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Geometrico, gelidamente disadorno, sormontato dalla cupola ottagonale, a fi- nestroni quadrati bipartiti da colonnine, terminata da lanterna (fig. 3), l’ottago- no ospita, a sette metri d’altezza, su ogni lato, negli otto lunettoni, i sarcofaghi in marmo rosa, vuoti ormai, d’altrettanti personaggi del casato Trivulzio, identificati da targhe e scudi in pietra incisa, con le rispettive «imprese», cioè dal sepolcro frontale sull’ingresso interno verso la basilica e in senso orario: Gian Giacomo il Magno, condottiere; Beatrice de Avalos d’Aquino, sua seconda consorte; Gian Nicolò, figlio ed erede del Magno; Paola Gonzaga di Castiglione, consorte di costui; Gian Francesco, figlio ed erede di costoro; Luigi, Ippolita e Margherita, fi- gli di questi; Antonio, padre, e Margherita Colleoni, prima consorte del Magno3.
Sulla destra dell’ottagono, sotto l’arcone col sarcofago di Gian Nicolò Trivulzio, s’apre una cappellina altrettanto spoglia con un altare sconsacrato e affianca- to dalla «solita arma trivulzia» – scudo palato e con dicitura «MAGN[VS] TRIV[VLTIVS] MA[RCHIO] VI[GLEVANI] MAR[ESCALCVS] FRAN[CIÆ]» –, sovrastato da una grande pala (fig. 4) a sua volta rinserrata den- tro una cornice di stucco.
di San Nazaro”, XLVI, 1956, 1, pp. 6-8, e 2, pp. 6-8; E. Villa, La ricostruzione romanica della «Basilica
Apostolorum S[an]cti Nazarii in Brolo» • Dove e come sorse il Mausoleo di Gian Giacomo Trivulzio. Quale il suo uso e il suo stato attuale di conservazione, [Milano] 1956, pp. 39-48 (Dove e come sorse il Mausoleo di Gian Giacomo Trivulzio. Quale il suo uso e il suo stato attuale di conservazione); C. Baroni, Documenti per la storia dell’Architettura a Milano nel Rinascimento e nel Barocco, II, Roma 1968, pp. 133-147 (San Nazaro in Brolio); M. Valsecchi, Gli Arazzi dei Mesi del Bramantino, Milano 1968, pp. 55-61; P. zambrano, «Al museo immaginario delle tombe». Tipologie funerarie in Lombardia nel primo Rinascimento, in Scultura lombarda del Rinascimento. I monumenti Borromeo, a cura di M. Natale, Torino 1997, pp. 19-45: 36-37;
L. Giordano, La cappella Trivulzio, in Lombardia rinascimentale. Arte e architettura, a cura di M.T. Fiorio, V. Terraroli, Milano 2003, pp. 257-259; G. Stolfi, Riflessioni sulla cappella Trivulzio in San
Nazaro a Milano, in Aspetti dell’abitare e del costruire a Roma e in Lombardia tra XV e XIX secolo, a cura
di A. Rossari, A. Scotti, Milano 2005, pp. 279-295; L. Giordano, L’ordine dorico della cappella
Trivulzio nel contesto lombardo di primo Cinquecento, in Immagine e Ideologia. Studi in onore di Arturo Carlo Quintavalle, a cura di A. Calzona, R. Campari, M. Mussini, Parma 2007, pp. 476-480.
3 O. Boldoni, Epigraphica sive Elogia Inscriptionesqve Quoduis genus pangendi ratio vbi de
inscribendis Tabulis, Symbolis, Clypeis, Trophaeis, Donarijs, Obeliscis, Aris, Tumulis, Musaeis, Hortis, Villis, Fontibus, Et si qua sunt alia huiusmodi Monumenta, facili methodo dissertatur Subiectisque Exemplis Antiquis, ac Recentibus Nonnullis etiam ex vtriusque nondum vulgatis Praecepta dilucidantur. Auctore Octavio Boldonio Mediolanensi ex Clericis Regularibus Barnabitis Ordinis S. Pauli, Episcopo Theanensi. Ad Serenissimvm Cosmvm Medicevm Etrvriae Principem, Avgvstae Pervsiae, Ex
Typographia Camerali, & Episcopali, Apud Bartolos, & Angelum Laurentium, 1660, pp. 167-168; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di Milano dal secolo VIII ai giorni nostri raccolte
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Il dipinto riproduce il «miracolo della Madonna di Lonigo» (fig. 7): il 1° mag- gio 1486, nella chiesetta di San Pietro in Lamentese di quel borgo, a sud-ovest di Vicenza, a metà strada fra Verona e Padova, un affresco della Vergine, pugnalato da un criminale all’occhio sinistro e al petto, si sarebbe animato, la Madonna si sareb- be coperta con la mano sinistra l’occhio offeso e con la destra la ferita al costato, e a ciò avrebbe fatto seguire anche miracoli accertati dall’episcopato del vicentino. La devozione all’immagine miracolosa si diffondeva nell’intera area del Veneto e della Lombardia veneziana, almeno sin al Bresciano, originando da un lato il dono d’infiniti ex voto al santuario della Madonna dei Miracoli, presto eretto a ridosso dell’antica chiesetta di San Pietro4; dall’altro la diffusione del culto della Madonna
leonicena, con riproduzione della stessa icona mariana in base a quell’originale5.
4 D.L. Toffanin, Della Madonna di Lonigo. Memorie storiche, Lonigo (Vicenza) 1887; R.
Borella, Il santuario di Madonna di Lonigo, Verona 1969.
5 G. Fogolari, Le tavolette votive della Madonna dei Miracoli di Lonigo, “Dedalo”, II, III, 1922,
pp. 582-598.
L’esemplare milanese, tempera su tela, dimensioni cm 171,5 di base per 215 d’altezza, oggi in non buone condizioni e con cadute di colore, raffigura precisa- mente il miracolo di Lonigo: incoronata, seduta sotto l’«albero della vita», con al vertice un pellicano che nutre i piccoli del proprio sangue, al centro Cristo cro- cifisso, sui rami ai lati i dodici apostoli – sei per parte –, Maria si copre con la sini- stra l’occhio offeso, con la destra stringe al petto un libro di salmi. Il dipinto, forse di modesta ma non sciatta fattura, corrisponde al soggetto analogo tratteggiato da Simona Tozzo, conservato all’abbazia olivetana di Rodengo presso Brescia (1533), in cui è una «Madonna leonicena a figura intera», «incoronata e seduta ai piedi dell’albero della vita a cui è crocifisso il Cristo tra due angeli»: «l’albero della vita si snoda in tralci che racchiudono le effigi dei dodici apostoli, a cornice del Cristo crocefisso», al vertice di cui sta «un pellicano che offre il suo sangue ai propri piccoli per sfamarli, chiara allusione al sacrificio eucaristico», in un’imma- gine corrispondente «all’iconografia che si diffuse tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento». La Tozzo stessa nota quindi che «a Milano si trova forse il dipinto più singolare dal punto di vista iconografico»:
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Gian Giacomo Trivulzio, capitano milanese al servizio della Francia e uno dei personaggi più celebri del primo Cinquecento lombardo, dedicò un altare del- la sua cappella funeraria nella basilica di San Nazaro proprio alla Madonna di Lonigo, della quale probabilmente conobbe il potere taumaturgico quando vin- se una battaglia nel territorio leoniceno. [...] Sull’altare è ancora presente la tela, di formato rettangolare, commissionata dal capitano entro il 1518, anno della sua morte. Il dipinto si rivela di eccezionale interesse, essendo una delle immagi- ni cronologicamente più vicine all’anno del miracolo, ma soprattutto poiché è l’unico caso in cui l’immagine primitiva è stata riprodotta nella forma più fedele all’iconografia originaria. La copia dell’affresco leoniceno, pure se con qualche licenza, riproduce anche l’edicola con la decorazione cinquecentesca a stucco blu e oro che incornicia l’immagine, sostituendo i simboli olivetani alla base del- le lesene con i simboli del potere civile del committente6.
Per tradizione, in effetti, la cappella laterale della «Trivulza» risulta intitolata alla Madonna di Lonigo, caso unico per un territorio esterno al dominio della Repubblica di Venezia, a riprova dell’importazione nel Milanese ducale del cul- to leoniceno, come registrato da una storiografia ormai sedimentata: «È degno di altissima nota che una copia di questa Miracolosa Immagine Gian Giacomo Trivulzio vincitore in una battaglia presso Lonigo abbia voluto collocare nella sua cappella in Milano costruita nel 1518 nell’antichissima basilica di San Nazzaro», annotava Quirico Tassello, fra i primi divulgatori di quell’iconografia mariana, nel 19427. Ma quando, e soprattutto perché il Magno – com’è d’abitudine chiama-
to quel condottiere – trasla nella sua Milano il culto della Madonna leonicena? Per tentare una risposta, si possono considerare tre profili della vicenda: l’epoca d’ideazione della cappella Trivulzio, il momento del contatto del Magno con il miracolo alla Madonna di Lonigo, le circostanze della scelta d’intitolare l’altare e donare l’icona alla basilica di San Nazaro.
E il primo non lascia spazio agli «enigmi» adombrati nel recente, deplorevole catalogo a firma di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi sulle ope- re milanesi del Bramantino, cioè di quel Bartolomeo Suardi, sostanzialmente pittore di architetture, dato per autore dell’edificio8. un documento attesta, in
6 S. Tozzo, Gli ex voto di Madonna di Lonigo: storia di una devozione, in Le tavolette votive della
Madonna dei Miracoli di Lonigo. Catalogo e ricerche, a cura di A. Lora, G. Maccagnan, N.
Nicolin Tonelato, A. Tozzo, S. Tozzo, Vicenza 2005, pp. 19-25: 20-21.
7 Q. Tassello, Storia del Santuario della Madonna dei Miracoli di Lonigo, Verona 1942, p. 133. 8 G. Agosti, Bramantino a Milano, in Bramantino a Milano, catalogo della mostra (Milano,
effetti, in modo incontrovertibile l’avvio del progetto della cappella Trivulzio: il testamento – sostitutivo di quello del 2 agosto 1504, notaio Gabriele Sovico, ove Gian Giacomo Trivulzio ordinava di seppellire il proprio cadavere a San Nazaro in un’«archa marmorea eleuata à terra saltem pro brachia octo vel circha laborata»9 – del 22 febbraio 1507, notaio Battista Caccia Castiglioni, nel quale
il condottiere stabilisce che la sua spoglia mortale sarà inumata in una «capella per prefatum dominum testatorem construenda et fundanda», in «vno sepulcro in ea construendo»10. un mutamento intervenuto, come pure è ben noto, per
l’incontro a Milano del Trivulzio con Leonardo da Vinci, al quale commissiona appunto quel «sepulcro», e cioè un monumento funebre11.
Castello Sforzesco, 16 maggio - 25 settembre 2012), a cura di G. Agosti, J. Stoppa, M. Tanzi, Milano 2012, pp. 21-79: 68.
9 Milano, Archivio di Stato (d’ora in poi ASMi), Atti dei Notai di Milano, Sovico Gabriele q.
Giovanni, fil. 2.023 (3.5.1503-28.10.1505), s.n. Testamentu[m] Jllustris.[simi] d[omi]ni Jo.[hannis] Jacobi
Triultij, [Milano], «Jn Nomine domini anno a natiuitate eiusdem Millesimo quingen[tes].imo
quarto Jnditione Septima die veneris secundo m[en]sis aug[ust]i».
10 ASMi, Atti dei Notai di Milano, Caccia Castiglioni Battista q. Nicolò, fil. 4.152 (19.11.1506-
21.3.1509), s.n. Testamentum Jllustrissimi d[omi]ni Jo.[hannis] Jacobi Triultij, [Milano], «Jn Nomine domini anno a natiuitate Eiusde[m] millesimo q[ui]ngentesimo septimo Jndictione decima die lune vigesimo secu[n]do mensis februarij».
11 Nell’ampia bibliografia, si vedano almeno: P. Müller-Walde, Beiträge zur Kenntnis des
Leonardo da Vinci. VII. Leonardo da Vinci und die antike Reiterstatue des Regisole. Einige Entwürfe Leonardo’s zum Reiterdenkmale für Gian Giacomo Trivulzio. Plaketten des Berliner K. Museums nach Studien Leonardo’s zu Reiterdenkmälern und zur Darstellung der Reiterschlacht von Anghiari,
“Jahrbuch der Königlich Preußischen Kunstsammlungen”, XX, IV, 1899, pp. 81-116; L. Beltrami,
La ricostituzione del monumento sepolcrale per il maresciallo Trivulzio in Milano di Leonardo da Vinci,
“La Lettura”, XX, 2, 1920, pp. 84-90; C. Baroni, Leonardo, Bramantino ed il mausoleo di G. Giacomo
Trivulzio, “Raccolta Vinciana”, XV-XVI, 1934-39, pp. 201-270; G. Castelfranco, In margine alla Mostra didattica leonardesca. Il preventivo di Leonardo per il monumento sepolcrale di Giangiacomo Trivulzio, “Bollettino d’Arte”, s. iv, XL, 1955, III, pp. 262-269; L.H. Heydenreich, Bemerkungen zu den Entwürfen Leonardos für das Grabmal des Gian Giacomo Trivulzio, in Studien zur Geschichte der europäischen Plastik. Festschrift Theodor Müller zum 19. April 1965, a cura di K. Martin, H. Söhner,
E. Steingräber, H.R. Weihrauch, München 1965, pp. 179-194; C. Pedretti, The Drawings
and Miscellaneous Papers of Leonardo da Vinci in the Collection of Her Majesty the Queen at Windsor Castle, London 1987, pp. 89-115 (XV. Studies for the Trivulzio Horse c. 1508-13); A. Bernardoni, An Abiding Obsession. Leonardo’s Equestrian Projects, 1507-1519, in Leonardo da Vinci and the Art of Sculpture,
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4. Pittore veneto (Girolamo dai Libri?), Madonna di Lonigo, 1517 circa. Milano, San Nazaro in Brolo, cappella Trivulzio
2. La fabbrica della «Trivulza» a San Nazaro
Pure il secondo profilo, il quesito sull’epoca d’incontro del nostro con il culto della Madonna di Lonigo, sembra non arduo da sciogliere. Nel corso della vita, il Trivulzio passa sei volte in territorio veneziano: giovinetto (è nato a Crema il 24 giugno 1442), militando nella guerra di Francesco Maria I Sforza, duca di Milano, alla Repubblica di Venezia (1451-1454); in partenza e al rientro dal pel- legrinaggio a Gerusalemme (1476); mentre è nel Bresciano per la Guerra del sale (1483-1484); all’inizio e poi al termine della spedizione nel Trentino contro Massimiliano I d’Absburgo, imperatore del Sacro Romano Impero (1508); nel conflitto della lega di Cambrai contro Venezia (1509-1511); nella fase finale della campagna per la riconquista del Milanese di Francesco I di Valois-Angoulême, re di Francia, con l’assedio di Brescia, allora occupata dalle truppe di Ferdinando II de Trastámara, re di Castiglia e d’Aragona (1516). Le prime tre volte, il culto leoniceno ancora non esiste; restano le altre tre occasioni, con una più alta pro- babilità per gli anni 1509-1511, allorché il condottiere guida di persona le truppe francesi nel Veronese, come attestano tutte le fonti coeve, in maniera puntuale le note dei Diarii di Marin Sanudo, segretario del Maggior Consiglio veneziano12.
12 I diarii di Marino Sanuto. Tomo VIII (I marzo MDIX - XXXI luglio MDIX), a cura di N.
5. Pittore veneto (Girolamo dai Libri?), Madonna di Lonigo, 1517 circa, particolare con stemma Trivulzio. Milano, San Nazaro in Brolo, cappella Trivulzio
6. Pittore veneto (Girolamo dai Libri?), Madonna di Lonigo, 1517 circa, particolare con stemma de Avalos. Milano, San Nazaro in Brolo, cappella Trivulzio
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Il terzo profilo, l’incitamento per il Magno d’intitolar la cappella di San Nazaro e di donare il dipinto, pare invece non altrettanto intuitivo e impone di tentare di fissare altri elementi circa l’effettiva fabbrica della «Trivulza». Se la decisione di farsi costruire e monumento sepolcrale contenuto e cappella involucro si può difatti far coincidere con certezza col secondo periodo dell’istanza a Milano di Leonardo13 – incaricato della tomba con statua equestre, destinata alla glorifica-
zione post mortem del condottiere –, tra l’inizio giugno 1506 e l’inizio settembre 1507; molte incertezze rimangono sull’avvio del cantiere, nonostante un utile indizio: un carme del canonico Giovanni Biffi il quale, fatto cenno all’«altare assumpt[i]o[n]is gloriosissimæ uirginis Marie in templo .s.[ancti] Nazarii .p.[ortæ] Ro.[manæ]», attesta che l’arcipresbitero dei dodici sacerdoti designati al cano- nicato, Francesco Galassi, «Ad omnes Ciues Mediolanenses in die Epiphaniæ quo incohata & auspicata est canonica ad altare. prædictum ad Ianuam magnam .s.[ancti] Nazarii: cantauit missam»14; lasciando dunque intendere come, al 6
gennaio 1512, la struttura è avviata e ospita delle funzioni.
Da cui però l’evidente ritardo nella fondazione della cappella, che inevitabilmente si riverbera sul momento e, si direbbe, sul motivo della titolazione. Dal testamento del 22 febbraio 1507 alla cerimonia del 6 gennaio 1512, cinque anni paiono trascorsi senza gran costrutto se allora la fabbrica è appena agli inizi. Già s’è tentata un’in- terpretazione del rinvio, ripercorrendo sui disegni di Leonardo il consueto, inter- minabile iter dell’artista sino al progetto finale, connesso col conteggio, nel Codice
Atlantico, per il «sepulcro di messer Giovannj Iacomo da Trevlso»15; datato da taluni
al 1507 stesso allorché, preventivo esecutivo, difficilmente può precedere il 1511, anno ad quem degli schizzi definitivi per il monumento: ciò che induce a ritenere il delineatore della «Trivulza», il contenitore appunto, non possa definire l’architettu-
Barozzi, Venezia 1882; I diarii di Marino Sanuto. Tomo IX (I agosto MDIX - XXVIII febbraio
MDX), a cura di F. Stefani, Venezia 1883; I diarii di Marino Sanuto. Tomo X (I marzo MDX - XXXI luglio MDX), a cura di G. Berchet, Venezia 1883; I diarii di Marino Sanuto. Tomo XI (I agosto MDX - XXVIII febbrajo MDXI), a cura di R. Fulin, Venezia 1884.
13 M. Viganò, «Leonardo da Vinci fuggiva attraverso la pianura lombarda…». Suggestioni su opere a
Milano (1499, 1506-1507), “Raccolta Vinciana”, XXXIII, 2009, pp. 109-140.
14 G. Biffi, Johannes Biffvs Sacerdos Mediolane[n]sis Canonic’ ad altare assumpt[i]o[n]is gloriosissimæ
uirginis Marie in templo .s. Nazarii .p. Ro.[manæ] Mediolani Reuere[n]do i[n] x[ris]po patri .d. Francisco Gallassio Mediolane[n]si archip[re]sbytero p[re]dictæ canonicæ […] carmina, Impressum Mediolani,
impensa Ven. uiri .d. Io. Biff. s. M. torculo magistri Gotardi pontici ad Satyr., «die .xiiii. Augusti M.D.XII.», cc. a iv.-a ii.
15 Milano, Biblioteca Ambrosiana, s.n. Codice Atlantico, [fine del XV-inizi del XVI secolo], fol.
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ra dell’edificio sino a questa fase di definizione della struttura del contenuto, ovvero del sepolcro, e solo in seguito possa tracciarne il progetto e aprirne il cantiere16.
A questo punto parrebbe evidente che, avviata a fine 1511, l’opera potrebbe veni- re intitolata alla Madonna leonicena in conseguenza dell’incontro del Trivulzio con quella devozione tra il 1508 e il 1509-1511. Senonché, neppure il 1512 si conferma anno dirimente per la questione. A dispetto infatti del tomo di Agosti, Stoppa, Tanzi – che, pedantemente, senza verifica, cita da letteratura precedente, e da un regesto a cura di Roberto Cara, «prime messe» celebrate a un presunto «all’altare della Madonna di Lonigo»17, basandosi sul Biffi – chiunque non men-
zioni a vanvera quel carme, ma lo legga, coglie la citazione all’«altare assumpt[i] o[n]is gloriosissimæ uirginis Marie», e non di quella leonicena.
Né vale l’escussione d’un opuscolo a stampa, peraltro non «post 1623» com’è indicato ma del 1621, in cui si legge: «Illust.[ris] D.[ominus] Io.[hannes] Iacobus Triultius ante annum 1512. fecit suis impensis ædificare Capellam, seu Ecclesiam sub f.t. Sanctæ Mariæ de Lonigo in Cœmiterio Ecclesiæ Collegiatæ S. Nazarij in Brolio Mediol.»18; poiché in un manoscritto nella stessa camicia, e anterio-
re, viene così diversamente attestato: «Anno 1617 [corretto dall’estensore 1517] Ex[cellentissi].mus D.[ominus] Jo:[hannes] Jacobus Magnus Triuultius erexit
Capellam amplissimam ante fores Ecclesiæ S[anc].ti Nazarij, eamq[ue] opulen-
tissimis facultatibus dotata S[anc].tæ Mariæ de Lonigo dicauit»19. Documento
ineccepibile, assevera i rogiti tramite i quali il Magno si accorda col capitolo di San Nazaro perché sia «p[er]fetionata la già principiata sua Capella, e scuro- lo nel luogo avanti d[ett].a Chiesa» (14 novembre 1516)20, erige la cappellania,
16 M. Viganò, Gian Giacomo Trivulzio e Leonardo. Appunti su una committenza (1482-1518),
“Raccolta Vinciana”, XXXIV, 2011, pp. 1-52.
17 Agosti, Bramantino a Milano, cit., p. 68; Regesto dei documenti, a cura di R. Cara, in
Bramantino a Milano, cit., pp. 299-340: 312.
18 ASMi, Consiglio degli Orfanotrofi e del Pio Albergo Trivulzio, Pio Albergo Trivulzio, Famiglia
Trivulzio, Trivulzio Archivio di Milano, b. 154 (San Nazaro in Brolo), fasc. 9 (1621 - Memoriale
dell’organizzazione del beneficio della Cappella di S. Maria di Lonigo, di patronato Trivulzio, poi passato al Coro di S. Nazaro), s.n. Benefizi in S. Nazaro, «1621».
19 ASMi, Consiglio degli Orfanotrofi e del Pio Albergo Trivulzio, Pio Albergo Trivulzio, Famiglia
Trivulzio, Trivulzio Archivio di Milano, b. 154 (San Nazaro in Brolo), fasc. 8 (1617 - Appunti sulle
vicende del beneficio della Cappella di S. Maria di Lonigo presso S. Nazaro), s.n. [Note], «1617».
20 Milano, Archivio Fondazione Trivulzio (d’ora in poi AFTMi), Culto, Chiese e Benefici, b. 2
(Comuni Milano - a-z), fasc. 33 (S. Nazaro in Broglio), stf. s.n. (Cappella Trivulzio conosciuta sotto il nome di S[an].ta Maria Assunta, Paradiso o S. Maria di Lonigo Fondata e dotata dal Magno
la dota, la intitola (27 giugno 1517)21, come ribadisce ad abundantiam pure un
«SVMMARIVM» a stampa degli atti, nel primo XVIII secolo22.
Circa la ripresa dei lavori in quel torno – dopo la lunga interruzione all’abbando-
- Per primo atto leggesi la Nota delle Jscrizioni sepolcrali poste ad otto tombe delli defunti Trivulzio le cui ceneri sono allocate in essa Cappella - 1507 al...), doc. 2. [Rogito notarile], «Anno à Natiuitate eiusdem Millesimo quingentesimo sexto decimo Jndictione quinta die Veneris quarto decimo mensis Nuembris».
21 AFTMi, Culto, Chiese e Benefici, b. 2 (Comuni Milano - a-z), fasc. 33 (S. Nazaro in Broglio), stf.
s.n. (Cappella Trivulzio conosciuta sotto il nome di S[an].ta Maria Assunta, Paradiso o S. Maria di
Lonigo Fondata e dotata dal Magno Trivulzio nel 1516 posta sul limitare della sudd[ett].a Chiesa
verso il Corso di P.[orta] R.[omana] - Per primo atto leggesi la Nota delle Jscrizioni sepolcrali poste ad otto tombe delli defunti Trivulzio le cui ceneri sono allocate in essa Cappella - 1507 al...), doc. 3. [Rogito notarile], «Anno Natiuitatis eiusdem millesimo quingentesimo decimo septimo Jndictione quinta die sabbati vigesimo septimo mensis Junij».
22 AFTMi, Culto, Chiese e Benefici, b. 3 (Comuni Milano - S.[an] Nazaro in Brolo), fasc. 39 (S.[an]
Nazaro in Broglio - Benef.[icio] di S[an].ta M[ar]ia di Lonigo fondato dal Magno Trivulzio - Atti
in Causa sul juspatronato 1704-1716), stf. s.n. (1704. al 1716 - Cappella di S[an].ta M[ar]ia di Lonigo),
doc. 23. SVMMARIVM, [1704?].
8. Anonimo, Capitello con stemmi Gonzaga, Trivulzio, Colleoni, de Avalos, 1518 circa. Varese, Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte (inv. 248)
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no del ducato di Milano alla Lega Santa da parte dei francesi, quindi del Trivulzio stesso (19 giugno 1512 - 1° settembre 1515), e sino al trattato di Noyon (13 agosto 1516), al concordato di Bologna (18 agosto 1516), alla pace di Friburgo (29 novembre 1516), con una momentanea cessazione del conflitto scatenato dal pontefice Giulio II nel 1511 –, fanno fede, è noto, distacchi di lapicidi dalla fabbrica del Duomo il 6 luglio 151723, 27 agosto 151724 e 22 marzo 151825, per
servire il Trivulzio «Jn quodam opere cepto ad eccl[es]iam Sancti Nazarij». Sin qui la cronologia della costruzione, dedicata il 7 ottobre 1518 ma formalmen- te conclusa il 12 febbraio 1520 da Gian Francesco Trivulzio, nipote del Magno, come provano le sue note autografe «spese che io hò pagate, in fare edificare, et
23 «Deinde audito d[omi]no Ludouico Lunerio petente nomine Jll:[ustris] d[omi]ni Jo:[hannis]
Jacobi Triultij a p[redic].tis d[omi]nis deput:[atis] vt velint concedere licentiam Jnfr[ascript]is lapicidis
p[redic].te fabrice v[ideli]z[et] mag[ist]ris ambrosio Vindono, Nicolao de merate: Jo: petro de oxio
petro antonio de meliis, Jo: Jacobo de B[er]gamo, Francisco de gluxiano, et Jo: Jacobo de brioscho eundi ad laborandum Jn quodam opere cepto ad eccl[es]iam Sancti Nazarij p.[orte] R.[omane] m[edio]l[an]i nomine p[redic].ti Jll:[ustris] d[omi]ni Jo:[hannis] Jacobi pro eodem sallario quod
eisdem mag[ist]ris datur per p[redic].tam fabricam singulo die, et ad illud tempus quod placuerit
p[redic].tis d[omi]nis deputatis p[re]fati autem d[omi]ni deputati requisitioni p[re]dicte annuere
Volentes dictam licentiam concesserunt et concedunt s[upra]s[crip]tis omnibus lapicidis utsupra no[m]i[n]atis huic ad festum pasce resurrectionis d[omi]ni n[ost]ri Jesu X[ris]ti p[ro]x[imam] fut[uram] Et hec omnia seruatis tamen semper p[redic].te fabrice ordinibus»: Milano, Archivio della
Veneranda Fabbrica del Duomo (d’ora in poi AVFDMi), Ordinazioni della Fabbrica del Duomo di
Milano, Deliberazioni, reg. 5 (1511-1518), fol. 204 (nuovo fol. 231). [Deliberazione], «1517 die lune sexto