3.1 I MATRIMONI COMUNITARI: DA DOVE VENGONO, DOVE VANNO
3.2.2 Il ruolo dei Self Help Groups
Immaginiamo di scrutare dentro il mandapam o il seva arangam, nel quale si svolgono i matrimoni comunitari. Lasciamo da parte il palco, dove sono sistemate le coppie, e le poche decine di posti a sedere, dove sono accomodati i VIP, e guardiamo verso il pubblico.
Una marea di sari colorati si estende per qualche decina di metri. Bambine, ragazze, fanciulle, signore siedono le une accanto alle altre. I gelsomini che ornano i loro capelli sprigionano un odore che si espande per tutto il pandal. Gli anelli e gli orecchini d’oro rifulgono sotto i raggi del sole. Sorridono e chiacchierano, poi aspettano in religioso silenzio. Chi sono? Le donne dei Self Help Groups. E cosa fanno, radunate a migliaia, a seguire la cerimonia?
In precedenza è stato sottolineato il ruolo degli SHG nella struttura ASSEFA, sorta di collante fra l’associazione e la comunità del villaggio.275 Il nodo e l’originalità di questi matrimoni comunitari riguardano proprio la funzione dei gruppi di donne. Esse svolgono due ruoli fondamentali.
Finora abbiamo ignorato il capitolo economico, ma è lecito domandarsi quali sono le fonti di finanziamento dei matrimoni comunitari. A ogni coppia viene richiesta una quota di iscrizione di 500 rupie (8,60 € ). L’ufficio centrale dell’ASSEFA, grazie ai surplus delle sue attività redditizie, contribuisce per il 50%. Il resto viene donato dai Self Help Groups.
La partecipazione dei gruppi di donne al bilancio delle nozze è un tratto distintivo rispetto ai matrimoni comunitari o ai matrimoni di massa organizzati dalla maggior parte degli altri enti. Infatti, in questi casi l’approccio prediletto è quello caritatevole. L’associazione o l’istituzione in questione copre le spese grazie a fondi propri oppure a donazioni estemporanee, fatte da uomini politici o ricchi benefattori.
Nelle nozze ASSEFA, invece, il protocollo è molto rigido e prevede il rifiuto di qualsiasi contributo esterno. Maniam racconta che “abbiamo ricevuto diverse offerte. I partiti politici volevano venirci incontro, il gioielliere ci ha proposto qualche tali d’oro per le spose, un ricco proprietario terriero avrebbe messo a disposizione un suo appezzamento per montare il pandal e fare la cerimonia.”276 Ma, Loganathan spiega che
“queste sono le nozze dei Self Help Groups, tutta la comunità è invitata a partecipare,
275 Cfr. 1.1.3
276 Da un dialogo personale il 14 febbraio 2006.
ma non vogliamo che altre persone cerchino visibilità attraverso i matrimoni. E, soprattutto, è proprio questo il miglior viatico per episodi di corruzione. No, questi sono i matrimoni ASSEFA. Se vogliono, possono partecipare alla cerimonia tra gli invitati, ma i benefattori qui sono tutti, non vogliamo dover ringraziare nessuno in particolare. O meglio, solo le donne.”277
I Self Help Groups sono invitati a partecipare, anche dal punto di vista economico, sin dalle prime riunioni. Visto che non è facile convincere i vari gruppi a spendere i loro soldi per questo evento, i direttori di progetto provano a trovare gli argomenti giusti. “Innanzitutto” – sostiene Tamilmani, direttore a Thiyagadurgam –
“molte donne SHG hanno legami di parentela con gli sposi, quindi i matrimoni possono beneficiare qualcuno della famiglia.” Ma è vero che in ciascuno dei sette progetti le iscritte a tutti i gruppi variano tra le 5mila e le 15mila unità. In ogni matrimonio vi sono fra i 21 e i 108 coniugi, quindi le persone che hanno un ritorno economico sono un numero relativamente esiguo. “E’ vero” – continua Tamilmani – “ma bisogna tenere
Tab. 8 Ripartizione delle spese per i matrimoni comunitari Contributi /
277 Da un dialogo personale il 2 febbraio 2006.
278 A Thiyagadurgam le coppie erano 37, quindi il totale dell’obolo di registrazione avrebbe dovuto essere 18.500 rupie, ma il direttore del progetto ha deciso di non restituire le quote alle coppie che si sono ritirate nell’ultimo mese.
conto che vi saranno dei matrimoni comunitari anche negli anni a venire. Qualcuna ne beneficia oggi, ad altre toccherà domani. Insomma, la partecipazione è comunque una sorta di buono a rendere per il futuro.”279
I motivi che hanno spinto le donne a partecipare alle spese non sono solo di natura economica. Saroja, animatrice sociale a Vriddachalam, propone il suo punto di vista: “Nella nostra vita commettiamo dei peccati ogni giorno e il nostro obiettivo è purificarci da questi peccati. Offrire tempo e soldi per gli altri è un modo per purificarsi.
Un proverbio tamil dice che aiutare qualcuno a sposarsi equivale a costruire mille templi. Noi e le donne dei Self Help Groups abbiamo preso a cuore l’organizzazione dell’evento anche per questo motivo. Tutto ciò sarà di buon auspicio per i nostri villaggi.”280
I due elementi che hanno spinto le donne a partecipare sono entrambi una forma di credito: il primo è un credito per il proprio futuro economico, il secondo è un credito per il proprio karma futuro. Si investe su una rendita a lungo termine e sull’effetto delle proprie azioni nella vita dei singoli individui della comunità e delle generazioni che verranno.
Entrambi i concetti sono una forma di dono: esso diventa un fatto sociale totale, funzione di un sistema di scambi e relazioni reciproche, che non si esaurisce in una mera prestazione unilaterale (Mauss, 1924). I Self Help Groups normalmente ricevono dei micro-crediti, in questo caso, invece, li elargiscono.
Qualcuno ha sostenuto che l’etnologia è in netto ritardo nella comprensione di questi fenomeni, particolarmente sviluppati proprio nel sud dell’India (Cisilin, 2002: p.
392). L’elemento antropologico e l’elemento finanziario si fondono insieme: non è più possibile scinderli e lasciare la comprensione ai professionisti solo dell’uno o solo dell’altro campo.
I Self Help Groups, però, sono diverse centinaia e non rappresentano un’entità uniforme. Ne esistono di diversi tipi a seconda dell’età, del budget a disposizione e del tasso di restituzione dei prestiti. Per questi motivi l’ASSEFA ha lasciato libertà di scelta a ogni gruppo di donne sulla sua adesione o meno.
La tabella seguente illustra proprio il tasso di partecipazione dei gruppi, i villaggi che fanno parte dell’area di ogni progetto e le coppie che avevano almeno uno dei due coniugi imparentato con una donna SHG.
279 Dall’intervista allo staff ASSEFA di Thiyagadurgam il 24 febbraio 2006.
280 Dall’intervista allo staff ASSEFA di Vriddachalam, il 9 marzo 2006.
Tab. 9 Self Help Groups partecipanti
SHG / Progetti Villaggi e Self Help Groups Coppie selezionate - Villaggi281 SHG totali Partecipanti Nel gruppo Fuori gruppo Chinnasalem 136 411 300 19 46
Il 70% dei gruppi ha aderito al programma di spese dei matrimoni comunitari.
Tra loro le quote di partecipazione sono state molto diverse: si va dalle 50 rupie (0,86 €) alle 2.000 rupie (36 €). Non si tratta mai di cifre particolarmente elevate e sempre alla portata di ogni SHG. Alcune donne hanno fatto delle donazioni spontanee individuali, mentre altri contributi sono arrivati dalle persone e dai progetti ASSEFA di tutta l’India.
Spesso gli eventi, però, hanno il loro punctum dolens, e anche la partecipazione dei Self Help Groups ne ha uno. La loro adesione non è stata sempre così naturale e immediata. In due progetti su sette i direttori hanno fissato delle quote, che i vari gruppi hanno dovuto versare in maniera semi-obbligatoria. Le donne conservavano un margine di autonomia decisionale, nel senso che le quote, divise in base all’età dell’SHG, erano flessibili: si poteva fare una donazione minima o una donazione massima.
Qualcuna è rimasta scontenta. Prema si fa portavoce di questo leggero malessere: “I matrimoni vanno bene, ma il nostro gruppo è stato obbligato a pagare.
Eppoi alcune hanno dato qualcosa, altre non hanno dato nulla. L’idea passi, ma la prossima volta i soldi li mettono loro.”282
I Self Help Groups hanno svolto anche un altro ruolo particolarmente importante. L’ASSEFA per reclutare partecipanti non ha utilizzato annunci pubblicitari, pratica piuttosto in voga per i matrimoni di massa. Il compito di portare il messaggio nei
281 A una verifica successiva presso il Census of Tamil Nadu 2001 mi sono accorto che in realtà in alcuni casi erano stati dichiarati più villaggi di quelli effettivamente registrati dal censimento. Nei taluk di Nilakottai e Vadipatti, che a grandi linee ricalcano l’area del progetto di Nilakottai, risultano 115 villaggi.
Sinceramente mi risulta difficile capire il motivo di una discrepanza così importante. L’ipotesi più probabile è che alcuni villaggi abbiano ulteriori divisioni interne, prese in considerazione dall’ASSEFA, ma non dal Census. Sono certo che non si tratti di un errore umano, poiché questi dati sono stati scritti e discussi dal direttore del progetto in mia presenza. Anche a Vriddachalam e a Tandrampattu vi sono delle leggere discrepanze. In tutta onestà, credo che non sia propriamente un caso, ma al momento di chiudere questa tesi non sono riuscito a comprenderne la ragione. Rimane un piccolo mistero (almeno fino al prossimo viaggio in Tamil Nadu).
282 Da un dialogo personale informale con una donna di un Self Help Group. In questo caso il nome è di fantasia per proteggere l’anonimato della persona in questione.
villaggi, informare le famiglie, raccogliere le adesioni, comunicarle e discuterle con gli animatori è stato tutto appannaggio di queste donne.
È necessario soffermarsi ancora un attimo su questo aspetto poiché ricopre un notevole significato sociale. Nell’illustrare il processo di selezione, per quello che riguarda i matrimoni tradizionali, si è parlato della figura dei matchmaker.283 Se una volta questa funzione era svolta in maniera informale da alcune persone all’interno di ogni villaggio e di ogni casta, oggi si sta trasferendo sempre più ai canali istituzionali:
agenzie e annunci sulle riviste. Il fatto che nei matrimoni ASSEFA siano i gruppi di donne a ricoprire questo ruolo comporta un recupero della dimensione umana della selezione. Non si tratta più di professionisti, ma di persone che mettono in campo il loro bagaglio di conoscenze pratiche della vita nei villaggi.
Sundaresan ricorda che “in fin dei conti, i Self Help Groups non sono altro che una congregazione di madri. Sanno come muoversi e hanno cura delle persone per le quali organizzano il matrimonio: gli sposi potrebbero essere loro figli.”284
Komala, leader di un SHG a Thiyagadurgam conclude: “Mettere insieme le persone e soprattutto metterle d’accordo non è stato facile. Abbiamo incontrato molte resistenze, spesso qualcuno all’interno della famiglia era favorevole e qualcun altro no.
Ma da un certo punto di vista ci siamo anche divertite. Io per il mio matrimonio avrò lavorato qualche settimana, questa volta invece ho messo le mie energie nella preparazione per circa tre mesi, ma alla fine non vedevo l’ora che arrivasse il giorno delle nozze.”285
Ecco il motivo per cui sotto il pandal sono assiepate nonne, madri, zie e sorelle degli sposi di oggi e di domani: possiamo tornare all’immagine iniziale e, questa volta, voltarci verso il palco.
283 Cfr. 2.1.1
284 Da un dialogo personale il 27 marzo 2006.
285 Dall’intervista allo staff ASSEFA di Thiyagadurgam il 24 febbraio 2006.