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segue: Il funzionamento degli apparati giurisdizionali regionali

2. Gli aspetti istituzionali degli organi giurisdizionali regionali

2.2 segue: Il funzionamento degli apparati giurisdizionali regionali

Anche in relazione al funzionamento degli apparati giurisdizionali è possibile individuare degli elementi comuni ai vari sistemi, che prescindono dalla natura giuridico-funzionale dell’organizzazione nel cui ambito gli stessi sono istituiti. In primo luogo, in merito alla formazione di lavoro delle Corti di Giustizia considerate, è evidente la tendenza a riconoscere all’organo giurisdizionale la possibilità di riunirsi e svolgere le proprie attività in sessioni a partecipazione ristretta. In alcune delle organizzazioni regionali in esame ciò rappresenta la ÷

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Evidentemente, il ricorso a tale procedura consente di sottrarre completamente, o quasi, al controllo dei governi degli Stati membri la formazione dell’organo giurisdizionale regionale, così offrendo maggiori garanzie di indipendenza dei giudici e riducendo al massimo la possibilità di influenze di natura politica. Per una attenta analisi di tale meccanismo di nomina, cfr. MALLESON, Promoting judicial independence in the International courts: lessons from the Caribbean, in Int’l & C. L. Q., 2009, vol.58, p.671.

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Cfr. art.27 CCJ Agreement; art.41 COMESA Treaty; artt.35-42 Reglamento General CCJ; artt.9 e 36-41 Statut Cour CEMAC; artt.10-13 Règ. Cour UEMOA; art.45 EAC Revised Treaty; art.14 Tratado TJCA e art.17 Estatuto TJCA; art.12 SADC Protocol on Tribunal. Per quanto riguarda il MERCOSUR le funzioni burocratico- amministrative relative al meccanismo di soluzione delle controversie vengono svolte dalla Secretaría Administrativa dell’organizzazione.

166 regola e solo in via eccezionale, su decisione dello stesso organo giurisdizionale, in ragione della complessità della controversia in oggetto, i giudici si riuniscono in assemblea plenaria514. In altre fattispecie associative, invece, avviene esattamente il contrario, ossia si dispone che la Corte di Giustizia operi comunemente nella sua formazione completa, pur essendo però riconosciuta alla stessa la possibilità di riunirsi in sessioni a composizione soggettiva ristretta, qualora la natura delle attività da svolgere lo rendano preferibile515. Diversamente, nella CAn e nell’UEMOA le sessioni in cui le Corti di Giustizia si possono riunire si distinguono non in ragione del numero dei giudici che le compongono, bensì in base alla natura della funzione da assolvere ovvero della tipologia della controversia su cui l’organo giurisdizionale è chiamato a pronunciarsi. Così, il Tribunale Andino si può riunire in sessioni amministrative ovvero giudiziarie, ordinarie o straordinarie516. La Cour de Justice

UEMOA, invece, si riunisce generalmente in assemblea plenaria con la presenza di un

avvocato generale per svolgere le sue competenze di natura contenziosa517, in assemblea generale (sempre composta dalla totalità dei giudici) quando assolve la funzione consultiva, e in Assemblée Interieure (cui prendono parte non solo tutti i giudici ma altresì alcuni membri del personale) per pronunciarsi su questioni di carattere amministrativo518.

Per quel che riguarda le regole generali di procedura, un’analisi comparata degli strumenti normativi delle Corti regionali permette di rilevare una sostanziale analogia fra le varie giurisdizioni. In particolare, la strutturazione del procedimento è identico nei vari organi giurisdizionali e si articola sempre, analogamente al sistema giurisdizionale europeo, in una fase scritta ed in una orale. Al termine di quest’ultima, i giudici si riuniscono per deliberare,

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Così opera il SADC Tribunal (art.3 par.3 SADC Protocol on Tribunal), Tribunal Permanente de Revisión del MERCOSUR (art.20 Protocolo de Olivos), la Caribbean Court of Justice (art.12 CCJ Agreement), la Cour de Justice CEMAC (artt.43-47 Statut Cour CEMAC). Con riguardo a quest’ultima, lo statuto precisa che la Cour de Justice può esercitare le sue funzioni, oltre che in Assemblea plenaria (5 giudici, il cancelliere più, se del caso, un avvocato generale), in Assemblea ordinaria (3 giudici, il cancelliere più, se del caso, un avvocato generale), in Assemblea generale (l’insieme dei membri e del personale della Corte) e in Camera di Consiglio.

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Cfr. art.27 ECOWAS Protocol; art.2 par.2 e 9 par.1 Reglamento CCJ.

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Art.29 Estatuto TJCA. Il Tribunal andino si riunisce in sessioni giudiziarie“para proveer sobre las cuestiones relativas a las acciones, solicitudes y recursos que sean sometidos a su conocimiento, a los actos procesales y a los procedimientos judiciales en curso, y a la ejecución o al desacato de las decisiones que expida” (artt.16-22 Reglamento TJCA) ed in sessioni amministrative “para ejercer las potestades normativa, administrativa y disciplinaria, en el ámbito de su competencia interna”

(artt.25-27 Reglamento TJCA).

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Qualora la questione sottoposta all’attenzione della Cour de Justice UEMOA sia tale da poter compromettere l’ordine pubblico, la tranquillità pubblica e la pubblica sicurezza, allora i giudici si riuniscono in Camera di Consiglio. In realtà non pare vi sia alcuna differenza numerica fra l’Assemblea plenaria e la Camera di Consiglio in quanto in entrambi i casi la Corte opera nella sua formazione completa. L’unica differenza riguarda la presenza dell’Avvocato Generale che sembra non essere obbligatoria quando la Corte si riunisce in Camera di Consiglio.

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167 generalmente a maggioranza519. Il procedimento, quindi, si conclude con l’emanazione della sentenza letta in pubblica udienza e, generalmente, non vengono rese note le opinioni dei singoli giudici. Fanno eccezione i sistemi giurisdizionali centroamericano e mercosureño (con riguardo al TPR) in cui le sentenze , debitamente motivate, esprimono altresì le posizioni e le ragioni dei giudici dissidenti520.

Inoltre, benché non sempre sia oggetto di una disciplina particolarmente chiara e dettagliata, pressoché tutti i regolamenti di procedura degli organi giurisdizionali in esame riconoscono ai terzi, siano essi Stati membri, istituzioni dell’organizzazione ovvero soggetti privati, il diritto di intervenire nel procedimento in corso dinanzi alla Corte di Giustizia, in qualunque sua fase. Tuttavia, qualche differenza fra le varie giurisdizioni si riscontra con riguardo alle categorie di soggetti terzi cui viene attribuito siffatto diritto di intervento e, soprattutto, con riguardo alle condizioni che devono sussistere affinché esso possa essere validamente esercitato. Contrariamente a quanto viene disposto nello Statuto CGUE, infatti, quasi tutti gli organi giurisdizionali regionali presi in considerazione pongono sullo stesso piano gli Stati membri, le istituzioni dell’organizzazione e i privati, prescrivendo condizioni analoghe per l’esercizio del diritto di intervento, peraltro esteso, senza alcuna distinzione di sorta, a tutte le tipologie di controversie di cui l’organo giurisdizionale può conoscere. Pertanto, in alcuni casi (CARICOM, SADC e CAn), tutte le categorie di soggetti suindicati devono, al fine di ottenere dalla Corte di Giustizia l’autorizzazione ad intervenire al procedimento in corso, provare la sussistenza di un proprio interesse sostanziale di natura giuridica sul quale la sentenza della Corte rischia di incidere e che, pertanto, è tale da giustificare la richiesta di intervento521. In altri casi (EAC, COMESA, ECOWAS) invece le regole di procedura interne delle Corti di Giustizia regionali riconoscono un diritto di intervento del terzo molto più ampio ed incondizionato, in quanto non viene prescritta la necessità per lo Stato membro, per l’istituzione ovvero per il soggetto privato interveniente di provare la sussistenza di un interesse giuridico alla soluzione della controversia, ma è sufficiente che il terzo intervenga a sostegno ovvero in opposizione della posizione espressa

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Cfr. art.24 SADC Protocol on Tribunal; art.35 par.1 EAC Revised Treaty; art.19 ECOWAS Protocol; art.25 Protocolo de Olivos; art.23 par.2 COMESA Treaty; art.86 Règ. Proc. CEMAC; art.36 Convenio CCJ; art.4 par.4 CCJ Agreement; art.20 Règl. Proc. UEMOA.

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L’art.35 par.2 EAC Revised Treaty invece si limita a riconoscere al giudice dissidente il diritto di rendere nota la sua posizione. In dottrina, per una sintetica descrizione dei meccanismi procedurali delle Corti di Giustizia regionali africane, cfr. KAMTO, op.cit., p.137 ss.

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Così, nella Caribbean Court of Justice (art.18 CCJ Agreement), nel SADC Tribunal (art.30 SADC Protocol on Tribunal), nel Tribunal Andino (art.72 Estatuto TJCA).

168 da una delle parte della controversia522. Nel mezzo di queste due diverse tipologie di disciplina si colloca, però, la disposizione contenuta nel regolamento di procedura della Cour

de Justice UEMOA la quale, ad imitazione della disciplina dettata dallo Statuto CGUE

illustrata nel capitolo precedente, prevede che il terzo, che non sia uno Stato membro o un’istituzione e che abbia intenzione di intervenire in un procedimento in corso dinanzi alla Corte di Giustizia, deve comprovare le ragioni che giustificano il suo interesse alla soluzione della controversia (art.79 Règ. Proc. UEMOA).

Infine, è bene precisare che, sebbene gli organi giurisdizionali regionali summenzionati riconoscano ai privati un diritto di intervento meno restrittivo rispetto a quello attribuito, come visto nel capitolo precedente, dallo Statuto CGUE523, il SADC Tribunal esclude dall’esercizio di tale diritto le istituzioni dell’organizzazione, mentre l’EAC Court of Justice e la COMESA Court of Justice lo limitano solamente all’Executive Secretariat. Vaga e imprecisa risulta, infine, la disciplina dettata al riguardo dagli strumenti normativi di base della Cour de Justice CEMAC e della Corte de Justicia Centroamericana524.