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Le risorse ambientali possono considerarsi un po’ il punto chiave dell’esistenza di una qualsiasi forma di attrattività turistica in una

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destinazione, il cui successo dipende in larga parte dalla loro adeguata valorizzazione ed utilizzo in forma sostenibile; il rapporto tra turismo ed ambiente è infatti fondamentale, e senza di esso di fatto non esisterebbe alcuna forma di attività turistica (Pieroni, Romita, 2003).

La risorsa ambientale nello specifico rappresenta la più classica e fondamentale tra le risorse, base dalla quale poi sviluppare il prodotto turistico di un territorio. All’interno di questa categoria generalmente si includono l’insieme delle risorse idriche di un territorio, quali ad esempio fiumi, laghi, mari, lagune, sorgenti, terme; i paesaggi, con cui si intendono tanto le spiagge, quanto le vallate, le pianure, isole, montagne ed ogni altra forma di paesaggio tipica di un territorio; la flora e la fauna che caratterizzano l’area (Ejarque, 2003), nonché le caratteristiche e particolarità del territorio derivate dall’intervento dell’uomo e quindi, tutti i paesaggi antropici strettamente legati alla storia e all’evoluzione del luogo diventate parte integrante del territorio stesso e per questo ascrivibili come risorsa ambientale, in quanto caratteristica tipica dell’area (Vallerani, 1994).

Il territorio del Veneto Orientale si caratterizza per la presenza di diverse risorse ambientali dove sicuramente l’elemento distintivo che permea l’intero contesto è dato dall’elemento ‘acqua’; oltre infatti all’ormai ben nota esposizione a sud sull’Alto Adriatico che caratterizza l’intera superficie dell’area considerata, il Veneto Orientale, come abbiamo già precedentemente specificato nella prima parte del primo capitolo, è caratterizzato per una fitta orditura idrografica che ha fortemente caratterizzato l’evoluzione e la storia del territorio.

Partiamo quindi con l’analisi delle risorse ambientali del Veneto Orientale proprio nel ricordare come l’area in questione consti di numerosi ambienti fluviali di particolare interesse, essendo il territorio caratterizzato dalla presenza di importanti fiumi quali il basso corso del Piave e della Livenza, il Lemene ed il suo affluente Reghena42, il basso Tagliamento e dal contributo

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Si vuole ricordare relativamente a questo contesto anche il Parco regionale dei fiumi Reghena, Lemene e dei laghi di Cinto, un’oasi naturalistica di particolare interesse che ricomprende l’area tra i fiumi Reghena e Lemene e le ex cave di Cinto, istituito con il preciso scopo di tutelare e valorizzare quest’ambito naturalistico di indubbio pregio attraverso la riqualificazione del territorio e la contestuale promozione di attività economiche e produttive sostenibili, e dove trova spazio anche lo sviluppo di

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di numerosi fiumi minori, canali e rii, tra i quali ricordiamo il Loncon, il canale Nicesolo, il canale del Cavrato, il canale dei Lovi e Lugugnana (Aa.Vv., 1984a) ed il Piavon, che come abbiamo già avuto modo di descrivere nel primo capitolo, unitamente al Bidoggia e al Grassaga, va a formare un importante sistema noto come canale Brian. Al riguardo, in questo accenno alle risorse fluviali dell’area, non si può non menzionare anche la particolarità data dal fatto che molti canali, così come alcuni tratti degli stessi fiumi principali, siano in realtà opera dell’intervento dell’uomo il cui obiettivo principale riguardava la bonifica dell’area circostante, ma nonostante questo sono diventati ormai parte integrante e caratterizzante del territorio (Cagnazzi, 1983).

Continuando l’analisi delle risorse ambientali del Veneto Orientale e mantenendo ancora come comune denominatore l’acqua, non si possono non ricordare in questa sezione le altre importanti zone umide del territorio che, partendo da ovest verso est, includono innanzitutto la Laguna del Mort in zona Eraclea. Si tratta di un’oasi naturalistica di importanza tale da indurre il Comune di Eraclea, a seguito dell’ennesimo incendio del 25 Aprile 2016, ad avanzare la proposta di bloccare l’accesso all’area se non via mare, tutelandola in qualità di zona protetta e limitandone la fruizione alle sole visite guidate ed autorizzate (Cagnassi, 2016).

Proseguendo verso est, ubicata tra Caorle e Bibione, non si può non menzionare Vallevecchia, ovvero uno degli ultimi tratti di litorale rimasto pressoché intatto e risparmiato dallo sviluppo edilizio e che, nonostante le azioni di bonifica perpetrate in particolare negli ultimi 50 anni, rappresenta una zona fondamentale dal punto di vista naturalistico ed ambientale43

separando dal mare ciò che resta dell’esteso sistema lagunare di Caorle, ovvero Valle Zignago, Valle Perera, Valle Grande44 (detta anche Valle Franchetti) e Valle Nova, a cui poi si aggiungono Vallegrande e Vallesina di

forme di fruizione turistica del territorio coerentemente integrate con l’ambiente circostante, nell’ottica di stabilire un rapporto equilibrato tra uomo ed ambiente, di mutuo rispetto ed interrelazione (Provincia di Venezia, 2013).

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Su questo argomento si faccia riferimento al sito web http://www.vallevecchia.it/ - Portale dell’Azienda Pilota e Dimostrativa “Vallevecchia”.

44 Il bacino vallivo di Valle Grande si suddivide a sua volta in tre sottobacini: uno settentrionale, uno

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Bibione; tutti questi complessi vallivi sono tuttora di proprietà privata e dediti in primo luogo all’attività di vallicoltura e alla pratica della caccia, solo Valle Perera e Valle Zignano si contraddistinguono per la presenza di attività alternative, anche se su superfici periferiche, quali rispettivamente l’arboricoltura del legno e l’agricoltura (Zanetti, 2004c). Tra le altre aree umide vanno inoltre ricordate la Palude delle Zumelle e Porto Baseleghe (Vallerani, 1994), nonché la zona del faro di Bibione, che include la Lama di Revellino piccola laguna la cui origine è dovuta alle barre di foce create dal Tagliamento45, la foce del Tagliamento stesso e la pineta di Bibione, con la quale andiamo ad introdurre quindi una nuova categoria di risorse ambientali afferenti al territorio del Veneto Orientale.

Oltre al complesso sistema di fiumi, canali, rii, foci, lagune e valli, nonché litorali che contraddistinguono l’area in esame, il Veneto Orientale si caratterizza anche per la presenza di importanti contesti boschivi, alcuni ‘naturali’, altri di natura antropica; ad esempio, se accenniamo alla pineta di Bibione, non possiamo non ricordare anche la pineta di Vallevecchia, così come quella di Eraclea, che nonostante non sia autoctona, ma piuttosto frutto di un’intensa opera di bonificazione e rimboschimento da parte dell’uomo, è divenuta comunque un elemento caratterizzante del territorio, tanto da valere alla località balneare il titolo di ‘Perla verde dell’Adratico’46.

Le pinete non sono ovviamente gli unici esempi di aree boschive del territorio, di particolare interesse risulta essere anche il Parco Fluviale di San Donà di Piave, area golenale adibita a parco pubblico (Aa.Vv., 1984a), così come il Bosco di Bandiziol e Prassaccon nel Comune di San Stino di Livenza47, dove all’interno del bosco di Bandiziol possiamo trovare il prato

Pra’ del Roccolo, ricostruito in qualità di testimonianza dell’antica tecnica di

45 Su questo argomento si faccia riferimento al Portale dell’Assessorato alle Politiche Ambientali della

Città metropolitana di Venezia, sezione Itinerari Naturalistici. Sito web: http://www.politicheambientali.cittametropolitana.ve.it/

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Su questo argomento si faccia riferimento al sito web http://piavein.org/ - Portale del Piave in, sito dedicato alla valorizzazione del fiume Piave e dei territori che attraversa.

47 I boschi di Bandiziol e Prassacon rappresentano l’ottimo risultato del progetto dall’Amministrazione

del Comune di San Stino di Livenza volto alla ricostruzione dell’originario bosco planiziale che caratterizzava l’area andato distrutto a causa della messa a coltura del territorio e dove l’obiettivo finale è proprio il ripristino dell’ecosistema originale. Per ulteriori approfondimenti si faccia riferimento al sito web http://www.boscodisanstino.ilbello.com/ - Portale del Bosco di Bandiziol e Prassaccon di Santo Stino di Livenza.

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uccellagione in uso dai tempi dei Greci e dei Romani e successivamente tramandata sino ai giorni nostri, ed un piccolo laghetto noto come Palù di Bandiziol, in questo caso ricostruito come ulteriore testimonianza di quello che era l’originario territorio e paesaggio di San Stino di Livenza (APT Provincia di Venezia, 2006a).

Tra gli altri relitti di boschi planiziali di particolare interesse si ricordano poi il Bosco di Lison, il parco di Villa Mocenigo ad Alvisopoli (Aa.Vv., 1982), così come il Bosco di Villa Bombarda48; una piccola menzione merita anche la secolare Quercia di Villanova di Vado (Zanetti, 2002), nel comune di Fossalta di Portogruaro, ultimo segno distintivo dell’antico ambiente forestale planiziale veneto-friulano (Aa.Vv., 1984a).

Per concludere questa rassegna circa le principali risorse ambientali presenti nell’area del Veneto Orientale, come abbiamo già provveduto ad accennare all’inizio del presente paragrafo, si intende includere in questa sezione anche gli ambienti ed i paesaggi antropici, generati dunque dall’intervento dell’uomo, ma divenuti comunque elementi caratterizzanti il territorio.

In primo luogo non si possono non ricordare i paesaggi generati dalla bonifica; si tratta evidentemente di paesaggi non originari, ma determinati dall’intensa opera di bonificazione che ha subito l’area del territorio considerato nell’arco dei secoli, tuttavia sono parte integra del Veneto Orientale e segno distintivo della sua storia ed evoluzione sino ai giorni nostri e che per questo motivo rappresentano un importante risorsa da qualificare e promuovere alla scoperta dell’essenza reale del Veneto Orientale (Buggin, 2014).

Si vogliono infine, includere in questa categoria anche tutte quelle risorse che per così dire, si presentano come conseguenza delle attività produttive in loco e che hanno generato paesaggi tali da contraddistinguere l’area; stiamo parlando innanzitutto delle zone vitivinicole famose e tutelate dai marchi DOC Piave e DOC Lison Pramaggiore49, nonché DOCG Lison (Vallerani,

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Su questo argomento si faccia riferimento al sito web http://www.arpa.veneto.it/ - Portale dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto.

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Per quanto riguarda i vini DOC Lison Pramaggiore si ricorda in questa sede anche la presenza della Mostra Nazionale dei Vini di Pramaggiore che, oltre ad organizzare concorsi di caratura nazionale, si occupa anche di gestire l’Enoteca Regionale del Veneto con la sua mostra annuale di tutti i principali

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1994), alle quali possiamo aggiungere la zona di produzione del Montasio DOP, anche se il Veneto Orientale vi rientra solo limitatamente con Annone Veneto, Summaga di Portogruaro e Porto Santa Margherita di Caorle (Ortoncelli, 2007b) ed infine, la produzione ortofrutticola che permea l’area e che può rappresentare un interessante risorsa da sviluppare sfruttando anche in questo caso le tipicità del territorio, primo fra tutti ad esempio l’asparago di Bibione (Aa.Vv., 1984a).