CAPITOLO 3: ANALISI DI SETTORE
3.4 I SERVIZI DI SHARING MOBILITY
I cittadini, oltre a richiedere servizi “on demand”, sono sempre più propensi all’utilizzo delle nuove tecnologie e anche il mondo dei trasporti si sta adeguando a tal senso. Si stanno sviluppando sempre più, infatti, sistemi di bigliettazione elettronica sia per il trasporto urbano che per quello extraurbano.
Questi moderni sistemi permettono di far si che l’utenza possa acquistare i titoli di viaggio direttamente dal proprio smartphone attraverso l’app o di utilizzare una smart card su cui caricare i titoli acquistati. Sono sistemi che sicuramente richiedono grandi investimenti iniziali, ma che producono importanti vantaggi per le imprese, per gli utenti e per gli Enti locali coinvolti.
Possiamo quindi affermare che il settore sta attraversando una fase di profondo rinnovamento e ha tutte le potenzialità per aumentare notevolmente il numero di persone trasportate, anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie e all’adeguamento dell’offerta ai dati di domanda registrati.
dietro pagamento di una quota proporzionale al tempo d'uso ed ai chilometri percorsi“, oppure
“organizzare servizi di uso collettivo ottimale delle autovetture”. Si prevedevano anche contributi pubblici per sostenere queste iniziative perché da subito il Ministero si è reso conto dei potenziali benefici, ambientali e di soddisfazione del bisogno di mobilità, che questi servizi potevano produrre.
Inizialmente, a sperimentare questo nuovo modello di business sono state principalmente le auto;
dopo circa 10 anni sono stati introdotti nuovi modelli con diversi mezzi di trasporto come scooter, biciclette e monopattini elettrici che rispondono alle esigenze di compiere piccoli spostamenti in città, evitando il problema della ricerca del parcheggio. Gli ultimi mezzi introdotti contribuiscono anche a ridurre considerevolmente il livello di inquinamento delle città: ben il 43% della flotta di scooter e auto è infatti elettrico, ossia a zero emissioni e la quota di mezzi elettrici è in costante crescita negli ultimi anni.
Col passare degli anni è aumentata l’appetibilità imprenditoriale verso questa tipologia di business:
le nuove ondate sono infatti quasi tutte frutto di iniziative private. È cambiato quindi anche il ruolo dell’Ente locale, che è passato dall’organizzare servizi di sharing e supportarli anche economicamente, al ruolo di coordinatore, ovvero a stabilire regole, concedere spazi pubblici e individuare i requisiti tecnici.
L’ultima ondata di immissione di nuovi mezzi sul mercato è avvenuta in un periodo molto difficile, nel 2020, in piena pandemia. Questa ha riguardato l’introduzione dei monopattini elettrici, veicoli comodi ed economici che hanno fatto volare la domanda verso mezzi della sharing mobility. I monopattini, ovviamente, oltre a far esplodere la domanda hanno sostenuto anche l’offerta: infatti, l’offerta di veicoli negli ultimi anni cresceva a ritmi molto lenti, ma con l’avvento di questi nuovi mezzi, nel 2020 l’offerta ha raggiunto quasi le 90.000 unità di mezzi in condivisione.
C’è però da specificare che questa offerta è prevalentemente concentrata in specifiche aree del paese ad alta densità abitativa, le grandi città, e nei luoghi dove vi è maggiore sviluppo economico, dunque il Centro-Nord. Questi servizi, infatti, sono presenti in solamente 271 Comuni italiani, circa il 3% del totale e con una chiara prevalenza al Nord (il 57% dei servizi si trovano in Comuni del Nord). Per supportare l’iniziativa privata e permettere l’espansione di questi mezzi anche nel Mezzogiorno o nelle città di dimensioni inferiori è stato necessario l’intervento pubblico.
Nella figura che segue mostriamo la crescita dell’offerta dei veicoli della sharing mobility nel tempo, fortemente trainata, negli ultimi anni, da biciclette e monopattini elettrici.
Fonte: Osservatorio Sharing Mobility, quinto rapporto Per quanto riguarda la domanda di veicoli della sharing mobility, si osserva come questa è sicuramente in crescita, ma il ritmo di crescita è leggermente diminuito rispetto a qualche anno fa.
Nel 2019, ultimo anno utile di stima dei dati della domanda prima del periodo pandemico, l’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility ha stimato che la popolazione effettua circa 100.000 viaggi al giorno coi veicoli della sharing mobility, ovvero un numero complessivo di noleggi annuo compreso tra i 30 e i 35 milioni. Possiamo facilmente comprendere, con questi numeri, che questi servizi soddisfano ancora una quota molto ridotta di domanda, ovvero circa lo 0,1% del totale della domanda di mobilità della popolazione, stimata da Audimob in circa 105 milioni di spostamenti giornalieri. Nonostante il contributo ancora ridotto sulla domanda di spostamenti, possiamo affermare che comunque dal 2015 al 2019 il numero di noleggi coi mezzi della sharing mobility è più che raddoppiato.
Nel 2020, il numero complessivo di veicoli della sharing mobility offerti in Italia ammonta a circa 85mila unità, registrando una crescita di circa il 500% dal 2015, quando si contavano solo 13,8mila veicoli. Si privilegiano sempre più i veicoli leggeri (preferiti anche dall’utenza): infatti, più del 90%
della flotta è composto da veicoli di micromobilità (monopattini, biciclette, scooter).
La tabella che segue mostra il numero di veicoli in servizio in Italia negli anni 2019 e 2020:
Le misure restrittive adottate nel 2020 e nel 2021 per il contenimento del numero di contagi hanno influenzato notevolmente anche il settore della sharing mobility, che ha registrato un calo importante del numero di noleggi. Nel 2020, infatti, i giorni con provvedimenti di limitazione agli spostamenti sono stati centoundici, il 30% del totale, mentre i giorni in cui tutto il paese è stato in zona rossa sono stati sessanta, il 16% del totale. Anche il ricorso allo smart working, la chiusura degli esercizi commerciali come bar e ristoranti, l’utilizzo della didattica a distanza, oltre che la paura di contagio hanno indirettamente ridotto la mobilità delle persone. Il settore dei trasporti è stato tra quelli maggiormente colpiti dalla crisi sanitaria, con interi segmenti di domanda altamente ridotti o addirittura azzerati.
Il grafico che segue mostra le importanti variazioni delle percorrenze tra il 2019 e il 2020 da parte della popolazione.
Fonte: Osservatorio Sharing Mobility, quinto rapporto
Il calo di domanda registrato dai servizi della sharing mobility è inferiore rispetto alla riduzione di altre modalità di trasporto, come il trasporto aereo, quello ferroviario o quello del TPL. C’è anche da specificare che il 2020 è il primo anno in cui la domanda dei servizi di sharing mobility si contrae, dopo aver vissuto una crescita costante nei 20 anni precedenti. Il calo della domanda è stato molto attenuato dall’avvento dei monopattini elettrici in servizio nelle principali città italiane: questi mezzi hanno infatti da subito ricevuto grande apprezzamento da parte dell’utenza e hanno registrato un elevatissimo utilizzo. Se infatti considerassimo esclusivamente i servizi di carsharing, bikesharing e scootersharing, il calo della domanda si attesterebbe al -49% rispetto al 2019.
Noleggi totali sharing mobility in Italia (2019-2020)
Fonte: Osservatorio Sharing Mobility, quinto rapporto
Percorrenze totali della sharing mobility italiana (2019-2020)
Fonte: Osservatorio Sharing Mobility, quinto rapporto Dai due grafici appena riportati possiamo subito notare il notevole impatto che l’introduzione dei monopattini elettrici ha avuto sull’intero comparto della sharing mobility. Hanno infatti da subito guadagnato fette importanti di mercato, registrando un numero di noleggi rilevante, pari a oltre il 30%
del totale. Sono tuttavia mezzi utilizzati per compiere piccoli spostamenti in città; nelle percorrenze complessive, l’utilizzo dell’auto occupa ancora una posizione dominante.