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Scelta del criterio ermeneutico e posizione del limite dell’indiscernibile nell’interpretazione dell’atto sottoposto a giudizio d

IL MODELLO TEORICO DEL GIUDIZIO DI LEGITTIMITA’ 1 Due prospettive metodologiche.

16. Scelta del criterio ermeneutico e posizione del limite dell’indiscernibile nell’interpretazione dell’atto sottoposto a giudizio d

validità.

Per quanto ci interessa, l’interpretazione dell’atto thetico o della norma non è fine a sé stessa, ma orientata alla qualificazione rispetto alla classe

359 Ancora supra, parte I, cap. II, par. 9. 360

Ed è questa l’interpretazione dell’atto cui si è sempre dedicata la riflessione teorica: C.GRASSETTI,

L’interpretazione del negozio giuridico, cit.; M.S.GIANNINI,L’interpretazione, cit.; E.BETTI,Interpretazione,

cit.; R.SACCO-G.DE NOVA,Il contratto, cit., tomo II, pp. 375 e ss.; F.GALGANO,Diritto civile e commerciale,

Padova, II ed., 1993, vol. II, tomo I, pp.393 e ss.

361

In questo senso può essere intesa la precedenza dell’interpretazione rispetto alla qualificazione tipologica dell’atto che la dottrina ha sempre affermato, avendo presente solo il contenuto deontico dell’atto thetico: M.S.GIANNINI,L’interpretazione, cit., pp. 75 e ss.; E.BETTI,Interpretazione, cit., pp. 146 e

ss.; R.SACCO-G.DE NOVA,Il contratto, cit., tomo II, pp. 375 e ss. passim; F.GABRIELLI,Tipo contrattuale, cit.,

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definita dalla meta-norma362. Essa, dunque, è sempre inserita in una

analogia attributiva, quale costruzione del caso. Analogia attributiva che avviene alla luce del principio di identità degli indiscernibili.

Il limite dell’indiscernibile, si è detto, è determinato da una scelta, da una ponderazione fra principi/valori/interessi, la quale deve essere esente da irragionevolezza, parametrata sull’interesse che muove la scelta medesima. A valle di questa scelta si individua in quale modo la meta- norma e l’atto thetico o la norma devono essere ermeneuticamente

ricostruiti e portati intellettivamente in corrispondenza363.

La posizione del limite dell’indiscernibile in questa analogia attributiva, allora, definisce due orizzonti ermeneutici, l’uno nei confronti dell’altro, anticipando la qualificazione deontica di validità/invalidità.

La peculiarità della ponderazione che la determina è che, oltre ai valori

sottesi alla singola meta-norma o al singolo sistema364, si registrano sempre

due prospettive assiologiche.

In primo luogo, l’atto thetico è sempre posto per un fine. E questa finalità è un assetto di interessi, che diviene rilevante per il giudice nella misura in cui è rilevante la volontà dell’autore o degli autori dell’atto. Sicché, nella posizione dell’indiscernibile bisogna tener conto degli interessi avuti di mira dalla parte o dalle parti, cioè della conseguenza antropologica dell’azione deontica. Profilo che trova il proprio corrispettivo assiologico nel valore della conservazione della volontà espressa dall’autore dell’atto.

362

Ad eccezione delle ipotesi, già rilevate, in cui la validità pragmatica non dipende dall’interpretazione dell’atto (validità pragmatica “iniziale”) o in cui dall’interpretazione dell’atto si ricavano elementi da sussumere nella fattispecie della meta-norma (come per la validità pragmatica soggettiva).

363

Cfr. supra, parte I, cap. III, par. 3.

364

Si allude, ad esempio, alla rilevanza della buona fede e al favor debitoris per l’interpretazione dei contratti, su cui già C.GRASSETTI,op. cit., pp. 189 e ss., nonché l’esempio fornito alle pp. 228 e s..

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D’altro canto, la qualificazione dell’atto-individuo in termini di esistenza come il tale atto (provvedimento, contratto, legge, etc.) e in termini di tipo di quel tale atto, in quanto necessaria alla selezione delle condizioni di validità, assume rilievo capitale rispetto alla qualificazione

deontica di validità/invalidità pragmatica365.

Allo stesso modo, la comprensione dell’enunciato deontico è determinante per la validità sintattica e, se finalizzata alla qualificazione tipologica di un atto thetico che produce una prescrizione, alla validità pragmatica.

Non v’è chi non abbia avuto esperienza di giudizi di validità in cui, classificato il tale atto in un tipo, anziché in un altro, se ne ricavava la

validità oppure l’invalidità pragmatica366; o chi non abbia sperimentato che

diverse interpretazioni di un enunciato deontico conducono a giudizi di

validità sintattica opposti367 e/o opposti giudizi di validità pragmatica

dell’atto che ha prodotto quella norma deontica.

Interviene, dunque, nell’ambito del giudizio di preferenza per la posizione del limite dell’indiscernibile, anche il valore della conservazione della validità dell’atto e/o della norma prodotta che fonde giudizi di esistenza, tipologico e di validità in senso stretto in questa chiave ermeneutica anticipatoria e abduttiva.

La ponderazione fra questi due valori non è agevole, in quanto non è detto che l’autore dell’atto sia disposto ed interessato a conservare la validità e l’efficacia di un atto o di una prescrizione da lui prodotti, qualora la qualificazione o interpretazione di essi conducano alla realizzazione di

365

Fino a confondersi con essa: cfr. R.SACCO-G.DE NOVA,Il contratto, cit., tomo II, p. 458.

366 Per il diritto amministrativo, ad esempio, un provvedimento di secondo grado può essere giudicato

valido o invalido se ricondotto al tipo dell’annullamento d’ufficio o della revoca.

367

Si pensi, per tutti, all’interpretazione costituzionalmente conforme. Cfr. L. FERRAJOLI,Diritto e ragione,

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assetti assiologici e antropologici diversi da quelli che egli aveva di mira368.

Ed essa varia molto da atto ad atto369 e da ordinamento ad ordinamento370,

giacché influenzata dall’ideologia dominante371.

Non deve, peraltro, stupire che quelli che qui sono segnalati come valori, corrispondano a criteri interpretativi legali nelle impostazioni tradizionali: questa posizione dell’indiscernibile è, infatti, tutta interna alla

comprensione linguistica (e quasi esclusivamente) testuale372.

Ridotti ad omogeneità dimensionale (nella dimensione assiologica) le due prospettive necessarie e segnalata la presenza dei valori sottesi alle meta-norme, un discorso teorico-generale su questo giudizio di preferenza non può che concludersi con la considerazione che la ponderazione dipende, ovviamente, dal contesto culturale, ideologico e ordinamentale del decisore. In una parola dalla tradizione, sulla cui base la ponderazione va

argomentata373.