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LA SCUOLA DEL I CICLO DI ISTRUZIONE

4.5 La Scuola del I ciclo oggi in Italia

Nell’anno scolastico 2013/2014 gli istituti comprensivi ammontano a 4881, con un incremento di quasi seicento unità dal 2009/2010; parallelamente gli istituti principali di II grado sono scesi da 4.910 nel 1998/1999 a 1.195 nel 2009/2010 a 274 nel 2013/2014, mentre i Circoli didattici sono scesi da 4.356 a 2.227 a 627.

Si è trattato quindi di una “rivoluzione” che ha interessato in un decennio la gran parte delle istituzioni scolastiche, e quindi i docenti, dei primi tre ordini di scuola.

Il 65,7% degli alunni ed il 67,2% delle classi sono concentrati nella scuola primaria e secondaria di II grado. Nell’anno scolastico 2013/2014, su un totale di iscritti ai vari ordini di scuola di 1.030.364 unità, gli alunni della scuola primaria sono 2.596.915, distribuiti in 132.149 classi e 1.671.375 quelli della scuola secondaria di I grado, distribuiti in 76.966 classi: entrambi gli ordini di scuola presentano un trend positivo rispetto agli anni scolastici precedenti. Nella scuola primaria la media degli alunni per classe è di 19,6, nella scuola secondaria di I grado il numero medio di studenti è pari a 21,7. Gli insegnanti di scuola primaria sono 239.552, gli insegnati della scuola secondaria di I grado sono 167.916 (Miur, 2013)94.

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Anticipazioni “Sedi, alunni, classi e dotazioni organiche del personale docente della scuola statale A.S. 2013/2014”. Reperibile in: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/ceafc890- 20eb-4c5f-859b-baed726d22d0/avvio_anno_scolastico2013_2014_10.pdf

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Dati più specifici sono disponibili solo per l’anno 2009/2010, in cui è stato pubblicato l’ultima raccolta “La scuola in cifre” da parte del servizio statistico del Ministero della pubblica Istruzione. Per quanto riguarda le dimensioni degli Istituti comprensivi, queste vedono in quell’anno il 4,2% con una popolazione scolastica inferiore alle 300 unità, il 27,2 % compresa tra 300 e 500 unità, il 56,9 % tra 500 e 900 (dato omogeneo per tutte le aree geografiche) e il 4,7% oltre le 900 unità. La dimensione più ampia, oltre 900 studenti, è maggiormente diffusa nel Nord-Ovest (35,45), nel Nord-Est (37,8 %) e al Centro (36,7%), mentre è sotto il 10% sia nel Sud che nelle Isole, che vedono invece una maggiore diffusione (intorno al 30%) della dimensione medio-bassa.

Nella scuola primaria erano occupati 231.392 docenti a tempo indeterminato e 27.241 a tempo determinato (11 %), nella scuola secondaria di I grado 148.149 a tempo indeterminato e 32.677 a tempo indeterminato (18,1%).

Nella ripartizione per genere ed età, nella scuola primaria le donne sono il 95,3% e l’età media è di 47,8 anni, mentre nella secondaria di I grado sono donne il 71, 4% e l’età media è 50,8 anni.

L’Italia è uno dei paesi con il tempo scuola studenti più lungo. In media gli studenti italiani passano tra i banchi una quantità di tempo maggiore del 25% della media OCSE nella scuola primaria e del 20% nella secondaria di I grado95.

Rispetto alla diffusione del modello organizzativo della scuola primaria, gli esiti del monitoraggio sulle Indicazioni del 2012 hanno rilevato che:

a livello nazionale sul totale di 82.396 classi funzionanti con orario ordinario da 24 a 30 ore, è stata introdotta una diversa organizzazione delle risorse umane con utilizzo di un numero superiore a tre docenti per classe (esclusi gli specialisti di inglese, religione e sostegno) per un numero complessivo di 16.463 classi interessate, pari al 20%. Si desume, quindi, che 1/5 delle classi italiane di scuola primaria non è più organizzato secondo il modello modulare tradizionale e registra un incremento della pluralità di docenti. Il dato nazionale, comunque, è da riferire ai primi tre anni di corso di scuola primaria per effetto del riordino di settore non ancora completato. Si può ritenere, oggettivamente, che la riorganizzazione a regime potrà elevare l’attuale 20% di classi con pluralità docenti fino al 30-35%. Nel tempo pieno su un totale di 34.560 classi rilevate dal monitoraggio, sono 11.814 (34%) quelle che impiegano più di due

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I paesi che ottengono i migliori risultati nei test PISA (Finlandia, Corea e Giappone) sono tra i paesi con il tempo scuola per gli studenti più breve.

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docenti per classe (esclusi gli specialisti di inglese, religione e sostegno). Si può ragionevolmente ritenere che questa modifica della struttura organizzativa della classe a tempo pieno, precedentemente organizzata sul modello del “doppio insegnante”, sarà confermata a regime negli stessi termini percentuali attualmente rilevati. Il modello tradizionale di tempo pieno (due docenti titolari per classe) risulta, quindi superato, per almeno un terzo delle classi interessate (MIUR, 2012, 4).

Sempre nel 2012 il monitoraggio promosso dal Miur sullo stato di attuazione delle riforme rivela che il “maestro unico”, che dal punto di vista normativo rappresenterebbe l’ordinamento della Scuola primaria, ai sensi della Legge 169/2008, costituisce paradossalmente una realtà quantitativamente irrilevante: nell’anno scolastico 2011/2012 in tutta Italia lo 0,4% degli alunni si sono avvalsi del cosiddetto maestro unico a 24 ore di lezione settimanali.

L’orario di insegnamento dei docenti italiani è inferiore alla media OCSE del 6% nella scuola primaria (circa un’ora alla settimana) e del 15% nella scuola secondaria di I grado (circa 3 ore alla settimana).

Il rapporto studenti/docenti è l’indicatore dove le differenze tra l’Italia e gli alti paesi OCSE sono più marcate: 10,8 studenti per docente contro 16, 4 nella scuola primaria, 9,9 studenti per insegnante contro 12 nella secondaria di I grado. Tale rapporto è legato alla presenza di tre fattori: numeri non elevati di alunni per classe, basso tempo di insegnamento dei docenti, alto valore del tempo scuola degli studenti. Nella scuola primaria il dato dell’Italia è spiegato per il 50% dal maggior tempo che gli alunni trascorrono a scuola, per il 34% dalle minori dimensioni delle classi e per il 16% dal minor tempo di insegnamento dei docenti. La compresenza da sola determina nella primaria uno scostamento da 13, 5 alunni per docente a 10,6. Nella scuola secondaria di I grado la componente dell’orario di insegnamento sale al 35% e quella del tempo-scuola degli studenti scende al 37%.

Il Quaderno bianco sulla scuola del 2007 riporta un’analisi del rapporto tra numero dei docenti, ore di lezione e composizione delle classi tenendo conto delle variabili peculiari del contesto scolastico italiano quali l’insegnamento della religione cattolica e la presenza degli insegnanti di sostegno.

Con queste precisazioni e limiti (che potrebbero peraltro riguardare anche altri paesi, in misure non accertabili), e limitando il confronto internazionale ai valori raccolti dall’OCSE, l’Italia mostra un valore del rapporto insegnanti per 100 studenti del 20 per cento superiore alla media: 9,1 insegnanti, nel 2004 contro una media di 7,5 nell’OCSE. Facendo riferimento

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ai cicli primario e secondario infanzia esclusa) per cui è possibile la comparazione. La differenza è assai più marcata nella primaria (9,3 insegnanti per 100 studenti in Italia, contro una media OCSE di 5,9) che nella secondaria inferiore (rispettivamente 9,7 e 7,3) e superiore (rispettivamente 8,7 e 7,9). […]. (Ibi, 43). Nel caso della scuola primaria si osserva che l’eccesso di circa il 60 per cento del rapporto insegnanti/studenti dell’Italia, rispetto al valore OCSE, è spiegato:

a) per circa la metà dal maggiore impegno orario degli studenti; b) per circa un quinto dal minore impegno orario degli insegnanti;

c) per meno di un terzo dalla minore dimensione delle classi. Nel caso della secondaria inferiore, l’eccesso italiano del rapporto insegnanti/studenti è di circa il 30 per cento. […] dato che la componente dell’orario degli studenti si riduce significativamente, mentre si accresce la componente dell’orario degli insegnanti e resta invariato il contributo del rapporto classe/studente. (Miur, 2011, 47).

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Parte II