CAPITOLO I Profili introduttivi
2. L’efficienza energetica quale sintesi dell’intreccio tra ambiente
2.3. Il riflesso della sinergia tra energia e ambiente nel settore
Effettuata una panoramica generale sull’evoluzione del rapporto tra ambiente ed energia, si rende necessario, ora, verificare se nel settore dell’efficienza energetica gli interessi ambientali e quelli energetici si collochino in una prospettiva interfunzionale e, in caso di risposta affermativa, come tale rapporto di strumentalità si atteggi concretamente.
Ebbene, anticipando le conclusioni, si evidenzia sin da subito che il nesso di interdipendenza tra gli interessi ambientali e quelli economico-energetici trova nel settore dell’efficienza energetica, ancor di più rispetto a quello della produzione di energia da FER, la sua più ampia espressione.
Con riferimento al primo aspetto, non può non osservarsi come l’efficienza energetica rappresenta il principale catalizzatore per lo sviluppo della green economy, tanto che la SEN precisa che l’efficienza energetica è considerata come fattore abilitante in sé della crescita116.
Infatti, l’efficienza energetica, in ragione degli ingenti investimenti nella green economy117, stimola la competitività delle imprese italiane e favorisce una maggiore occupazione118. La stessa, oltre a rappresentare
116 SEN, 2013, op. cit., p.22 117
D. IACOVONE, I servizi di pubblica utilità tra Stato, mercato, regolatore e
consumatore, Bologna, Il Mulino, 2014, p.463. In argomento, appare inoltre meritevole di
citazione la considerazione di E. CANCILA, Crisi economica e politiche ambientali: è
tempo di green deal in Amb. Svil., 8, 2009, p.724 il quale, pur sostenendo favorevolmente
l’approccio green all’economia, evidenzia che non sempre la green economy ha ad oggetto tout court la tutela dell’ambiente. Ciò perché sussiste una differenza significativa tra il sistema green production oriented e quello green business oriented: il primo, incidendo sul processo produttivo, arreca benefici diretti per l’ambiente; mentre, il secondo, guardando ai beni e servizi ambientali come oggetto di guadagno, potrebbe non produrre benefici ambientali diretti.
118 G. ZORZOLI, Impatto occupazionale di un programma per l’efficienza energetica e le
fonti rinnovabili in Italia 2020, op. cit., p.188 evidenzia che gli investimenti in efficienza
energetica porterebbero ad un’occupazione aggiuntiva di circa 68.400 persone. In termini simili e più generici A. LORENZONI, Il mercato dell’efficienza energetica: aspetti
economici, op. cit., p.88 nella parte in cui conclude affermando che gli investimenti in
efficienza energetica sviluppano la competitività delle imprese, creano nuove professionalità spendibili a livello internazionale e stimolano l’innovazione. Si veda anche il Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2015, elaborato dall’ENEA, p.128.
l’opportunità commerciale più efficace sotto il profilo dei costi/benefici119 , svolge, inoltre, un ruolo fondamentale nella transizione verso un sistema energetico sicuro, competitivo e sostenibile attraverso l’approdo definitivo al decoupling120.
In altri termini, l’efficienza energetica, garantendo la dissociazione tra il consumo energetico e la crescita economica, favorisce la crescita economica, ad esempio incentivando le imprese all’innovazione tecnologica o alla produzione di apparecchi efficienti ad elevato valore aggiunto, pur mitigando l’aumento della domanda di energia121
. Ciò ovviamente si ripercuote sulla competitività delle imprese europee ed italiane poiché il
green business dell’efficienza energetica potrebbe condurre le imprese
europee ed italiane ad aumentare le esportazioni di tecnologie e beni
119 Sul punto L. DE PAOLI, L’importanza crescente dell’efficienza energetica nella
politica energetica in Efficienza energetica: governance, op. cit. p.22 il quale mette in
rilievo l’efficienza delle misure di risparmio energetico rispetto ai costi in ragione del fatto che le stesse permettono un risparmio netto anche a fronte di un ingente investimento. In termini simili si esprime A. LORENZONI, Il mercato dell’efficienza enrgetica: aspetti
economici in Annuario di dritto dell’energia, Politiche pubbliche, op. cit, p.80. Anche la
Strategia Energetica Nazionale, adottata con il D.M. dell’8 marzo 2013, op, cit., p.3 evidenzia che l’efficienza energetica è lo strumento più economico per l’abbattimento delle emissioni, con un ritorno sugli investimenti spesso positivo per il Paese, e quindi da privilegiare per raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale. In senso critico si è espressa la Corte dei Conti europea, la quale nella relazione Efficacia in termini di costi/benefici
degli investimenti degli investimenti della politica di coesione nel campo dell’efficienza energetica, relazione n.21/2012, p.7, ha evidenziato come, in concreto, gli Stati membri, sia
in fase di programmazione che in quella di finanziamento, non hanno creato le condizioni adeguate per rendere efficaci sotto il profilo dei costi/benefici gli investimenti nell’efficienza energetica.
120 A tal proposito I. MUSU, Crescita economica: una sfida alla sostenibilità, op.cit., p.70 distingue tra decoupling relativo, avente ad oggetto la riduzione dell’intensità d’uso delle risorse ecologiche per unità prodotto; e decoupling assoluto che richiede in generale un netta riduzione del consumo delle risorse. In argomento si legga anche il contributo di T. J. BRENNAN, Energy efficiency policy puzzles in The energy journal, n.2, vol. 34, 2013, p.12.
121 Sul punto P. degli ESPINOSA, Doppia sfida per l’Italia: clima e petrolio. Il progetto
2012-2020 in Italia 2020, op. cit., p.50-52; In senso critico A. CLO’, Il rebus energetico,
op. cit., p.32 secondo cui nel futuro scenario energetico sarà difficile immaginare una diminuzione significativa della domanda di energia poiché all’aumento dei consumi corrisponde l’aumento del PIL.
ambientali tanto da coprire una buona parte della domanda di mercato, con conseguenti ricadute positive sulla crescita industriale122.
Sotto il profilo ambientale, sulla scorta della definizione riportata nel primo paragrafo e dell’analisi fin qui svolta, è pacifico che le misure di efficienza energetica, in quanto finalizzate a ridurre il consumo energetico degli edifici, ad eliminare progressivamente dal mercato le apparecchiature ad elevato consumo energetico, ad aiutare i consumatori a compiere scelte di acquisto consapevoli verso prodotti e servizi efficienti e a ridurre le perdite in fase di trasformazione dell’energia elettrica in calore, costituiscono misure ambientali che consentono una diminuzione significativa del livello delle emissioni di gas serra in atmosfera123.
In questa prospettiva, non può non condividersi l’affermazione di autorevole dottrina, secondo cui la tutela dell’ambiente e dello sviluppo economico rappresentano la <<terribile coppia di interessi pubblici124>> che rendono necessario un regime amministrativo dell’efficienza energetica.
Da ciò ne deriva che le misure di efficienza energetica rappresentano la sintesi dell’intreccio tra le politiche energetiche e quelle ambientali poiché le stesse sono capaci di individuare risposte integrate alla sfida
122 E. CANCILA, Crisi economica e politiche ambientali: è tempo di green deal, op. cit., p.723 ss.; sull’efficacia delle misure di efficienza energetica ai fini dello sviluppo della green economy cfr. M. BECCARIELLO, Valutazione degli impatti socio-economici delle
politiche per l’efficienza energetica in L’industria, 2, 2011, p.236 ss.
123 La SEN, op. cit., p.38, infatti, precisa che l’efficienza energetica rappresenta il principale motore per l’abbattimento delle emissioni di CO2 poiché tali misure permettono di evitare l’emissione di circa 55 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. In argomento si legga anche il contributo delle autrici S. HEYES, R. YOUNG, Reducing the cost of environmental
regulation: energy efficiency as an air quality compliance mechanism in The Georgetown Int’l Envtl. Law review, vol. 24, 2012, p.529 ss. le quali illustrano l’opportunità e i vantaggi
ambientali che derivano utilizzando l’efficienza energetica quale strumento regolatorio per contrastare l’inquinamento atmosferico; M. BECCARIELLO, Valutazione degli impatti
socio-economici delle politiche per l’efficienza energetica, op. cit., p.233 ss. 124
F. de LEONARDIS, Risparmio energetico, efficienza energetica e amministrazioni, op.cit., p.162.
globale del cambiamento climatico, coniugando, così, gli aspetti ambientali, economici e sociali dello sviluppo125.
Non solo, a parere di chi scrive, a fronte del nesso di interdipendenza126 tra ambiente, economia ed efficienza energetica, è possibile spingersi ad affermare che l’elemento della tutela ambientale, affianco a quello imprescindibile dell’innovazione tecnologica127
, si presta a svolgere un ruolo essenziale proprio ai fini dello sviluppo dello stesso mercato dell’efficienza energetica.
Difatti, se si confronta il funzionamento del mercato delle FER con quello dell’efficienza energetica, emerge che mentre il primo presenta un certo grado di ambiguità con riferimento alla tutela dell’ambiente complessivamente inteso, il secondo, invece, è connotato da un forte impatto positivo sulla tutela ambientale poiché, a differenza del mercato delle FER, non si pone in contrasto né con la tutela del paesaggio128 né con la tutela della biodiversità129.
125 A riguardo, F. de LEONARDIS, Risparmio energetico, efficienza energetica e
amministrazioni, op. cit. p.164 rileva che se normalmente lo sviluppo economico contrasta
con la tutela dell’ambiente, nel settore del risparmio energetico, tali interessi vanno invece a <<braccetto>>.
126 L.AMMANATI, Le politiche di efficienza energetica nel quadro del pacchetto europeo
clima energia in amministrazioneincammino.it, maggio, 2013, p.2. Lo stretto rapporto di
interdipendenza tra la componente ambientale e quella energetica emerge anche dalla recente Comunicazione della Commissione europea, del 25/02/2015 n.80, Una strategia
quadro per un’Unione dell’energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici, p.15 nella parte in cui si afferma espressamente che
<<una politica per il clima ambiziosa è parte integrante della nostra Unione per
l’energia>>.
127 Sulla rilevanza dell’uso di tecnologie ambientali ai fini del conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico v. C. AMENDOLA, R. JIRILLO, Materie prime, energia e
ambiente, op. cit., p.190.
128 L’evoluzione della giurisprudenza costituzionale in tema di bilanciamento tra fonti energetiche rinnovabili, ambiente e paesaggio è esaustivamente riportata da L CUOCOLO,
Le energie rinnovabili tra Stato e Regioni in Verso una politica energetica integrata, op.
cit., p.397 ss, il quale evidenzia come l’espansione delle FER se di per sé è funzionale alla tutela ambientale nel suo aspetto di garanzia dall’inquinamento, essa incide negativamente sul paesaggio.
129 Sulla contrapposizione tra lo sviluppo della produzione dei energia da fonti energetiche rinnovabili e la tutela della biodiversità U. BARELLI, I limiti alle energie rinnovabili con
Per questi motivi, non sembra errato ritenere che il binomio tra ambiente ed efficienza energetica ha natura inscindibile e che il meccanismo dell’efficienza energetica appare l’unico in grado di riconoscere una tutela onnicomprensiva130 al bene giuridico131 ambiente.
In questa prospettiva, si potrebbe giustificare la conclusione che la tutela dell’interesse ambientale esprime il modo di essere intrinseco dello sviluppo del mercato dell’efficienza energetica il quale, tuttavia, per poter funzionare correttamente presuppone, a monte, un intervento regolatorio di tipo finalistico132 orientato a bilanciare la tutela dell’interesse ambientale e la tutela degli interessi economici nell’ottica della pariordinazione133
.
130 A tal proposito si legga la comunicazione, Comunicazione della Commissione europea,
L’efficienza energetica e il suo contributo a favore della sicurezza energetica, op. cit., p.12
secondo cui i benefici ambientali derivanti dall’efficienza energetica comprendono, oltre a quelli legati alla riduzione delle emissioni di gas serra, la riduzione dell'inquinamento atmosferico, acustico, dell'acqua e del suolo, il minor uso di risorse per l'estrazione, la trasformazione, il trasporto e l'utilizzo dell'energia, nonché benefici collaterali per la salute umana e lo stato degli ecosistemi.
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La concezione materiale dell’ambiente è stata inaugurata dalla sentenza della Corte Costituzionale del 14.11.2007 n.378 in cui la Corte ha affermato che l’ambiente è un bene della vita materiale e complesso, un’entità organica su cui lo Stato è chiamato a definire livelli adeguati ed uniformi di tutela che non necessitano di alcuna integrazione da parte della normativa regionale. In precedenza, invece, l’ambiente era qualificato come un valore costituzionale trasversale capace di intrecciarsi inestricabilmente con altri interessi e competenze. L’ambiente, pertanto, non poteva denotare rigidamente una materia o un bene giuridico in quanto valore presente in tutte le politiche e le azioni, cfr. Corte Costituzionale, sentenza n.407 del 10 luglio 2002. Per una ricostruzione dell’evoluzione della giurisprudenza costituzionale in ordine al concetto di ambiente E. MOSTACCI, L’ambiente
e il suo diritto nell’ordito costituzionale in Trattato di diritto dell’ambiente, op.cit.,
p.308-319; D. AMIRANTE, Profili di diritto costituzionale dell’ambiente in Trattato di diritto
dell’ambiente, op. cit. p.233 ss; V. BONCINELLI, La tutela dell’ambiente negli sviluppi della giurisprudenza costituzionale pre e post- riforma del Titolo V in Giur. Cost., 2009,
p.5189 ss; M. CECCHETTI, Principi costituzionali per la tutela dell’ambiente, Milano, Giuffrè, 2000; F. FONDERICO, voce Ambiente (tutela dell’) in Diz. Dir. Pubbl, op. cit., p.209, 210.
132 Secondo N. RANGONE, voce Regolazione, op. cit., p.5058 la regolazione finalistica configura un determinato interesse pubblico come risultato da raggiungere e per questo indirizza lo svolgimento dell’attività interessata verso la finalità prestabilita.
133
In senso critico G. PERICU, Energia e ambiente: emersione e composizione dei vari
interessi concorrenti, op. cit., p.25,26,39 il quale evidenzia che la rilevanza costituzionale
che caratterizza l’interesse ambientale e quello economico rende difficoltoso ipotizzare il riconoscimento di una loro pariordinazione. Ad avviso dell’autore, infatti, la composizione e l’integrazione di questi due interessi è possibile solo in un contesto in cui se ne preveda una gerarchia di tutela, in quanto ciò consentirebbe una corretta ricostruzione dei rapporti
In definitiva, alla luce di tutto quanto finora esposto è possibile affermare che il regime amministrativo dell’efficienza energetica è preordinato alla tutela degli interessi ambientali ed economici i quali, in virtù del loro nesso di strumentalità, instaurano una sorta di cooperazione energetico-ambientale tra le autorità pubbliche preposte alla loro tutela. In secondo luogo, si evidenzia che nel mercato dell’efficienza energetica, a differenza di quello delle FER, l’interesse ambientale gode di un elevato livello di tutela tanto da conformare e condizionare lo sviluppo del mercato dell’efficienza energetica.