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I rotoli di Exultet: peculiarità di contenuto e d’uso

Testo e immagine convivono sulla superficie limitata dei fogli di un manoscritto miniato secondo rapporti di volta in volta stabiliti da ragioni di natura pratica o ideale, comunque in relazione a principi d’ordine gerarchico, o per derivazione da una tradizione più o meno consolidata59. Le possibilità offerte dal codice si possono tuttavia racchiudere nelle interrelazioni di poco variabili volte alla miglior comprensione d’insieme: l’astante si pone di fronte all’esemplare aperto e legge per sé, o racconta nel caso di una lectio pronuntiata, i significati posti in essere dai due programmi affiancati.

L’unica forma libraria in grado di uscire dai canoni tecnici imposti dal formato

codex è il rotolo che, soprattutto a partire dal X secolo, si qualifica come il mezzo di

celebrazione didattico-liturgica per eccellenza nella Chiesa dell’Italia meridionale. Il rotolo come supporto ha, è noto, una storia molto più antica di quella del codice, ma in anni in cui il leggere per fogli risultava la pratica in uso, esso giunge a caricarsi di molteplici significati spirituali, politici, liturgici e segnici che ne fanno quasi una nuova, e unica, forma di comunicazione. Così il ristretto gruppo di esemplari, trentuno60, tutti prodotti nell’area compresa tra Montecassino e Bari61 (passando

59 Cf. G. CAVALLO, Testo e immagine: una frontiera ambigua, in Testo e immagine nell’alto

medioevo, XLI Settimana di studio del Centro italiano di studi sull’alto Medioevo (Spoleto, 15–21 aprile 1993), Spoleto 1994, pp. 31–62.

60 Fanno parte del corpus ventotto rotoli di Exultet; due copie della Benedictio fontis (Roma,

Biblioteca Casanatense, ms 724, II; Bari, Archivio del Capitolo metropolitano); un Pontificale (Roma, Biblioteca Casanatense, ms 724, I) e un frammento con le Orationes solemnes per il Venerdì Santo (Montecassino, Archivio dell’Abbazia, Compactiones, XVI). S.G. TSUJI, Testo e iconografia

nei rotoli dell’Exultet, in Uomini, libri e immagini. Per una storia del libro illustrato dal tardo Antico al Medioevo, a cura di L. SPECIALE, Napoli 2000 (Nuovo Medioevo, 58), pp. 103–140: 105 n. 2.

Tav. 14 Bibbia moralizzata (Parigi, 1220 ca.) New York, Pierpont Morgan Library, M 240, f. 8r

attraverso Fondi, Gaeta, Benevento, Capua, Sorrento, Napoli, Salerno, Troia) in un arco temporale di circa tre secoli, narrano di momenti forti vissuti dalle comunità di riferimento e costituiscono testimonianza storica insostituibile.

La peculiare forma dell’Exultet62, tipologia libraria che è giunta a identificarsi con la preghiera del Sabato Santo, con i fogli uniti l’uno all’altro in successione verticale da fettucce membranacee a formare una lunga striscia che svolgendosi cattura l’occhio durante la celebrazione, ben simboleggia le possibilità concrete di interdipendenza tra i diversi livelli di comprensione dell’immagine cui la moderna analisi critica ci ha abituati63. La struttura del supporto unitamente alla narrazione

iconica64 o, eventualmente, alla lettura della parola, mirano infatti a coinvolgere le diverse categorie di astanti raccolti intorno ad esso. È da sottolineare come in molti

Sono tuttavia da ritenere come parte di un unico insieme le due sezioni del rotolo di Mirabella Eclano, ora a Napoli, Biblioteca Nazionale, cfr. L. SPECIALE In margine al corpus cassinese degli

Exultet: rotoli certi e rotoli attribuiti, in L’età dell’abate Desiderio, III, 2. Storia, arte, cultura, Atti del IV Convegno di studi sul Medioevo meridionale (Montecassino–Cassino, 4–8 ottobre 1987), Montecassino 1992, a cura di F. AVAGLIANO – O. PECERE, pp. 345–437.

61 Unici esemplari a sfuggire a questa classificazione gli Exultet 1 e 3 conservati presso l’Archivio

del Capitolo metropolitano primaziale di Pisa e realizzati con ogni probabilità nella stessa città nei sec. XII e XIII (cfr. A.R. CALDERONI MASETTI, in Exultet cit., pp. 457–458, 465–467).

62 Nonostante siano noti esemplari che tramandano gli stessi contenuti testuali mantenendo la

forma libraria del codice. Un esempio è il ms. Arch di S. Pietro B 78 (sec. XIIIex–XIVin), conservato alla Biblioteca Apostolica Vaticana, un Exultet a tutti gli effetti, con le parti della celebrazione che, accompagnate da iniziali istoriate e miniature tabellari, si succedono con andamento regolare sui fogli che lo compongono. L’esemplare, splendidamente decorato e in passato legato alla figura del cardinale Stefaneschi, – ipotesi poi confutata cfr. V. PACE, Codici miniati a Roma al tempo del primo

Giubileo, in Roma 1300–1875. L'arte degli anni Santi, a cura di M. FAGIOLO –M.L. MADONNA, Catalogo della mostra (Roma Palazzo di Venezia, 20 dicembre 1984 – 5 aprile 1985) Milano 1984, pp. 319–332: 321– riporta nella prima parte, la più antica, la Benedictio cerei paschalis con l'Exultet, il salmo 117 Confitemini Domino e la quinta lamentazione di Geremia. Le iniziali istoriate che contiene mostrano varie fasi della celebrazione liturgica legata alla notte del Sabato Santo: la E di Exultet a f. 3r mostra l'officio svolto da un cardinale diacono su un ambone presso cui è il cero pasquale; nella parte inferiore della pagina l'immagine della Resurrezione di Cristo e delle Marie al sepolcro; a f. 13v la I di In huius mostra nuovamente l'ufficio legato alla cerimonia pasquale in cui compare il cardinale che infilza grani d'incenso nel cero; nell'iniziale istoriata a f. 15r è raffigurata la lettura del testo dell'Exultet compiuta dal cardinale mentre accanto viene acceso il cero pasquale; sul verso dello stesso foglio si osserva la O di O vere beata in cui è raffigurata la prosecuzione del rito mentre un sacerdote si occupa di accendere le lampade sotto l'ambone; l'ultima iniziale istoriata, la R di Recordare a f. 24r, mostra infine il profeta Geremia che assiste al crollo di Gerusalemme in atto alle sue spalle. Tav. 15 (f. 3r), Tav. 16 (15r).

63 Sulla polisemia delle immagini cfr. M. PASTOUREAU, L’illustration du livre: comprendre ou

rêver?, in Histoire de l’édition française, a cura di R. CHARTIER – H.–J. MARTIN, I. Le livre

conquérant. Du Moyen Age au milieu du XVIIe siècle, Poitiers 19892, pp.602–623: 621.

64 Sull’origine del ciclo illustrativo degli Exultet cfr. É. BERTAUX, L’art dans l’Italie méridionale:

de la fin de l’Empire Romain a la conquete de Charles d’Anjou, I, Paris–Roma 1968, pp. 213–240 (rist. dell’ed orig. Paris 1903).

dei casi65 i rotoli liturgici mostrino un’inversione della disposizione del testo rispetto all’immagine, collocata con esplicito intento didattico: comunicare tutta la complessità dell’Ufficio liturgico e, al contempo, far da tramite col divino simboleggiato dall’autorità ecclesiastica raffigurata accanto al potere temporale. Esposti a guisa di manifesti politici, da essi giunge oggi (come già agli occhi del laico e del fedele di mille anni fa) l’opera tangibile compiuta dai principi o dai duchi del luogo in tema di produzione culturale intesa nell’accezione più ampia, legata a committenze architettoniche, liturgiche e d’apparato, con fini marcatamente demagogici. Dalle immagini degli Exultet emergono allora, a testimoniare del momento politico in cui gli esemplari si inseriscono, le raffigurazioni delle autorità temporali locali presenti o passate, accanto a quelle di papi e imperatori (Tav. 17), accompagnate dal testo pro memoria66 .

Altre tipologie figurative si inseriscono poi nella narrazione per immagini tràdita dai rotoli d’Exultet.

Gli episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, collocati in sequenza, richiamano le fonti, l’origine dell’esistenza umana significata attraverso i passaggi chiave della religione di Cristo. Le raffigurazioni simboliche della Vergine, attraverso l’iconografia dell’Elogio delle api (con riferimento alla loro partenogenesi), resa schematicamente con file di arnie e alberi stilizzati nel testimone più antico (Vat. lat. 9820 Tav. 18) ed elaborati con grande inventiva e originalità dall’artista dell’Exultet 1 di Napoli (Biblioteca Nazionale Tav. 19) poi dagli altri, a lavoro sui testimoni di Bari (Archivio del Capitolo metropolitano