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La Segreteria di Stato e la «direzione suprema di tutti gli affari» durante

Nel documento Il tempo di Leone XII (pagine 133-148)

il pontificato leonino

Paolo Daniele Truscello

La prima ricerca organica sulla Segreteria di Stato della prima metà dell’Ottocento è strettamente connessa al trentennio di servi-zio di Lajos Pásztor presso l’Archivio Segreto Vaticano1 e al suo par-ticolare interesse per gli archivi della Segreteria stessa, che nella loro stratificazione riflettono l’attività del dicastero2. Negli anni Ottan-ta, viene pubblicata la sua dettagliata disamina circa le funzioni, le competenze, la composizione, l’organizzazione, il funzionamento e gli archivi del dicastero per il periodo 1814-1833, arricchendola con un interessante corredo di fonti3.

Col presente contributo, si intende offrire un sintetico – possibil-mente anche dinamico – profilo della Segreteria di Stato di Leone XII, considerando l’apporto specifico dei due segretari di Stato, i rapporti interni e il personale, per analizzare, infine, alcuni aspetti che occhi esperti valutavano come nodali per la vita del dicastero, forse però non tenendo appieno in conto la peculiare natura mutevole dell’orga-no di goverdell’orga-no supremo del papa.

1 S. Pagano, Lajos Pásztor Archivista, in L. Csorba, G. Komlóssy (a cura), Acca-demia d’Ungheria in Roma, Annuario 2002-2004. Conferenze e convegni, AccaAcca-demia d’Ungheria in Roma – Istituto Storico “Fraknói”, Roma 2005, pp. 62-66.

2 Per approfondire cf. G. Coco, Il governo, le carte e la memoria. Aspetti della storia degli archivi della Segreteria di Stato in Epoca Contemporanea, in Religiosa archivo-rum custodia. IV centenario della Fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano (1612-2012), Atti del Convegno di Studi, Città del Vaticano, 17-18 aprile 2012, Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano 2015, pp. 215-272.

3 L. Pásztor, La Segreteria di Stato e il suo archivio (1814-1833), 2, Hiersemann, Stuttgart 1984-1985 (Päpste und Papsttum, 23/1-2).

Ai vertici della Segreteria di Stato

Solo un paio di mesi dopo l’elezione di Annibale della Genga4, Francesco Capaccini5 riassume così le funzioni del segretario di Stato:

Il cardinal Segretario di Stato nel governo pontificio ha la suprema direzione di tutti gli affari tanto interni, quanto esteri ed è respon-sabile al sovrano del buon andamento dei medesimi. Negli affari in-terni il card. Segretario di Stato deve stabilire le massime regolatrici, deve dare a tutti i rami della pubblica amministrazione quella ten-denza che crede più utile al bene dello Stato e deve sorvegliare, che nelle provincie tutte e nelli dicasteri di Roma inferiori si osservino le leggi e le massime amministrative che sono state stabilite e si stabili-scono successivamente. Negli affari esteri il card. Segretario di Stato deve mantenere le buone relazioni con le Corti, seguendo quella linea politica che crede giusta, ed in questi affari la Segreteria di Stato deve discendere fino alle ultime particolarità.6

Evidentemente il modello “Consalvi”, che ha segnato gli anni della Restaurazione7, è quello che Capaccini propone al segretario di Leone

4 Cf. G. Monsagrati, Leone XII, in DBI, LXIV, 2005, pp. 527-537.

5 «[…] il collaboratore più valido ed apprezzato del Consalvi nella Segreteria di Stato per quanto riguarda il disbrigo degli affari diplomatico-ecclesiastici». L.

Pásztor, La Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari tra il 1814 e il 1850, “Archivum Historiae Pontificiae”, VI, 1968, p. 135. Cf. anche Ph. Bou-try, Souverain et pontife. Recherches prosopographiques sur la curie romaine à l’âge de la Restauration (1814-1846), École française de Rome, Rome 2002 (Collection de l’École française de Rome, 300), pp. 332-333; J. Leblanc, Dictionnaire bi-ographique des cardianux du XIXe siècle. Contribution à l’histoire du Sacré-Collège sous les pontificats de Pie VII, Léon XII, Pie VIII, Grégoire XVI, Pie IX et Léon XIII (1800-1903), Wilson & Lafleur Itée, Montréal 2007, pp. 199-201; L. Pásztor, Capaccini Francesco, in DBI, XVIII, 1975, pp. 372-374.

6 F. Capaccini, Riservatissima memoria per l’Eminentissimo sig[nor] card[inal] Se-gretario di Stato, Segreteria di Stato [d’ora in poi SS], [s.g.] dicembre 1823, in Pásztor (a cura), La Segreteria di Stato e il suo archivio cit., p. 375.

7 Cf. R. Hême de Lacotte, Restaurations politiques et transactions religieuses. Les accords concordataires du second âge consalvien, in J.C. Caron, J.P. Louis (a cura), Rien appris, rien oublié? Les Restaurations dans l’Europe postnapoléonienne

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XII, ma la rivalsa anticonsalviana al conclave del 18238 mette natu-ralmente fuori gioco questa prospettiva.

Per il successore di Pio VII, che non primeggia tra i sostenitori della politica consalviana9, la scelta di un segretario di Stato diventa una presa di posizione rispetto alla politica precedente10, ma anche una prima risposta alle aspettative degli elettori, oltre che un pro-gramma di conduzione della Segreteria di Stato. La scelta, effettuata lo stesso giorno della sua elezione e ratificata due giorni dopo, ricade sull’anziano cardinale Giulio Maria Della Somaglia11, figura autore-vole e decano del sacro Collegio: profilo sufficientemente dimesso12 e

1830), Presses Universitaires de Rennes, Rennes 2015, pp. 271-281; R. Regoli, La politica della Santa Sede al tempo del Congresso di Vienna. L’operato del cardinale Ercole Consalvi, in M. Troglic, E. Milos (a cura), Bečki Kongres (1814/1815).

Historiografske refleksije o 200. Obljetnici, Leykam International, Zagabria 2016, pp. 129-146; Idem, Le partite politiche del cardinale Consalvi tra Roma e Vienna (1814-1815), “Römische historische mitteilungen”, LVIII, 2016, pp. 145-155;

8 «Celebrati i novendiali i cardinali entrarono in Conclave e vi entrarono con pre-concetto divisamento di abbattere col nuovo pontefice il sistema Consalviano nel governo della pubblica cosa». V. Tizzani, Manoscritti contenenti la storia di alcuni pontificati, in Archivio Segreto Vaticano [d’ora in poi ASV], SS, Spogli di Leone XIII, b. 13, fasc. 72, f. 13v [Si ringrazia Ilaria Fiumi Sermattei per la segna-lazione]; cf. anche I. Fiumi Sermattei, R. Regoli (a cura), Il conclave del 1823 e l’elezione di Leone XII, Consiglio regionale – Assemblea legislativa delle Marche, Ancona 2016.

9 Cf. R. Colapietra, La formazione diplomatica di Leone XII, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1966 (Biblioteca scientifica, 23), pp. 99-131.

10 R. Regoli, I. Fiumi Sermattei, Introduzione, in Fiumi Sermattei, Regoli (a cura), Il conclave del 1823 cit., p. 13.

11 Non essendoci particolari contributi recenti, cf. A. Ilari, I Cardinali Vicari. Cro-nologia bio-bibliografica, “Rivista diocesana di Roma”, III, 1962, pp. 286-287; G.

Moroni, Somaglia (della) Giulio Maria, in Idem, Dizionario di erudizione Storico-Ecclesiastico, LXVII, Tipografia Emiliana, Venezia, 1854, pp. 175-181; E. Santo-vito, Della Somaglia Giulio Maria, in P. Paschini (a cura), Enciclopedia Cattolica, IV, Ente per l’Enciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Sansoni, Firenze 1950, pp. 1382-1383. Più recente: Boutry, Souverain et pontife cit., pp. 363-365;

S. Iaccarino, Giulio Maria Della Somaglia, in Fiumi Sermattei, Regoli (a cura), Il conclave del 1823 cit., pp. 425-427.

12 Cf. Biglietto ai Mons[igno]ri Nunzi Apostolici, Roma, 28 settembre 1823; Biglietto ai Mons[igno]ri Delegati Ap[ostoli]ci, ed ai Governatori Distrettuali di Tivoli e

Su-molto diverso dal Consalvi13. In tal senso, convergono le aspettative del pontefice, che vede nella nomina la possibilità di un più ampio margine decisionale14, e quelle della corte papale, determinata a ridi-mensionare il ruolo, fino a quel momento ingombrante, di segretario di Stato15. Pur consapevole che non sia possibile retrocedere rispetto alle fortunate manovre consalviane, il papa accetta la pressante ri-chiesta della sua Corte e costituisce una Congregazione permanente, composta prevalentemente da personaggi avversi al Consalvi, in cui vi inserisce anche il segretario di Stato16. La Congregazione si raduna

biaco, Roma, 28 settembre1823; Biglietto al Sig[nor] Cardinal Giulio Maria Della Somaglia, Roma, 30 settembre 1823, in ASV, SS, Registri II, 134, ff. 3r-4v, 6r-v.

13 «Il Somaglia godeva la stima di uomo onestissimo quanto il Consalvi, la mente però di lui e il tatto governativo e politico n’era agli antipodi. Formalista e mi-nuzioso riputavasi dai diplomatici perché nei pranzi più che di altro occupavasi col suo occhialino nello esaminare se i nappi, le coppe, le posate stessero al loro posto per linee dirette e nelle proporzioni geometriche […]. Il Consalvi al con-trario smilzo, mobile, con occhio penetrante e folte ciglia, di pronto ingegno si occupava del grande senza curarsi del minimo». Tizzani, Manoscritti contenenti la storia di alcuni pontificati cit., f. 40 r-v.

14 Non mancano le attestazioni di un reale accentramento decisionale, cf. Dispaccio di Giambattista Crosa a Vittorio Amedeo Sallier de la Tour, Roma, 8 dicembre 1826, in Archivio di Stato di Torino, Corte, Materie politiche per rapporto con l’estero, Lettere Ministri, Roma, mazzo 324 (si ringrazia Ilaria Fiumi Sermattei per la se-gnalazione).

15 «L. XII non volle tuttavia essere il papa degli zelanti né volle caratterizzarsi come colui che, appena giunto al potere, aveva cancellato tutte le realizzazioni di Con-salvi. Piuttosto, proprio in riferimento alla linea del segretario di Stato di Pio VII, che egli si era affrettato a licenziare subito dopo l’elezione sostituendolo con il cardinale G.M. Della Somaglia, era apparso chiaro che, mettendosi al fianco un uomo di ottantaquattro anni, il nuovo papa era intenzionato a muoversi con la massima libertà e senza che la gerarchia intralciasse l’idea di Chiesa che era risoluto a portare avanti, con l’ambizione di essere eventualmente seguito e non di seguire». Monsagrati, Leone XII cit., pp. 531-532.

16 Cf. Biglietto agli Em[minentissim]i Sig[nor]i Cardinali, Roma, 29 settembre 1823, in ASV, SS, Registri II, 134, f. 5r-v. «La sera del 10 ottobre si radunarono così presso il pontefice Della Somaglia, Pacca, Galeffi, Severoli, Cavalchini, investiti di cariche di governo, ed in più anche De Gregorio, prefetto del Concilio, e Rivaro-la». Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich. Il pontificato di Leone XII, Morcelliana, Brescia 1963, p. 179.

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solo su richiesta del pontefice, ma, col passare degli anni, non verrà più convocata, pur continuando a esistere per tutto il pontificato17. Di fatto, Leone XII avvia un astuto processo di autonomizzazione sia dalla politica consalviana sia dai suoi stessi elettori, come anche dall’influente e collaudata Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, affiancata da Pio VII alla segreteria nel 181418. Il papa, accomunato all’intransigenza degli zelanti, durante il suo pontificato ne arginerà i meccanismi di controllo impostando uno stile proprio.

La scelta dell’anziano porporato, inoltre, suscita perplessità an-che nell’ambiente diplomatico a causa dell’età avanzata, an-che potrebbe inficiarne l’azione. In effetti, non mancano i documenti che manife-stano insofferenza per il malfunzionamento della Segreteria,19 relati-vamente agli affari sia interni che esteri, tant’è che «il lento metodo di lavoro, la debolezza, il formalismo del cardinale Della Somaglia nel disbrigo del lavoro d’ufficio vennero rilevati e criticati da molti»20. Tuttavia, all’età – e forse all’inadeguatezzadel segretario – si assom-mano altri fattori interni di non minor rilievo. Infatti, andrebbe te-nuto presente che Leone XII disbriga personalmente molti affari, affi-dandone al segretario la mera esecuzione21. Anche la sovrapposizione di competenze tra diversi organi della burocrazia curiale produce il rimbalzo di analoghe questioni da un dicastero all’altro,

ritardando-17 Cf. Pásztor, La Segreteria di Stato e il suo archivio cit., pp. 46-47.

18 Cf. Pásztor, La Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari cit., 191-268.

19 Francesco Capaccini, minutante di segreteria, il marchese Giambattista Crosa, rappresentante del Regno di Sardegna presso la Santa Sede, Luigi Lambruschini, arcivescovo di Genova, il cardinal Rivarola sono solo alcuni dei nomi che critica-no le modalità di conduzione da parte di Della Somaglia (cf. Pásztor, La Segre-teria di Stato e il suo archivio cit., pp. 144-145).

20 Ibid., p. 145. Colapietra offre una sua lettura circa i limiti dell’attività dell’anzia-no segretario di Stato, motivandoli con udell’anzia-no stile frammentario e di dell’anzia-non lunghe vedute, dovuto alla sua personalità, formazione e attività, maturato in contesti ormai tramontati (cf. Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich cit., pp.

140-141).

21 Cf. Pásztor, La Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari cit., pp. 248-264.

ne notevolmente la risoluzione22. Non per ultimo influisce – come dimostrano le proposte di riforma di Francesco Capaccini – il non efficace coordinamento tra gli officiali di segreteria e la distribuzione delle materie ai vari dicasteri.

Questa “fase cuscinetto” cede progressivamente spazio a una nuo-va fase più “leonina”. La svolta è attuata da più parti: in quanto a politica interna, a partire dal 1824, viene avviata una serie di riforme giuridico-amministrative23; per le politiche estere, invece, una volta elaborato un programma proprio, si passa a individuarne gli uomini giusti per l’esecuzione, come dimostra la riequilibratura del corpo di-plomatico (1826)24. Il cardinale Della Somaglia traghetta la segreteria per l’intera fase di riassetto.

Solo il 15 giugno 182825, accettate le dimissioni dell’ottantaquat-trenne porporato, viene comunicata al sacro Collegio la scelta del nuovo segretario di Stato26, Tommaso Bernetti27, che, seppur

prota-22 Scrive il Sala: «Questo metodo di rimettere or qua, or la le carte, senza una regola fissa, può essere origine di gravi inconvenienti». Citato in ibid., p. 251, nota 18.

23 Cf. Monsagrati, Leone XII cit., p. 535.

24 Cf. R. Regoli, Gli uomini del papa. La rete della diplomazia papale, in I. Fiumi Ser-mattei, R. Regoli, P.D. Truscello (a cura), Dall’intransigenza alla moderazione.

Le relazioni internazionali di Leone XII, Consiglio regionale – Assemblea legislativa delle Marche, Ancona 2019, 2 ed., pp. 19-37.

25 In realtà, già a metà aprile, il Tizzani appunta: «15 [aprile]. Martedì […]. Dicesi che il card. Della Somaglia sia obbligato a rinunziare la carica di Segretario di Sta-to. 16 [aprile]. Mercoledì […]. Dicesi certa la rinunzia del card. Della Somaglia, cui succederebbe il card. Bernetti. Costui alto, di giusta pinguedine, di ingegno, fu governatore di Roma e spedito a Pietroburgo per felicitare l’Imperatore Ni-colao nel suo ascendere al trono dei Romanow». V. Tizzani, Effemeridi Romane (1828-1860), I, a cura di G.M. Croce, Gangemi Editore, Roma 2015, p. 31 (Isti-tuto per la Storia del Risorgimento Italiano – Fonti, 104).

26 Cf. Biglietto a tutti i componenti l’Ecc[ellentissi]mo Corpo Diplom[atic]o, Roma, 15 giugno 1828, Biglietto agli Em[minentissim]i Sig[nor]i Cardinali Legati, ai Nunzi Ap[ostoli]ci, Incaricati, ed ai Prelati Delegati e Consoli P[ontific]i, Roma, 16 giugno 1828, in ASV, SS, Registri II, 134, ff. 97v-98r.

27 Cf. Leblanc, Dictionnaire biographique des cardianux cit., pp. 145-148; G. Pigna-telli, Bernetti Tommaso, in DBI, IX, 1967, pp. 338-343. Inoltre, a differenza di G.M. Della Somaglia, si riscontrano altri contributi che ne approfondiscono la politica estera dei due rispettivi mandati: E. Morelli, La politica estera di

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gonista per pochi mesi, diventa chiave di volta dei primi cinque anni del pontificato di Gregorio XVI.

Il Bernetti, raccomandabile per l’energico attivismo e per non es-sere legato ad alcun gruppo cardinalizio, appare troppo tecnico, poli-ticizzato e anche troppo giovane28. Torna l’idea di affiancargli nuova-mente organi consultivi – in realtà solo istituiti e mai convocati – per scongiurare eccessivi accentramenti29.

Gli “zelanti” però, che paventavano un ritorno a quel rigido centra-lismo che già aveva caratterizzato il periodo consalviano chiesero di limitare il potere del segretario di stato con l’istituzione di congrega-zioni cardinalizie permanenti: il provvedimento, insieme con inizia-tive personali del papa, rese inefficiente sul piano interno l’attività del B., che curò invece quasi esclusivamente la politica estera30. La sua politica interna risente della generale avversione curiale31, come pure della circospezione del papa, che continua a tenere

riser-maso Bernetti, segretario di Stato di Gregorio XVI, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1953 (Letture di pensiero e d’arte, 24); L. Pásztor, La segreteria di Stato di Gregorio XVI (1831-1846), “Archivum Historiae Pontificiae”, XV, 1977, pp. 295-332; P. Ugolini, La politica estera del card. Tommaso Bernetti segretario di Stato di Leone XII (1828-1829), “Archivio della Società Romana di Storia Patria”, XCII, 1969, pp. 213-320.

28 «Le lettere ad Amat ci farebbero pensare […] a negligenza e indolenza per gli aspetti religiosi della dignità: certe osservazioni che spulciamo qua e la denotano chiaramente il carattere del puro tecnico, dell’uomo d’azione, un Consalvi ancora più scarnificato e politicizzato, ma anche più incline alle debolezze e alle sedu-zioni del mondo, l’uomo più distante dal largo spirito religioso e popolare di un Lamennais, che apertamente lo detestava, ma anche da ogni residuo di precetti-smo e di formaliprecetti-smo zelanti». Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich cit., p. 330.

29 Cf. Pásztor, La Segreteria di Stato e il suo archivio cit., p. 58.

30 Pignatelli, Bernetti Tommaso cit., p. 339.

31 «Sono le rivalità ed i ripicchi in cui s’impantanano gli ultimi mesi di governo di Leone XII, insomma, a svuotare pressoché del tutto la politica di Bernetti all’in-terno, costringendolo a dedicarsi esclusivamente alle gravi cure della diploma-zia». Colapietra, La Chiesa tra Lamennais e Metternich cit., p. 335.

vati a sé molti affari di competenza della segreteria32. Anche la cura degli affari esteri risente dell’ampio protagonismo papale, che non permette al segretario di esprimere la sua nota «fervida fantasia»33 per fornire le tracce di un’eventuale politica “bernettiana”34. D’altra parte, il tempo che rimane al pontefice è davvero breve: con la sua morte – solo otto mesi dopo – il cardinal Bernetti decade automatica-mente dal ruolo di segretario di Stato35.

Il personale di Segreteria

Circa il personale di Segreteria non è possibile scendere molto a fondo, poiché diverse figure di officiali rimangono ancora nella gene-rale penombra storiografica che avvolge la Curia romana di inizio Ot-tocento36. Pertanto ci si limita – in questa sede – a offrire qualche con-siderazione generale, avvalendosi dell’analisi offerta dal Pásztor circa composizione, organizzazione e funzionamento della Segreteria37.

Mettendo insieme i dati relativi alla permanenza degli officiali al servizio del dicastero, emerge che l’organico della Segreteria di Stato, nel periodo in questione, è pressappoco identico a quello del pontifi-cato precedente.

32 Cf. Pásztor, La Segreteria di Stato e il suo archivio cit., pp. 147-148.

33 Monsagrati, Leone XII cit., p. 538.

34 Per approfondire, cf. Ugolini, La politica estera del card. Tommaso Bernetti cit., pp. 213-320.

35 «Nella biografia del nuovo segretario di Stato troviamo i tratti tipici delle nomine del 1826, con in più l’esperienza di una percorrenza non secondaria dell’Euro-pa. Allo stesso tempo, forse, possiamo anche individuare il tentativo papale di riprendere in mano l’indirizzo diplomatico, ma ormai la morte si avvicinava. Le nomine più originali di Leone XII avrebbero dato un contributo non secondario ai pontefici suoi successori». Regoli, Gli uomini del papa cit., p. 37.

36 Il nome di alcuni officiali non compare nemmeno nelle prosopografie, ma si può trovare qualche breve riferimento nell’apparato critico di Pásztor, La Segreteria di Stato e il suo archivio cit.

37 Altri aspetti che non trovano spazio in questo contributo – reclutamento, com-posizione, stipendi, sede degli uffici, collaboratori esterni – possono essere ap-profonditi in ibid., pp. 75-228.

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La prima indiscutibile figura di continuità interna al dicastero è Carlo Mauri38, assunto provvisoriamente nell’agosto del 1800 come minutante, sostituto di Segreteria dal 2 giugno 1814 – nella stessa data è nominato anche segretario della Cifra – fino alla sua morte (2 febbraio 1830) 39. Egli svolge ininterrottamente le funzioni di sostitu-to sotsostitu-to quattro segretari di Stasostitu-to (Consalvi, Della Somaglia, Bernetti e Albani). Tuttavia, il dato di forte impatto emerge considerando il periodo di permanenza degli officiali subalterni (minutanti, scritto-ri, cifristi e archivisti). Infatti, dei diciannove componenti40, ereditati dalla compagine consalviana, ben diciassette continuano il loro ser-vizio per tutta la durata del pontificato di Leone XII41; ben quindici di essi continuano anche negli anni successivi, quando, sotto Pio VIII42, si ha un primo grande rimpasto rispetto al personale di Pio VII, ma in sei giungono fino al pontificato di Gregorio XVI43. D’altra parte, quello che incuriosisce è che in questa vasta compagine, la figura di spicco che proseguirà la carriera ecclesiastica con ruoli di rilievo è so-lamente il Capaccini44, creato cardinale da Gregorio XVI. Tutti gli altri

38 Cf. Boutry, Souverain et pontife cit., p. 591.

39 Biglietti di nomina in ASV, SS, Registri I, 60, ff. 35v, 509r; Registri II, 133, ff. 8v-10r.

40 Dal 1815, l’organico rimane pressappoco di venti officiali, anche se gli affari avrebbero bisogno di qualche figura in più. Con la revisione di tutti i dicasteri voluta da Leone XII (1824), il numero del personale della segreteria viene sta-bilito a quindici unità, ma fattivamente non viene ridotto, il numero in eccesso scompare dopo alcuni anni (cf. Pásztor, La Segreteria di Stato e il suo archivio cit., pp. 79-83).

41 Le poche eccezioni che non coprono tutto l’arco temporale sono: Francesco Ca-paccini (il 16 luglio 1824 nominato alla segreteria dei Brevi), Girolamo Galanti (il 28 ottobre 1824 nominato segretario della Tesoreria generale), Domenico Co-stantini (7 marzo – 27 novembre 1824) e Luigi Armellini prende il posto lasciato vuoto da Galanti come minutante solo il 29 novembre 1824). Loreto Santucci lascia il primo gennaio 1829, coprendo quasi interamente il pontificato di Leone XII (cf. ibid., pp. 172-200).

42 Cf. ibid., pp. 75 e ss.

43 Cf. Idem, La segreteria di Stato di Gregorio XVI cit., pp. 295-332.

44 Dal 1815 è segretario del Consalvi e suo minutante preferito in Segreteria di Stato, ma nel 1824 viene nominato alla segreteria dei Brevi. Tra il 1826 e il 1827

ecclesiastici – da tener presente la nutrita presenza laica – resteranno solamente al grado di prelati, senza ricoprire altri ruoli di particolare rilievo in Curia romana45.

Una prima doverosa considerazione è che gli officiali di

Una prima doverosa considerazione è che gli officiali di

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