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RITORNO DEGLI INVESTIMENTI (%)

al terzo posto, preceduta dalla Siemens e dall’HP che continua a mantenere la seconda posizione. Le prime 5 imprese che nel 1998 crescevano maggiormente, avevano il più alto ritorno negli investimenti e i maggiori profitti nel 2007 non sono più presenti in questo tipo di graduatorie a dimostrazione di come il settore sia in forte evoluzione.

Tabella 3.2 – Le prime 10 imprese IT nel mondo (2007) RICAVI

(milioni di dollari)

CRESCITA (%)

1 Siemens (Germania) 113.473 1 Softbank (Giappone) 129

2 HP (USA) 97.061 2 Elpidia Memory (Giappone) 103

6 Telefonica 68.741 6 TD Ameritrade Holding

(USA)

67 7 Toshiba (Giappone) 60.388 7 Lam Research (USA) 64

8 Nokia (Finlandia) 53.434 8 Qimonda (Germania) 63

9 Microsoft (USA) 49.555 9 Cognizant Tech. Solution (USA) 62 10 Hon Hai Precision (Taiwan) 40.133 10 Asustek Computer (Taiwan) 57

RITORNO DEGLI INVESTIMENTI

6 Cosmote Mobile Telecom (Grecia) 61,1 6 Varian Semiconductor (USA)

104,3 7 High Tech Computer (Taiwan) 59,3 7 Apple (USA) 102,8 8 Millicom Intl. Cellular

(Lussemburgo)

53,6 8 Amazon.com (USA) 99,8

9 Tata Consultancy Svcs. (India) 46,1 9 D-Link (USA) 99,6 10 Vtech Holdinghs (USA) 42,1 10 Priceline.com (USA) 98,6 Fonte: Elaborazione su Business Week (2007)

La caratteristica che contraddistingue tutte le imprese presenti nella classifica è la capacità di rinnovarsi e di innovare, un esempio può essere la Nintendo che ha indirizzato i propri videogames ad un target molto diverso da quello ricercato dai propri concorrenti e questo gli ha permesso di crescere notevolmente.

La classifica generale elaborata dal settimanale Business Week è basata sulla ponderazione dei vari risultati registrati e vede al primo posto la America Mòvil, gruppo messicano impegnato in ambito WiFi. Tra le prime 100 imprese classificate non

compaiono imprese italiane e come si vede dalla tabella 3.3, invece, sono presenti 6 imprese indiane: Bearti Airtel, Tata Consultancy Services, Infosys Technologies, Wipro, Satyam computer Svcs., HCL Technologies, alcune delle quali verranno analizzate nel prossimo capitolo.

Tabella 3.3 – Le prime 24 imprese IT e le indiane al mondo (2007)

IMPRESA PAESE IMPRESA PAESE

1 Amazon.com USA 15 Mobile Telesystems Russia

2 Amercia Movil Messico 16 Accenture USA

3 Telefonica Spagna 17 Nokia Finlandia

4 Hon Hai Precision Ind.

Taiwan 18 Millicom Intl. Cellular Lussemburgo

5 Telnor Norvegia 19 Google USA

6 Aplle Computer USA 20 Cisco Systems USA

7 AT&T USA 21 IBM USA

8 Nintendo Giappone 22 Oracle USA

9 Microsoft USA 23 Tata Consultancy

Services

India 10 China Mobile Hong Kong 24 Anixter International USA 11 Research in Motion Canada 30 Infosys Technologies India

12 Vimpelcom Russia 49 Wipro India

13 BT Group Gran

Bretagna

73 Satyam computer Svcs. India 14 Bearti Airtel India 76 HCL Technologies India Fonte: Elaborazione su Business Week (2007)

A livello europeo è stata elaborata la classifica Truffle 100 che raggruppa le 100 più importanti imprese di software sulla base di una serie di parametri, tra cui anche la capacità di innovare e gli investimenti effettuati nella R&S. Nel 2007 i primi 4 posti sono stati occupati da Sap, Sage, Dassault Systemes e Business Objects; sono presenti anche 7 imprese italiane: Almaviva, Zucchetti, Txt E-Solutions, Elsag Datamat, Exprivia, Gruppo Formula e Selesta (www.truffle100.com).

3.4 – L’India e il software

In questo paragrafo si vuole svolgere una breve analisi del settore del software nel mercato indiano. In primo luogo si tenterà di evidenziare i fattori che fanno dell’India un paese all’avanguardia nel settore in questione e le determinanti che la rendono una delle mete preferite per gli IDE in ricerca delle IMN. Successivamente saranno illustrate le

tendenze in atto e le peculiarità del mercato e infine si presenteranno le politiche intraprese dal governo per rendere ancora più favorevole e attrattivo il mercato per gli investimenti in R&S in generale e più nello specifico, per il software.

3.4.1 – Peculiarità del mercato indiano

Per affrontare la prima questione di questo paragrafo si inizia ad analizzare la situazione di partenza dell’India, che sta vivendo un processo di rapida trasformazione, mai avvenuta così velocemente da quando nel luglio 1991 è stato avviato il processo di liberalizzazione economica da parte dell’allora Ministro delle Finanze Manmohan Singh.

Proprio all’inizio degli anni ’90, sulla base di un debito estero che toccò i 70 miliardi di dollari, il governo accettò un piano di aggiustamento strutturato del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che prevedeva, appunto, una profonda liberalizzazione economica e commerciale. Le riforme del settore finanziario sono avvenute in India molto prima che la crisi finanziaria asiatica le rendesse prioritarie in tutti i mercati emergenti (Tomasello, 2006).

Le IMN del software già dagli anni ’70 hanno iniziato a svolgere R&S in diversi PVS. In particolar modo ciò è accaduto in India ma, la ricerca era limitata a sviluppare prodotti che fossero adatti al mercato indiano. Questa tendenza è poi cambiata negli anni

’80 e soprattutto dal decennio successivo le grandi imprese iniziano ad entrare in diverse industrie indiane. Le IMN sono attirate in questo paese da diversi fattori, primo fra tutti il basso costo del lavoro, ma a ciò va aggiunta la presenza di un’università sviluppata e all’avanguardia che assicura la presenza di figure tecniche e manageriali specializzate di alto livello, l’utilizzo delle lingua inglese negli affari e nelle commercializzazioni ufficiali, la presenza di abbondanti risorse naturali, la posizione geografica che rende il paese una piattaforma ideale per le esportazioni nei mercati asiatici e non vanno tralasciate le politiche e gli incentivi attuati dal governo per attrarre investimenti esteri soprattutto nella R&S. La disponibilità di manodopera specializzata e che utilizza la lingua inglese è molto apprezzata e questo fattore fa preferire l’India ad altri paesi competitori come Singapore, Hong Kong, Cina, Filippine, Messico, Irlanda, Australia e Olanda. Inoltre, si riesce ad offrire un servizio continuato e una riduzione nei tempi, sfruttando la differenza di fuso orario, cosa resa possibile dalla posizione geografica del paese (UNCTAD, 2005). La concorrenza sul costo della manodopera informatica è molto forte tra paesi come l’India, la

Polonia e l’Ungheria e la Cina. Come si vede dal grafico 3.4 il salario medio annuale di un programmatore di questi paesi non è rapportabile al salario conferito negli Stati Uniti che varia tra un minimo di 60.000 dollari ad un massimo di 80.000 dollari all’anno.

Grafico 3.4 – Costo medio annuale di un programmatore (2002; migliaia di dollari)