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Rischio catastrofale

Nel documento I Catastrophe bonds (pagine 51-54)

Emissione ILS per tipo di trigger

2.4 Rischio catastrofale

Una definizione generale di rischio comprende diversi elementi, quali: – Imprevedibilità degli avvenimenti futuri.

Risulta logico sostenere che c’è rischio se esiste una, seppur minima, possibilità del manifestarsi o meno di un determinato avvenimento futuro; il rischio non esiste, al contrario, quando si è certi che il fatto non accadrà oppure quando il suo accadimento appare impossibile;

– Oggettività dell’incertezza.

L’incertezza riguardo al verificarsi o meno di un determinato evento naturale o sociale è rischio quando essa non dipende né dalla sensibilità, né dal livello culturale del soggetto che fa la previsione. L’inserimento di questo attributo nella definizione consente di superare tutte le discussioni e gli equivoci intorno alla mancata distinzione fra incertezza oggettiva e incertezza soggettiva e di collocare il rischio nell’ambiente in cui realmente si trova (che è quello naturale e sociale), senza farlo dipendere dalla psicologia soggettiva; – Polivalenza degli effetti economici degli eventi incerti.

Perché si abbia rischio occorre che un fatto incerto possa dare risultati diversi da quelli previsti ed abbia una manifestazione economica concreta. Fra i vari flussi economici, sarà possibile individuare il più favorevole per il soggetto oppure il più ragionevolmente atteso, in relazione alle conoscenze che quest’ultimo ha della misura del rischio stesso;

– Differenze tra alee e pericoli e relativi rischi per la gestione d’impresa.9

Due condizioni devono essere soddisfatte prima che gli assicuratori siano disposti a offrire copertura contro un evento incerto. La prima condizione è la capacità di individuare e quantificare, o stimare almeno in parte, le probabilità dell'evento e l'entità delle perdite probabilmente sostenute. La seconda condizione è la possibilità di fissare premi per ogni cliente potenziale o classe di clienti. Se entrambe le condizioni sono soddisfatte, un rischio è considerato assicurabile.

Per soddisfare la prima condizione occorre fare stime sulla frequenza degli eventi specifici e sulla probabile estensione delle perdite.

L'assicuratore può quindi costruire una curva di probabilità di superamento che rappresenta la probabilità che un determinato livello di perdita sarà superato ogni anno. Per quanto

9 Coviello A., Calamità naturali e coperture assicurative il risk management nel governo dei rischi catastrofali, Flaccovio Dario, 2013, pp. 29-40

riguarda la seconda condizione, se ci sono notevoli ambiguità o incertezze associate al rischio, gli assicuratori potrebbero richiedere un premio molto più elevato.

Una volta calcolato il rischio, l'assicuratore deve determinare un premio che genera un profitto e evita un livello inaccettabile di perdita.

L'assunzione dei rischi da parte dell'assicuratore è subordinata al rispetto di determinati principi, alcuni dei quali evidenziano l'incompatibilità tra le misure assicurative e le caratteristiche di alcune categorie di alea operativa. Data la difficoltà, e talvolta l'impossibilità, di trasferire al mercato assicurativo talune tipologie di rischio si è avvertita la necessità di ampliare le opportunità di risk management anche attraverso le occasioni di convergenza tra assicurazione e finanza, sviluppando un processo di innovazione delle tecniche utilizzate, testimoniato dal passaggio da metodologie tradizionali a soluzioni alternative di risk transfer (Alternative Risk Transfer- ART), caratterizzate da un alto grado innovativo in ordine alle modalità, alla durata e alle condizioni di hedging.

Il ricorso agli strumenti ART, comparsi negli anni Settanta su iniziativa di operatori assicurativi e del mercato dei capitali, interessati a sfruttare le possibili sinergie per individuare nuove forme di gestione dei rischi, risponde a diverse esigenze, tra cui quella di estendere la copertura a rischi ritenuti non assicurabili, per esempio per le ingenti dimensioni; di ridurre il rischio di credito connesso al contratto di assicurazione; di contenere i premi assicurativi; di evitare le eventuali restrizioni delle condizioni offerte sui mercati tradizionali.

Sebbene l'elevata rischiosità dei Cat bonds venga controbilanciata da rendimenti allettanti, spesso il prestito obbligazionario viene suddiviso in più classi, ciascuna caratterizzata da una specifica combinazione rischio-rendimento, allo scopo di massimizzarne l'attrattiva presso il pubblico, adattandone le caratteristiche alle diverse propensioni al rischio degli investitori.

D'altronde è agevole comprendere che proprio la valutazione del profilo rischio- rendimento di questi strumenti rappresenta una grossa difficoltà per i sottoscrittori, abituati alla gestione di rischi di natura prevalentemente finanziaria. Come noto, l'analisi della tipologia di rischi di cui si tratta risente della peculiarità dei medesimi: bassa frequenza di manifestazione, alta gravità degli eventi, nonché scarsa disponibilità di dati storici su cui basare la distribuzione di probabilità delle perdite. Tali problematiche vengono attenuate dall'intervento di società specializzate, autonome, che emettono un rating ( l'agenzia di rating deve possedere competenze di carattere sia assicurativo, riguardo alla sinistrosità del

portafoglio rischi sottostante, sia finanziario, con riferimento alla valutazione della struttura tecnica del bond e delle eventuali garanzie collaterali poste in essere dalla compagnia) attendibile e indipendente, sul rischio sotteso al cat bond, accrescendo ed accelerando per tal via l'informazione a disposizione degli investitori.10

Coloro che investono in cat bond sono soggetti a due fonti distinte di rischio, in primo luogo il rischio assicurativo che assume il cat bond; il secondo è il rischio di credito associato al conto collaterale. Gli investitori devono essere sicuri che i vincoli sul conto collaterale forniscano una protezione sufficiente affinché possano essere ragionevolmente sicuri del ritorno del loro capitale in assenza di un evento assicurativo.

Il rischio viene valutato in primo luogo attraverso i modelli catastrofali. La modellazione catastrofica unisce i quattro componenti (pericolo, inventario, vulnerabilità e perdita) per aiutare gli assicuratori a prendere le loro decisioni su quali tipi di protezione possono offrire a fronte di un rischio particolare. I tipi di informazioni che raccolgono gli stakeholder e la natura dei loro processi decisionali sono essenziali nello sviluppo di strategie di gestione dei rischi.11

10 Birindelli G.,Ferretti P., Evoluzione del rischio operativo nelle imprese bancarie, Giuffrè, 2006, pp. 130- 137

11 Grossi P., H. Kunreuther, Don Windeler, An Introduction to Catastrophe Models and Insurance, 2005, pp. 39-40

Nel documento I Catastrophe bonds (pagine 51-54)

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