie. Tra i membri di quest’ultimo occorre ricordare il contributo fornito da Karl Albrecht, esponente della Karl Zeiss e responsabile per l’economia estera presso il Reichsgruppe Industrie. In stretto contatto con Erhard, Albrecht aveva già preso parte ai lavori per l’organizzazione economica del Grande spazio europeo nel 1940 ed era fortemente interessato alla promozione di quei settori industriali tecnologicamente avanzati e dinamici come il proprio, nella prospettiva di un’integrazione internazionale dei mercati . 12

All’interno di questo contesto, economisti liberali come Ludwig Erhard e Walter Eucken presero attivamente parte alle discussioni che si svolsero all’interno dei circoli privati o del Ministero dell’Economia. Questo non costituisce di per sé una prova che il dibattito si svolgesse in un’ottica di opposizione politica e di resistenza al nazionalsocialismo . Come è stato dimostrato e come si cercherà di illustrare, più 13

che costituire l’espressione di una resistenza condotta clandestinamente all’interno del regime, i progetti discussi dagli ordoliberali in qualità di consulenti economici prendevano le mosse da una valutazione oggettiva di quelle necessità che gli sviluppi della guerra imponevano alla Germania e alla sua economia . Contrariamente alla 14

Sullo stato dell’economia tedesca durante gli ultimi anni di guerra si vedano: A. TOOZE, The Wages of

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Destruction, cit., pp. 625-655; M. MAZOWER, Hitler’s Empire, cit., pp. 223-318. Cfr. P. FONZI, La moneta e il Grande spazio, cit., pp. 398-413.

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Si veda il memorandum licenziato da Albrecht insieme a Paul Heinrichs della Zeiss nel luglio 1940

12

(“Possibilità di sviluppo dell’industria ottica e di meccanica di precisione in Europa e oltremare”) contenuto in D. EICHOLTZ, W. SCHUMANN, D. FENSCH (Hrsg.), Anatomie des Krieges. Neue Dokumente über die Rolle des deutschen Monokapitals bei der Vorbereitung und Durchführung des 2. Weltkrieges, Deutscher Verlag der Wissenschaften, Berlin, 1969, pp. 262-269.

Cfr. R. PTAK, Vom Ordoliberalismus zur Sozialen Marktwirtschaft. Stationen des Neoliberalismus in

13

Deutschland, Springer, Wiesbaden 2004, pp. 136-142; K.H. ROTH, Das Ende eines Mythos: Ludwig Erhard und der Übergang der deutschen Wirtschaft von der Annexions - bis zur Nachkriegsplanung (1939-1945). Teil I: 1939 bis 1943, «Zeitschrift für Sozialgeschichte des 20. und 21. Jahrhunderts», 1999, 4/95, pp. 53-92; ID., Das Ende eines Mythos: Ludwig Erhard und der Übergang der deutschen Wirtschaft von der Annexions - bis zur Nachkriegsplanung (1939-1945). Teil II: 1943 bis 1945, «Zeitschrift für Sozialgeschichte des 20. und 21. Jahrhunderts», 1999, 1/98, pp. 92-123.

Cfr. R. PTAK, Vom Ordoliberalismus zur Sozialen Marktwirtschaft, cit., pp. 133-156; P. FONZI, La

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tesi avanzata dalle letture apologetiche che attribuiscono all’ordoliberalismo il merito e la funzione di oppositore interno al regime, bisogna sottolineare inoltre che la discussione sull’assetto futuro dell’economia tedesca venne promossa in primo luogo da alti dirigenti nell’amministrazione economica del Reich e da alti esponenti dell’industria tedesca, interessati ad elaborare secondo la propria ottica un punto di vista specifico sul futuro assetto economico della Germania. Già nel 1941 lo stesso Walter Funk, a capo del Ministero dell’Economia del Reich, aveva sostenuto l’opportunità di una riorganizzazione dell’economia tedesca alla fine dalla guerra, allo scopo di liberare e creare nuovi spazi per le sue energie imprenditoriali . Dopo il 15

1943 la discussione su una possibile riforma dell’economia tedesca che restituisse spazio alla concorrenza e all’attività imprenditoriale (così come auspicavano gli ordoliberali rimasti in Germania durante la seconda metà degli anni Trenta) venne promossa dal Ministero dell’Economia in stretta collaborazione con lo stesso RSHA attraverso il lavoro svolto da Ohlendorf . 16

Nel quadro generale del dibattito promosso dal Ministero dell’Economia del Reich il contributo ordoliberale trovò spazio in due luoghi specifici: presso l’Institut

für Industrieforschung guidato da Ludwig Erhrad e all’interno del gruppo di lavoro

guidato dall’economista Erwin von Beckerath riunito a Friburgo (Arbeitsgemeinschaft Erwin von Beckerath). In seguito alla chiusura della Akademie

für Deutsches Recht nel 1943, presso cui aveva diretto la sezione responsabile della

teoria e gli affari economici, Erwin von Beckerath decise infatti di proseguire informalmente il dibattito con i suoi colleghi (tra cui Walter Eucken) organizzando un gruppo di lavoro riunito a Friburgo . Lungi dal rappresentare un circolo di oppositori 17

del regime come spesso è stato interpretata, l’Arbeitsgemeinschaft Erwin von

Beckerath raccoglieva un gruppo variegato di figure come gli intellettuali

strettamente ordoliberali della Scuola di Friburgo e i membri conservatori del Circolo di Friburgo raccolto intorno al pastore luterano Dietrich Bonhöffer (come Constantin

«Una classe di imprenditori attivi e audaci resterà sempre il presupposto di una politica economica di

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successo» W. FUNK, Wirtschaftslenkung - ein nationalsozialistischer Grundsatz, «Die Deutsche Volkswirtschaft», 10. Jg., Heft 26, 1941, pp. 975-976.

Cfr. R. PTAK, Vom Ordoliberalismus zur Sozialen Marktwirtschaft, cit.,, pp. 137-138.

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Sulla Akademie für Deutsches Recht cfr. D. HASELBACH, Autoritärer Liberalismus und Soziale

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Markwirtschaft. Gesellschaft und Politik im Ordoliberalismus, Nomos, Baden-Baden 1991, pp. 94-99; R. PTAK, Vom Ordoliberalismus zur Sozialen Marktwirtschaft, cit., p. 61. Sulla partecipazione di Eucken all’Arbeitsgemeinschaft Erwin von Beckerath si veda: L. GERKEN (Hrsg.), Walter Eucken und sein Werk. Rückblick auf den Vordenker der sozialen Marktwirtschaft, Mohr Siebeck, Tübingen 2000, pp. 95-97. Alla fine degli anni Venti Erwin von Beckerath e Alfred Müller-Armack avevano individuato nel fascismo italiano il principale modello ed esempio da seguire per la soluzione della crisi di Weimar. Nella politica di Mussolini essi ritrovavano quella combinazione di antipluralismo, antiparlamentarismo, liberismo economico, corporativismo e mobilitazione nazionale delle masse che a loro giudizio definiva le caratteristiche dello ‘Stato forte’ come ‘Stato economico nazionale’. Cfr. E. BECKERATH, Wirtschaftverfassung des Faschismus, «Schmollers Jahrbuch», 56, 1932, I, pp. 347-362; A. AMEMIYA, Neuer Liberalismus und

Faschismus: Liberaler Interventionismus und die Ordnung des Wettbewerbs, in «Jahrbuch für