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territorio della Val di Cecina

III.1.2 Le rocce del Volterrano

Come ampiamente sottolineato nei primi due capitoli, sin dall'Antichità la disponibilità di pietre da costruzione in aree facilmente raggiungibili ha rappresentato un presupposto fondamentale per l'evoluzione delle città. Anche Volterra, che pure vide l'importazione di rocce anche da regioni lontane223,

poté contare sin da epoca etrusca su una serie di pietre locali che ebbero largo impiego nelle attività edilizie224.

- Le ofioliti, rocce sia effusive che metamorfiche, furono cavate soprattutto nella zona di Montignoso (serpentine) e di Montecatini Val di Cecina (basalti).

Largo uso ha avuto il calcare di scogliera, una formazione sedimentaria affiorante a Pignano (a Nord-Est di Volterra), di colore grigio chiaro e costituita dai depositi calcarei dovuti alla precipitazione di carbonato di calcio. Il "calcare di Pignano," impropriamente detto "tufo", fu impiegato nella costruzione di urne funerarie etrusche, ma anche per i conci della Porta dell'Arco e per i sedili del teatro romano225.

L'alabastro, formazione gessifera reperita principalmente in località Querceto, fu impiegato soprattutto nella produzione di urne cinerarie.

Le argille di Volterra erano ovviamente utilizzate per le produzioni ceramiche, e ancora per le urne di minor pregio.

– Fondamentale nelle attività edilizie di Volterra fu la "Panchina", un calcare arenaceo costituito da una massa di sabbia quarzosa saldata da cemento calcareo; molto diffusa in tutto il colle volterrano, la "Panchina" veniva cavata soprattutto in località Monte Bradoni e nei greti del torrente Zambra e del Botro Pagliaio. La "Panchina" fu il principale materiale da costruzione a Volterra sin dall'edificazione delle cerchia

221Cfr. MAZZONI, 2004, PP. 10-12.

222Cfr. TRINCIARELLI, MARUCCI, 1990.

223Cfr. PIZZIGATI, 2007, P. 72.

224Si fa qui ampio riferimento a TRINCIARELLI, MARUCCI, 1990, PP. 34-84.

murarie etrusche226 e vide un massiccio utilizzo anche in epoca

medievale.

La selagite di Orciatico e di Montecatini Val di Cecina è una roccia magmatica compatta, di colore marrone-grigio o nero, ricca di biotite. Presente in quantità massiccia a Montecatini Val di Cecina, il cui borgo sorge proprio su un affioramento di selagite, è una pietra da taglio molto dura, che fu usata per ricavare le tre teste che decorano la Porta dell'Arco di Volterra e per costruire gli scalini di accesso alla cavea del teatro romano227. Nota come "pietra di Montecatini" ebbe largo

impiego nel corso del Medioevo soprattutto per la costruzione di cantonali, stpiti e gradini.

Fig. 62: le principali cave di pietra da costruzione utilizzate nel territorio di Volterra. 1 Pignano ("Calcare di Pignano"); 2 Colle di Volterra ("Panchina"); 3 Montecatini Val di Cecina ( basalti e selagite -"Pietra di Montecatini"-).

Alcune considerazioni sul trasporto delle rocce del Volterrano

Ai fini della presente ricerca non sarà inutile notare come le pietre provenienti da Pignano e da Montecatini abbiano dovuto necessariamente raggiungere Volterra attraverso percorsi stradali, peraltro non particolarmente agevoli in alcuni tratti. Tanto Pignano quanto Montecatini Val di Cecina distano all'incirca 15 Km da Volterra che a passo di bue, secondo i

226In merito alle quali si veda PASQUINUCCI, MENCHELLI, 2000, PP. 39-53.

calcoli che ho riportato in precedenza228, avrebbero richiesto

un giorno/un giorno e mezzo di viaggio (considerando giornate lavorative dei buoi da sei ore). Va detto che le conoscenze attuali non ci consentono di individuare con precisione quale potesse essere l'itinerario percorso per raggiungere Volterra da queste due località. Lacerti di viabilità antica in direzione di Montecatini sono stati individuati in seguito a recenti ricognizioni a partire dall'area a Nord-Ovest di Volterra denominata "il Cipresso": la strada si presenta in parte come una "tagliata" di tipica fattura etrusca, con una carreggiata di più di 2,10 m di larghezza, e sembra puntare chiaramente in direzione della attuale Provinciale del Monte Volterrano229. Il rinvenimento di queste evidenze, unitamente

alla presenza di una probabile area necropolare attraversata da questo percorso230, rende verosimile l'esistenza di un tracciato

antico che corresse grossomodo lungo l'attuale via Provinciale del Monte Volterrano, a quote comprese tra i 360 ed i 200 m; i soli tratti a pendenze più elevate sarebbero stati i pochi km di inizio e fine tragitto, necessari ad inerpicarsi rispettivamente sulle colline di Volterra e di Montecatini.

Fig. 63: possibili percorsi da Montecatini Val di Cecina e da Pignano verso Volterra.

Ancor minori informazioni possediamo in merito alla possibile viabilità tra Volterra e Pignano; una via piuttosto diretta poteva ricalcare l'attuale strada in località Palagione, che corre verso Sud-Ovest da Pignano lungo una cresta posta a quote tra 360 e 400 m; il tratto più difficile da percorrere poteva consistere nella ripida discesa, e successiva risalita, in prossimità di località Roncolla (Fig. 63). Come già accennato in

228Vd. supra, pp. 46-47.

229Cfr. PASQUINUCCI, CIUCCARELLI, 2005, PP. 209-210; PASQUINUCCI, GENOVESI, 2006.

precedenza, non dobbiamo pensare che le strade destinate a questo tipo di trasporti dovessero essere necessariamente lastricate231: una strada glaraeata con rivestimento in terra

battuta poteva essere più che idonea232. Certo, nel caso di

trasporto su carri dobbiamo considerare probabilmente l'esistenza di carreggiate larghe almeno 2,50 m già per l'epoca etrusca233, sebbene forti pendenze e stretti raggi di curvatura

potessero non costituire problemi insormontabili234. D'altra

parte nel caso in cui le dimensioni dei blocchi di "calcare di Pignano" e di "pietra di Montecatini" fossero state modeste poteva non rendersi necessario l'utilizzo di carri trainati da buoi per il loro trasporto: più efficace poteva rivelarsi l'impiego di asini o muli, soprattutto se in presenza di percorsi accidentati o in forte pendenza.

Columella (Rust. 6, 37) definisce ad esempio il mulo come l'animale meglio adattabile al basto; in effetti con questo sistema sia l'asino che il mulo sono in grado di trasportare tra i 100 ed i 200 Kg di carico235. Una carovana di 8 animali può

dunque agevolmente conferire 1 ton di merce, purché ovviamente suddivisibile in parti volumetricamente piuttosto ridotte236. Il mulo, a differenza del bue, è un gran camminatore,

in grado di percorrere 80 Km al giorno (se privo di carichi pesanti)237; con un basto caricato con 150-180 Kg il mulo può

coprire una distanza di 24 Km in un giorno, sviluppando una velocità che va dai 3 ai 5 Km/h a seconda delle condizioni ambientali e climatiche238. Una carovana di muli avrebbe

dunque potuto raggiungere Volterra dalle cave di Pignano o di Montecatini in sole quattro-cinque ore.

Diverso doveva essere il caso degli imponenti blocchi di panchina utilizzati nelle opere di fortificazione della città239:

data la relativa vicinanza delle cave ai cantieri di destinazione poteva anche essere sufficiente trainare i blocchi su traversine di legno mediante l'utilizzo di buoi e/o di argani240; anche

questo sistema avrebbe comunque richiesto la presenza di strade o di rampe adeguate data la pendenza da superare, che

231Cfr. anche QUILICI, 2008, PP. 560-564. 232Cfr. RAEPSET, 1987, PP. 40-41. 233Cfr. QUILICI, 1989, PP. 451-506. 234Cfr. QUILICI, 1987, P. 67. 235Cfr. RAEPSET, 2008, P. 590. 236Cfr. SIPPEL, 1987. 237Ibidem. 238Cfr. RAEPSET, 2008, P. 589.

239 Si veda PASQUINUCCI, MENCHELLI, 2000, PP. 39-53.

si doveva aggirare intorno al 17%.

III.2 Le colonne di marmo lunense del teatro di