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La seconda parte del viaggio in Oriente

Sommario 3.1 Il matrimonio con Germanico – 3.2 Una coppia modello: i figli – 3.3 Sul

3.7 Rapere ad exercitus: un modus operandi dei Giuli?

3.8.3 La seconda parte del viaggio in Oriente

Dopo aver compiuto una lunga visita delle aree meridionali del Ponto, toccando la Propontide e il Ponto Eusino, attraverso Perinto e Bisan- zio, Germanico rientrò a Lesbo, dopo aver fatto tappa ad Assos, Per- gamo, Clazomene e Colofone, dove consultò l’oracolo di Apollo Cla- rio. Allora riprese il viaggio verso la Siria, dopo essersi ricongiunto

con la moglie e la figlia.714 La coppia dovette far tappa a Samo, do-

711 Vd. Joseph. AJ XVI 2, 2.

712 Fantham 2006, 66 sostiene che il frammento di Nicolao di Damasco, testimonian- do il fatto che Giulia aveva intrapreso un viaggio da sola mentre si trovava in Oriente, sia una prova indiretta che la donna avesse compiuto altri tour nelle aree circostanti l’isola di Lesbo durante l’assenza del marito e che prova di questi spostamenti sareb- bero le numerose dediche presenti nell’area che onorano la donna da sola. La studio- sa ipotizza, dunque, che la figlia di Augusto avesse visitato numerosi centri con l’obiet- tivo di autopromuoversi in prospettiva dinastica e conseguentemente politica. Cf. an- che Braccesi 2012, 52-8.

713 Cf. Cid 1997, 249-60.

714 Sulle tappe di Germanico nell’area del Ponto vd. Tac. Ann. II 54, 1; alcune tappe sono attestate, inoltre, per via epigrafica: IGR IV 251 = Syll.3 797 = Smalwood 1967,

ve un’iscrizione ricorda la presenza di Agrippina.715 Seguirono una

sosta a Efeso,716 forse una tappa ad Afrodisia,717 a Eumenia in Fri-

gia718 e a Rodi, da dove Germanico inviò una flotta in soccorso di Pi-

sone che rischiava il naufragio.719 Il senatore era partito dall’Urbe

più tardi rispetto a Germanico; aveva fatto tappa ad Atene dove ave- va pronunciato una violenta requisitoria, indirettamente sconfessan- do l’operato del figlio di Tiberio; aveva proseguito attraverso le Ci- cladi in direzione di Rodi, dove era stato soccorso da Germanico e aveva incontrato la coppia imperiale, fermandosi il più breve tempo

possibile per precederne l’arrivo in Siria.720 Secondo Tacito l’obietti-

vo di Pisone era quello di raggiungere prima di Germanico le trup- pe stanziate in Siria:

Neque tamen mitigatus Piso, et vix diei moram perpessus linquit Germanicum praevenitque. Et postquam Syriam ac legiones attigit, largitione, ambitu, infimos manipularium iuvando, cum veteres centuriones, severos tribunos demoveret locaque eorum clientibus suis vel deterrimo cuique attribueret, desidiam in castris, licentiam in urbibus, vagum ac lascivientem per agros militem sineret, eo usque corruptionis provectus est, ut sermone vulgi parens legionum haberetur.721

cf. Hurlet 1997, 199. Già durante la sosta a Colophone è possibile che il figlio di Druso Maggiore fosse accompagnato dalla moglie. Un’iscrizione (IGR IV 1300) proveniente dall’area tra Cyme e Myrina, sulle coste dell’Asia Minore prospicienti l’isola di Samo, potrebbe ricordare la visita della coppia imperiale nell’area. Il testo dell’iscrizione è, tuttavia, di difficile datazione dal momento che onora il figlio maggiore Nerone ricor- dando la madre con l’epiteto Karpophoros e il padre come Neos Theos, da riferire, for- se a un momento successivo alla morte di Germanico. Tansini 1995, 59 riconosce in una testa conservata al Museo di Istanbul e proveniente dalla terrazza di Demetra a Per- gamo un ritratto in vita di Agrippina Maggiore che attesterebbe la sua presenza anche in quest’area, da attribuire probabilmente al viaggio in Oriente.

715 Vd. IGR IV 980.

716 IEphesos II, 256 e Rose 1997, cat. 101. Si tratta di una serie di iscrizioni, rinve-

nute fuori contesto e reimpiegate, pertinenti allo stesso monumento, che ricordano i due figli maggiori della coppia, Nerone e Druso, Agrippina e Germanico. Doveva trat- tarsi di un monumento che onorava la famiglia del figlio di Tiberio: l’iscrizione che ri- corda Germanico, sul lato sinistro riporta il frammento di un altro testo che non è pos- sibile ricostruire.

717 Vd. AE 1980, n. 875 = SEG XXX, n. 1252.

718 Vd. IGR IV 723.

719 Vd. AE 1933, n. 236; 1948, n. 184 e Tac. Ann. II 55, 3.

720 Vd. Tac. Ann. II 55, 6.

721 Tac. Ann. II 55, 5: «Non per questo Pisone si placò. Costretto a sostare per un giorno, Pisone lasciò Germanico e lo precedette in Siria, dove trovò le legioni. Comin- ciò allora a distribuire denaro, a intrigare, a favorire i soldati peggiori, allontanando i vecchi centurioni e i tribuni più severi e assegnando i loro posti ai suoi protetti e agli individui più loschi. Tollerava l’ozio negli accampamenti, il disordine nelle città, il vaga-

L’attività promossa da Pisone nei confronti delle truppe stanziate in Siria evidenzia una precisa volontà da parte del senatore di ottene- re la fedeltà dei soldati anche a costo di sacrificarne la disciplina. Se- condo R. Seager, il senatore avrebbe cercato di evitare che nella sua provincia si venisse a creare la situazione che si era verificata sul li-

mes renano, impedendo l’instaurarsi di una pericoloso attaccamen-

to delle legioni nei confronti di Germanico.722 La posizione in cui si

trovava Pisone era tale da non permettergli di agire in questa pro-

spettiva senza compiere gravi infrazioni.723 La scelta di privilegiare

la nomina di personaggi legati al governatore per occupare incarichi importanti nelle legioni dovette essere funzionale all’acquisizione di un forte consenso: l’azione di Pisone si rivelò particolarmente effica- ce poiché i soldati dovettero supporre che il governatore operasse con

l’approvazione di Tiberio.724 È probabile che la diffusione di tale idea

fosse supportata da operazioni di corruzione attraverso distribuzio- ni di denaro, diffusione ad hoc della notizia che il governatore opera- va nel pieno rispetto dei mandata a lui affidati dal principe: Tiberio, infatti, comandante di provata esperienza militare che aveva dovu- to far fronte a una doppia ribellione militare all’inizio del suo princi- pato, difficilmente avrebbe accettato tale indulgenza nella disciplina militare nonché l’attribuzione spontanea a Pisone da parte dei soldati del titolo di parens legionum, che sarebbe dovuto spettare solo a lui.

Secondo Tacito, anche se al corrente della situazione e delle ini- ziative di Pisone, Germanico preferì proseguire il proprio viaggio e recarsi in Armenia: la soluzione dei conflitti sorti in quest’area si

configurava, infatti, come l’obiettivo principale della sua missione.725

Ciò consente di ipotizzare che parte delle critiche riferite all’ope- rato di Pisone presso le legioni siriane possa risalire alle fonti da cui Tacito dipende: è possibile, infatti, che lo storico abbia fatto ricorso agli atti del processo contro Pisone, seguito alla morte di Germani- co, attingendo al materiale accusatorio del circolo che faceva capo ad Agrippina, che avrebbe avuto tutto l’interesse a presentare sot- to una cattiva luce l’operato del governatore, aggravandone la po- sizione attraverso la menzione del suo comportamento nei confron-

ti delle truppe.726 È possibile, tuttavia, che Germanico non fosse al

corrente delle attività poste in essere da Pisone presso le legioni: l’o- biettivo della sua missione era intervenire in Armenia, la quale era

bondaggio dei soldati che si sbandavano per le campagne. Insomma, si mostrò talmente permissivo che lo chiamavano confidenzialmente il «papà» delle legioni».

722 Cf. Seager 1972, 97-100.

723 Cf. Rapke 1982, 61-9; Bird 1987, 72-5; Marcogliano 2009, 17-18.

724 Cf. Seager 1972, 100.

725 Vd. Tac. Ann. II 55, 6. Cf. Low 2016, 222-38; Olbrycht 2016, 609-17.

priva di un capo riconosciuto dopo la carcerazione di Vonone ad An-

tiochia.727 I due senatori si erano incontrati, infatti, a Rodi e da qui

le loro strade si erano divise: alla luce dei diversi obiettivi degli in- carichi di Germanico e Pisone appare evidente che la notizia che at- tribuiva a quest’ultimo la volontà di raggiungere la Siria prima del

legatus debba essere imputata al gruppo che faceva capo ad Agrippi-

na. Dopo aver incontrato Germanico sulle coste meridionali dell’Asia Minore, dovette essere noto a Pisone il fatto che questi si sarebbe re- cato prima in Armenia attraverso la Cilicia e la Cappadocia: l’obiet- tivo del governatore era quello, legittimo, di raggiungere il più pre- sto possibile la provincia sotto la sua giurisdizione.

Prima di prendere la via verso il Nord Germanico compì una sosta sulle coste della Licia: dal centro di Andriaca provengono due iscri- zioni rinvenute fuori contesto che onorano la coppia.

Γερμανικὸν Καίσαρα, τὸν Τιβερίου θεοῦ Σεβαστοῦ Καίσαρος υἱὸν, [Μυ]ρέ[ων ὁ] δῆμος τὸν ἑα<υ>το[ῦ] σ[ω]τῆρα καὶ εὐεργέτην. Ἀγριπ[π]ε[ῖ]ναν [θ]υγατριδῆν θεοῦ Σε[βαστ]οῦ Καίσαρος, [γ]υναῖκα δ[ὲ Γ]ε[ρ]μαν[ικ]οῦ [Κ]αίσαρος, Μυρέων [ὁ δ]ῆμο[ς].728

Il testo conserva un particolare interessante: se Germanico è cele- brato quale benefattore della città, soltanto Agrippina è onorata co- me nipote di Augusto, a ribadire il suo ruolo legittimante in virtù dei legami di sangue col divus.

Dopo questa sosta non vi è menzione della presenza della matrona al seguito del marito. L’opzione che essa fosse rimasta con lui anche nelle tappe successive del viaggio, seppur non menzionata dalle te- stimonianze letterarie, appare verosimile: se la donna insieme ai fi- gli si fosse fermata in qualche centro, sarebbe giunta memoria della sua presenza per via epigrafica o letteraria, così come se avesse rag- giunto la Siria e ivi atteso il marito sotto la supervisione di Pisone.

Il legatus proseguì il viaggio nell’entroterra dell’Asia Minore, re- candosi dapprima in Cappadocia. Questo regno era rimasto privo del sovrano nel 17 d.C. dal momento che Archelao, fatto chiamare a Ro- ma da Tiberio e posto sotto accusa davanti al senato, era morto pri- ma di poter far ritorno: i territori sotto la sua influenza furono pro- vincializzati e Germanico, nel corso del suo tour orientale, provvide a nominare uno dei suoi comites, il cavaliere Q. Veranio, come gover-

727 Vd. Tac. Ann. II 56. Cf. Anderson 1968, 966; Pani 1972, 219-22; Schlude; Rubin 2017, 65-92.