• Non ci sono risultati.

Ripristino delle aree umide a Persina in Bulgaria

4. ESEMPI DI APPLICAZIONE DELLE MRNA

4.5 Ripristino delle aree umide a Persina in Bulgaria

La MRNA implementata nel contesto delle aree umide a Persina in Bulgaria

è una misura di ritenzione delle acque in ambito idro-morfologico e

precisamente il ripristino e la gestione delle aree umide (N2).

La Bulgaria presenta numerose aree riparie lungo il corso del fiume Danubio

e le aree umide naturali nel paese sono importanti per la biodiversità e i

mezzi di sostentamento tradizionali. Tenendo in considerazione le sue

dimensioni, il paese ha una grande varietà di caratteristiche topografiche,

climatiche e biogeografiche. Le principali aree umide si trovano lungo il

fiume Danubio e la costa del Mar Nero. Nell'ultimo secolo oltre il 90% delle

aree umide bulgare lungo il fiume Danubio sono andate perdute a causa delle

bonifiche. Tali bonifiche sono state eseguite principalmente per scopi

agricoli e anche per ridurre le zanzare come misura di lotta alla malaria.

Recentemente l'importanza delle aree umide per la conservazione della

biodiversità e i benefici per l'ecosistema sono stati presi nuovamente in

considerazione e il governo della Bulgaria ha implementato diversi progetti

di ripristino supportati dalle ONG. In particolare, il progetto è stato

implementato nella Bulgaria settentrionale lungo il fiume Danubio e copre

due siti precedentemente occupati da aree umide. Kalimok/Brushlen (1.755

ha) si trova fra le città di Rousse e Tutrakan nel sito protetto di

Kalimok/Brushlen, mentre l'isola di Belene (2.280 ha) si trova all'interno del

parco naturale di Persina. Quest'ultima è l'isola bulgara più grande sul

Danubio (lunga 15-16,5 km) e divide il fiume in due bracci, settentrionale e

meridionale, dove si trovano una serie di isole più piccole. Il braccio

settentrionale è un percorso di navigazione di grande importanza per i

trasporti internazionali. Il braccio meridionale è sbarrato da un ponte con una

barriera subacquea, pertanto è accessibile solo a piccole imbarcazioni.

L’utilizzo del suolo prevalente in queste aree pertanto è relativo a fiumi e

aree umide, con lande depresse (naturali, semi naturali) e terreni arabili

lungo le sponde. I tipi di suolo dell’area includono suoli da depositi fluviali,

suoli a gley e vertisuoli, con una pendenza molto dolce. Il clima è fresco

temperato asciutto e la portata annua media nel ramo principale del fiume

Danubio presso Belene è circa 6.000 m

3

/s. La misura N2 viene progettata

considerando che circa 1.280 km

2

lungo la sponda bulgara del Danubio sono

coperti da pianura alluvionale. Una delle funzioni chiave delle aree bulgare

lungo il Danubio in questo contesto è il trattamento dell'acqua, ma esse

inoltre rappresentano l’habitat indispensabile per diverse specie di pesci e di

uccelli acquatici che migrano attraverso il percorso dall’Eurasia all’Africa.

Le suddette funzioni ecologiche e biologiche sono minacciate dalle bonifiche

eseguite nel corso del tempo. Ad oggi il fiume Danubio è classificato con

uno stato ecologico moderato in base ai dati di monitoraggio della qualità in

conformità con la direttiva quadro sulle acque (DQA). Il monitoraggio

biologico (fauna di macro invertebrati) varia da 2 a 2-3 (delle cinque classi

di qualità). Il progetto ha come obiettivo principale quello di ‘creare un

modello per la riduzione del carico di nutrienti trans-confinari nei bacini del

Danubio e del Mar Nero e di conservare la biodiversità nei siti protetti

prevedendo il ripristino delle aree umide, i piani di gestione per le aree

protette e il supporto alla popolazione locale nell’adozione di attività

economiche ecocompatibili’. Pertanto il progetto risponde ai requisiti della

DQA: mitigazione dell'inquinamento da nutrienti e delle trasformazioni

morfologiche per ottenere uno stato ecologico buono, ripristino di un corpo

d'acqua pesantemente modificato (basso Danubio) e raggiungimento degli

obiettivi delle aree protette (Natura 2000). Inoltre il progetto risponde alla

direttiva sugli uccelli e sugli habitat. Il parco naturale di Persina e il sito

protetto di Kalimok/Brushlen sono stati selezionati come siti di realizzazione

del progetto per il loro elevato valore relativamente alla biodiversità, per la

capacità delle aree umide di ridurre gli inquinanti e per il loro ruolo nella

prevenzione delle alluvioni.

Nello specifico il progetto è stato eseguito nel periodo 2002-2008 e i lavori

di ripristino delle aree umide hanno avuto inizio nel 2007. I lavori hanno

riguardato anche la costruzione di strutture ingegneristiche, fra cui paratoie,

canali e argini per proteggere i terreni adiacenti oltre che le vie di accesso

(Figura 4.12 e 4.13). Lo scopo delle nuove strutture è stato quello di

consentire all'acqua di scorrere nelle aree umide esistenti in passato e di

fornire opzioni di inondazione controllata, catturare gli elementi nutrienti e

ripristinare la biodiversità e le popolazioni ittiche.

Il costo totale del progetto di ripristino delle aree umide è stato 9.7 M € La

convenienza totale stimata è stata da € 1,15 a € 4,40 per chilo di azoto e da €

25,50 a € 40,75 per chilo di fosforo rimossi annualmente. È stato difficile

valutare l'impatto relativo della MRNA a causa della significativa portata del

basso Danubio e della scala di intervento. Tuttavia è stato dimostrato come il

progetto abbia giocato un ruolo significativo nel ricollegamento delle aree

umide esistenti in passato e che l'80% del regime idrico sia stato ripristinato.

Le misure hanno anche avuto un impatto sulla qualità complessiva dell'acqua

grazie alla riduzione e all’assorbimento dei nutrienti (nitrati, fosforo) e

all’assorbimento degli inquinanti organici. La migliore capacità di

Figura 4.12 Aree umide a Persina 1 paratoia d'ingresso e canale di collegamento delle aree umide con il fiume Danubio. Fonte: Direttorato del

parco naturale di Persina.

http://www.nwrm.eu/list-of-all-case-studies.

Figura 4.13 Aree umide a Persina 2 paratoia d'ingresso sull'argine di protezione dell'isola di Persina. Fonte: Direttorato del parco naturale di Persina. http://www.nwrm.eu/list-of-all-case-studies.

assorbimento dei nutrienti e di auto-purificazione del sistema fluviale ha

contribuito a mitigare gli impatti delle acque reflue urbane non trattate

contribuendo anche direttamente alla implementazione delle direttive sugli

uccelli e sugli habitat. Per quanto riguarda lo stato ecologico, il progetto ha

dimostrato impatti positivi sui parametri morfologici (connettività) e un

impatto positivo atteso sulla fauna ittica. Il progetto ha contribuito agli

obiettivi di conservazione delle aree protette relativamente all'acqua.

Affinché le aree umide ripristinate possano dare il contributo atteso

all'ecosistema dovranno trascorrere da 10 a 15 anni. Inoltre il deflusso

fluviale si è ridotto dall’1 al 10% e questo ha contribuito a migliorare il suo

controllo ma non esistono dati pubblicati o stime sulla riduzione della portata

di picco. L’applicazione della misura ha portato anche altri benefici. La

biodiversità è migliorata, con l’aumento di 22 specie di uccelli e l’aumento

delle specie ittiche (da 2 a 10) nei primi dopo la prima inondazione di prova

effettuata sull’isola di Belene. Inoltre i siti delle aree umide offrono una

possibilità per lo sviluppo turistico futuro della regione, nuove opportunità di

impiego e benefici economici dovuti alla produzione ittica e di biomassa. Il

progetto ha ad esempio supportato iniziative quali la manifattura di

mattonelle di carbone dalle canne raccolte dalle aree umide ripristinate, il

miglioramento delle tecniche agricole e lo sviluppo di coltivazioni

biologiche certificate aumentando il valore dei prodotti agricoli e gli introiti

per gli agricoltori. Infine il ripristino delle aree umide del Danubio ha

contribuito all’idea che le aree umide non sono necessariamente ‘cattive’, e

che possono migliorare il paesaggio oltre ad essere utili. Maggiori

informazioni possono essere trovate in Ripristino delle aree umide a Persina,

Bulgaria (http://nwrm.eu/list-of-all-case-studies).