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Gli scambi internazionali

CAPITOLO I. ANALISI DEL MERCATO VINICOLO

1.1 IL MERCATO MONDIALE DEL VINO

1.1.5 Gli scambi internazionali

I cambiamenti intervenuti negli ultimi 30 anni nelle aspettative qualitative dei consumatori, nella struttura di mercato, l'entrata di nuovi attori, le modifiche quantitative e la nascita di nuove tipologie di impresa hanno reso il mercato globale del vino maggiormente articolato; il maggior orientamento all'esportazione da parte dei paesi produttori del “Nuovo Mondo” (Stati Uniti, Australia, Argentina, Cile, Nuova Zelanda Sud-Africa) ha incrementato gli scambi internazionali rendendo lo scenario competitivo più complesso (Green et al. 2003, Zampi, 2003; ISMEA, 2004).

Nel 2012 gli scambi mondiali dei primi 9 paesi del mondo continuano la crescita registrata, tra il 2009 e il 2011, assestandosi a 21,1 miliardi di euro e 87 milioni di hl con un +10% rispetto il 2011 e un +4,7% annuo nel quinquennio.

E' bene distinguere le esportazioni a valore da quelle a volume in quanto la crescita del volume non si accompagna necessariamente ad uno sviluppo di pari valore (tabella 1.11).

11 Figlio di Giovanni Gaja, fondatore della cantina a Barbaresco, nelle Langhe. Angelo è considerato il re del Barbaresco (uno dei più grandi vini italiani, gemma dell'enologia piemontese) e portatore di alcune tecniche che hanno rivoluzionato la produzione del vino in Italia.

Tab. 1.11: Esportazioni, a valore, di vino dei principali paesi produttori (milioni di hl). 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Var.% 1 anno Var.% 5 anni Francia 5.665 6.269 6.795 6832 5.547 6.326 7.170 7.832 9.2% 2.9% Italia 2.959 3.208 3.451 3.586 3.447 3.878 4.367 4.654 6.6% 6.2% Spagna 1.581 1.632 1.833 1.987 1.746 1.920 2.241 2.505 11.8% 6.4% Australia 1.698 1.654 1.816 1.443 1.304 1.414 1.402 1.480 5.6% -4.0% Cile 712 767 915 944 988 1.171 1.214 1.394 14.8% 8.8% Usa 535 695 697 688 656 861 1.001 1.114 11.3% 9.8% Argentina 251 307 485 587 553 652 743 900 21.2% 13.2% N. Zelanda 246 265 375 385 449 566 622 742 19.3% 14.6% Sud Africa 482 414 491 514 519 529 501 567 10.4% 2.9% Fonte: OIV

La crescita annua più bassa è stata registrata dall'Italia (+6,6%) che la pone al penultimo posto prima dell'Australia (+5,6%); segue poi la Francia con una crescita del 9,2% e Spagna, Sud-Africa e Stati Uniti con aumento dell'export intorno al 10-11% e il Cile con il suo 14,8% ma i veri protagonisti sono stati l'Argentina e la Nuova Zelanda con una crescita annuale rispettivamente del 21.2% e 19.3% anche se questo traguardo non ha cambiato la loro posizione nel mercato mondiale dove mantengono ancora il settimo e l'ottavo posto, una con 900 milioni di hl e, l'altra con 742 milioni di hl.

Nel quinquennio, invece, si individuano 3 fasce di crescita: i Paesi emergenti degli ultimi anni, Argentina e Nuova Zelanda che crescono del 13-14%; i vecchi paesi emergenti USA e Cile che crescono del 10% e poi Italia e Spagna che sono cresciute intorno al 6%, l'unica è la Francia che ha visto una crescita del quasi 3%.

Per quanto riguarda i volumi (tabella 1.12), il commercio estero dei 9 maggiori paesi esportatori è stato di 86,5 milioni di hl con un calo del 1,5% rispetto al 2011.

L'Italia anche se ha diminuito i volumi esportati rimane il primo esportatore con 21,2 milioni di hl seguito dalla Spagna, stabile al secondo posto con 20,7 milioni di hl esportati e al terzo posto c’è la Francia che vede le proprie esportazioni risalire a 15 milioni di hl.

In Sud-America, il Cile ha registrato, nel 2012, una crescita pari a 7,5 milioni di hl di volumi esportati, una ripresa rispetto al 2011 quando l'export era diminuito da 7,3 nel 2010 a 6,6 nel 2011; l'Argentina riconferma la sua crescita iniziata nel 2010 con un export che raggiungeva i 3,4 milioni di hl attestandosi nel 2012 a 4,7 milioni di hl come il Sud-Africa che vede le esportazioni superare il record raggiunto nel 2008, di 4,1 milioni di hl, con 4,2 milioni di hl nel 2012. In Australia le esportazioni si riprendono con 7,2 milioni di hl dal calo subito nel 2011 senza raggiungere, però, il livello del export 2010 (7,8 milioni di hl) e la Nuova Zelanda prosegue la corsa verso la crescita con 1,6 milioni di hl.

Il 2012 è stato un anno un po' anomalo perché i dai a valore delle esportazioni è cresciuto del 9,9 % mentre il dato a volume è calato del 1,4% anche se tale diminuzione sembra riguardare solo l'Italia, la Spagna e gli Stati Uniti d'America. La situazione dell'Italia si è indebolita, attualmente rappresenta il 22% dell'export mondiale contro il picco del 22,7% del 2011 e il 24,5% del volume contro il picco del 27,2% del 2011 (figura 1.3).

Tab. 1.12: Esportazioni, a volume, di vino dei principali paesi produttori (milioni di hl). 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Var.% 1 anno Var.% 5 anni Francia 14.1 14.7 15.2 13.7 12.5 13.5 14.2 15.0 5.8% -0.4% Italia 15.6 18.6 18.7 17.8 19.5 21.7 23.8 21.2 -11.0% 2.5% Spagna 14.5 14.4 15.3 16.7 15.1 17.7 22.3 20.7 -7.2% 6.3% Australia 7.0 7.6 7.8 7.0 7.6 7.8 7.0 7.2 2.6% -1.6% Cile 4.2 5.4 6.1 5.9 6.9 7.3 6.6 7.5 12.8% 4.1% Usa 3.9 4.0 4.6 4.9 4.2 4.3 4.5 4.3 -4.6% -1.4% Argentina 5.0 5.6 3.7 3.4 4.3 4.7 12.5% -1.3% N. Zelanda 0.5 06 0.8 0.9 1.1 1.4 1.5 1.8 15.6% 18.7% Sud Africa 3.5 2.7 3.1 4.1 4.0 3.8 3.6 4.2 16.7% 5.9% Fonte: OIV

Figura 1.3: Quota % dell'export italiano

Fonte: OIV

Se si guardano i prezzi medi di esportazione (tabella 1.13), il Sud-Africa è l'unico paese che ha diminuito i valore medio per ettolitro nel 2012 mentre tutti gli altri hanno visto aumentare il proprio prezzo mix. Nello specifico, in coda c’è la Spagna che si riconferma il paese che vende al prezzo più basso di 121 euro nonostante sia cresciuto del 20%; segue il Sud-Africa con 136 euro (-5,4%), il Cile con 186 euro e l'Argentina con 190 euro. I paesi europei offrono, quindi, un prodotto low-cost al mercato rispetto ai paesi entranti.

La Francia è l'unico paese che vende i suoi prodotti ad un valore fuori portata pari a 523 euro, grazie ai pregiati Champagne e ai grandi Bordaux/Borgogna seguita dalla Nuova Zelanda che vende anche lei ad un prezzo alto rispetto la media degli altri

paesi, ovvero a 414 euro per ettolitro. Al terzo posto gli americani con 262 euro al litro, gli italiani con 221 euro ed infine gli australiani con 205 euro per ettolitro. Sicuramente i numeri sarebbero diversi se, ad esempio, Spagna e Italia non fossero protette dal cambio12.

Tab. 1.13: Prezzo medio delle esportazioni di vino (in euro per ettolitro). 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Var.% 1 anno Var.% 5 anni Francia 403 426 446 498 443 469 507 523 3.2% 3.2% Italia 190 173 184 201 177 179 183 219 19.7% 3.5% Spagna 109 113 120 119 116 109 100 121 20.5% 0.2% Australia 244 217 233 206 171 181 199 205 2.9% -2.5% Cile 169 142 150 160 142 160 183 186 1.8% 4.5% Usa 138 172 153 140 157 203 225 262 16.7% 11.3% Argentina - - 96 104 150 190 177 190 7.8% 14.6% N. Zelanda 479 458 494 435 399 398 402 414 3.2% -3.4% Sud Africa 138 152 157 125 131 140 140 136 -5.4% -2.9% Fonte: OIV 12 Fonte: www.inumeridelvino.it

1.1.6 2013: I trend del futuro

Per analizzare i futuri i cambiamenti nel comparto enoico, è importante partire dalla distinzione tra chi produce il vino e chi lo beve. Da un lato i prosumers13 che mirano a

promuovere prodotti e servizi prima che questi siano commercializzati; dall'altro i

custowners, ossia consumatori esperti che fungono da sperimentatori dei nuovi

prodotti.

I mercati più promettenti sui quali sarà importante investire saranno i paesi denominati BRIC (Brasile, India, Russia, Cina) nonostante la loro ostacolante burocrazia. Tutto ciò, in ogni caso, non preclude il fatto di togliere l'attenzione sui mercati fondamentali, soprattutto per il paese italiano, quali Germania e Stati Uniti.

Un ruolo fondamentale lo gioca il lavoro che potrà essere fatto per l'aspetto relativo alla comunicazione del prodotto. Prima su tutto, la trasparenza assoluta di tutte le fasi di produzione, che rendono così il vino più “artigianale”, in contrapposizione alla monotonia dei meccanismi industriali. Non da meno sarà, riuscire a stare al passo con i tempi e gli stili vita della popolazione utilizzando, i famosi dispositivi “mobile”, i social-network e tutto il mondo degli smartphone, quali protagonisti della nostra quotidianità. Alcune voci parlano, infatti, di possibili future applicazioni per tablet e telefonini che consentano di effettuare un alcol test su questi dispositivi grazie ai quali si potrebbe prendere coscienza del tasso alcolico presente nel nostro corpo.

Grande attenzione va posta, anche, all'importanza del “made in Italy” riportando le produzioni a casa, direzione peraltro già intrapresa dal crescente utilizzo di lieviti, malti e luppoli autoctoni in campo brassicolo.

Le aziende, invece, dovranno proporre marchi esigenti e contribuire ad offrire un futuro sostenibile e socialmente responsabile ai consumatori e al pubblico a cui l'anno 2012 ha richiesto sacrifici e cambiamenti negli stili di vita con conseguente contrazione dei consumi in genere ma anche spinte salutiste e legislazione più sicura

13 Il servizio diventa completo nel momento che è consumato dal cliente (Producer + Consumer). Quindi lo stesso prodotto è percepito in modo diverso a seconda di chi lo consuma.

per la guida ad alto tasso alcolemico. Questo vorrà dire evitare gli aumenti di prezzo per avere vini in linea con i valori morali e sociali condivisi14.