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SINDACO È vero

CONSIGLIERE IZZO

In maniera più…diciamo, sul tema, ha riconosciuto che comunque l'anticipazione di tesoreria era un problema. È chiaro che, quando si fa l'anticipazione di tesoreria, si possono anche prelevare dei fondi dalle entrate vincolate, no? Però la sottolineatura della corte dei Conti è che in tutti e tre gli esercizi c'è stata una anticipazione di tesoreria, ma soprattutto l'utilizzo di risorse vincolate, e penso che l’appunto sia stato fatto soprattutto perché non sono soltanto gli ultimi tre bilanci di esercizio, ma questo risale anche al 2012, 2013 e 2014. Quello che salta agli occhi è questo, però: che quando sono stati presi soldi dai fondi vincolati, nel 2018, la somma era di 1.264.000, con un utilizzo delle somme vincolate di 731.000 Euro. E mi sembra un valore

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troppo elevato per essere ricondotto al fatto che sia dovuto ad un ritardo della riscossione dei tributi, alla crisi economica e alle condizioni precarie dei contribuenti. Chiaramente, i rilievi che ha fatto la Corte dei Conti, sono dei rilievi che sicuramente avrà fatto a tanti altri Comuni, ma la sottolineatura è che si deve ricorrere eccezionalmente a questa fonte, per far fronte a momentanei problemi di liquidità; e che, oltre e produrre aggravio finanziario, possono costituire il sintomo di latenti squilibri nella gestione finanziaria. Perché ho parlato di

“anticipazione seria”? Perché l'argomento che più mi sta a cuore - e che vorrei esplicitare - è quello sul Fondo crediti di dubbia esigibilità. Fondo crediti di dubbia esigibilità, è un Fondo rischi che è diretto a evitare l'utilizzo di entrate di dubbia o difficile esazione. “Io ho paura che, quei soldi, non riesco a recuperarli e istituisco questo Fondo crediti di dubbia esigibilità”; che, ovviamente, nel bilancio di previsione forma un'apposita posta contabile che si chiama

“accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità”. Costituzione Fondo crediti (ndt: legge):

“al fine di dare dimostrazione della corretta determinazione dell’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, è stato predisposto un apposito prospetto che deve essere allegato sia al bilancio di previsione sia al rendiconto, per ogni esercizio compreso nel bilancio. Il prospetto, anche per garantire la confrontabilità dei bilanci” - quindi dovrebbero essere tutti unici, i modelli – “richiede la dimostrazione della composizione del Fondo crediti per tipologie, indipendentemente dal livello di analisi che l’Ente, autonomamente, sceglie per valutare le proprie entrate. Il Comune di Maglie ha prevalentemente utilizzato il metodo semplificato.

L’obbligo di accantonamento è richiesto anche se il risultato di amministrazione non è capiente o è negativo, cioè in caso di disavanzo di amministrazione”. E veniamo ai numeri (ndt:

legge): “il Comune, per sua stessa ammissione, ha dichiarato che nel 2015 ha calcolato il Fondo in sede di prima applicazione considerando le sole entrate relative ai fitti attivi non riscossi”, che si riferiscono praticamente ai soldi del Cinema Moderno. Praticamente, ha stabilito: “io non recupero quei soldi, e quindi li metto nel Fondo crediti”, accantonando il 100%

dell'importo dei residui attivi corrispondenti alla presente entrata; senza considerare le entrate tributarie della TARI che rappresentano di per sé la quasi totalità del fondo, e ha stanziato una somma di 132.526 Euro. Nella nota a consuntivo 2016, il Comune, cosa dice? Dice di aver considerato nel calcolo, finalmente, le entrate tributarie; determinandole col metodo ordinario e stabilendo un fondo crediti di 114.000 Euro che, sommati ai 132.000 del 2015, portano a una somma di 247.413 Euro. Nel 2017 il Fondo crediti con metodo semplificato viene calcolato per una somma di 380.000 Euro che, incrementati dei 247.000 del 2016 - e togliendo i 38.000 del Fondo crediti considerati inesigibili per la scadenza dei tre anni - porta a un risultato di 589.801 Euro. Il metodo semplificato poi è stato applicato anche nel 2017 e nel 2018. Ora, non è un errore calcolare il Fondo crediti di dubbia esigibilità con il metodo semplificato, ma ciò

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presuppone di aver prima calcolato in maniera congrua il Fondo crediti del 2015 e del 2016, altrimenti l'errore iniziale si protrae nei calcoli successivi dei vari esercizi di bilancio, cosa che è accaduta. Cosa che è accaduta: cosa che è accaduta e che è stata rilevata dalla Corte dei Conti.

Infatti, nel 2017, il Fondo crediti ammontava a 589.000 Euro per quanto riguarda le stime del Comune, ma non per quanto riguarda quelle della Corte dei Conti; i quali hanno fatto il calcolo utilizzando il metodo ordinario, conforme a quanto disposto dal legislatore, e considerando le entrate della tassa dei rifiuti, soltanto, più il totale delle entrate extra-tributarie. A quale situazione è arrivata la Corte dei Conti? La Corte dei Conti ha detto che, per la TARI, il 45%

del residuo attivo è stato riscosso, il 54% no; e ha stabilito un Fondo crediti di 2.480.000 Euro.

Per le entrate extra-tributarie, lo stesso: ha stabilito un Fondo crediti di 187.000, che corrisponde a un Fondo crediti di dubbia esigibilità di 2.668.000 Euro. Sempre la Corte dei Conti dice: “col vostro conteggio e con un fondo crediti di 589.000 Euro otteniamo un avanzo di amministrazione di 48.000 Euro; con il conteggio rettificato, invece, si ottiene un Fondo crediti di 2.668.000…” Con un disavanzo, in questo caso, di amministrazione che è di “meno 2.000.000”. Allora: col vostro calcolo abbiamo un avanzo di amministrazione di 48.000 Euro, con il calcolo fatto dalla Corte dei Conti - che non mi sembra sia stato contestato - nel bilancio 2017 c’è il disavanzo di amministrazione di ben 2.000.000 Euro. Andiamo avanti: nel 2018, pur dichiarando di aver parzialmente corretto la valutazione del Fondo crediti accantonando la somma di 1.100.000. Che non sono 1.100.000 perché li abbiamo accantonati ma…questa è la relazione del Revisore dei Conti del bilancio 2018, che dice: “per il 2018, il Fondo crediti era di 562.000 Euro che, sommate alle 589.000 che rimettiamo, arrivano a 1.100.000”. Tanto è vero che lo stesso Revisore dei Conti fa anche il calcolo col metodo ordinario - e non con il metodo semplificato che è stato adottato - e dice: “guardate che con il metodo ordinario, oltretutto, non arriva a 1.100.000 ma arriva a 1.400.000”. Quindi, già 300.000 Euro, con il conteggio del…

Anche qui vale lo stesso discorso. Nel 2018 si è chiuso con un risultato di amministrazione…che avete detto “eclatante” e siamo usciti sulla stampa: “abbiamo un risultato di amministrazione di 2.627.000 Euro”. Che poi, togliendo tutti i Fondi, si arrivava a 8.000 di avanzo vero, liquido.

Ma se noi andiamo a fare i conti con quello che ha stabilito la sezione della Corte dei Conti, che cosa succede? Che, se io sommo i 562.000 di Fondo crediti 2018, e mi porto a sommare i 2.668.000 del Fondo crediti del 2017, dovrei avere un Fondo crediti di dubbia esigibilità di 3.000.000. 3.000.000, meno 2.627.800, mi dà “meno 400.000 Euro”, e anche questo diventa un bilancio con disavanzo, e non con avanzo di amministrazione. Questi sono i conti; che, praticamente non sono stati esplicitati dalla cosa, ma… Per l’anno 2019, ieri in Commissione è stato detto che bisognava ulteriormente incrementare il Fondo crediti, calcolandone il 100% e aggiungendo un’altra somma, che comunque non riesce a compensare quella che avevo appena

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detto. Allora, che cosa voglio dire? Voglio dire che, la Corte dei Conti…non è vero che per il passato non dovete correggere niente, perché la manovra che state facendo è una manovra abbastanza occulta; perché se c’è un disavanzo di amministrazione bisogna poi fare riferimento all’art. 188 del TUEL. E in quel caso bisogna fare una Delibera dove si parla…praticamente, per oggetto, “disavanzo di amministrazione relativo all’esercizio” e si deve stabilire - nero su bianco - il provvedimento di ripiano, ai sensi dell'art. 188. Invece, voi, che cosa state facendo?

State ripianando in maniera occulta; cioè, state facendo finta che non è successo niente, state lentamente incrementando il Fondo crediti di dubbia esigibilità, e i cittadini non si accorgono che, comunque…i bilanci che sono stati fatti, la Corte dei Conti li ha classificati come non veritieri. Perché c'è un disavanzo di amministrazione, che deve essere almeno stabilito, e bisogna avere il coraggio di dire: “abbiamo sbagliato, abbiamo avuto un disavanzo di amministrazione, facciamo una Delibera, presentiamo ai cittadini qual è il nostro piano di rientro”, con la trasparenza e con la chiarezza. Invece, ancora una volta… “Stiamo ripianando”,

“stiamo riuscendo”, “stiamo cercando”, “ci stiamo arrampicando…” Ma molto probabilmente non riuscirete a ripianare tutta questa situazione, perché l’art. 188 del TUEL dice: “in ogni caso bisogna ripianarlo non oltre la durata della Consiliatura, contestualmente all’adozione di una Delibera Consiliare avente ad oggetto il Piano di rientro dal disavanzo, nel quale siano individuati i provvedimenti necessari a ripristinare il pareggio”. Quindi bisogna stabilirli: non dirli o farli, bisogna metterli nero su bianco. Anche se esiste una Delibera della Corte dei Conti del 2016 che dice: “la circostanza che gli esercizi successivi superino la Consiliatura, ovvero coincidano con il periodo di mandato elettivo di una nuova amministrazione, non costituisce impedimento giuridico-contabile all’adozione del ripiano triennale che costituisce precipuo obbligo gestionale”. Questa è la verità, questo è quello che emerge! Non dobbiamo sempre fare finta di niente, o pensare che i cittadini non si accorgano che, comunque, questi bilanci non sono stati redatti nella maniera giusta, nella maniera conforme…nel realizzarlo non è stato corretto. Se ci fosse stato un Assessore al bilancio, molto probabilmente…

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