Pier Paolo Balbo Professore Ordinario di Architet- tura del Paesaggio, Università La Sapienza, Roma
3. reinventare i mestieri: obbligare alla mixité trasformativa (sintesi eco-naturalità + cultur-artifi- cialità).
Per “validare i progetti” si applica il paradigma del ribaltamento: il luogo-contesto è il progetto. Il lessico dei luoghi racconta la loro trasformabilità, desumendo il loro Paesaggio emozionale e scien- tifico, che detta l’applicazione delle categorie dell’Architettura (Firmitas sostenibilità / venustas emo- zionalità).
Per dare corpo agli slogan sull’ecologico e resiliente il progetto deve Ripensare e Rimettere mano all’ha-
bitat, con una categoria etica “chiara”: nel luogo si deve riconoscere il giusto miglioramento, dell’ha-
bitat, per attivare sollecitazioni concrete, cioè “incursioni paesaggistiche”. Riassumendo per punti: 1. Il Contesto “è” il progetto: si rovescia il primato dell’architettura autoreferenziale (dell’oggetto
imposto) e si declina una Architettura totale (a. del luogo e a. del pianeta). Il Contesto fa “sen- tire”, nella azione di trasformazione, la responsabilità del tutto (siamo noi “il battito d’ali della farfalla” che crea tornadi). Il Contesto (assunto tutto nel progetto) è il paradigma ed il progetto trasformativo è sempre paesaggistico.
2. La firmitas è la guida del disegno radicato: ribalta il paradigma venustas utilitas firmitas. La
struttura ecolog-ambientale detta le finalità, indica il sigma di sicurezza paesaggistico, a due scale: irretisce il territorio per le Reti macro; inietta miglioramenti di paesaggio per Fuochi mi- cro. La Trilogia Vitruviana è un progetto sempre bi-scalare tra sistema-struttura e innesto-luogo (sintesi ed interazione tra piano e progetto.
3. Il progetto-contesto dà concretezza progressiva nel tempo (dai fini generali ai fini specifici) ai
miglioramenti locali (insediativi ed eco ambientali) con forza paesaggistica (simboli culturali +
eco materiali).
4. Il progetto-processo dà concretezza operativa nello spazio regolando le modificazioni con le
Azioni Paesaggistiche, coinvolgendo gli attori (abitanti / imprenditori cooptati come paesaggisti)
in modificazioni istituzionali politico-amministrative (leggi e strumenti urbanistico-ambientali).
Il Progetto-contesto deve essere capace, in particolare, di:
• A Riscrivere la forma piano per reti ecologiche “come autostrade” (pubblica utilità / esproprio), • B Sancire la forma mobilità per corridoi che infrastrutturano il paesaggio,
• C Riscrivere il controllo normativo + indirizzo progettuale migliorativo (in vere VIA, VAS, Rel. Paesistica),
• D Creare la partecipazione progettuale attivando i Teatri Paesaggistici (di Eugenio Turri). Il progetto-contesto richiede una nuova professionalità complessa: la formazione dell’architetto è la sfida (ardua: didattica e scientifica) di critica dei settori disciplinari. Obbligo dell’Università è elimi- nare due fragilità congenite: la presbiopia dell’urbanistica sterile (che non tocca né luoghi né cuori) e la miopia della composizione / tecnologia scollata. Di questo MANIFESTO REDS io ho sperimentato in concreto
- i Tre momenti della azione-rivoluzione paesaggistica si manifestano: nella Formazione, nella Gestione
di Pianificazione, nel nuovo Mestiere del progetto trasformativo dei luoghi.
1. la Critica delle convenzioni dell’istituzione universitaria rompe lo stallo accademico italiano e rimette in moto il rinnovamento delle regole e ordinamenti dell’Università, che pone obiettivi / modi per demolire sicurezze e attuare una conflittualità creativa (vedi il Progetto didattico inter- Disciplinare Architettura Agraria dell’interAteneo Sapienza Tuscia, e Sociologia, che aggrega discipline in aree trasversali, il progetto critico ridiscute luoghi e regole soprattutto nei Paesaggi della promiscuità).
modelli di qualità integrata urbanistica + mobilità : creare “nodi densi” per riqualificare per mul- tifunzionalità integrate (ipotesi di nodi scambio come centralità sul ferro (vedi i centri quartiere sull’asse Casilino Metro C sperimentati a Roma, all’Assessorato alla Mobilità).
3. la Critica di tutte le frammentazioni strumentali dei mestieri aggregando infrastruttura e pae- saggio, reti artificiali e reti ecologiche: strade che sostengono paesaggio, reti di paesaggi che governano la rimessa in sicurezza e a norma dei territori (vedi: Fabbro INU irretire territori, Parco fluviale per il Ponte Congressi).
Reds deve promuovere guerriglie progettuali di linguaggi trasversali, scientifici e creativi Elenco di contesti-obiettivi concreti (campi d’intervento / luoghi di rivisitazione paesaggistica):
A. lo Spazio urbano è connettivo insediativo: piazze, parchi, spazi verdi si curano come “giardino pubblico”
(morfologie paesaggistiche ristrutturanti: sintesi di “architettura urbanistica” e “eco-ambiente”) a1) la sostenibilità urbana è efficienza energetica, compattare anti consumo di suolo (in reti ecologi- che), promozione di radicamenti socio culturali (i caratteri insediativi identitari).
a2) il connettivo urbano è un programma il lungo periodo per connettere (spazi pubblici aperti, giar- dini, parchi) con sostenibilità economica (di espropri costruzione, manutenzioni).
a3) la rigenerazione urbana attiva capitali per tutela ambientale “vera” entro i vincoli economici delle proprietà private (oltre le strumentazioni ambientali e paesaggistiche cartacee).
a4) la trasformazione urbana ingloba componenti ambientali e del patrimonio culturale e paesaggistico. B. gli Spazi promiscui sono il connettivo dell’intercluso (città diffusa e periurbano):
b1) la trasformazione insediativa infrastrutturale si fonda su soluzioni ecologiche le sole sostenibili (le azioni di mitigazione si attuano sulle opere già eseguite).
b2) la trasformazione insediativa infrastrutturale esprime i “beni comuni” (valorizza i bisogni “elevati” delle comunità insediate).
C. lo Spazio rurale è il connettivo agricolo: zone naturali-antropizzate (con funzionalità eco / urbani- stica)
c1) i territori agricoli recuperano le forme adattative; nuovi assetti agricoli ritrovano forme agricole tradizionali reinterpretate (presidio territoriale di sapienze ecologiche dei valori identitari e tradizio- nali), c2) i frazionamenti dei campi sono reti ecologiche secondarie di funzionamento eco-sistemico. D. gli Spazi naturali sono il connettivo ecologico: (zone naturali, di bassa antropizzazione)
d1) i territori ad alta naturalità (da non consumare) si rafforzano ed ampliano.
d2) i territori abbandonati sono valore primario ecologico ambientale, prima che opportunità d’uso urbanistico: riducono la tecno-sfera a favore della biosfera.
1. Linee ecologiche nelle Centralità e negli anelli verdi che ridisegnano il PRG di Roma. Le linee idrogeologi- che dominano. Studi del Polo Commerciale di Pescaccio (riqualificazione delle cave) e per la localizzazione del- lo Stadio della Roma. Rendering del nodo di scambio di Setteville.
2. Trame verdi rurali e cunei naturali reti insediative e reti ecologiche si riconnettono, nella riqualificazione di Acilia, con la nuova Centralità.
3. Assi archeologici e maglie insediative si confrontano con linee idrografiche a Romanina.
4. Le riconnessioni infrastrutturali richiudono in Unità le maglie aperte degli isolati e le linee idrografiche.
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5. La forma della città è ricostruita su infrastrutture di mobilità verde. Sono tre gli Anelli che avvolgono Roma. 6. L’anello intermedio riunisce (infila in una collana) i parchi urbani ed i cunei verdi. L’Anello del GRA le Riserve.
7-8. Il PRG deve sottomettersi alla matrice naturale del luogo: Crinali vulcanici (Cassie e Appia) e fiumi (Tevere e Aniene), due Y sovrapposte, infrastrutturano l’insediamento.
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The three-year research program Recycle Italy: New life cycles for architecture and infrastructure of
city and landscape aimed to combine two kinds of instances: on the one hand, it drew upon “intrinsic
culture”, a concept stemming from the reflection on the foundations and roles of the humanities in the fields of urban, architectural and landscape design; on the other hand, it was based on the urgent call in contemporary society for ways and methods to face the problem of soil consumption and waste of resources, in order to affirm an “eco-logic” inspired by the concepts of the triad Reduce-Reuse-Recycle. The triad is now well established in the field of the so-called Green Economy and can be extended to the field of urban and architectural transformations of the landscape.
In looking at the strategies targeting urban and landscape regeneration, the three Rs of the “eco-ef- ficient recycling” just mentioned can usefully be coupled with the three Es of the most enlightening ethical-political perspectives: Economy, Equity, Environment, i.e. economic growth combined with social equity, respect and protection of the environment. The concept of a new life cycle is consid- ered here as a possible agent of a new future scenario of settlement patterns also seen through their relationships with the Italian landscapes of the twenty-first century. It insists on the development of “new paradigms” based on “inverse” or non-conventional mapping of cities and territories. Thus, we tried to develop renovated strategic visions able to inform not only the philosophy but also the governance of the present transformative phenomena, also offering new meanings to fashionable terms such as sustainability, smart city and landscape. The concept of re-cycle, in more technical and instrumental terms, here is also key to targeted “tactical” actions, very often performed according to bottom-up and homeopathic logics, penetrating the inner body of cities and territories.
It is therefore important to start and develop regenerative processes in which both the design creativ- ity or the vision, and the concrete and pragmatic actions promoting the transformation of the existing heritage (also thanks to economic and fiscal policies and a precise operational agenda) can play a relevant role. In this perspective, also the waste in the territorial development - either abandoned infrastructures or obsolete buildings – can become a valuable resource for a process of re-cycle - in opposition to other similar current concepts such as repair, reuse, rehabilitation, or even mending and grafting. In fact, the strength of re-cycle lies in its creative and re-inventive ability (as it has also emerged in the fields of art and industrial design). In conclusion, re-cycle relates to the deep area of the humanities rather than to the simplistic technical dimension. Far beyond the simple “modification”, in fact, it leads to a more substantial and ambitious re-invention and re-creation.