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Riformulazione dei concetti morali tradizionali.

Virginia Held, dopo aver analizzato i concetti e le trasformazioni che reputa necessarie per la costituzione di una nuova teoria, si concentra sullo studio di quelli che, al contrario, sono i concetti che ne hanno ritardato la formulazione.

L’Autrice parte dalla valutazione della storia della femminilità e delle rinunce cui è stata condannata. Rileva come, fin dall’antichità, come abbiamo anche già visto, la donna era

considerata solo in funzione della sua fertilità e del suo ruolo nella procreazione.

Questo rendeva forte il binomio donna-natura ed ancora più forte quello di uomo- razionalità.

Nel corso di tutta la storia occidentale, filosofi e storici hanno implicitamente rafforzato questo ideale. Parafrasando Aristotele, la donna era associata alla materia e l’uomo alla forma: il pensiero, la cultura, la razionalità e l’evoluzione erano inevitabilmente collegati all’essere maschile. Queste distinzioni, rileva Held, hanno contribuito allo

svilupparsi di categorie che accentuavano la differenza di genere.

In particolar modo Held cita la differenza tra pubblico e privato.47 Secondo l’Autrice ma anche, come vedremo, secondo Joan C. Tronto, questa differenza ha portato le donne, le madri a non essere considerate meritevoli di attenzione all’interno di un contesto che

non fosse quello privato. Le donne vennero considerate come importanti soltanto nella procreazione e nel successivo allevamento del figlio come se già questo non rappresentasse una capacità ma fosse qualcosa di ‘naturale’.

Al di fuori del focolare domestico si attuava, invece, la vita pubblica, quella realmente importante, quella che doveva essere totalmente concentrata nelle mani del maschio perché unico, tra gli esseri umani, ad essere razionalmente evoluto. E’ evidente che una

differenza di questo genere ha portato alla costituzione di categorie sociali e quindi

67 inevitabilmente politiche e morali che rispecchiavano la realtà da un'unica prospettiva: quella maschile.

L’evolversi del mondo ha però sempre tralasciato questa manchevolezza nel modo in

cui la realtà veniva rappresentata ed il risultato è stato, inevitabilmente, una società e una moralità che non considerano importante il rispetto per la voce femminile.

Le donne, in quanto esseri più emotivi degli uomini, come la pratica materna stessa dimostra, non sono state ascritte al rango di esseri razionali e quindi potremmo quasi dire, non hanno mai raggiunto quella socialità e quell’evoluzione necessari per sancire la differenza uomo-animale. 48

Ciò che precisa Held, a questo punto, è che i concetti che sono definiti come propri della moralità sono talmente impregnati delle categorie di genere che non possono essere concepiti diversamente, anche se questa differenza la si provasse ad eliminare.

Questo non significa che la formulazione di una teoria che tenga conto del parere delle donne è impossibile, significa, semplicemente, che i concetti tradizionali devono essere totalmente svuotati del loro precedente significato e devono essere riempiti, al contrario, di nuovi significati che, questa volta, tengano conto di entrambi le voci di cui questo mondo è dotato.

Held, tra i concetti che devono essere modificati, inserisce anche la polarità ragione- sentimento.49 Come abbiamo visto, anche in questo caso le morali tradizionali sono state portate a considerare come una categoria essenzialmente maschile la ragione ed, al

48 L’Autrice, a proposito della comparazione donne in quanto madri con la maternità degli animali

afferma: << La cura materna negli esseri umani è profondamente diversa da quella di altri animali , almeno quanto il lavoro e il linguaggio degli esseri umani sono diversi da quelli che potrebbero essere considerati il “lavoro” e il “linguaggio” di altri animali. E’ vero che tutti gli esseri umani appartengono anche al regno animale. Ma, se è giusto individuare una differenza tra l’ ”uomo” e gli altri animali, lo è anche riconoscere una differenza simile tra la “donna” e gli altri animali, e fra le attività, compresa quella di fare da madre, in cui sono impegnate le donne e il comportamento di altri animali.>> E poi, anche : << Negli esseri umani la cura materna è sostanzialmente diversa dalla mera propagazione della specie. E può essere a tutti gli effetti un’attività creativa quanto le attività che in genere vengono considerate specificatamente umane; non c’è dubbio infatti che creare nuove persone possa essere creativo quanto creare nuovi oggetti, nuovi prodotti o nuove istituzioni. La cura materna non è più “naturale” o più “primariamente biologica” di quanto lo sia qualsiasi attività umana>> ( V.HELD, op.cit. p.67.)

68 contrario, il sentimento come essenzialmente femminile. Queste teorie tra cui, specificatamente, l’utilitarismo e il kantismo, hanno fatto della ragione il motivo per cui

agire e la guida da seguire per prendere qualsiasi tipo di decisione.

Quello che è da sottolineare, però, è che le massime che queste teorie citavano come modelli da seguire, erano massime che si riferivano ad un universale indefinito.

Questo universale, non essendo definito, era un’entità puramente astratta non essendo dotata della ‘materialità’ di cui solo gli esseri concreti sono dotati.

Le studiose femministe, rilevano che, effettivamente tale universalità aveva implicitamente connotati prettamente maschili perché faceva dell’autonomia, della giustizia e dell’utilità le sue regole di condotta e trascurava la fiducia, la relazione, la responsabilità e tutte le altre categorie indicative della moralità dell’essere femminile. Le donne sono quindi inclini a valorizzare una particolarità che l’universalità delle

teorie morali tradizionali sembrava relegare alla sola sfera dell’emotività.

L’etica della cura, che meglio si adatta all’immagine di una moralità femminista, al

contrario, esalta tale emotività e ne considera la pertinenza nella costituzione stessa di una teoria morale.

I sentimenti, le emozioni e le sensazioni, che noi percepiamo quando ci troviamo a dover risolvere un dilemma, ci possono aiutare più del mero calcolo razionale e questo perché noi siamo esseri concreti ed in relazione e quindi, l’emotività è parte integrante del nostro essere tanto quanto la ragione.

L’ultima categoria concettuale che Held analizza è proprio la realtà del nostro essere

concreto, specificatamente il concetto di sé.50

Tradizionalmente ciò a cui veniva dato peso era o l’individualità o l’universalità lasciando completamente da parte la zona intermedia della moltitudine degli esseri in carne ed ossa. Insieme agli esseri concreti, venivano lasciate da parte anche le relazioni

69 di amicizia, familiari o comunque affettive e di fiducia che pur descrivono il nostro vivere quotidiano.

La teoria morale femminista, che sta costituendosi, si differenzia dalle teorie tradizionali dunque, per due aspetti. E’ differente dalle teorie liberali che promuovono l’individualismo perché,al contrario di queste, evidenzia l’importanza e l’imprescindibilità della relazionalità nell’essere umano.

Una teoria che vuole essere realmente descrittiva della vita morale dell’uomo non può

prescindere dai legami che sono costitutivi del suo essere.

Nella sua quotidianità, qualsiasi azione l’uomo si appresti a compiere sarà inevitabilmente collegata all’azione di un altro individuo concreto che merita dunque di

esser preso in considerazione.

Ma questa nuova teoria morale sarà differente anche dalle morali universalistiche, come ad esempio la morale kantiana che propone un’entità universale astratta in base ai cui

principi il comportamento del singolo si deve adeguare. Questo tipo di universalità si configura come un’ entità neutra e dunque inadatta a rappresentare la comunità degli

uomini così ricchi di sfumature ed inclinazioni specifiche che costituiscono il loro essere concreti.

L’universalità, in quanto indifferente a tutte le particolarità di cui l’uomo è costituito

non può fungere da modello guida per l’azione morale. Quest’ultima, riguardando le cose del mondo, deve essere rappresentata dalla concretezza e non dall’astrazione.

Queste sono essenzialmente le modifiche che Virginia Held propone di effettuare ai concetti delle morali tradizionali e vediamo come, non si tratta semplicemente di un cambio di prospettiva ma si tratta di trasformazioni vere e proprie la cui attuazione avrà bisogno di piccole rivoluzioni che le femministe si stanno apprestando a compiere.

70 Infine, vorrei di nuovo porre l’accento su un altro aspetto importante che Held non manca di sottolineare nella sua trattazione ed è il ruolo che , in questa teoria, dovrebbero assumere i principi.

Questa nuova teoria morale che si presenta come etica della cura, che individua nella responsabilità, nell’attenzione, nella relazionalità e nell’empatia concetti dominanti, non

manca però di riconoscere la possibilità di essere accusata di arbitrarietà, di essere troppo collegata al sentimentalismo e quindi poco oggettiva.

I promotori di queste critiche però dimostrano di non aver compreso fino in fondo le caratteristiche di questa nuova etica.

Nelle relazioni di cura, infatti, troppo spesso sia colui che presta la cura che colui che la riceve possono trovarsi in situazioni di vulnerabilità.

Colui che presta cura può infatti lasciarsi trascinare da una sorta di dominio e di responsabilità ossessiva che sente nei confronti della persona di cui si prende cura e quindi può rischiare di non rispettare la sua individualità; al contrario, colui che la riceve, può aspettarsi troppo dalla relazione di cura e quindi può basarla su fondamenti sbagliati.

Per regolare questo tipo di rapporti, di cui ciò cui ho appena accennato, può essere solo un esempio, è quindi inevitabile che ci sia un criterio che stabilisca dei limiti e delle regole per quanto questo qualcosa che possiamo prefigurarci come un principio, non sia rigido ed immodificabile come nelle teorie tradizionali.

Inoltre, se la relazione di cura si configurasse come realmente basata solo su una sorta di affettività e di senso di protezione, ciò a cui le femministe auspicano non potrebbe mai essere raggiunto. Infatti, sottolinea Held:

“Una concezione etica che rinunci a tutti i principi giudicandoli troppo astratti potrebbe fornirci pochi argomenti per sostenere l’uguaglianza delle donne. (…) Se si considerasse soddisfacente un’etica fondata solo sulla cura, gli uomini potrebbero

71 uguaglianza nelle aree più importanti ma ancora non vengono ritenute degne di avere

pari diritti. Così un’etica della cura, essenziale come componente e forse anche come struttura portante della moralità, si rivela carente se diventa una preoccupazione

esclusiva o se non tiene conto della giustizia”51.

La prospettiva di una nuova moralità, concretizzata in quella che è definita etica della cura, è quindi una prospettiva che potremmo definire comprensiva di molteplici aspetti della moralità. Comprende, prima di tutto l’attenzione al contesto che verrà sempre

valutato attentamente quando si dovrà prendere una decisione ma, comprende anche l’esistenza di un qualche principio che verrà utilizzato, questa volta non per guidare le azioni dell’individuo singolo ma, per valutare le sue molteplici relazioni.

L’azione delle femministe è stata quindi essenziale nella costituzione di una teoria di

questo genere, non tanto per aver evidenziato carenze nelle teorie morali tradizionali perché queste, erano anche già state sottolineate e mi riferisco, ad esempio, della lotta dei comunitaristi contro le teorie individualistiche.

La novità risiede, invece, nel fatto che per la prima volta una teoria si è concentrata sull’obbiettivo di far emergere la voce delle donne. Questa voce, che sotto molti aspetti

si differenzia da quella maschile, non vuole emergere per essere semplicemente ascoltata bensì per essere presa in considerazione.

Una teoria morale, ma anche politica e sociale, che vuole essere davvero comprensiva della realtà non può dare per scontata una parte così importante della società.

Virginia Held si fa promotrice di questo movimento e si spinge più avanti, dimostrando la necessità di una moralità che faccia propri i dettami della cura e della responsabilità. Il suo contributo in questa direzione è sicuramente notevole.

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