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Scenari possibili e linee guida per una corretta applicazione del principio di precauzione nell'ambito della ricerca 

CAPITOLO TERZO ANALISI PRECAUZIONALE DEL RISCHIO 

3.5  Scenari possibili e linee guida per una corretta applicazione del principio di precauzione nell'ambito della ricerca 

nanotecnologica .

Qualche   illustre   scienziato,   ha   recentemente   provato   ad   abbozzare   almeno   tre  possibili scenari connessi allo sviluppo della ricerca nanotecnologica, tenendo nel  dovuto conto fattori come capitale, successi della tecnica, diffusione del know­ how nanotecnologico,  approvazione  della  nuova  tecnica  da  parte  dell'opinione  pubblica, e soprattutto buon senso528. Le conclusioni di questo esperimento hanno 

528 Boeing N., L'invasione delle nanotecnologie, op. cit., pp 178 e ss., “Scenario 1: i futuristi  hanno   ragione,   i   ricercatori   del   nanocosmo   riescono   in   rapida   successione   a   realizzare   ulteriori invenzioni pionieristiche che spingono investimenti in cifre da record. (…) si attua  

immediatamente   evidenziato   che   al   momento,  nessuna  tecnica   si  è   sviluppata  tanto da dar luogo ad un worst case o ad un best case. E' possibile tuttavia trarre  almeno due considerazioni importanti: 1) il progresso delle nanotecnologie non  sarà   inevitabile;   2)   ogni   progresso   nanotecnologico   immaginabile   avrà   un  impedimento che cozza in qualche modo con la promessa. Ed infine, un reale  progresso ci sarà solamente se la nanotecnologia sarà sviluppata tenendo conto  dell'opinione pubblica e della sostenibilità della ricerca e delle sue applicazioni.  La ricerca nanotecnologica è indubbiamente molto veloce: risulta chiaro quindi,  che   una   regolamentazione   efficace   dovrà   necessariamente   essere   altrettanto  rapida. Solo raggiungendo un vasto consenso sui rischi ipotizzabili e sui criteri  normativi per la loro gestione sarà possibile superare le perplessità delle società  assicuratrici, che oggi si dichiarano non in grado di assicurare adeguatamente il  rischio   nanotecnologico529.   Le   nanotecnologie,   come   già   evidenziato   in 

precedenza rappresentano un banco di prova importantissimo per il principio di  precauzione,   e   fin   da   ora   suggeriscono   alcune   indispensabili   linee   di  approfondimento   in   questo   specifico   settore530,   come   l'ulteriore   analisi   del 

collegamento   tra   principio   di   precauzione   e   principio   di   proporzionalità,   e   la  necessità   di   garantire   la   trasparenza   e   l'indipendenza   della   ricerca   e   delle  valutazioni531. In conclusione,  merita una menzione particolare anche la prima 

una rivoluzione tecnica che non cambia solo prodotti e processi di fabbricazione. Diventa  anche   un   modello   per   l'ordine   sociale,   come   possiamo   osservare   già   nel   presente.   (...)  Scenario 2: al primo  incidente le nanotecnologie finiscono sul banco degli imputati. Il caso si   sviluppa in un Pr­Gau, il massimo incidente ipotizzabile per le pubbliche relazioni. I gruppi  critici   nei  confronti  dell'industria  esigono   un  chiarimento  franco   ed   iniziano   una  diffusa   campagna. I politici rendono noto il congelamento dei fondi per la ricerca fino all'avvenuto  chiarimento dell'accaduto. L'opinione pubblica si rovescia: “nano? No grazie”, diventa il  motto dell'anno. (...) Scenario 3: La nanotecnologia è dappertutto, ma la prendiamo poco sul  serio, Molto rumore per nulla, se ne è rimasta discretamente in disparte”.       

529 Hett   A.,   Nanotechnology   ­   The   insurance   perspective,   Swiss   Re,   May   2005,   in 

http://www.lsa.ethz.ch/news/ETH­11­Mai2005­v2.pdf .

530 Butti L., The precautionary principle in environmental law, op. cit., pp. 112 e ss.; Reynolds G. 

H.,   Environmetal   regulation   of   nanotechnology   –   some   preliminary   observation,   in  Environmental Law Reporter, 6/2001, pg. 6, in http://www.foresight.org/impact/31.10681.pdf  ,  l'Autore sottolinea come i giuristi ambientali siano i più idonei a valutare la regolamentazione  più adatta per le tecnologie avanzate, in situazioni di incertezza, “More than most lawyers,  environmental lawyers have firsthand experience with the considerations (and limitations)  inherent in the application of law to advanced technologies amid conditions of technical and   societal uncertainty. That expertise is likely to be helpful”. 

Risoluzione sull'applicazione del principio di precauzione alle nanotecnologie ed  ai nanomateriali, adottata dalla Confederazione europea dei sindacati (Etuc), nel  giugno 2008. Il documento pone subito in rilievo, la preoccupazione per il grande  numero   di   lavoratori   –   in   particolare   del   settore   farmaceutico,   chimico   ed  elettronico   –   destinati   ad   entrare   progressivamente   in   contatto   con   i  nanomateriali532. Dopo il terribile caso “amianto”, l'ETUC ritiene inaccettabile 

che vengano elaborati e messi in commercio prodotti sui cui effetti non si abbia un  certo margine di sicurezza. Per questo motivo la risoluzione contiene una serie di  richieste   sui   diversi   aspetti   dello   sviluppo   delle   nanotecnologie:   1)   la   prima  richiesta è il rispetto del principio “no data, no market”, l'ETUC chiede che tutti i  nanomateriali,  compresi  quelli  prodotti  o importati  in  quantità  inferiori  a  una  tonnellata   all'anno   rientrino   nel   sistema   di   registrazione   predisposto   dal  REACH533; 2) la seconda richiesta invece, concerne la c.d. “Worker protection ­  Tutela dei lavoratori”,  e l'obiettivo è quello di modificare la Direttiva 98/24/CE  funzionamento della European Food and Safety Organization (EFSA), fondata nel 2002 quale  agenzia indipendente dell’UE con il compito di fornire pareri scientifici obiettivi su tutte le  questioni aventi un impatto diretto o indiretto sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Si  tratta di un’entità funzionalmente separata da tutte le altre Istituzioni europee, guidata da un  consiglio di amministrazione i cui membri non rappresentano nessun governo, organizzazione  o settore e sono nominati sulla base delle loro conoscenze e competenze. L’EFSA è pertanto  un’organizzazione   scevra   da   affiliazioni   politiche   e   in   grado   quindi   di   agire   in   modo  indipendente e imparziale nell’interesse dei consumatori europei. Il regolamento istitutivo  dell’EFSA (178/2002) sottolinea l’importanza di garantire l’indipendenza, l’elevata qualità  scientifica, la trasparenza e l’efficienza dell’Autorità e impone agli esperti dell’EFSA l’obbligo  giuridico di agire in modo indipendente da qualsiasi influenza esterna. L’indipendenza degli  esperti   scientifici   che   partecipano   alle   attività   dell’EFSA   è   garantita   da   un   impegno  obbligatorio di indipendenza e da una dichiarazione annuale di interessi. Vi sono diverse fasi  in cui gli esperti devono dichiarare i loro interessi, consentendo così di dissipare eventuali 

conflitti   d’interessi,   in 

http://www.efsa.europa.eu/EFSA/Non_Scientific_Document/gmo_independence_it,0.pdf? ssbinary=true . 

532 European   Trade   Union   Confederation   (ETUC),   Resolution   on   nanotechnologies   and 

nanomaterials, June 25 2008, in http://www.etuc.org/a/5163 .

533 Il Regolamento CE 1907/2006 (REACH), disciplina genericamente i nanomateriali in quanto 

parte di sostanze chimiche di qualsiasi forma. L'obbligo di dichiarazione di possesso e utilizzo  è in capo ai  produttori e ai ricercatori  che trattano in un anno  almeno una tonnellata di  sostanze chimiche. Il Reach prevede l'obbligo di comunicare tutte le informazioni inerenti le  proprietà fisico­chimiche, i rischi e la tossicologia e i metodi di lavorazione per le sostanze. In  Italia, è già stato predisposto lo schema di decreto legislativo, che consta di 19 articoli, in base  alla delega di cui all'art. 3 della legge n. 34 del 2008, che delega il Governo ad adottare decreti  legislativi   relativi   alla   disciplina   sanzionatoria   da   applicarsi   in   caso   di   violazione   delle  disposizioni di regolamenti comunitari. 

sugli   agenti   chimici,   imponendo   ai   datori   di   lavoro   l'attuazione   di   misure   di  riduzione   del   rischio   per   le   sostanze   il   cui   effetto   innocuo   non   sia   stato  dimostrato534.   In   questo   senso,   è   necessario   coinvolgere   i   lavoratori   e   i   loro 

rappresentanti per la valutazione e la riduzione dei rischi connessi all'esposizione  ai nanomateriali, migliorandone l'informazione, la formazione e la sorveglianza  sanitaria535; 3) la terza richiesta infine, riguarda la necessità di destinare almeno il 

15% dei bilanci pubblici di ricerca per la salute e gli aspetti ambientali, rendendo  obbligatori progetti di ricerca sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Tutti  questi   aspetti   sembrano   dunque   venire   incontro   a   quelle   esigenze   di  approfondimento   scientifico,   trasparenza   ed   equilibrio   che   caratterizzano   una  corretta   interpretazione   ed   applicazione   del   principio   di   precauzione,   ma   non  devono   assolutamente   far   dimenticare   che   “non   ci   può   essere   alcun   modo  assolutamente   scientifico   per   risolvere   –   e   nemmeno   inquadrare   –   i   quesiti   cruciali sottesi a qualunque definizione o valutazione volutamente oggettiva o  scientifica di rischio”536. Rinviando alle conclusioni l'approfondimento di queste 

tematiche, si può citare con interesse quella parte – pionieristica – della dottrina  che riconosce formalmente la necessità di assicurare la presenza di assunzioni  precauzionali anche nella fase di valutazione del rischio537: organismi interni della 

Commissione   Europea,   giudicano   oggi   il   principio   di   precauzione   come  applicabile solo alla fase di gestione del rischio, descrivendolo come una misura di  policy scientificamente ispirata, e non come una misura scientifica di valutazione  del   rischio.   Come   illustrato   mirabilmente   da   recenti   studi   in   tal   senso,   “La  534 Direttiva 98/24/CE del Consiglio, 7 aprile 1998, sulla protezione della salute e della sicurezza 

dei   lavoratori   contro   i   rischi   derivanti   da   agenti   chimici   durante   il   lavoro,   in  http://eur­ lex.europa.eu/ .

535 Forse   non   è   scorretto   ipotizzare,   anche   la   necessità   di   rendere   di   pubblico   dominio   un 

aggiornato elenco dei siti dove si effettuano ricerche nanotecnologie, e dove vengono utilizzati  nanomateriali   nella   produzione.   A   tal   proposito   sarebbe   utile   pensare   di   estendere  esplicitamente, la normativa già predisposta per  controllo dei rischi da incidente rilevante,  attraverso una sorta di incremental approach basato sulle Direttive Seveso II e III.     536 Tallacchini M., AA. VV., Scienza e Governance – La società europea della conoscenza presa  sul serio, Rubbettino, 2008, pp. 62 e ss.  537 Stirling A., Renn O., Van Zwanenberg P., A framework for the precautionary governance of  food safety: integrating science and partecipation in the social appraisal of risk, in Fisher E. et  al.,   Implementing   the   Precautionary   principle:   perspectives   and   prospects,   Edward   Elgar,  Cheltentham,  2006, pp. 284­315.

distinzione tra precauzione (nella gestione del rischio), e la nuova nozione di   naturale   prudenza   scientifica538  (nella   valutazione   del   rischio),   serve   a  riaffermare  l'autorità di policy dell'expertise scientifica controllata, e a rendere  completamente marginali, le importanti implicazioni di precauzione nei confronti  della valutazione stessa del rischio. (…) Ciò che sembra sfuggire è che l'avvento  del   principio   di   precauzione   dovrebbe   imporre   una   attenzione   seria   e  scientificamente   rigorosa,   all'incertezza,   all'ambiguità,   all'ignoranza,  all'indeterminazione, come pure al rischio”539.

538 Bruxelles, 2.2.2000 , COM(2000) 1 final, Comunicazione della Commissione sul principio di 

precauzione   ,   punto   5,   pp.   12­16,  Vi   è   una   controversia   sulla   presa   in   considerazione  

dell’incertezza   scientifica   nell’analisi   del   rischio,   e   in   particolare   se   tale   presa   in  considerazione   debba   essere   effettuata   nella   valutazione   del   rischio   o   nella   gestione   del  rischio.   Tale   controversia   deriva   da   una   confusione   tra   una   strategia   di   prudenza   e  l’applicazione del principio di precauzione. Questi due aspetti sono complementari ma non  devono essere confusi. La strategia di prudenza è iscritta nella politica di valutazione dei   rischi che è determinata prima di qualunque valutazione dei rischi stessi e che fa appello agli  elementi descritti al punto 5.1.3. Essa fa quindi parte integralmente del parere scientifico  espresso   da   coloro   che   valutano   il   rischio.   L’applicazione   del   principio   di   precauzione  appartiene, invece, alla gestione del rischio, quando l’incertezza scientifica non consente una  valutazione  completa  di  tale  rischio   e  i  responsabili   ritengono   che  il  livello  prescelto  di  protezione dell’ambiente o della salute umana, animale o vegetale possa essere minacciato.  539 Tallacchini M., AA. VV., Scienza e Governance – La società europea della conoscenza presa 

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