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INFRASTRUTTURE VERDIPER LA GESTIONE DELLE ACQUE:CRITERI E CASI STUDIO

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Academic year: 2021

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(1)

FELICIANA LICCIARDELLO LIVIANA SCIUTO

SALVATORE BARBAGALLO SIMONA CONSOLI

GIUSEPPE LUIGI CIRELLI

INFRASTRUTTURE VERDI

PER LA GESTIONE DELLE ACQUE:

CRITERI E CASI STUDIO

(2)

Con il contributo della Regione Siciliana

Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale

QUADERNI CSEI Catania III serie vol. 17

“INFRASTRUTTURE VERDI PER LA GESTIONE DELLE ACQUE:

CRITERI E CASI STUDIO”

AUTORI:

Feliciana LICCIARDELLO Liviana SCIUTO Salvatore BARBAGALLO

Simona CONSOLI Giuseppe Luigi CIRELLI

Catania, dicembre 2020

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95123 Catania, Via S. Sofia 100 c/o Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) Università degli Studi di Catania

QUADERNI CSEI Catania III serie vol. 17

Infrastrutture verdi per la gestione delle acque: criteri e casi studio ISSN 2038-5854

Realizzazione editoriale CSEI Catania www.cseicatania.com Progetto grafico Art&Bit Srl - Catania

Il presente manuale è stato redatto dal CSEI Catania nell’ambito di un’attività di ricerca finanziata dalla Regione Siciliana - Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale - Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale

Il presente lavoro è stata redatto con uguale contributo di tutti gli Autori:

FELICIANA LICCIARDELLO LIVIANA SCIUTO

SALVATORE BARBAGALLO SIMONA CONSOLI

GIUSEPPE LUIGI CIRELLI

Attività di ricerca finanziata dalla Regione Siciliana

Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale

Infrastrutture verdi per la gestione delle acque: criteri e casi studio/ Feliciana Licciardello … [et al.] - Catania: CSEI 2020.

(Quaderni CSEI Catania. 3. serie; 17) 1. Acque piovane – Trattamento.

I. Licciardello, Feliciana <1973->.

628.162 CDD-23 SBN Pal0339170

CIP - Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”

(4)

INDICE

1. INTRODUZIONE ... 5 1.1 Premessa ... 5

1.2 Obiettivi ... 8 2. INFRASTRUTTURE VERDI E MISURE DI RITENZIONE

NATURALE DELLE ACQUE (MRNA) ... 10 2.1 Principali caratteristiche e funzioni ... 10 2.2 Inserimento delle MRNA nella pianificazione ... 15

2.3 Tipologie e ambiti di applicazione delle misure di ritenzione naturale delle acque ... 19 2.4 Benefici delle misure di ritenzione ... 35 2.5 Le MRNA negli obiettivi delle politiche dell’Unione Europea ... 40

2.6 Principali direttive europee per la gestione delle acque di precipitazione ... 40

2.7 Le MRNA nella pianificazione della Regione Sicilia ... 45

3. SISTEMI DI DRENAGGIO URBANO SOSTENIBILE ... 52 3.1 La gestione sostenibile dei deflussi prodotti dalle acque meteoriche

... 52 3.2 Riferimenti normativi a livello della Regione Sicilia ... 56

(5)

3.3 Procedure di calcolo per il dimensionamento e la verifica delle opere di mitigazione secondo i principi di invarianza idraulico-idrologica

... 59

3.3.1 Metodo delle sole piogge ... 61

3.3.2 Procedura dettagliata ... 65

3.4 Criteri di scelta dei dispositivi idraulici per il drenaggio urbano sostenibile ... 73

4. ESEMPI DI APPLICAZIONE DELLE MRNA ... 82

4.1 Miglioramento dello stato ecologico del fiume Órbigo in Spagna ... 84

4.2 Siepi anti alluvione nella Francia meridionale ... 90

4.3 Attenuazione del ruscellamento in un’area rurale nel bacino di Belford in Gran Bretagna ... 93

4.4 Parco delle aree umide di “Nummela Gateway” in Filandia ... 98

4.5 Ripristino delle aree umide a Persina in Bulgaria ... 103

4.6 Progetti di infrastrutture verdi in Italia ... 107

4.6.1 L’Eco-Boulevard e la Arena dell’acqua nel quartiere Lazzaretto ... 108

BIBLIOGRAFIA ... 114

APPENDICE 1: Schede tecniche di intervento per il miglioramento della qualità delle acque e per la riduzione dei deflussi in ambito e periurbano mediante infrastrutture verdi ... 119

APPENDICE 2: Esempi di dimensionamento di opere di mitigazione per il rispetto del principio di invarianza idraulico-idrologica ... 163

(6)

1. INTRODUZIONE

1.1 Premessa

La gestione integrata delle acque meteoriche sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, è sempre più al centro delle politiche ambientali, sia a livello nazionale che internazionale, per diverse ragioni. Da un lato la crescita delle aree urbanizzate negli ultimi decenni, ha determinato un incremento della domanda idrica che si contrappone ad una disponibilità della risorsa sempre più scarsa; dall’altro esiste una difficoltà sempre crescente a gestire le acque meteoriche attraverso reti che dovrebbero essere continuamente adeguate alle nuove portate ed ai nuovi volumi di deflusso.

Situazioni di questo tipo si presentano in diverse aree del mondo, e in particolare in quelle di più antico insediamento dove una larga parte della rete è stata progettata e realizzata secondo criteri ed esigenze differenti da quelli richiesti dalle successive evoluzioni dell’uso del suolo e in particolare dello sviluppo urbanistico. Le cause principali dell’incremento così rilevante delle portate e dei volumi di deflusso in ambito urbano possono ricercarsi in due fattori principali: aumento dell’intensità di pioggia principalmente dovuto ai fenomeni di cambiamento climatico; aumento dell’impermeabilizzazione del suolo dovuto all’urbanizzazione ed alle infrastrutture.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, ad esempio, in uno studio

condotto su 120 anni (1880-2002) di serie di precipitazione giornaliera

misurate in 45 stazioni pluviometriche distribuite sul territorio nazionale

(Brunetti et al., 2004), si è evidenziato che vi è stato un marcato aumento

dell’intensità di precipitazione a fronte di una sensibile diminuzione della

precipitazione totale e del numero di giorni piovosi durante l’anno.

(7)

Per quanto riguarda l’impermeabilizzazione del suolo, negli ultimi 20 anni, l’estensione delle aree urbanizzate a livello europeo è aumentata in media del 20% (fonte: ISPRA, 2020). Questo incremento, oltre a generare un rilevante aumento dei volumi di deflusso e delle relative portate al picco, complice anche la diminuzione dei tempi di corrivazione, porta con sé ulteriori problematiche. Da una parte il restringimento (o addirittura la tombinatura) delle sezioni dei corsi d’acqua che attraversano le città e che fungono da recettori finali, ne riduce la capacità di trasporto e di invaso, oltre che ridurne la capacità di autodepurazione e la qualità ambientale. Dall’altra, aumentano i rischi di insufficienza idraulica dei tratti di rete fognaria, che sono stati progettati su portate e tempi di ritorno non più idonei al grado di sollecitazioni che l’estensione delle superfici impermeabili e i nuovi regimi pluviometrici impongono. Infine, con l’impermeabilizzazione del suolo, aumenta fortemente l’aliquota del deflusso superficiale, a spese dell’evaporazione e della ricarica delle falde.

A fronte di questi cambiamenti, la tradizionale impostazione, mirata al rapido allontanamento dei deflussi verso i corpi ricettori, sta dimostrando di non essere più in grado di rispondere alle accresciute esigenze di salvaguardia idraulica dei territori e di tutela delle risorse idriche.

La nuova visione della gestione delle acque pluviali, che sono considerate

sempre più come una risorsa piuttosto che un problema, si sta orientando

verso l’applicazione di Misure di Ritenzione Naturale delle Acque (MRNA,

Natural Water Retention Measures – NWRM, nella letteratura

anglossassone) che permettano una laminazione localizzata e diffusa sul

territorio, la eventuale depurazione delle acque di pioggia con sistemi

naturali e il loro successivo riuso o dispersione nel suolo. L’applicazione di

queste misure consente infatti di far confluire nei corsi d’acqua e nelle falde,

una parte dei deflussi di pioggia meteorica, con miglioramento della sua

qualità, ai fini di renderli disponibili per l’approvvigionamento idrico, di

contribuire al mantenimento dell’equilibrio idrologico e di aumentare la

biodiversità. La messa in opera di queste misure genera inoltre molteplici

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servizi e benefici per la società, contribuendo allo stesso tempo al raggiungimento di diverse politiche e strategie ambientali, migliorando e arricchendo le funzioni ambientali fornite dagli ecosistemi interessati.

Alla famiglia delle MRNA appartengono diverse tipologie di misure, molte delle quali non sono nuove essendo già state implementate da lungo tempo in diversi paesi e settori: le infrastrutture naturali; gli approcci ecosistemici;

le pratiche di conservazione del suolo; il ripristino delle aree umide; la gestione del rischio alluvione; i sistemi di drenaggio sostenibili; le pratiche di bioingegneria; le misure di riduzione del deflusso.

La gestione moderna delle acque meteoriche trova una sua naturale collocazione all’interno delle azioni finalizzate a promuovere la sostenibilità ambientale, in accordo con le politiche dell’UE, e si concretizza principalmente nell’applicazione del criterio dell’invarianza idraulico- idrologica, che implica il passaggio ad una gestione basata non solo su opere di regimentazione idraulica, ma sempre più orientata all’impiego delle capacità ritentive e depurative del binomio suolo-vegetazione, attraverso la realizzazione di interventi che favoriscano i fenomeni di infiltrazione e ritenzione e i processi di fitodepurazione, ai fini del controllo dei deflussi superficiali e del loro utilizzo. L’applicazione dei suddetti interventi ha già dimostrato che l’utilizzo di tecniche basate su un corretto rapporto tra metodi tradizionali e strumenti innovativi basati sulle MRNA, può ridurre i costi rispetto alla realizzazione delle tradizionali reti di smaltimento delle acque di deflusso e contribuire a proteggere l’ambiente da dissesti idrogeologici.

Oltre ai fattori sopra considerati, un altro fattore che può avere degli effetti sulla qualità e sulla quantità dei deflussi è la progettazione del verde, che in genere si basa su criteri essenzialmente estetici senza considerare anche la potenziale funzione di accumulo e riduzione delle acque meteoriche.

Tuttavia spesso nonostante le aree verdi possano comunque contribuire alla

mitigazione del rischio idraulico le carenze nella loro gestione e

manutenzione rendono nulla la loro intrinseca capacità di ritenzione e

infiltrazione.

(9)

Quanto finora esposto rende evidente come non possa più essere perseguita una politica di difesa idraulica del territorio basata sul mero allontanamento dei deflussi verso i territori di valle e sul solo potenziamento delle canalizzazioni, eventualmente integrato da dispositivi di stoccaggio dei volumi prima dell’immissione nei corpi recettori. Al contrario, occorre implementare una gestione sostenibile delle acque meteoriche impostata sul controllo e la riduzione locale dei deflussi mediante interventi di laminazione puntuale e diffusa, nonché processi di infiltrazione e il riuso, laddove questi ultimi siano compatibili con la natura dei suoli o la qualità delle acque.

1.2 Obiettivi

Questo volume si propone di analizzare i moderni approcci e metodi di controllo e gestione sostenibile dei deflussi, che stanno emergendo con sempre maggiore chiarezza a livello internazionale e in particolare a livello europeo. I destinatari del presente volume sono i tecnici che devono affrontare il problema della mitigazione dei deflussi di piena, a diverse scale spaziali, nonché i diffusi problemi di sovraccarico delle reti di drenaggio, che si verificano sempre più frequentemente in conseguenza di eventi meteorici di forte intensità e breve durata.

Il volume descrive in particolare, le principali MRNA e le modalità del loro inserimento nei diversi ambiti di applicazione, per poter contribuire al mantenimento dell’equilibrio idrologico ed aumentare la biodiversità.

Relativamente alla gestione sostenibile dei deflussi meteorici in ambito

urbano, viene richiamato il principio dell’invarianza idraulico-idrologica e

vengono descritti i principali metodi e criteri per l’applicazione del principio

dell’invarianza idraulica messi a punto da alcune regioni italiane (tra cui

Lombardia e Friuli Venezia Giulia).

(10)

Inoltre, viene presentato un inquadramento generale sulle politiche e normative attualmente esistenti in materia di gestione sostenibile delle acque meteoriche a livello europeo ed evidenziato il ruolo multifunzionale delle MRNA in diverse politiche dell’Unione Europea.

Infine, vengono esposte alcune interessanti esperienze di applicazione delle

MRNA realizzate in Europa.

(11)

2. INFRASTRUTTURE VERDI E MISURE DI RITENZIONE NATURALE DELLE ACQUE (MRNA)

2.1 Principali caratteristiche e funzioni

L'acqua è una componente essenziale per la salute umana e il benessere, così come per il mantenimento degli ecosistemi e degli habitat. Le Infrastrutture Verdi (IV, indicate anche con il termine Green Infrastructures, GI) sono uno strumento importante per mantenere gli ecosistemi in buone condizioni e offrire molteplici vantaggi:

- Regolazione dei deflussi idro-meteorici - Accumulo dei deflussi idro-meteorici

- Miglioramento della qualità delle acque di deflusso meteorico - Protezione delle specie vegetali

- Valorizzazione della biodiversità

- Mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici

- Riduzione dei disastri idrogeologici mediante la prevenzione e la mitigazione delle alluvioni.

L’integrazione delle infrastrutture verdi (IV) nella gestione della risorsa idrica e in generale del bacino idrografico può contribuire al miglioramento e alla conservazione della risorsa idrica sia in termini quantitativi che qualitativi. Tale integrazione può anche contribuire a ridurre gli impatti degli eventi sia alluvionali che siccitosi nonché mitigare le pressioni idro- morfologiche nei bacini idrografici.

Le MRNA di cui alla guida della Commissione Europea (Misure di

Ritenzione Naturale delle Acque in Europa, 2014) sono esempi di IV con

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funzioni legate alla gestione della risorsa idrica. In particolare, le MRNA sono misure con la funzione primaria di migliorare e/o ripristinare le capacità di ritenzione degli ecosistemi acquatici e del terreno naturale e antropico. Di conseguenza forniscono una serie di servizi e molteplici vantaggi alle persone, contribuendo al contempo all'ottenimento degli obiettivi di diverse strategie e politiche ambientali.

Come definito nel documento di politica della UE (Commissione europea, 2014) le MRNA:

- consentono di ritenere l'acqua (di ruscellamento o fluviale) oltre alle capacità esistenti dei sistemi, e rilasciarla con una portata controllata o facendola infiltrare nelle acque di falda;

- servono a valorizzare la capacità di ritenzione dei suoli e degli ecosistemi acquatici per fornire altri miglioramenti ambientali e del benessere umano, quali la qualità dell'acqua, la biodiversità, il valore ricreativo o la resistenza e l'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici;

- sono in genere applicate a una scala relativamente ‘piccola’ rispetto alle dimensioni del bacino idrico o del territorio nel quale sono implementate;

- simulano un processo naturale sebbene non siano sempre misure

‘naturali’ di per sé (come ad esempio i tetti verdi).

Le MRNA non sono misure nuove, poiché alcune sono state implementate

da lungo tempo in diversi Paesi e settori. Quando si usano espressioni come

infrastrutture naturali, approcci basati sugli ecosistemi o sulla natura,

pratiche di conservazione del suolo, dare ‘spazio al fiume’ o ‘fare spazio

all'acqua’, ripristinare le aree umide, gestione del rischio alluvione, sistemi

di drenaggio sostenibili (SuDS), pratiche di bioingegneria, raccolta

dell'acqua, misure di riduzione del deflusso non si tratta di sinonimi, ma si

riferiscono ad interventi che possono essere classificati tra le MRNA.

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Ciò che è nuovo tuttavia, è il riconoscimento dei loro molteplici vantaggi che forniscono opportunità per la loro applicazione in aree di intervento diverse da quelle sotto le quali sono state sviluppate e tradizionalmente implementate. Le singole MRNA sono infatti, raramente implementate singolarmente, vengono invece principalmente implementate in combinazione con altre MRNA e spesso con altre infrastrutture grigie. La sfida è trovare la corretta combinazione di misure che rispondano alle caratteristiche e ai problemi di gestione del proprio bacino. I principali motivi per la selezione e la realizzazione delle MRNA, rispetto ad altri tipi di infrastrutture che possono anche avere la stessa funzione, sono descritti di seguito.

Dare maggiore spazio alla natura. Il ripristino delle funzioni naturali, dei

processi e degli ecosistemi potrebbe essere il vostro principio guida primario per lo sviluppo e la realizzazione degli interventi. Questo principio è l'elemento essenziale che definisce le MRNA, che sono misure che si affidano sulla natura per agire nel lungo termine e per migliorare la resilienza dei nostri territori. Lasciando che sia la natura a svolgere la sua funzione, le MRNA possono anche avere un vantaggio competitivo nel lungo termine rispetto alle “infrastrutture grigie”, che richiedono un flusso continuo di input per supportare il loro funzionamento nel tempo. Una migliore integrazione delle IV nel paesaggio può anche condurre a una loro migliore accettazione da parte della popolazione locale.

Fornitura di molteplici benefici. Le MRNA possono migliorare le condizioni

di diverse persone e settori contemporaneamente e pertanto portano a benefici condivisi, migliorano il benessere delle persone e il loro ambiente vitale e aprono opportunità in diverse aree dell’economia. Ad esempio le MRNA possono: ridurre i rischi di alluvione migliorando al contempo la qualità dell'acqua; catturare il carbonio, migliorando la biodiversità;

aumentare la ritenzione idrica; ridurre la necessità di costose infrastrutture

per gestire i deflussi dei corsi d’acqua pur migliorando il paesaggio; rendere

più verdi le città.

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Contribuzione all'ottenimento contemporaneo degli obiettivi di diverse politiche. Poiché forniscono molteplici benefici, le MRNA possono

contribuire a raggiungere diversi obiettivi delle politiche della UE:

- migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici in linea con gli obiettivi e i requisiti della direttiva quadro sulle acque della UE;

- ridurre i rischi di alluvione di territori vulnerabili coerentemente con gli obiettivi della direttiva europea sulle alluvioni;

- migliorare la biodiversità e contribuire agli obiettivi della strategia dell’UE sulla biodiversità;

- contribuire all'adattamento ai cambiamenti climatici ed affrontare la carenza di risorsa idrica e la siccità;

- contribuire alla pianificazione urbana sostenibile;

- migliorare la qualità dell'ambiente in cui viviamo.

Altre politiche che possono trarre beneficio dalla realizzazione delle IV includono: la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane; la direttiva sulle acque di balneazione; la direttiva sulle acque di falda; la gestione forestale sostenibile; l'utilizzo del paesaggio come risorsa.

Fornitura di soluzioni convenienti. Le MRNA possono essere soluzioni

convenienti se si osservano i loro costi di costruzione, utilizzo e

manutenzione rispetto alle soluzioni ingegneristiche tradizionali e alle

infrastrutture grigie. In alcuni casi i loro costi finanziari e la loro efficacia

nell'ottenere un singolo obiettivo possono di per sé renderle più convenienti,

in particolare in una prospettiva di lungo termine. In altri casi potrebbe

essere necessario considerare il loro contributo nel soddisfare obiettivi di

diverse politiche per rendersi conto della loro convenienza. La capacità di

fornire contemporaneamente molteplici benefici è uno dei motivi principali

per cui le MRNA sono nel loro complesso vantaggiose economicamente. Nel

lungo termine, la maggiore resilienza delle MRNA ai rischi naturali, come

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alluvioni o sisma (rispetto alle infrastrutture grigie) è un altro vantaggio da tenere in considerazione.

Opportunità di finanziamento delle MRNA. Grazie al loro potenziale di

fornitura di molteplici benefici e di contribuzione agli obiettivi di diverse politiche, è possibile trovare molti beneficiari che sono potenzialmente interessati a sostenere la realizzazione delle MRNA. Le MRNA possono essere supportate finanziariamente da un'ampia gamma di sussidi pubblici (della UE e nazionali), accordi volontari o fondi di compensazione. Questi possono facilitare la loro realizzazione, in particolare quando alcuni dei benefici non vengono realizzati solo da coloro incaricati della realizzazione e/o del finanziamento della misura. Ad esempio, gli incentivi finanziari possono supportare le pratiche di conservazione del suolo che risultano vantaggiose per coloro che vivono in aree con problemi di inquinamento diffuso, di erosione e di rischi di alluvione, e che diversamente verrebbero percepite come nocive per le rese agricole e il reddito rurale.

Deve essere tuttavia considerato che la fornitura di molteplici benefici e il contributo contemporaneo agli obiettivi di diverse politiche richiede un'attenta selezione e progettazione delle MRNA. A volte il ruolo principale delle MRNA può essere a complemento delle infrastrutture grigie di grande scala, aiutando a ridurre al minimo le dimensioni (e i costi) delle infrastrutture grigie e anche riducendo o compensando i potenziali impatti negativi delle stesse infrastrutture grigie.

Inoltre, deve essere considerato che le MRNA non sono sempre più convenienti delle infrastrutture grigie. Ad esempio, quando i prezzi dei terreni sono elevati, le MRNA possono essere (o almeno dare l'impressione di essere) opzioni costose.

Inoltre, le MRNA non possono essere impiegate in tutti gli ambiti: ad

esempio probabilmente hanno un ruolo solo marginale nell'affrontare eventi

alluvionali estremi in bacini densamente popolati e aree urbanizzate ubicate

in pianura.

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2.2 Inserimento delle MRNA nella pianificazione

L’inserimento delle MRNA nella pianificazione richiede che vengano eseguiti alcuni passaggi preliminari.

1. Descrivere chiaramente i molteplici ‘obiettivi delle politiche’ pertinenti al territorio considerato nel processo di pianificazione.

2. Analizzare le pressioni e le sfide attuali e future per il territorio di pertinenza, identificando i caratteri salienti geofisici, sociali ed economici del territorio pertinenti alle diverse politiche, descrivendo chiaramente i problemi, i settori che li generano e le tendenze negli sviluppi del settore.

3. Valutare la pertinenza delle diverse MRNA in funzione della fattibilità tecnica, dei benefici e dell’efficacia attesi per le condizioni socioeconomiche e biofisiche specifiche per il sito.

4. Valutare i diversi benefici forniti dalle MRNA che si vogliono implementare (si veda il paragrafo 2.4), selezionando le MRNA che hanno il potenziale maggiore per rispondere ai problemi e delle sfide principali che si stanno affrontando e ai diversi obiettivi di politica e strategici che ci si è posti.

5. Valutare l'efficacia potenziale delle misure proposte che proprio a causa delle loro caratteristiche delle MRNA non può essere data per scontata.

L'efficacia delle MRNA e della loro influenza sui servizi ecosistemici

dipende infatti dalle condizioni locali e dall’ubicazione relativa delle MRNA

nel bacino: l'impatto e l'efficacia delle misure, come le fasce tampone, la

forestazione riparia o la ricarica delle acque di falda, può variare a seconda

dell’ubicazione e alcune soluzioni efficaci in alcune situazioni potrebbero

non essere la soluzione “migliore” ovunque. Ad esempio, il Joint Research

Centre (JRC, 2013) riassume l'impatto delle misure agricole e riporta che

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fasce tampone di 5 m possono in genere rimuovere dal 15 al 20% del fosforo, mentre questo valore aumenta fino al 42-96% in aree collinari.

Questi risultati sottolineano sia la differenza fra contesti che i potenziali ampi intervalli degli impatti all'interno di contesti simili. La progettazione delle MRNA deve anche dover adattarsi alla località: Natural England (2011) suggerisce che una fascia tampone di 6 m possa essere sufficiente a rallentare il flusso idrico superficiale su pendii inferiori a 7° (suoli medi) o 11° (suoli leggeri e sabbiosi) mentre una fascia tampone di 12 m potrebbe essere necessaria sui pendii più ripidi.

Inoltre, l’efficacia delle MRNA dipende dalla estensione spaziale coperta dalla misura o da una combinazione di misure di piccola scala, decentralizzate e flessibili con misure relative alle infrastrutture grigie, nonché dalla scala del sistema preso in considerazione per l'effettuazione delle valutazioni degli impatti (diretti e indiretti) e dei benefici. Potrebbe essere necessaria una modellazione per prevedere l'efficacia di una determinata combinazione di misure. In Inghilterra ad esempio, nell’ambio

del progetto ‘Slowing the Flow at Pickering’

(http://www.forestry.gov.uk/fr/INFD-7YML5R) è stata utilizzata la modellazione idrologica del bacino per identificare gli impatti di una combinazione di MRNA che includeva la ritenzione nella pianura alluvionale, le dighe di detriti di legname, i boschi ripari e delle pianure alluvionali.

La combinazione delle informazioni relative sia ai costi che all'efficacia può

aiutare nella scelta delle misure in base ai rapporti costo/efficacia. Le analisi

costi/benefici tradizionali trattano un singolo costo (finanziario) e un singolo

beneficio (in linea con gli obiettivi della WFD dell’UE). Al contrario, le

MRNA hanno un’articolazione dei costi complessa (ad esempio includono i

costi finanziari, i costi non finanziari, i benefici a cui si rinuncia, i costi

evitati, i co-benefici, i benefici indiretti) e forniscono molteplici benefici

(risparmi energetici, riduzione delle emissioni di gas serra, quantità delle

acque, qualità delle acque, biodiversità, ecc.) contribuendo

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contemporaneamente al raggiungimento di diversi effetti e di obiettivi di diverse politiche.

6. Al fine di implementare le MRNA deve inoltre essere verificata la loro fattibilità tecnica (ad esempio che il drenaggio urbano non agisca da potenziale vettore di inquinamento per le acque di falda e in tal caso modificare il progetto al fine di evitare tale rischio) ed economica in base alle risorse disponibili. È necessario inoltre verificare l'adeguatezza della gestione attuale (e suggerire eventuali modifiche se necessarie) e identificare le responsabilità della realizzazione. La selezione delle MRNA da implementare, va eseguita inoltre tenendo conto delle interlocuzioni con i portatori di interesse e con coloro che prendono le decisioni

Il monitoraggio e la valutazione (a posteriori) dell’efficacia e degli impatti delle misure implementate rappresenta un valore aggiunto al monitoraggio dei benefici ambientali.

È anche importante avviare le attività di monitoraggio prima della realizzazione delle MRNA, per assicurare che vengano meglio conosciute le condizioni di riferimento di base che saranno utilizzate per valutare gli impatti e l'efficacia delle misure. Le interviste con gli abitanti e i portatori di interesse principali per la comprensione delle condizioni di riferimento precedenti alla realizzazione possono anche facilitare il processo di aumento della consapevolezza, migliorare la progettazione delle MRNA e rafforzare il coinvolgimento delle comunità locali.

Gli aspetti specifici delle MRNA hanno implicazioni dirette per il loro monitoraggio poiché le MRNA possono fornire: servizi ricreativi per i residenti urbani, miglioramento del paesaggio, sequestrazione del carbonio, incremento della biodiversità, la capacità di rispondere a eventi estremi o di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Inoltre, il monitoraggio non può essere limitato alla valutazione del

contributo delle MRNA ad un singolo obiettivo della politica, ma deve

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essere valutato il loro potenziale contributo a molteplici obiettivi di diverse politiche. Un monitoraggio e una valutazione a posteriori sistematica dei molteplici benefici effettivamente forniti dalle MRNA migliorerà progressivamente la base di conoscenze esistente relativa alle MRNA, a supporto della loro futura adozione.

I costi di un programma di monitoraggio dettagliato devono essere inseriti nei costi di progetto. Laddove i finanziamenti siano limitati, il monitoraggio può essere focalizzato sugli effetti principali attesi dalle diverse MRNA.

Deve sempre essere riconosciuto che i potenziali impatti delle MRNA, in

particolare quando forniscono servizi ricreativi, non sono solamente relativi

agli impatti biofisici: il migliore benessere dei cittadini e il godimento degli

spazi verdi sono componenti importanti che devono essere considerati.

(20)

2.3 Tipologie e ambiti di applicazione delle misure di ritenzione naturale delle acque

Le MRNA in particolare possono modificare gli ecosistemi direttamente o indirettamente (tramite i cambiamenti nelle pratiche di gestione del suolo e dell'acqua) ed essere inoltre specifiche per settori (ad esempio per l'agricoltura) o applicabili in diversi ambienti (rurali e urbani).

Gli ambiti di applicazione in cui le MRNA sono state classificate (www.nwrm.eu) sono agricoltura, silvicoltura, idro-morfologia e urbanistica.

Le principali MRNA che possono essere implementate in ambito agricolo, silvicolo, idro-morfologico e urbanistico sono riportate nelle figure 2.1, 2.2, 2.3 e 2.4 (modificate da

www.nwrm.eu) e descritte brevemente nelle tabelle

2.1, 2.2, 2.3 e 2.4.

Figura 2.1 Esempi di misure di ritenzione delle acque in ambito agricolo (modificate da www.nwrm.eu). Le corrispondenze tra i codici e le diverse misure è riportata nella tabella 2.1.

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Tabella 2.1 Principali misure di ritenzione delle acque in ambito agricolo (modificate da www.nwrm.eu).

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.1) A01 Prati e pascoli I prati sono aree o campi in cui la vegetazione principale è rappresentata da erbe o piante non lignee, utilizzate per la fienagione e la falciatura. I pascoli sono aree erbose o boscose, brughiere o lande, in genere utilizzate per il pascolo.

A02 Fasce tampone e

siepi Le fasce tampone sono aree di copertura con vegetazione naturale (erba, arbusti o alberi) al margine dei campi, sui terreni arabili, vicino alle infrastrutture di trasporto e ai corsi d'acqua, alle estremità dei campi o all'interno dei campi stessi (ad es. terrapieni).

A03 Rotazione delle

colture La rotazione delle colture è la pratica di coltivazione di una serie di tipi differenti/dissimili di colture nella stessa area in stagioni successive. Una rotazione delle colture applicata rigorosamente può migliorare la struttura del suolo, ridurre l’erosione e aumentare la capacità di infiltrazione, riducendo il rischio di alluvione a valle.

A04 Fasce coltivate

lungo le isoipse Le fasce coltivate vengono utilizzate per mantenere la fertilità del suolo e prevenire l'erosione quando un pendio è ripido o lungo o quando non sono disponibili metodi alternativi. Questa misura alterna fasce di colture a semina ravvicinata come il fieno, il grano o altri piccoli cereali con fasce di colture su fila, come il granturco, la soia, il cotone o le barbabietole da zucchero. Le fasce coltivate creano barriere naturali per l'acqua, la protezione del suolo dall’erosione e la riduzione del trasporto di inquinanti.

A05 Colture miste La pratica delle colture miste è costituita dalla coltivazione di due o più colture in prossimità. L'obiettivo più comune delle colture miste è la produzione di una maggiore resa su un dato terreno facendo uso delle risorse che altrimenti rimarrebbero inutilizzate da una singola coltura. Alcuni esempi di colture miste sono la piantumazione di colture con radici profonde insieme a colture con radici poco profonde o di colture alte con colture più basse che richiedono una parziale ombreggiatura.

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Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.1) A06 Agricoltura “no

tillage” L'aratura è una modifica meccanica del suolo che, se effettuata in modo intensivo, può disturbare la struttura del suolo aumentandone pertanto l'erosione, diminuendo la capacità di ritenzione dell'acqua e riducendo la materia organica nel suolo. L'agricoltura “no tillage” è un modo di coltivazione o di pascolo da anno ad anno che aumenta l’infiltrazione dell'acqua, la ritenzione della materia organica e il riciclo dei nutrienti nel suolo.

A07 Agricoltura

“minimum tillage”

L'agricoltura “minimum tillage”, conosciuta anche come aratura di conservazione, lascia almeno il 30% dei residui di coltura sulla superficie del suolo durante il periodo critico di erosione del suolo. Questo riduce il movimento dell'acqua, che a sua volta riduce la quantità di erosione del suolo e porta potenzialmente a una maggiore infiltrazione.

A08 Coperture verdi Le coperture verdi (incluse le colture di copertura o cover crops) fanno riferimento a colture seminate su terreni arabili, per proteggere il suolo, che altrimenti rimarrebbe nudo durante l’inverno, dall'erosione eolica e idrica. Le coperture verdi possono essere seminate insieme alla coltura primaria (raccolta) o successivamente alla sua raccolta.

A09 Semina precoce La semina precoce si riferisce alla semina fino a sei settimane prima della normale stagione di semina. Questo consente di stabilire più precocemente e rapidamente le colture invernali che possono fornire una copertura e una rete di radici che contribuiscono alla protezione del suolo durante l'inverno.

A10 Terrazzamenti

tradizionali I terrazzamenti tradizionali sono costituiti da piattaforme quasi piane costruite lungo le isoipse dei pendii, per la maggior parte sostenute da murature in pietra e utilizzate per la coltivazione sui terreni collinosi. Riducendo la pendenza effettiva del terreno, il terrazzamento può ridurre l'erosione e il ruscellamento di superficie rallentando le acque piovane a una velocità non erosiva.

A11 Traffico

controllato Il traffico controllato in agricoltura è un sistema che riduce i percorsi di traffico al minimo. Tale sistema può ridurre il compattamento dell’area al 15% invece del 75%. Le corsie di traffico permanenti possono essere coltivate o non coltivate.

(23)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.1)

A12 Carico di

bestiame ridotto Il bestiame, in particolare le specie pesanti come i bovini, possono avere impatti dannosi sul suolo: compattamento, distruzione della struttura del suolo e perdite di vegetazione. Questo può ridurre l’infiltrazione, causando la formazione di pozzanghere e la saturazione di acqua, con impatti sulla denitrificazione. Inoltre, il compattamento del suolo aumenta il rischio di ruscellamento con conseguenti impatti sulla qualità dell'acqua e sui rischi di alluvione.

A13 Pacciamatura La pacciamatura è uno strato di materiale applicato alla superficie di un'area di terreno per conservare l'umidità, migliorare la fertilità e la salute del suolo, ridurre la crescita di malerbe o migliorare l'aspetto visivo dell’area. L'utilizzo della pacciamatura come MRNA utilizza materiali organici (corteccia, trucioli di legno, polpa di vite, gusci di noci, rifiuti verdi, residui di coltura, concime, letame, paglia, erba secca, foglie, ecc.). Se applicato correttamente può aumentare in maniera rilevante la capacità di ritenzione dell'acqua nel suolo.

(24)

Tabella 2.2 Principali misure di ritenzione delle acque in ambito forestale (modificate da www.nwrm.eu).

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.2) F01 Fasce tampone

riparie arboree Le fasce riparie sono aree coperte da alberi lungo i ruscelli e altri corpi d'acqua. Le fasce riparie possono trovarsi anche in aree forestate, urbane, agricole e umide.

F02 Manutenzione della copertura forestale nelle aree di sorgente

Le sorgenti sono aree di origine di fiumi e ruscelli. Le foreste nelle aree di sorgente possono pertanto avere un ruolo vantaggioso per la quantità e la qualità delle acque.

Infatti i suoli forestali in genere presentano una migliore infiltrazione rispetto ad altri tipi di copertura del terreno, agendo da “spugne” e rilasciando lentamente le acque piovane.

Figura 2.2 Esempi di misure di ritenzione delle acque in ambito forestale (modificate da www.nwrm.eu). Le corrispondenze tra i codici e le diverse misure è riportata nella tabella 2.2.

(25)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.2) F03 Forestazione di

bacini idrografici La forestazione di aree precedentemente nude o pesantemente erose nei bacini può controllare l'erosione del suolo, migliorando anche la qualità delle acque.

F04 Forestazione mirata per la mitigazione dei cambiamenti climatici

Nel bacino del Mediterraneo le modifiche nell’uso del suolo e la deforestazione possono aver portato a cambiamenti da un regime di tipo monsonico aperto con frequenti temporali estivi sulle montagne interne a un regime dominato da un ricircolo atmosferico verticale chiuso, in cui i meccanismi di feedback sopprimono i temporali sulle montagne costiere e portano a un riscaldamento estivo maggiore della superficie marina.

Questo riscaldamento causa un aumento delle piogge a regime torrentizio in autunno e in inverno. La forestazione mirata può contribuire alla modifica delle precipitazioni a scala regionale.

F05 Conversione dell’utilizzo dei terreni

La conversione dell'utilizzo dei terreni è un termine generico per indicare cambiamenti di uso del suolo su ampia scala. La forestazione è un tipo di conversione dei terreni in cui vengono piantati degli alberi su aree precedentemente non forestate. Può verificarsi successivamente all'abbandono di aree agricole marginali oppure a prescindere.

F06 Copertura forestale

continua La copertura forestale continua include un'ampia gamma di pratiche di gestione delle foreste mirate alla riduzione del numero o della quantità di tagli completi che potrebbero avere alcuni effetti idrologici vantaggiosi. La copertura forestale continua assicura che vi sia un manto arboreo ininterrotto che avrà una maggiore capacità di intercettazione rispetto a un sito con una copertura arborea non continua e che la superficie del suolo non sia mai esposta, limitando pertanto la produzione di sedimenti.

F07 Guida controllata e rispettosa del deflusso idrico

La guida fuoristrada ha potenziali conseguenze negative gravi per la qualità delle acque a causa della creazione di solchi e dell’aumento dell’erosione. I danni possono essere limitati evitando di guidare in aree umide al fine di limitare il compattamento del suolo e la formazione di solchi.

(26)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.2) F08 Progettazione

appropriata di strade e

attraversamenti di corsi d’acqua

Le strade di accesso ad aree forestali e rurali spesso attraversano ruscelli ed altri piccoli corsi d'acqua. I ponti e le passerelle utilizzati per attraversare questi corsi d'acqua devono essere progettati appositamente per minimizzare gli impatti negativi sull'ambiente acquatico (ad esempio una maggiore mobilitazione dei sedimenti e cambiamenti nelle direzioni di flusso, inondazioni a monte dell'attraversamento stradale che portano a un aumento dei sedimenti a valle).

F09 Stagni per la cattura dei sedimenti

Gli stagni per la cattura dei sedimenti sono stagni artificiali situati nelle reti di canali forestali per rallentare la velocità dell'acqua e consentire il deposito dei sedimenti in sospensione. Possono comunque essere implementati anche in altre aree.

F10 Detriti legnosi

grossolani I detriti legnosi grossolani sono costituiti da grandi sezioni di legname (fusti o tronconi di alberi) che possono essere posizionati nei ruscelli. I detriti legnosi grossolani possono rallentare la velocità del flusso delle acque e ridurre la portata di piena in caso di alluvione a valle. Possono anche migliorare la biodiversità acquatica creando habitat diversificati.

F11 Parchi forestali

urbani I parchi forestali urbani possono fornire un'ampia gamma di servizi correlati all'idrologia e ad altri servizi ecosistemici. Le foreste in aree urbane hanno un elevato valore ricreativo, possono migliorare la qualità dell'aria, migliorare i microclimi locali e la biodiversità urbana, nonché contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

F12 Alberi nelle aree

urbane Gli alberi nelle aree urbane possono avere molteplici benefici relativi all'estetica, alla regolazione del microclima e all’idrologia urbana. Possono anche essere importanti per la biodiversità e contribuire alla riduzione dell'inquinamento dell'aria dovuto al particolato. Gli alberi intercettano le precipitazioni e aumentano la capacità di infiltrazione del suolo rispetto alle superfici impermeabilizzate spesso presenti nelle aree urbane, riducendo la quantità di acqua piovana che deve essere convogliata dalla rete di drenaggio.

(27)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.2) F13 Strutture per il

controllo della portata di piena nelle foreste

Le strutture di controllo delle portate di piena progettate per ridurre le velocità di deflusso nelle reti di fossi in aree forestali sono stagni artificiali che rallentano la velocità dell'acqua, contribuiscono al controllo dei sedimenti e possono ridurre le portate di piena.

F14 Aree di inondazione controllata

Le aree di inondazione controllata sono realizzate in modo da minimizzare gli impatti negativi della gestione forestale sulla qualità delle acque, raccogliendo parte dei sedimenti in eccesso prodotti durante la manutenzione dei fossi e altre operazioni di gestione delle foreste. Le aree di inondazione controllata vengono create costruendo una diga semi-permeabile in un fosso forestale e dei fossi laterali a monte della diga (per il convogliamento dell'acqua). Nei periodi di portata elevata, l'acqua esonda dai fossi laterali, la velocità viene rallentata e gran parte dei sedimenti viene depositata. Nei periodi di portate minime la diga rallenta comunque la velocità dell’acqua favorendo il deposito dei sedimenti.

(28)

Tabella 2.3 Principali misure di ritenzione delle acque in ambito idro morfologico (modificate da www.nwrm.eu).

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.3) N01 Bacini e stagni I bacini di ritenzione e gli stagni sono corpi d'acqua che raccolgono il ruscellamento superficiale. Un bacino di ritenzione è progettato per rimanere privo di acqua durante la stagione asciutta, mentre uno stagno (ad esempio uno stagno di ritenzione, un bacino idrico di raccolta delle alluvioni, un’area di raccolta poco profonda) conterrà acqua sia durante i periodi asciutti che durante quelli piovosi.

N02 Ripristino e gestione

delle aree umide Un'area umida è un'area di brughiera, landa, torba o acqua, naturale o artificiale, permanente o temporanea, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, incluse quelle marine la profondità delle quali non supera 6 m in caso di bassa marea. Il ripristino e la gestione delle aree umide possono essere implementate su larga scala o su piccola scala.

Figura 2.3 Esempi di misure di ritenzione delle acque in ambito idro morfologico (modificate da www.nwrm.eu). Le corrispondenze tra i codici e le diverse misure è riportata nella tabella 2.3.

(29)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.3) N03 Ripristino e gestione

della pianura alluvionale

Una pianura alluvionale è l’area adiacente a un fiume che fornisce naturalmente spazio per la ritenzione di alluvioni e acqua di pioggia. Le pianure alluvionali sono spesso state bonificate e molto spesso sono state separate dal fiume tramite altre strutture. In alcuni casi, sono anche state coperte da sedimenti. Il ripristino e la gestione delle pianure alluvionali punta a ripristinare la loro capacità di ritenzione e le loro funzioni per l'ecosistema, ricollegandole al fiume.

N04 Ricostruzione dei

meandri Un meandro fluviale è una curva naturale del fiume, che aumenta la lunghezza del fiume e consente di diminuire la velocità del flusso. In passato i fiumi sono stati raddrizzati e canalizzati, ad esempio per ottenere maggiori terreni per la coltivazione, facilitare il trasporto di tronchi e/o accelerare il drenaggio delle acque controllare/limitare i movimenti del letto del fiume. La ricostituzione dei meandri del fiume punta alla creazione di un nuovo corso ricco di meandri o il ricollegamento di meandri separati, rallentando pertanto il flusso del fiume.

N05 Ri-naturalizzazione

del letto del torrente Il letto del torrente rappresenta il fondo del fiume. In passato molti letti dei torrenti sono stati ricostruiti artificialmente con cemento o grandi massi, con lo scopo, ad esempio, di prevenire le alluvioni o supportare cambiamenti nelle pratiche agricole. Tali alterazioni modificano l'habitat per la fauna e la diversità della vegetazione, portano a deflussi uniformi del fiume con l'effetto di ridurre il tempo di percorrenza lungo il fiume.

La ri-naturalizzazione del letto del torrente richiede la rimozione del cemento o degli inerti per evitare tali danni e ripristinare la biodiversità.

N06 Ripristino e ricollegamento di ruscelli stagionali

I ruscelli stagionali o fiumi intermittenti sono fiumi le cui acque di superficie cessano naturalmente di scorrere in un determinato punto o momento. Essi comprendono un'ampia parte della rete fluviale globale e sono caratterizzati da scambi dinamici fra gli habitat terrestri ed acquatici. L'abbondanza della distribuzione di torrenti stagionali e il loro regime di portata intermittente naturale sono alterati dal cambiamento del prelievo di acqua e dai trasferimenti di risorsa fra bacini. Il ripristino e il ricollegamento con il fiume contribuisce a favorire il funzionamento complessivo del fiume stesso, ripristinando la connettività laterale, diversificando i flussi e assicurando la ritenzione d'acqua durante le alluvioni.

(30)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.3) N07 Ricollegamento di

lanche e strutture simili

Le lanche sono meandri pre-esistenti che sono stati separati dal fiume e hanno creato un piccolo lago a forma di U. Le lanche si verificano naturalmente ma possono anche verificarsi a causa del raddrizzamento artificiale dei fiumi. Il ricollegamento di una lanca con il fiume richiede la rimozione dei terreni fra i due corpi d’acqua, pertanto facilitando il funzionamento complessivo del fiume e ripristinando la connettività laterale, diversificando i flussi e ripulendo la sezione fluviale della lanca presente e fornendo pertanto una ritenzione idrica migliore durante le alluvioni.

N08 Ri-naturalizzazione

del torrente Il materiale del letto del torrente rappresenta il sedimento eroso a monte, trasportato dal fiume e depositato sul fondo. Può essere composto da materiali grossolani e/o fini. La sua ri-naturalizzazione richiede il recupero della composizione, ripristinando in particolare l'equilibrio fra sedimenti grossolani e fini.

N09 Rimozione di dighe e altre barriere longitudinali

Le dighe e altre barriere longitudinali sono ostacoli che attraversano la sezione del fiume e causano discontinuità per il trasporto dei sedimenti e per la fauna oltre ad alterare le profondità e le dinamiche del deflusso sia a monte che a valle. La loro rimozione richiede la completa distruzione dell'ostacolo, ripristinando la pendenza e il profilo longitudinale del fiume, consentendo pertanto il ristabilirsi delle dinamiche fluviali naturali oltre che la continuità ecologica e il trasporto dei sedimenti.

N10 Stabilizzazione delle

sponde naturali Una sponda fluviale può essere costituita da terreno naturale e/o da un manufatto artificiale che segue il corso del fiume. In passato sono state costruite molte sponde artificiali con cemento o altri tipi di muri di contenimento, limitando pertanto i movimenti naturali del fiume. Questo può portare al degrado del fiume, a flussi e velocità della corrente idrica maggiori, a un incremento dell’erosione e a una riduzione della biodiversità. La stabilizzazione delle sponde naturali richiede il ripristino dei suoi componenti ecologici.

N11 Eliminazione dei manufatti di protezione dalle sponde fluviali

La protezione delle sponde fluviali è un manufatto inerte o naturale che assicura il fissaggio delle sponde. Tuttavia la protezione delle sponde fluviali è anche un ostacolo per la connettività laterale del fiume verso la pianura alluvionale. L'eliminazione di questa protezione richiede la rimozione di tutta o parte del manufatto dalle sponde per migliorare i collegamenti laterali, diversificare i flussi e gli habitat e contenere anche le alluvioni.

(31)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.3) N12 Ripristino di laghetti Un laghetto è una struttura di ritenzione naturale delle

acque. Può raccogliere l’acqua (per il controllo delle alluvioni) e restituirla per diversi scopi, quali fornitura idrica, irrigazione, piscicoltura, turismo, ecc. Inoltre può aiutare per la conservazione del carbonio e fornisce habitat importanti per diverse specie di piante ed animali, fra cui i trampolieri.

N13 Ripristino dell’infiltrazione naturale nelle acque di falda

Il ripristino dell’infiltrazione naturale in falda, conosciuto anche come “ricarica artificiale delle acque di falda” nella letteratura ingegneristica, può includere: (i) strutture di superficie per facilitare/aumentare la ricarica (come pozzi disperdenti e bacini di infiltrazione); (ii) ricarica indiretta sotterranea in cui la capacità di infiltrazione è migliorata da pozzi trivellati nella zona non satura; e (iii) ricarica diretta sotterranea in cui l’infiltrazione e la ricarica degli acquiferi vengono ottenute tramite pozzi che raggiungono la zona satura.

N14 Ri-naturalizzazione

aree di polder Un polder è una porzione di terreno pianeggiante racchiuso da terrapieni (barriere) o argini, che forma un'entità ecologica artificiale, senza collegamento con le aree adiacenti a parte quello ricavato manualmente. La sua rinaturalizzazione include il miglioramento dei polder con caratteristiche naturali, consentendo una migliore gestione delle acque nei corsi d'acqua all'interno del polder, oltre che una maggiore biodiversità.

(32)

Tabella 2.4 Principali misure di ritenzione delle acque in ambito urbano (modificate da www.nwrm.eu).

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.4) U1 Tetti verdi I tetti verdi sono sistemi composti da più strati che

coprono il tetto degli edifici con vegetazione e/o giardini su un sub-strato di drenaggio. Esistono due tipi di tetti verdi. I tetti verdi estensivi (tetti in Sedum, tetti ecologici o tetti viventi) coprono l'intera superficie del tetto con vegetazione leggera, a crescita bassa, auto-sostenente, che richiede bassa manutenzione. I tetti verdi intensivi (giardini sui tetti) sono ambienti curati con elevati benefici relativi ai servizi ricreativi. I tetti verdi sono progettati per intercettare le precipitazioni e rallentare il deflusso attraverso la vegetazione e lo strato drenante.

Figura 2.4 Esempi di misure di ritenzione delle acque in ambito urbano (modificate da www.nwrm.eu). Le corrispondenze tra i codici e le diverse misure è riportata nella tabella 2.4.

(33)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.4) U2 Raccolta delle

acque piovane La raccolta delle acque piovane comprende la raccolta e la conservazione delle acque piovane come fonte per un utilizzo successivo. Ad esempio i barili rappresentano la tecnica di raccolta delle acque piovane maggiormente utilizzata e più semplice, collettando l'acqua piovana proveniente dai tetti tramite un collegamento alla grondaia.

U3 Superfici

permeabili Le pavimentazioni permeabili sono progettate per consentire all'acqua piovana di infiltrarsi attraverso una superficie altrimenti impermeabile, o negli strati sottostanti (suoli e acquiferi) o per essere conservata nel sotto suolo e rilasciata ad una portata controllata verso le acque di superficie. È possibile distinguere due tipologie:

pavimentazioni porose, in cui l'acqua filtra attraverso l'intera superficie; pavimentazioni permeabili in cui i materiali, come i mattoni, sono disposti in modo da lasciare spazi vuoti.

U4 Swales I “swales” sono canali con sponde leggermente rialzate coperti da vegetazione, lineari, poco profondi e ampi che possono raccogliere o convogliare le acque di superficie (riducendo le portate e i volumi di ruscellamento) e rimuovere gli inquinanti. Possono essere utilizzati come strutture di convogliamento per il collettamento del deflusso per il successivo trattamento e possono essere progettate per facilitare l’infiltrazione dove le condizioni del suolo e delle acque di falda lo consentono.

U5 Canali e rigagnoli I canali e i rigagnoli sono canali di acque superficiali poco profondi che raccolgono l'acqua, la rallentano e favoriscono la sedimentazione del limo. Possono avere sezioni di forma diversa per adattarsi al paesaggio urbano, e possono includere la vegetazione per migliorare l’aspetto visivo, un migliore trattamento delle acque e una migliore biodiversità.

U6 Fasce filtranti Le fasce filtranti sono fasce di vegetazione con pendenza uniforme e dolce che consentono un lento convogliamento delle acque e favoriscono l’infiltrazione. Sono progettate per convogliare il deflusso proveniente da aree urbane a monte verso un corpo idrico. Spesso sono utilizzate come tecnica di pretrattamento prima di raggiungere altre misure che favoriscono l’infiltrazione.

(34)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.4) U7 Pozzi perdenti I pozzi perdenti sono camere sotterranee che conservano

le acque di superficie e consentono la saturazione del suolo. In genere sono scavi quadrati o circolari, riempiti di macerie o rivestiti di mattoni, cemento o pannelli in polietilene/strutture perforate circondati, da pietrame granulare. I pozzi perdenti forniscono una riduzione e un trattamento delle acque di pioggia. Aumentano inoltre l'umidità del suolo e facilitano la ricarica delle falde.

U8 Trincee drenanti Le trincee drenanti sono scavi poco profondi riempiti di macerie o pietrame che convogliano deflussi laterali provenienti da una superficie impermeabile adiacente.

Consentono all'acqua di infiltrarsi nel suolo sia dal fondo che dai lati della trincea, riducendo le portate e i volumi, facilitando la ricarica delle falde e preservando il deflusso minimo di base dei fiumi. Sono efficaci nella rimozione degli inquinanti e dei sedimenti ma devono essere progettate inserendo un sistema di pretrattamento efficace.

U09 Giardini della

pioggia I giardini pluviali (“rain garden”) sono bacini di ritenzione a piccola scala costituiti da una depressione superficiale e da un substrato altamente poroso, che posa direttamente sul terreno in loco e in cui vengono messe a dimora specie vegetali. Essi impiegano suolo, piante e microorganismi per favorire l’infiltrazione ed il trattamento biologico delle storm water.

U10 Bacini di

ritenzione Per bacino di ritenzione si intende una depressione che raccoglie e rilascia lentamente le acque meteoriche che defluiscono da aree di drenaggio. Questi sistemi permettono quindi un filtraggio e una depurazione del tutto naturale dell’acqua raccolta con ottime rimozioni dei principali inquinanti veicolati dalle acque di pioggia di dilavamento: SST > 90%, P tot > 80%, N tot 50%, Metalli (zinco, piombo, cadmio) > 90%.

U11 Stagni di

ritenzione Gli stagni di ritenzione sono stagni o acquitrini realizzati in ampie zone urbanizzate per attenuare il deflusso superficiale durante le precipitazioni. Il deflusso raccolto viene rilasciato ad una portata controllata. Gli stagni sono creati utilizzando una depressione naturale esistente o scavando una nuova depressione oppure costruendo dei terrapieni. Possono contribuire sia ad una riduzione delle acque di pioggia che ad un trattamento delle acque. Gli stagni ben progettati e mantenuti possono offrire benefici estetici, di servizio ed ecologici.

(35)

Codice Nome Breve descrizione (Tabella 2.4) U12 Bacini di

infiltrazione I bacini di infiltrazione sono depressioni coperte di vegetazione progettate per convogliare il deflusso dalle superfici impermeabili. Consentono la deposizione dei sedimenti e degli inquinanti e consentono all'acqua di infiltrarsi nei suoli sottostanti e nell'acqua di falda. I bacini di infiltrazione sono asciutti tranne che nei periodi di precipitazioni significative e possono contribuire ad altre funzioni (ad esempio ricreative). Possono anch’essi far parte di una serie di misure in ambito urbano.

Le misure riportate nella tabella 2.4 sono descritte in maniera più dettagliata

nell’appendice 1.

(36)

2.4 Benefici delle misure di ritenzione

Sebbene l’apporto di molteplici benefici venga promosso come uno dei vantaggi chiave delle MRNA, non tutte le MRNA forniscono la stessa tipologia di benefici.

In funzione del tipo di problemi che si vogliono affrontare e dei diversi obiettivi progettuali che si sono fissati, è necessario quindi selezionare quelle MRNA che hanno le migliori potenzialità di rispondere a tali problemi.

Al fine di implementare le misure più adatte agli obiettivi progettuali, sono state messe a punto alcune tabelle in cui, per ogni singola misura, viene indicato il grado di soddisfacimento di ciascun beneficio.

Le tabelle 2.5 – 2.8 illustrano i potenziali benefici MRNA per i quattro

macrosettori.

(37)

1. INTRODUZIONE

1.1 Premessa

La gestione integrata delle acque meteoriche sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, è sempre più al centro delle politiche ambientali, sia a livello nazionale che internazionale, per diverse ragioni. Da un lato la crescita delle aree urbanizzate negli ultimi decenni, ha determinato un incremento della domanda idrica che si contrappone ad una disponibilità della risorsa sempre più scarsa; dall’altro esiste una difficoltà sempre crescente a gestire le acque meteoriche attraverso reti che dovrebbero essere continuamente adeguate alle nuove portate ed ai nuovi volumi di deflusso.

Situazioni di questo tipo si presentano in diverse aree del mondo, e in particolare in quelle di più antico insediamento dove una larga parte della rete è stata progettata e realizzata secondo criteri ed esigenze differenti da quelli richiesti dalle successive evoluzioni dell’uso del suolo e in particolare dello sviluppo urbanistico. Le cause principali dell’incremento così rilevante delle portate e dei volumi di deflusso in ambito urbano possono ricercarsi in due fattori principali: aumento dell’intensità di pioggia principalmente dovuto ai fenomeni di cambiamento climatico; aumento dell’impermeabilizzazione del suolo dovuto all’urbanizzazione ed alle infrastrutture.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, ad esempio, in uno studio condotto su 120 anni (1880-2002) di serie di precipitazione giornaliera misurate in 45 stazioni pluviometriche distribuite sul territorio nazionale (Brunetti et al., 2004), si è evidenziato che vi è stato un marcato aumento dell’intensità di precipitazione a fronte di una sensibile diminuzione della precipitazione totale e del numero di giorni piovosi durante l’anno.

Infrastrutture verdi per la gestione delle acque: criteri ecasi studio Tabella 2.5 Meccanismi di ritenzione dell’acqua edeffetti biofisici potenziali delle MRNA inambito agricolo (modificata da www.nwrm.eu/benefittables).

Tabella 2.5 Meccanismi di ritenzione dell’acqua ed effetti biofisici potenziali delle MRNA in ambito agricolo (modificata da www.nwrm.eu/benefittables).

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1. INTRODUZIONE

1.1 Premessa

La gestione integrata delle acque meteoriche sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, è sempre più al centro delle politiche ambientali, sia a livello nazionale che internazionale, per diverse ragioni. Da un lato la crescita delle aree urbanizzate negli ultimi decenni, ha determinato un incremento della domanda idrica che si contrappone ad una disponibilità della risorsa sempre più scarsa; dall’altro esiste una difficoltà sempre crescente a gestire le acque meteoriche attraverso reti che dovrebbero essere continuamente adeguate alle nuove portate ed ai nuovi volumi di deflusso.

Situazioni di questo tipo si presentano in diverse aree del mondo, e in particolare in quelle di più antico insediamento dove una larga parte della rete è stata progettata e realizzata secondo criteri ed esigenze differenti da quelli richiesti dalle successive evoluzioni dell’uso del suolo e in particolare dello sviluppo urbanistico. Le cause principali dell’incremento così rilevante delle portate e dei volumi di deflusso in ambito urbano possono ricercarsi in due fattori principali: aumento dell’intensità di pioggia principalmente dovuto ai fenomeni di cambiamento climatico; aumento dell’impermeabilizzazione del suolo dovuto all’urbanizzazione ed alle infrastrutture.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, ad esempio, in uno studio condotto su 120 anni (1880-2002) di serie di precipitazione giornaliera misurate in 45 stazioni pluviometriche distribuite sul territorio nazionale (Brunetti et al., 2004), si è evidenziato che vi è stato un marcato aumento dell’intensità di precipitazione a fronte di una sensibile diminuzione della precipitazione totale e del numero di giorni piovosi durante l’anno.

Infrastrutture verdi per la gestione delle acque: criteri ecasi studio Tabella 2.6Meccanismi di ritenzione dell’acqua ed effetti biofisici potenziali delle MRNAin ambito forestale (modificata d www.nwr

Tabella 2.6 Meccanismi di ritenzione dell’acqua ed effetti biofisici potenziali delle MRNA in ambito forestale (modificata da www.nwrm.eu/benefittables).

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1. INTRODUZIONE

1.1 Premessa

La gestione integrata delle acque meteoriche sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, è sempre più al centro delle politiche ambientali, sia a livello nazionale che internazionale, per diverse ragioni. Da un lato la crescita delle aree urbanizzate negli ultimi decenni, ha determinato un incremento della domanda idrica che si contrappone ad una disponibilità della risorsa sempre più scarsa; dall’altro esiste una difficoltà sempre crescente a gestire le acque meteoriche attraverso reti che dovrebbero essere continuamente adeguate alle nuove portate ed ai nuovi volumi di deflusso.

Situazioni di questo tipo si presentano in diverse aree del mondo, e in particolare in quelle di più antico insediamento dove una larga parte della rete è stata progettata e realizzata secondo criteri ed esigenze differenti da quelli richiesti dalle successive evoluzioni dell’uso del suolo e in particolare dello sviluppo urbanistico. Le cause principali dell’incremento così rilevante delle portate e dei volumi di deflusso in ambito urbano possono ricercarsi in due fattori principali: aumento dell’intensità di pioggia principalmente dovuto ai fenomeni di cambiamento climatico; aumento dell’impermeabilizzazione del suolo dovuto all’urbanizzazione ed alle infrastrutture.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, ad esempio, in uno studio condotto su 120 anni (1880-2002) di serie di precipitazione giornaliera misurate in 45 stazioni pluviometriche distribuite sul territorio nazionale (Brunetti et al., 2004), si è evidenziato che vi è stato un marcato aumento dell’intensità di precipitazione a fronte di una sensibile diminuzione della precipitazione totale e del numero di giorni piovosi durante l’anno.

Infrastrutture verdi per la gestione delle acque: criteri ecasi studio Tabella2.7Meccanismi di ritenzione dell’acqua ed effetti biofisici potenziali delle MRNAin ambito idro-morfologico (modificata dawww.nwrm.eu/benefittables).

Tabella 2.7 Meccanismi di ritenzione dell’acqua ed effetti biofisici potenziali delle MRNA in ambito idro-morfologico (modificata da www.nwrm.eu/benefittables).

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