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INSEDIAMENTI

A.2.6.

Il tessuto urbano della città si caratterizza anche come un sistema ambientale di grande complessità e sensibilità, ma si riscontra che l'attenzione del P.T.C.P. ai problemi ambientali del sistema urbano è sicuramente inferiore a quella dedicata alle aree a minore densità e rurali: l'analisi di componenti che interferiscono con l'ambiente costruito e l'uomo risulta più superficiale e con un livello di dettaglio non sempre sufficiente ad indirizzare utilmente la pianificazione. Si richiede pertanto un approfondimento che consenta di valorizzare il patrimonio di conoscenze e di competenze presenti nell'Amministrazione (Il P.S.C. si farà carico degli approfondimenti necessari in materia di aria, rumore, elettromagnetismo ed energia, estendendo la qualità del monitoraggio ai comuni che condividono le problematiche da tessuto urbano denso). Si sottolinea inoltre la necessità di individuare criteri per la realizzazione di nuovi insediamenti con particolare riferimento alle dotazioni ecologiche tanto delle infrastrutture quanto degli insediamenti stessi. I criteri devono inoltre riguardare eventuali vincoli sugli usi da insediare in prossimità delle fasce di rispetto delle Alta e

C'è assenso rispetto alle politiche adottate per la riduzione dell'inquinamento atmosferico. A questo scopo si chiede venga prestata una particolare attenzione all'adozione di fonti energetiche alternative nel caso del riscaldamento. Il comune di Grizzana a questo fine pensa anche sia da potenziare il trasporto merci su SFM.

RER INQUINAMENTO

ATMOSFERICO A.2.6.1. Si riscontra una coerenza tra gli interventi, le attività programmate e le linee guida per l'elaborazione dei piani per il risanamento, tutela e conservazione della qualità dell'aria

Alta e

Assenso sulle politiche proposte sia in merito alla zonizzazione acustica del territorio che rispetto agli interventi di di mitigazione sulla viabilità a grande scorrimento nei pressi dei territori urbanizzati. Il comune di Grizzana chiede anche la delocalizzazione di insediamenti fonte di inquinamento acustico attigui alle aree residenziali.

RER INQUINAMENTO

ACUSTICO A.2.6.2. Relativamente all'inquinamento acustico, la provincia è chiamata a stimolare gli enti locali a dare attuazione della norma (L.R.

15/2001) con piani di classificazione e di risanamento acustico.

5 Valli INQUINAMENTO A.2.6.3.

Si ritiene che il problema degli inquinamenti sia un tema metropolitano e non solo urbano/periurbano. Sulle tematiche aria/rumore appare particolarmente delicato il territorio montano, per cui occorrono tutti gli interventi di mitigazione legati alle grandi opere (e anche meno grandi).

A.2.6.3. Fondamentale assenso sulle politiche individuate. Segnalata la situazione di rischio (Scola, Pian di Setta)

5 Valli

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETI

CO

A.2.6.3.

E’ necessario valutare il tema dell’impatto ambientale/estetico e sanitario, delle antenne della telefonia e affini (dispersione o concentrazione degli impianti, in attesa di nuove tecnologie?). In tema di reti elettriche è necessaria una scelta forte dell’interramento dei cavi in montagna.

RER

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETI

CO

A.2.6.3. Si riscontra una coerenza con la disciplina regionale in materia di inquinamento elettromagnetico.

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

Alta e Media Valle del

Reno

ENERGIA A.2.7.

Per quanto riguarda il consumo energetico e la produzione di energia intendono incentivare la sperimentazione e gli studi per l'utilizzo di fonti energetiche alternative. In particolare propongono, per il loro territorio, di valorizzare progetti già esistenti e iniziative già in corso: sul recupero degli antichi impianti a mozione idrica a fini di limitate produzione idroelettriche ad uso locale (intervento diffuso per iniziativa privata); sulla realizzazione di impianti di teleriscaldamento basati sulle nuove tecnologie di combustione (progetto già depositato in prov.). A questo scopo viene anche proposta, per i principali edifici pubblici, la conversione delle centrali termiche privilegiando fonti energetiche alternative; per tale conversione occorre trovare opportuni canali di finanziamento.

5 Valli ENERGIA A.2.7.

In tema di energia si propongono politiche di sostegno deciso a piccoli progetti di innovazione basati su impianti ad energia rinnovabile (solare, eolico, biomasse) e/o di risparmio (cogenerazione), in grado di rispondere alle esigenze anche di comunità sparse.

GRTN ENERGIA A.2.7.

Si esprimono perplessità sull'individuazione di "corridoi di fattibilità" per la localizzazione e realizzazione di impianti di tramissione e distribuzione dell'energia, che non trovano riscontro nella Valsat. Si sottolinea che questi dovranno essere individuati conformemente ai limiti indicati dalla legge (nel parere vengono riassunti i passaggi normativi della normativa regionale); il gestore RTN si offre come supporto tecnico per le opportune integrazioni.

Bologna ENERGIA A.2.7.

Il Comune ritiene strategico valorizzare modelli insediativi più compatti, l'ottimizzazione delle tipologie insediative in relazione all'efficienza energetica e alla possibilità di utilizzo delle energie rinnovabili (criteri per la definizione di soglie per la valutazione della compatibilità ambientale degli interventi e la individuazione di incentivi corretti che risultino efficaci ed equilibrati). Si segnala infine l’elemento forse più importante: l’efficienza energetica degli insediamenti dipende in prima istanza dalla loro distribuzione sul territorio in relazione, soprattutto, alla rete di trasporto pubblico e privato nonché alle reti di distribuzione dell’energia stessa. Contenere lo sprawl insediativo a favore di una relativa densificazione dei centri, garantisce una migliore efficienza energetica del sistema.

Alta e Media Valle del

Reno

ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8.

Concordano con le politiche adottate per ridurre lo sfruttamento delle risorse litoidi non rinnovabili: studiare e perimetrare i giacimenti, favorire il riuso e il riciclo dei materiali provenienti da demolizioni, alle quali si aggiunge l'utilizzo dei materiali litoidi ottenuti dagli interventi di manutenzione degli alvei fluviali, finalizzati alla sicurezza idraulica. Concordano, infine, con la localizzazione di tali attività nei pressi dei centri di domanda e con l'autonomia dello strumento di pianificazione locale.

Propongono la promozione delle attività estrattive nel caso in cui si debbano reperire materiali di qualità necessari per la ristrutturazione e la conservazione del patrimonio storico-architettonico locale di maggior pregio e quando si debba favorire la costruzione di nuove tipologie edilizie che valorizzino i materiali tipici locali.

5 Valli ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8. Si auspica un confronto approfondito sul tema della cave nel corso dell'elaborazione del prossimo PIAE.

RER ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8.

Si ritiene che la provincia dovrebbe indicare indirizzi e prestazioni per il nuovo PIAE, approfondendo le seguenti tematiche: 1.

analisi delle motivazioni alla base del surplus di materiali pregiati e non ancora consumati e i conseguenti indirizzi; 2. la questione degli impianti siti in zone inidonee (indirizzi con ottica trasversale a scala più ampia)

Bologna SISTEMA AMBIENTALE

ATTIVITA'

ESTRATTIVE A.2.8.

E’ necessario che il PTCP riconosca ai Comuni l’autonomia pianificatoria nella scelta degli ambiti estrattivi di valenza comunale, nel rispetto dei criteri e degli indirizzi previsti dal P.I.A.E. E' necessario fornire ai Comuni uno strumento, per altro riconosciuto normativamente, che consenta di ricercare e concordare direttamente sul proprio territorio interventi tesi ad ottenere dagli esercenti migliori operazioni di recupero che possono riportare ad un livello accettabile di qualità ambientale le situazioni territoriali degradate ricomprendendo anche opere (piste ciclabili, parchi pubblici, ecc.) indirizzate alla compensazione degli impatti prodotti. La rilocalizzazione dei frantoi deve essere considerata come occasione per la realizzazione di quelle politiche di salvaguardia e valorizzazione delle fasce fluviali a tutt’oggi in numerosi casi impedite dalla presenza delle attività estrattive.

SEABO RIFIUTI A.2.9. Condivisione sul materiale presentato con il Documento Preliminare e con il Quadro Conoscitivo sul tema “Attività estrattive e gestione rifiuti” poiché frutto di una collaborazione tra l'ente e la Provincia.

Alta e Media Valle del

Reno

RIFIUTI A.2.9.

Concordano con le politiche adottate di gestione dei rifiuti: riutilizzo dei rifiuti, innovazione nello smaltimento, attenzione allo smaltimento dei rifiuti non recuperabili. Propongono, inoltre, di verificare l'opportunità di distinguere il governo dei rifiuti, anche in termini di strumenti legislativi ed istituzionali, da quello delle risorse idriche.

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

5 Valli RIFIUTI A.2.9.

In tema di produzione e smaltimento dei rifiuti, si condividono gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti e riorientamento degli stili di vita, in particolare in montagna si auspica ad un potenziamento della differenziazione dei rifiuti e uno smaltimento in loco. Le politiche auspicate sono: la creazione di un subambito interregionale montano (con la Toscana) per lo smaltimento, con la previsione degli impianti necessari, la pianificazione di stazioni di trasferimento con nuove tecnologie di stoccaggio dei rifiuti, e di isole ecologiche, il recupero del verde (sfalci, ecc.).

RER RIFIUTI A.2.9.

Manca l'identificazione delle aree non idonee alla localizzazione delle differenti tipologie di impianti per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, e si dovrebbe indicare gli idirizzi da sviluppare nel piano di settore (produzione dei rifiuti, pericolosità risorse rinnovabili, raccolta differenziata)

ENTE TEMA ARGOMENTO CAP. CONTENUTO

5 Valli

POLITICHE SISTEMA INSEDIATIVO

B.1.1.

In tema di dispersione insediativa non si condivide la lettura dei nodi critivi: il taglio dell'analisi ha come riferimento la mobilità nella direzione forte centro-periferia, mentre non viene valutata l'ipotesi interpretativa di un modello insediativo "ad arcipelago" con caratteristiche almeno parziali di autosussistenza. Per la montagna si ritiene che il giudizio espresso vada sfumato, considerando anche le caratteristiche di sostenibilità degli insediamenti sparsi.

Reno

Galliera POLI FUNZIONALI B.2.1.

Relativamente al tema del decentramento di funzioni d'eccellenza dal Capoluogo e dall'individuazione di poli per attività ricreative di livello sovracomunale nell'ambito dell'Associazione, fatta salva la priorità di potenziare aree che abbiano già acquisito queste caratteristiche, si è disponibili a studiare le potenzialità dei contenitori non più utilizzati, o sottoutilizzati, delle aree dismesse e delle aree libere, localizzate all'interno del raggio d'influenza dell'SFM.

V. Idice POLI FUNZIONALI B.2.1.

In merito alle politiche di decentramento di funzioni qualificate dal centro capoluogo, non sembra del tutto condivisibile la minore caratterizzazione strategica che si riserva alla struttura urbana di San Lazzaro, Caselle e Villanova, rispetto a quanto attualmente previsto dal PTI. Nel vigente strumento tali aree sono individuate come “Nuova polarità urbana da sviluppare e qualificare in termini di attrattività e complessità funzionale...”; nel nuovo disegno invece questo respiro appare ridimensionato senza che se ne colgano le motivazioni. Vi è l'individuazione puntuale di alcuni “poli funzionali”, senza un approfondimento sui gradi di possibile integrazione entro il sistema urbano dell’ambito territoriale di riferimento e sulle potenzialità di riassetto del sistema che la presenza dei poli può determinare. Per tutti i poli funzionali dell'associazione, inoltre, il tema dell’accessibilità è da sviluppare ulteriormente, con particolare attenzione al trasporto pubblico.

ZOLA

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