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Capitolo 3: Il riposizionamento strategico: La Bottega di Ado’

3.3 Evoluzione del settore di riferimento

3.3.3 Settore salumi 2015

I Forti segnali di miglioramento registrati sul finire del 2014, hanno fatto si che il 2015 iniziasse sotto i migliori auspici, rivelandosi però un anno molto complesso per il settore dei salumi. Nei primi sei mesi dell'anno le condizioni congiunturali favorevoli hanno rafforzato le aspettative, mostrando importanti segnali positivi e facendo sperare finalmente in una svolta dei consumi. Nella seconda parte dell’anno, tali aspettative si contraggono registrando un deciso calo in coincidenza del peggioramento dello scenario macroeconomico. La lentezza della ripresa e la diffusione di

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ideologie che invitano all’esclusione del consumo di carne penalizzano ancora il mercato interno.

La spinta deflazionistica e le pressanti richieste di merci da destinare alle promozioni da parte della distribuzione hanno comportato un'ulteriore compressione dei margini, e un nuovo sacrificio della redditività. In questo difficile quadro ricco di incognite, la riduzione dei costi della materia prima e l’andamento positivo degli scambi hanno incominciato a contribuire all’equilibrio del settore. Il processo di rinnovamento iniziato dalle imprese durante la crisi, la capacità di reagire velocemente ai mutamenti esterni e di riposizionarsi sul mercato hanno fatto il resto.

"Il 2015 è stato senza dubbio anche l'anno del grande successo di Expo. L'esposizione universale, in particolare, ha permesso al Paese e all'agroalimentare italiano, e al mondo dei salumi, di godere di una vetrina internazionale e di costruire una rete di relazioni utili alla crescita del nostro export. Speriamo che il 2016 sia finalmente l'anno in cui vedremo importanti aperture, in particolare in Oriente" ha affermato Nicola Levoni,

presidente di Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi).

"Ma il 2015 è stato anche l'anno in cui, a partire da fine ottobre, si è scatenata una crisi mediatica sulle carni e sui salumi" continua

Levoni."Tutto ciò ha gelato la piccola ripresa estiva dei consumi, incidendo

anche sui primi mesi del 2016. Stiamo, infatti, affrontando una problematica non circoscritta ma un attacco alla stessa esistenza delle filiere zootecniche nazionali, parte del made in Italy alimentare di cui andiamo fieri".

"Per questo è fondamentale che tutti gli attori (industria della mangimistica, allevatori, industria di trasformazione) lav orino in stretto coordinamento e in continuo dialogo con i ministeri competenti. So che l'espressione ‘fare sistema’ è un po' abusata. Ma oggi è per me evidente che dobbiamo passare da una generica dichiarazione di intenti a progetti concreti che aggreghino le forze di tutti in un grande sforzo di comunicazione a favore della carne e dei salumi, a partire da quanto già

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fanno l'Istituto valorizzazione salumi italiani e carni sostenibili e al piano di sostegno programmato dal ministero delle Politiche agricol e, alimentari e forestali e Ismea" ha concluso Nicola Levoni78.

Produzione 2015: dopo quattro anni di flessioni, la produzione nazionale di

salumi è tornata a crescere arrivando a circa 1,176 milioni di tonnellate da 1,165 milioni dei dodici mesi precedenti (+0,9%).Sulla scia della produzione anche il fatturato ha mostrato un incremento, salendo a 7.875 milioni di euro (+0,7%)79.

Rispetto alla produzione dei singoli salumi è stato senza dubbio l'anno del prosciutto cotto con 288.800 tonnellate (+2,6%) per un valore di 1.964 milioni di euro (+2,4%). Il prosciutto cotto è divenuto così il principale salume prodotto nel 2015 con riferimento ai volumi.

Trend negativo , invece, per la produzione di mortadella, attestatasi sulle 164.900 tonnellate (-1,5%) per un valore di 660 milioni di euro (-1,6%) e di wurstel scesi a 66.200 tonnellate (-5,5%) per un valore di circa 217 milioni di euro (-11,6%).

Ancora in crescita, dopo il notevole incremento del 2014, la produzione di speck, salita a 32.300 tonnellate (+2,5%) per un valore di 324,8 milioni di euro (+2%). Bene anche quella di salame che, spinta dall'export, è arrivata a 109.100 tonnellate (+0,9%) per un valore di circa 910 milioni di euro (- 0,1%). Risultato positivo per la produzione di pancetta (+2,5% per 53.900 tonnellate, ma -1,6% in valore per 239,9 milioni di euro) e per la coppa (+1% per 42.200 tonnellate e +0,8% in valore per 325,5 milioni di euro).

La bresaola ha chiuso il 2015 con +3,5% in quantità per 16.100 tonnellate e un +1,1% in valore per 256,8 milioni di euro80.

78 http://agronotizie .imagelinenetwork.co m/ zootecnia/2016/ 06/ 16/assica-2015-un-anno-difficile- per-i-salumi/ 49231

79 http://www.assica.it/it/ult ime-da l-settore/news/123/i-dati-dei-salumi-ita lian i-nel-2015--in-lieve- crescita-la-produzione---0-9---e-il-fatturato---0-7--.php

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http://agronotizie .imagelinenetwork.co m/ zootecnia/2016/ 06/ 16/assica-2015-un-anno-difficile- per-i-salumi/ 49231

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Export in crescita: +7,1% in valore e +10,7% in quantità. Con un brillante

andamento è sempre l'export a trainare il comparto e a velocizzare la produzione. Il rallentamento del commercio dei Paesi emergenti con il conseguente clima di incertezza, spinge molti paesi ad adottare politiche difensive e protezionistiche per le proprie produzioni rendendo il mercato insidioso.

Nel corso del 2015 le spedizioni di salumi italiani hanno raggiunto quota 165.250 tonnellate (+10,7%) per un fatturato di 1,352 miliardi di euro (+7,1%).

Per quanto riguarda i mercati di riferimento, eccellente performance dell'export salumi nell'Ue: +13,2% in quantità per oltre 135mila tonnellate e un +7,3% in valore per oltre 1 miliardo di euro.

All'interno del mercato unico spicca la performance verso la Spagna ma contributi positivi sono arrivati da quasi tutte le principali piazze di riferimento: Germania, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi e Svezia. Positivi anche gli scambi con i Paesi terzi che hanno registrato un +0,7% in quantità per 30.250 tonnellate e un +6,8% in valore per 302,1 milioni di euro.

Oltre i confini comunitari il 2015 è stato un altro anno dominato dagli scambi con gli Stati Uniti, primo mercato di riferimento, con 8.750 tonnellate (+18,9%) per oltre 105,8 milioni di euro (+22%)81.

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