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Nel lungo cammino verso l’integrazione non si può trascurare l’importante ruolo ricoperto dai movimenti per l’unità europea.

Riguardo al primo suffragio universale diretto del Parlamento, la loro particolare identità transnazionale, orientata ad un’azione che partisse “dal basso”, per costruire un’Europa unita, ha mostrato quanto sia stato fondamentale il lavoro svolto fin dal secondo dopoguerra. La componente eterogenea dei movimenti ha comunque tenuto sempre ben presente l’obiettivo condiviso di costituire un’Europa federale attraverso la partecipazione della cittadinanza.

Le prime elezioni europee rappresentano l’importante risultato raggiunto attraverso il coinvolgimento popolare, in un momento “statico” del processo d’integrazione, in cui tale ripresa avrebbe portato, in seguito, nell’arco di tempo considerato, ad un’altra tappa fondamentale: l’Atto Unico europeo, momento in cui l’ideale federalista avrebbe contribuito in maniera rilevante. La struttura istituzionale venutasi a costituire alla fine degli anni Sessanta non si dimostrava adatta a gestire gli eventi del periodo successivo. La svolta raggiunta nel corso della Conferenza dei capi di stato e di governo a Parigi, nel 1974 attraverso l’istituzione del Consiglio europeo63, che a partire dal 1975 sarebbe stato convocato tre volte l’anno e, a decorrere dal 1986, due volte l’anno sotto forma di riunioni ordinarie, a parte le eventuali riunioni straordinarie, contribuì alla preparazione dell’evento elettorale realizzato nel 1979.

63 In seguito al vertice di Copenaghen (dicembre 1973), in cui venne prevista la convocazione di riunioni al vertice ogniqualvolta ve ne fosse stata necessità, il vertice di Parigi del dicembre 1974, organizzato dal presidente Valéry Giscard d’Estaing, creò il Consiglio europeo. All’origine di tale creazione, secondo quanto citato nell’atto finale del vertice, “vi è la necessità di un’impostazione globale dei problemi interni posti dalla costruzione europea e di quelli che l’Europa deve affrontare all’esterno”. Venne pertanto conferito al Consiglio europeo un ruolo di promotore politico, sia nel settore comunitario sia nella cooperazione politica. I capi di Stato o di governo, accompagnati dai ministri degli Affari esteri si sarebbero riuniti da allora in avanti tre volte all’anno e ogniqualvolta vi fosse stata la necessità. Cfr. la pubblicazione a cura del Segretariato generale del Consiglio, Il Consiglio europeo: cinquant’anni di conferenze al

L’istituzione del Consiglio europeo rappresenta l’azione intergovernativa scelta per consentire la parziale cessione di potere a livello sovranazionale, attribuendo così agli organismi comunitari una maggiore capacità decisionale.

L’elezione diretta del Parlamento, dal canto suo, avrebbe riconosciuto la necessità di avere istituzioni sovranazionali, per governare l’Europa attraverso la partecipazione delle forze politiche, supportate dal consenso dei cittadini degli Stati membri.

Il processo di unificazione, successivamente, anche grazie al passaggio della sovranità monetaria a livello comunitario, avrebbe altresì raggiunto uno stadio in cui la possibilità di realizzare uno stato federale europeo, sulla base di un processo costituente democratico, sarebbe stata nuovamente considerata.

Alla pari di un’organizzazione politica che fosse anche in grado di rappresentare le idee a livello sovraordinato, la nascita del Sistema Monetario Europeo, (SME), sarebbe stata la risposta economica in un momento in cui l’elettorato doveva muoversi all’interno di una comunità che stava regredendo. Nell’ambito della “riorganizzazione” politico- istituzionale, l’elezione diretta del Parlamento europeo avrebbe legittimato le scelte legate al passaggio dal mercato comune a politiche comuni e all’unione monetaria, attraverso il coinvolgimento dei partiti e dell’opinione pubblica; in queste delicate fasi di cambiamento e in considerazione dell’ultimo e più complesso obiettivo da raggiungere, l’operato dei movimenti ha dimostrato la sua efficacia.

L’attenzione rivolta ai movimenti per l’unità europea in Italia tiene conto della nascita dell’ideale federalista nel 1943 legata alla figura di Altiero Spinelli e al Movimento Federalista Europeo (MFE) fondato a Milano nell’agosto dello stesso anno per sua iniziativa insieme ad Ernesto Rossi. L’obiettivo principale del Movimento consisteva nell’istituire una Federazione Europea democratica che avrebbe accolto tutti quei Paesi che si fossero riconosciuti negli ideali e nel suo programma. Tali aspettative prendevano ispirazione dal famoso Manifesto di Ventotene64 al quale

64 Il Manifesto di Ventotene fu scritto verso la metà del 1941 da Spinelli e Rossi (un professore di economia esponente del movimento liberal-socialista Giustizia e Libertà) al confino sull’isola di Ventotene. Dopo la lettura di due articoli scritti nel 1918 da Luigi Einaudi (ex professore di Rossi) che predicevano che la Lega delle Nazioni non avrebbe evitata

insieme a Spinelli lavorarono Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Momenti di maggior impegno comune di uomini politici e di federalisti furono vissuti durante il Congresso dell'Aia, nel maggio del 1948, quando si diede vita al Consiglio d'Europa e al Movimento Europeo. Nel dicembre dello stesso anno inoltre un Consiglio nazionale del Movimento Europeo si costituì con l’impegno di coordinare i parlamentari più europeisti con il Movimento Federalista Europeo.

Nel 1956, tuttavia, si rese indispensabile un riassetto a causa della contrapposizione venutasi a creare nel campo europeista tra funzionalisti, sostenitori di una progressiva integrazione di mercato tra i Paesi della Comunità, e la maggiore componente federalista che dopo il fallimento della CED aveva assunto una posizione estremamente critica nei confronti della politica europea dei governi, causando a livello internazionale una scissione tra gli stessi federalisti. Fu nel 1973 che il MFE venne ricostituito come sezione italiana dell’Unione europea dei federalisti (UEF); all’interno del movimento sarà presente la Gioventù Federalista europea (GFE) quale componente giovanile che nel 1969 entrerà a far parte della Jeunesse fédéraliste européenne (JEF). Nella strutturazione italiana dei movimenti europeisti la figura di Altiero Spinelli ricorre come presenza costante in occasione di manifestazioni indette dalle stesse organizzazioni. Occorre ricordare infatti il suo ruolo di fondatore del Movimento federalista europeo a capo del quale rimarrà fino agli inizi degli anni Sessanta.

Egli – come ricorda Sergio Pistone - non solo resta membro dell’organizzazione, ma concepisce la sua presenza all’interno delle istituzioni comunitarie (in cui entra senza legarsi a nessun partito) in modo strumentale rispetto alla battaglia federalista per la costituente (intesa come alternativa al metodo diplomatico di costruire l’unità europea) che costituisce il filo conduttore di tutta la sua esperienza federalista e la ragion d’essere del MFE65.

un’altra guerra europea e che proponevano una federazione europea, Spinelli e Rossi studiarono le opere degli autori federalisti britannici contemporanei e scrissero il Manifesto di Ventotene al fine di avviare un movimento per promuovere una federazione europea. Spinelli compose tutte le parti del Manifesto, tranne una che Rossi compose sulla politica economica e sociale, ma ciascuno di loro influenzò quello che l’altro scrisse, (http://www.altierospinelli.org/manifesto/manifesto_it.html).

65 S. Pistone I movimenti per l’Unità europea in Italia, in A.. Landuyt, D. Preda, (a cura di), I movimenti per l’unità europea 1970 – 1986, Il Mulino, Bologna, 2000, p. 59.

Alla presidenza del movimento durante gli anni d’interesse troviamo Mario Albertini66, già presidente dell’UEF dal 1975 al 1984; segretario del movimento dal 1970 al 1980 sarà Alberto Majocchi67 e, dal 1980 al 1986 suo fratello Luigi Vittorio68.

Il Consiglio italiano del Movimento europeo (CIME), componente italiana del Movimento europeo (ME), costituisce dopo il MFE l’alternativa europeistica italiana di grande importanza, a causa della composizione estremamente eterogenea dovuta alla presenza dei partiti di governo, dei sindacati maggiormente rappresentativi e dal 1966, dall’adesione del MFE, evento questo che contribuì alla condivisione, inizialmente a livello nazionale e poi anche in ambito europeo, delle posizioni fondamentali della strategia federalista.

Alla presidenza di una così particolare organizzazione troviamo, nel lasso di tempo considerato Giuseppe Petrilli (1964 al 1985)69, a cui succederà Mauro

Ferri (1986-1988)70 e Mario Zagari (1988-1996)71.

66 Nato a Pavia il 23 febbraio del 1919, filosofo e politico, docente di filosofia della politica presso l’Università degli Studi di Padova è stato sostenitore del progetto di unione federalista per l’Europa rimanendo a lungo alla guida del Movimento Federalista Europeo (MFE) e dell’Unione dei Federalisti Europei (UEF). Collaborò con Altiero Spinelli nel 1953 sostituendolo alla guida del Movimento a seguito del fallimento della CED e alle sue dimissioni. Fondatore della rivista “Il Federalista” nel 1959 a Milano, tutt’ora pubblicata in italiano e inglese. Ha diretto il MFE dal 1966 e l’UEF dal 1975 al 1984. E’ rimasto figura di riferimento all’interno del MFE fino al 1997, anno della sua morte.

67 Nato a Vigevano (PV) nel 1939, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze, ha ricoperto l’incarico di Presidente del Centro Studi sull'Unione Europea e Presidente del Forum per lo Sviluppo Sostenibile nella città di Pavia.E’ stato inoltre Presidente dell'Istituto di Studi e Analisi Economica (ISAE)oltre all’impegno svolto nell’ambito del MFE, (www.unige.it e http://www.nelmerito.com )

68 Nato a Vigevano (PV) nel 1937. Professore di Storia dell’Europa occidentale presso l’Università di Pavia, iniziò ad avere interesse al federalismo proprio nella sede universitaria di questa città in cui l’incontro con Altiero Spinelli e Mario Albertini fu fondamentale per l’approfondimento del pensiero federalista. Nel 1971 fondò il CESFER (Centro Studi sul federalismo, il regionalismo e l’unità europea). E’ stato direttore del MFE dal 1980 al 1987 e direttore del Movimento europeo internazionale dal 1984 al 1987, a Bruxelles. Nel 1999 ha fondato e presieduto il Centro di studi storici sul federalismo e l’unità europea “Altiero Spinelli”, il cui obiettivo è quello di raccogliere archivi dei militanti e dei maggiori personaggi che si sono distinti durante il processo di integrazione, oltre a promuovere la ricerca storica sul federalismo e l’unione europea, (http://www.unipv.eu/site/home.html).

69Nato a Napoli nel 1913 è stato un politico italiano vicino ad Amintore Fanfani. Nel 1958 fu il primo italiano a ricoprire la carica di Commissario europeo agli Affari sociali nella Commissione Hallstein (1958 – 1960). Nel 1960 fu richiamato in Italia prima della fine del suo mandato per ricoprire l’incarico di presidente dell’IRI incarico mantenuto per per quasi vent’anni (1960-1979). Dopo l’esperienza come commissario europeo, Petrilli fu uno dei massimi esponenti italiani del Movimento Federalista Europeo, di cui fu presidente della sezione italiana tra il 1964 ed il 1985, per diventarne poi, tra il 1981 ed il 1985, presidente del Consiglio Internazionale,(http://www.sspa.it,

http://www.senato.it ).

70 Nato a Roma nel 1920 Ha partecipato alla Resistenza romana (1943-44) e fu arrestato per propaganda antifascista nel gennaio del 1944 E' stato segretario della federazione socialista di Arezzo dal 1947 al 1948, dal 1950 al 1953 e dal 1959 al 1963; consigliere comunale e provinciale di Arezzo. Nel 1949 è stato eletto membro del comitato centrale del PSI e nel 1965 della Direzione nazionale. Deputato dalla III alla VI Legislatura, eletto nella circoscrizione di Siena-Arezzo- Grosseto; Presidente del gruppo parlamentare del PSI e poi del Partito Socialista Unificato dal 1964 al 1968. Fu segretario del PSI (1968 - 1969) nel periodo in cui i socialisti erano unificati. Dopo la scissione dei due partiti avvenuta nel 1969, è divenuto segretario del Partito socialdemocratico; quindi ministro per l'Industria nel secondo governo Andreotti (1972-1973). Nel 1979 è stato eletto al Parlamento europeo e ne ha presieduto la Commissione giuridica e poi

Il CIME come sottolinea Sergio Pistone,

non è solo un punto d’incontro fra i partiti, i sindacati e le associazioni partigiane di orientamento europeistico, da una parte, e le associazioni federaliste, dall’altra, ma fornisce un assai rilevante valore aggiunto fondato sul prestigio e l’impegno convinto e tenace del suo presidente e dei suoi collaboratori e sul fatto che l’azione al vertice è integrata da quella locale svolta dai comitati provinciali del CIME costituiti in decine di province72.

Così come nel MFE, all’interno del CIME si ritrovano altre associazioni europeistiche quali l’Associazione italiana per il Consiglio dei comuni d’Europa (AICCE), in seguito trasformatasi in Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (AICCRE), l’Associazione europea degli insegnanti e il Centro italiano di formazione europea a capo del quale Umberto Serafini resterà dal 1980 al 1996 identificando insieme a Mario Albertini e Giuseppe Petrilli la dirigenza più autorevole73 dell’europeismo organizzato in Italia74.

L’azione svolta dai movimenti italiani può considerarsi trainante nei confronti dell’europeismo organizzato75 a livello europeo. Le maggiori

quella istituzionale; in tale veste ha partecipato al progetto di trattato per l'Unione europea. Designato dal Parlamento a far parte del Consiglio superiore della magistratura si è occupato per venti mesi dell'Ufficio studi. Ha presieduto la Corte costituzionale dal 23 ottobre 1995 al 4 novembre 1996, (http://www.pertini.it/turati/a_mferri.html).

71 Nacque a Milano nel 1913 Partecipò, nel periodo clandestino, alla riorganizzazione del Partito socialista di unità proletaria quale organizzatore di un movimento poi confluito nel Movimento di unità proletaria (Mup) fondato da Lelio Basso. Dopo l'8 settembre 1943 venne arrestato a Roma e rinchiuso a Regina Coeli, ma riuscì a farsi rilasciare. Prese poi parte alla Resistenza militare romana. Deputato della Assemblea Costituente (1946-1948) e della I Legislatura (1948-1953). Dal 18 luglio 1952 fece parte dell' Assemblea della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (Piano Shuman). Deputato poi della IV (1963-1968) e V Legislatura (1968-1972),.ministro del Commercio con l'Estero dal 23 marzo 1970 al 17 febbraio 1972 e poi Deputato della VI Legislatura (1972-1976), Zagari continuò senza interruzioni a far parte della Commissione Esteri (III). Dal 1 agosto 1972 al 22 ottobre 1973 fece anche parte della Commissione per il Bilancio Comunità economica europea (Cee). Deputato della VI (1972-1976) e VII (1976-1979) legislatura del Parlamento italiano, Zagari fu anche membro del Parlamento europeo dal 1976 e fece parte della Commissione Politica e della Commissione Giuridica. Dal 1979 fu Vice Presidente. Dal 1988 fu inoltre Presidente del Consiglio italiano del Movimento. europeo. Diresse varie riviste, fra cui "Sinistra Europea" (dal 1954), pubblicazione dell' omonima organizzazione internazionale di cui Zagari faceva parte quale membro dell' Esecutivo Internazionale e presidente della Sezione Italiana, (http://www.archivionline.senato.it).

72 S. Pistone I movimenti per l’Unità europea in Italia, in A.. Landuyt, D. Preda, (a cura di),I movimenti per l’unità europea 1970 – 1986, cit., p.58.

73 Umberto Serafini, padre fondatore dell’Europa, nato a Roma nel 1916 iniziò la militanza antifascista già nel 1935, tanto da dover successivamente rinunciare alla docenza universitaria di Storia delle Dottrine Politiche. Nel 1950, a guida di un gruppo di europeisti, fondò il Consiglio dei Comuni (e successivamente anche delle Regioni) d’Europa al quale divenendo Presidente fondatore della Sezione Italiana (AICCE/AICCRE) dedicò le sue energie dei decenni successivi dirigendo l’importante periodico“Comuni d’Europa”,

(http://mferoma.wordpress.com/2011/01/21/umbertoserafini/ ).

74 Cfr. S. Pistone I movimenti per l’Unità europea in Italia, in A.. Landuyt, D. Preda, (a cura di), I movimenti per l’unità europea 1970 – 1986 cit.

75

“L’europeismo organizzato costituisce la classe politica dell’unificazione europea, chiamata a mobilitare l’europeismo organizzabile – politici favorevoli all’integrazione europea, cui però non assegnino la priorità, e persone che hanno abbandonato la vita politica nazionale, perché consapevoli della crisi dello Stato nazionale, ma che non hanno ancora maturato l’alternativa federalista – e l’europeismo diffuso, ovvero il sostegno generico all’unità europea

iniziative sono state pensate e realizzate dagli europeisti italiani, i quali hanno dimostrato una grande capacità nell’organizzazione e nella mobilitazione costantemente orientata al raggiungimento dell’unità europea, tenendo sempre ben presente il fondamentale coinvolgimento popolare come è possibile riscontrare ad esempio nella lettura di una comunicazione della Questura di Pavia del 9 maggio 1979, qui il Movimento Federalista Europeo si adoperava per convocare una manifestazione, successivamente al primo suffragio universale diretto:

Ad opportuna conoscenza, si comunica che la segreteria del Movimento Federalista Europeo, […] e dell’Union des Federalistes Européens, […], ha organizzato, in occasione della prima riunione, in programma a Strasburgo il 17 luglio p.v. del primo Parlamento Europeo eletto a suffragio universale, una manifestazione europea per “chiedere solennemente una Costituente Europea, una Moneta Europea e un Governo Europeo76.

La crisi che caratterizzò gli anni Settanta mise in evidenza i limiti del metodo intergovernativo e per contro offrì l’opportunità ai movimenti per l’unità europea, soprattutto in riferimento alla componente italiana, “di ricoprire nuovamente una posizione trainante all’interno delle forze europeiste”77.

L’azione svolta per favorire l’elezione diretta del Parlamento europeo muoveva i suoi primi passi già a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, periodo in cui una grande mobilitazione cercava di far comprendere ai governi nazionali ed ai cittadini europei, l’importanza che tale obiettivo avrebbe rivestito, dando forma ad una vera e propria campagna, attraverso una serie di attività orientate a riunire gente per diffondere l’iniziativa.

E’ di questo periodo la lettera a firma dell’avvocato Ghisalberti, presidente della Provincia di Cremona, ai sindaci dei comuni della stessa provincia, che informa circa la costituzione di un Comitato promotore per la raccolta di

presente nell’opinione pubblica”. Cfr. M. Albertini, Esame tecnico della lotta per l’Europa, (1959); e La strategia della

lotta per l’Europa, (1966) entrambi ora in Id. Una rivoluzione pacifica. Dalle nazioni all’Europa, Il Mulino, Bologna,

1999; e M. Albertini, L’integrazione europea, elementi per un inquadramento storico, (1965) ora in Id. Nazionalismo e

federalismo, Il Mulino, Bologna, 1999.

76 Archivio Centrale dello Stato [d’ora in poi ACS], Ministero dell’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza, Ufficio Ordine Pubblico Servizio Ordine Pubblico, Cat. G1 Associazioni (1944-1986) [d’ora in poi Cat.G1], b.341, fasc.

G.5/42.6.

77 U. Morelli, Il movimento federalista europeo sovranazionale e l’unione europea dei federalisti, in A. Landuyt, D. Preda, (a cura di), I movimenti per l’unità europea 1970-1986, cit., p. 668.

firme, a sostegno di una proposta di legge ad iniziativa popolare, per l’elezione di delegati al Parlamento europeo nella quale si legge:

Egregio Signor Sindaco, il persistere della grave situazione internazionale rende sempre più urgente il problema dell’unificazione politica europea.

Si rileva ormai da parte di tutti che la soluzione del problema sta nel ricorso alla volontà popolare, per promuoverne l’iniziativa.

Per tale motivo, il Movimento Europeo ed il Movimento Federalista Europeo, che cercano congiuntamente di promuovere le azioni più opportune per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi di politica europea, si sono fatti promotori di una iniziativa volta ad ottenere che, per forza di volontà collettiva, nel 1969, in concomitanza con le elezioni locali, si proceda alla elezione unilaterale e diretta a suffragio universale dei delegati italiani al Parlamento europeo.

Si attuerà così il libero e vigoroso esercizio di una facoltà che la Costituzione italiana riconosce ai concittadini.

Il Comitato per l’Europa di Milano ed i federalisti […] hanno pertanto deciso di promuovere la sollecita raccolta di 50.000 firme per una proposta di legge per la suddetta elezione unilaterale diretta[…]. Sono certo che anche la S.V. vorrà riservare la Sua autorevole collaborazione all’iniziativa al fine di assicurare la più ampia e qualificata adesione delle forze convinte che sia necessaria l’unificazione politica europea, nella certezza che l’unità europea oggi e l’unità del mondo domani sono obiettivi di fondo che possiamo riconoscere e servire insieme, quali che siano le scelte politiche particolari di ogni cittadino[…]78.

Sempre nel mese di dicembre 1968, l’attenzione riservata dalla questura di Ravenna ad un’altra iniziativa dello stesso tipo, è riscontrabile attraverso una lettera riservata, indirizzata al Ministero dell’Interno, Direzione Generale della P.S., Divisione Affari Riservati con la quale si propone una

[…] raccolta di firme per una proposta di legge per l’elezione diretta dei delegati italiani al Parlamento Europeo.

Per notizia s’informa che l’Amministrazione Comunale di Faenza, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi dell’Europa Unita, ha assunto l’iniziativa di procedere alla raccolta di firme per l’elezione diretta dei Delegati Italiani al Parlamento Europeo.

Sarà preceduta da una settimana di intensa propaganda[…]. Tale raccolta è patrocinata sul piano nazionale dal Movimento Federalista Europeo[…]79.

Qui, a titolo di curiosità, oltre alla modalità in cui viene data notizia in merito all’attività specificata, si può notare l’uso della maiuscola per entrambi i termini “Parlamento Europeo”, in realtà è uno dei molti

78 ACS, Ministero dell’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza, Cat. G1 Associazioni (1944-1986), b. 341, fasc. G.5/42.6.

documenti consultati nell’ambito della ricerca, che hanno evidenziato la percezione “confusa” cui si accennava nell’introduzione, nei confronti di un contesto istituzionale poco conosciuto e percepito con difficoltà, causa di dubbi su come considerare l’istituzione attraverso l’attribuzione dei caratteri maiuscoli o minuscoli.

Da quanto osservato non si può ignorare l’emergere di un chiaro atteggiamento di fiducia/sfiducia nei confronti dell’Europa che inevitabilmente si ritroverà trattando nello specifico delle elezioni.

Chiudendo questa piccola parentesi e tornando al ruolo dei movimenti, occorre far presente che il Movimento federalista europeo (MFE) ha sempre rappresentato il principale riferimento nell’ambito dell’azione organizzativa e di mobilitazione per l’affermazione del processo d’integrazione.

L’intento federalista metteva in primo piano il conseguimento del suffragio universale diretto del Parlamento europeo a completamento di quel grado di democrazia raggiunto fino ad allora mediante la sola economia. Per raggiungere questo obiettivo sarebbe stata necessaria un’azione sovranazionale definita a Strasburgo, in occasione della riunione del Comitato centrale del MFE, nei giorni 26-27 settembre 1970. In quella occasione venne adottato un documento noto anche come “Piano Spinelli” intitolato Piano d’azione per la democratizzazione del Parlamento europeo,