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CAPITOLO 5 - Ricerca empirica: interviste e questionari autocompilati

2. Le interviste

2.2. Risultati e analisi delle interviste

Sia la Spagna che l’Italia si trovano al giorno d’oggi ad un buon livello di consapevolezza per quanto riguarda le urgenze sociali e ambientali odierne e tale consapevolezza si riflette nella gestione di entrambe le imprese e nel lavoro quotidiano dei miei intervistati.

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In entrambi i casi è emerso come le due cooperative prese in esame possano essere un esempio da seguire per tutte le altre imprese della GDO nei rispettivi paesi, poiché sono loro riconosciuti dei primati importanti e si sono dimostrate più volte all’avanguardia, comprendendo fin dal principio il grande potenziale di una corretta gestione della RSI. Ad esempio, Consum è stata la prima impresa della distribuzione spagnola ad aver conquistato la certificazione ISO 14001 nel 2001, anno in cui, si ricorda, è stato pubblicato il Libro Verde e la RSI era quindi ancora agli inizi. Coop invece, si è già visto più volte come abbia anticipato alcune tendenze in ambito etico-sostenibile, introducendo per prima in Europa i prodotti equo-solidali tra le proprie referenze o attivando per prima in Italia la certificazione sociale volontaria SA8000. Entrambe hanno inoltre iniziato a capire l’importanza di comunicare le proprie attività di RSI già nei primi anni duemila, iniziando proprio in questo periodo a redigere e pubblicare i propri Report di Sostenibilità per rendere i propri stakeholder partecipi dei propri obiettivi e risultati.

Tuttavia, dal punto di vista dell’offerta dei prodotti biologici o ecologici, Coop si è decisamente mostrata più all’avanguardia nell’inserimento di tali referenze tra i propri prodotti a marchio. Vi è infatti uno scarto di ben quindici anni dalla produzione dei primi prodotti biologici a marchio Coop, a partire dal 2001, all’introduzione della stessa categoria tra i prodotti a marchio Consum, avvenuta solo nel gennaio del 2016, quando il biologico era ormai una vera e proprio cultura già diffusa da tempo.

Nella gestione democratica dell’impresa è emerso che Coop tende a coinvolgere in maggior misura i propri consumatori rispetto a Consum, mentre quest’ultima al contrario offre più possibilità di partecipazione ai propri dipendenti. Infatti, nell’intervista a Benassi e Cavazza è stato sottolineato più volte che tutti i soci consumatori, oltre al sistema di rappresentanza indiretta, possono partecipare liberamente alle Assemblee Generali in modo diretto, mentre Alós Moncho non ha accennato a questo tipo di opportunità per i soci Consum. In realtà, come visto nel capitolo 4 al paragrafo 3.2.1. La gestione collettiva di Consum anche a questi ultimi viene permesso di partecipare liberamente alle Assemblee per soci consumatori, stabilendo sì un dialogo biunivoco tra le due parti, ma senza garantire ai soci partecipanti un vero e proprio potere decisionale. Infatti, tali Assemblee sono pensate soprattutto come occasione di confronto e di ascolto, con cadenza ogni tre anni, mentre

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in Coop Alleanza, le Assemblee Generali sono annuali e al loro interno viene anche permesso di votare e approvare i Bilanci di ogni anno di attività. Anzi, in Coop viene data la possibilità di assistere alle assemblee anche ai non soci, offrendo a tutti i partecipanti un buono spesa come incentivo ad iscriversi alla cooperativa e diventare un effettivo socio votante.

Dall’altro canto però, Consum sembrerebbe dare maggiori opportunità ai propri soci lavoratori, includendo tra i propri organi gestionali le Commissioni Delegate e i Comitati Sociali, dedicati appunto interamente ai propri dipendenti e nei quali gli stessi si occupano di discutere sulle decisioni strategiche che la cooperativa deve prendere a livello di amministrazione. Questo tipo di meccanismo non viene invece citato dai responsabili italiani di Coop Alleanza ed è solo accennato nel Bilancio Sociale 2016, in cui però le Assemblee per lavoratori vengono più descritte come un momento di incontro, di scambio di opinioni e di presentazione dei Bilanci più che un vero e proprio organo strategico come in Consum. Certo è comunque che ai lavoratori venga riconosciuto un ruolo fondamentale per la buona riuscita di ogni iniziativa in ambito di RSI, come ha sottolineato Cavazza nella domanda relativa al funzionamento della comunicazione interna di Coop, ad esempio dando loro la possibilità di partecipare a giornate formative, incontri per aumentarne la motivazione e il coinvolgimento nell’impresa, nonché opportunità di carriera e garanzie sulle condizioni di lavoro. Anche in Consum, oltre all’esistenza di organi dedicati, ci si impegna costantemente nel dare valore all’operato dei propri dipendenti e nel creare posti di lavoro stabili alle giuste condizioni e nel rispetto della vita sia lavorativa che privata dell’individuo, dei temi che sono infatti piuttosto ricorrenti nelle campagne comunicative di Consum e per questo ribaditi più volte anche da Alós. Allo stesso modo, dall’intervista è emerso che un tema molto sentito e condiviso con i propri stakeholder è quello della promozione dei prodotti locali e dei piccoli produttori del territorio. Infatti ben il 99,6% degli acquisti di Consum viene effettuato da fornitori nazionali e il 65,58% dalla comunità di appartenenza, allo scopo di favorire l’economia locale, con l’ulteriore vantaggio di abbattere i costi dei trasporti e di limitare l’inquinamento atmosferico. Su questo fronte, non occupandosi Coop Alleanza dei rapporti con i propri fornitori, nell’intervista non sono state ottenute molte informazioni sulla provenienza dei prodotti. Queste sono tuttavia rintracciabili direttamente tra le ultime pagine del Bilancio Sociale, in cui si

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specifica che l’85% di frutta e verdura provengono dall’Italia (il restante 15% importato per impossibilità di coltivazione dovute al clima) e più della metà dalle regioni in cui opera, senza però nessun riferimento ai fornitori di prodotti di altre categorie o alle materie prime utilizzate nei prodotti a marchio. Benassi, in quanto responsabile della sostenibilità, ha preferito invece fare riferimento all’impegno che Coop dimostra nel far rispettare il proprio codice etico da parte dei fornitori (ad esempio con la campagna “Buoni e Giusti”), che devono essere disposti a ricevere ispezioni e controlli che verifichino l’effettiva esistenza di buone condotte lavorative e a collaborare con Coop per risolvere eventuali mancanze, rischiando di essere sospesi, in rari casi limite, per gravi problemi gestionali rilevati.

Per quanto riguarda la comunicazione della RSI nelle due cooperative, già analizzata nel capitolo precedente, dalle interviste non sono emerse particolari differenze, poiché gli strumenti e le modalità di comunicazione di cui dispongono sono apparse piuttosto simili. Le uniche sfumature sono riscontrabili nuovamente nel fatto che Consum punti a coinvolgere maggiormente i propri pubblici interni e a trattare temi quali le politiche di lavoro promosse nell’impresa, l’esistenza di un clima lavorativo positivo, la difesa dei diritti dei lavoratori; la comunicazione di Coop invece è più volta a diffondere i propri valori verso l’esterno, coinvolgendo i consumatori riguardo nuovi traguardi ambientali, nuove iniziative sociali o culturali sul territorio. Si tratta tuttavia di differenze minime, poiché gli intervistati hanno saputo sottolineare quanto l’impegno sia notevole su tutt’e due i fronti in entrambe le cooperative. Entrambe, infatti, dimostrano ogni giorno di saper comunicare in modo costante con i propri pubblici, sia interni che esterni, e di saperli rendere partecipi delle loro iniziative etiche e sostenibili sfruttando al meglio i mezzi e gli strumenti che hanno a disposizione.