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Il sistema attuale di pubblica sicurezza

La sintesi di quelle che sono state la storia e i cambiamenti che più ci

interessano dei diversi corpi con funzioni di polizia, permette di

esprimere alcune considerazioni.

Il primo fatto che possiamo constatare è come lo sviluppo dei corpi

di polizia sia stato strettamente legato alle vicende storiche e

politiche del nostro paese. Abbiamo potuto vedere sia come i

disordini interni (insieme all'instabilità che ne derivava) portavano il

potere centrale a rafforzare o creare nuovi corpi (es: l'Arma dei

carabinieri), sia come il timore della possibilità che venisse ristabilito

un nuovo regime dittatoriale abbia portato ad avere uno spiccato

pluralismo di corpi di sicurezza e di diverse autorità da cui questi

corpi dipendono. Questa è una delle chiavi di lettura principali che ci

può spiegare come mai l'Italia abbia un sistema di pubblica sicurezza

molto più articolato e complesso di quello degli altri paesi europei89.

Una seconda considerazione è sicuramente legata alla

"smilitarizzazione" che hanno subito tre dei cinque corpi di polizia

nazionali90. Sia l'Italia sia gli altri paesi europei hanno avuto ed anno

una forte tendenza alla smilitarizzazione che ha portato alla

trasformazione di corpi militari in corpi di polizia civili. Nessuno

degli esperti in materia riesce a formulare una tesi che riscontri

consenso generale sul fatto che sia più o meno efficace una forza di

polizia con lo status di militare rispetto ad un corpo di polizia civile,

ma si possono individuare alcuni elementi caratterizzanti delle due

diverse condizioni per i corpi di polizia. La differenza principale per i

singoli individui riguarda la limitazione dei diritti e delle libertà che

possono subire a causa dello stato di militare come la libertà

sindacale91, la libertà di associazione e la libertà di espressione.

L'altra caratteristica dei corpi militari è la loro maggiore

indipendenza dal potere politico, dato che hanno come vertice

amministrativo il Ministro della difesa ma come Comandante in capo

il Presidente della Repubblica Italiana. La Polizia di Stato invece è

alle dirette dipendenze del Ministro dell'interno che può influenzarne

l'operato direttamente92. In questa sede non ci interessa approfondire

tutte le complesse caratteristiche dello status di militare e di civile e

le molte discussioni che scaturiscono da questo tema. Per quanto

riguarda lo scopo di questa tesi, andremo solo ad approfondire la

90 Come abbiamo visto precedentemente: la Polizia di Stato, la Polizia Penitenziaria e il Corpo Forestale dello Stato.

91 Il punto verrà discusso più ampiamente nel terzo capitolo.

92 Stiamo ipotizzando la maggiore possibilità di influenze politiche per scopi personali come favorire colpi di stato o l'instaurazione di una dittatura.

questione delle libertà sindacali in un corpo militare come è l'Arma

dei Carabinieri e le possibili problematiche dovute al trasferimento di

personale civile dal Corpo Forestale dello Stato, che dovrà assumere

lo status di militare.

Dopo queste brevi considerazioni sulla storia delle forze di polizia in

Italia, possiamo andare a delineare la situazione attuale.

Precedentemente alla legge n.124 del 7 agosto 2015, l'assetto delle

forze di polizia operanti nel nostro paese era costituito da cinque

corpi (nazionali).

Il corpo nazionale della polizia di Stato ha come funzioni principali

la sicurezza nazionale e il mantenimento dell'ordine pubblico, tramite

compiti quali prevenzione dei crimini e pattugliamento delle strade.

Il corpo è composto da oltre 100.000 unità e costa all'Italia 7.8

miliardi di euro93, di cui il 90% è destinato al funzionamento.

L'arma dei Carabinieri svolge due funzioni: quella di forza armata

per cui dipende dalla Difesa e quella di pubblica sicurezza per la

quale dipende dal Ministero dell'Interno. In questo secondo ambito,

l'Arma è subordinata alla Polizia di Stato ed è più presente nei piccoli

centri e nelle località rurali, manifestando la presenza dello Stato sul

territorio. I suoi componenti si aggirano interno alle 118.000 unità e

costano allo Stato 5.6 miliardi di euro94, di cui 3.8 spesi per il

personale.

93 Bilancio di previsione 2014 del Dipartimento di pubblica sicurezza. 94 Bilancio di previsione 2014 del Dipartimento di pubblica sicurezza.

La guardia di finanza dipende dal ministero dell'economia e delle

finanze. Dispone di competenze specialistiche nelle prevenzione e

repressione dei reati finanziari: lotta all'evasione fiscale e

all'economia sommersa, contrasto al gioco d'azzardo, alla

contraffazione dei marchi e alla pirateria. Ha un organico di circa

70.000 unità e costa allo Stato 3.8 miliardi di euro, di cui 3.2 per il

personale.

La polizia penitenziaria dipende dal Ministero della Giustizia e ha le

stesse mansioni della polizia, applicate però all'interno degli istituti

penitenziari a persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o

limitazione della libertà personale. Il suo organico è di circa 38.000

unità e costa allo Stato 2 miliardi di euro l'anno95 di cui il 70% per

l'amministrazione penitenziaria. i parametri fissati dalla Legge n. 117

del 2014 la rendono sotto organico, con almeno altri 7000 agenti

necessari.

Il Corpo forestale è costituito nel 1822 e fa capo al Ministero delle

Politiche agricole. Si tratta di una forza ad ordinamento civile,

specializzata nella tutela del patrimonio naturale e nella prevenzione

dei reati in materia ambientale e agroalimentare. Competenze del

Corpo è anche la tutela dei 20 parchi nazionali e delle 130 aree

protette presenti in Italia. Sono la forza di polizia più piccola

contando su 7.615 forestali in tutto il territorio italiano. Il costo è di

circa 500 milioni l'anno96, di cui il 90% destinato al pagamento delle

spese del personale. Il totale delle spese per lo Stato è di circa 20

miliardi l'anno.

Il recente accorpamento del Corpo forestale dello Stato con l'Arma

dei carabinieri ha ridotto a quattro il numero di forze di polizia

nazionali e rappresenta un primo passo verso possibili futuri

accorpamenti.

2.1. Il "conflitto" tra Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri

Quello che è riconosciuto anche dai non addetti ai lavori come il

punto nodale della problematica relativa alla tutela dell'ordine

pubblico è il dualismo di due forze di polizia (Polizia di Stato e Arma

dei Carabinieri) con una storia e delle caratteristiche differenti che

vanno però a ricoprire le stesse funzioni. La creazione di un'unica

forza di polizia a competenza generale dovrebbe rappresentare la

soluzione ai principali problemi di efficienza e coordinamento97 del

nostro sistema98.

Non tutta la dottrina è concorde su questo punto e di notevole

interesse è l'opinione di M. Savino99 che ritiene questo dualismo un:

96 Bilancio di previsione 2014 del Dipartimento di pubblica sicurezza. 97 Vedi paragrafo 2.4. Necessità di riforma.

98 Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri sono i due corpi più numerosi e gli unici a competenza generale ed in servizio permanente di pubblica sicurezza. 99 M. Savino, nota redatta ad integrazione dell’audizione tenuta il 5 dicembre

2007 davanti alla Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, sugli

<< falso problema, sia perché la cooperazione europea non impone

agli Stati membri l’adozione di un assetto organizzativo unitario, sia

perché la comparazione con altri ordinamenti suggerisce che

l’efficienza dell’azione di polizia prescinde dal modello

organizzativo prescelto >>. Questa tesi è ricavata dalla comparazione

con stati come la Francia, la Spagna e la Germania che vengono

considerati tra i più efficienti nell'ambito della sicurezza.

La coincidenza di funzioni tra la Polizia e l'Arma discende dalla

volontà legislativa di mantenere un assetto dualistico delle forze di

polizia. Questa condivisione di attribuzioni necessita però di un

adeguato sistema di coordinamento. Il problema è meno sentito nella

sovrapposizione con le altre tre forze di polizia statale (Guardia di

Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale) dato che la loro è

una mera funzione di concorso nella tutela dell'ordine pubblico.

I problemi in realtà sembrano derivare dalla duplicazione dei reparti

specializzati delle singole forze. Per esempio, nuclei speciali

dell'Arma dei carabinieri si occupano di materie (tutela del

patrimonio, violazioni in materia di valuta) che rientrano anche nella

competenza della Guardia di finanza. Gli esempi potrebbero

moltiplicarsi in riferimento agli altri corpi.

Si è cercato di arginare il problema prima con una legge100 che ha

indirizzi della politica della sicurezza dei cittadini e sull’organizzazione e il funzionamento delle forze di polizia (7 maggio 2007 – 5 dicembre 2007). 100 Art. 11 della legge n. 78 del 2000.

stabilito che unità specializzate possono essere costituite solo dal

ministro competente previo concerto con il ministro dell'interno e che

la stessa procedura permette di sopprimere unità già esistenti, fatti i

salvi i casi in cui la loro costituzione sia stata disposta con legge.

Infine una recente direttiva101 del ministro dell'interno ha definito gli

ambiti di competenza delle unità specializzate in diversi settori e le

modalità del concorso tra i diversi corpi. Questi provvedimenti hanno

sicuramente attenuato il problema ma non sono riusciti ad eliminarlo.

Occorrerebbe un intervento legislativo in grado di razionalizzare

l'organizzazione dei reparti specializzati e di operare una divisione

più efficiente dei compiti tra le residue unità specialistiche delle

diverse forze di polizia.

Le tesi che si oppongono al mantenimento delle due forze a

competenza generale invece si basano principalmente sul loro scarso

coordinamento e sugli elevati costi di mantenimento dei rispettivi

apparati territoriali.

Nello specifico la Polizia di Stato pare avere un apparato strutturale

semplice e funzionale composto principalmente102 da questure come

uffici provinciali alle dirette dipendenze del questore e commissariati

di pubblica sicurezza come uffici locali dipendenti dalle questure.

L'assetto territoriale dei carabinieri si mostra invece molto più

101 Direttiva del 27 aprile 2006.

102 Intorno a questure e commissariati sono presenti numerosi reparti di specialità, reparti di prevenzione del crimine, uffici con funzioni strumentali e di supporto (strutture sanitarie, formative, ecc.), ecc.

complesso essendo costituito da comandi interregionali, comandi

regionali, comandi provinciali, comandi intermedi e comandi di

stazione.

Dalla comparazione emerge come la polizia non frappone tra l'ufficio

di direzione centrale (il Dipartimento per la pubblica sicurezza) e gli

uffici operativi provinciali (le questure) nessun ufficio intermedio

con compiti di direzione e coordinamento. Per quanto riguarda

l'Arma la gerarchia strutturale dei diversi comandi e la relativa

asimmetria nell'articolazione territoriale rende molto più difficoltoso

il coordinamento con il corpo di polizia civile rappresentato dalle

questure.

Un altro problema consiste nella quantità di presidi territoriali:

L'Arma dei carabinieri ne ha 6140 rispetto ai 1851 della polizia.

L'elevato numero di presidi dei carabinieri porta sia ad elevati costi

di gestione sia ad una carenza di organico che a livelli locali porta

molte stazioni ad essere operative solo per un limitato numero di ore

al giorno. Sarebbe necessario adottare una semplificazione

dell'organizzazione territoriale dell'Arma, cercando di superare le

forti resistenze localistiche.

Si ricollega a questo problema un altro più generale che riguarda la

distribuzione geografica delle forze di polizia. I capoluoghi si

ritrovano con numerosi presidi di polizia e dell'Arma mentre il

esclusiva dei carabinieri. Questa situazione trova riscontro nel

confronto tra i centri urbani fortemente presidiati e le periferie molto

spesso abbandonate a loro stesse. Nel 2001 è stato fatto un tentativo

per ridefinire la presenza territoriale della polizia tramite un Gruppo

di lavoro presso l’Ufficio di coordinamento e pianificazione della

Direzione per la pubblica sicurezza e la nomina di un Gruppo di

analisi con lo scopo di definire criteri comuni per garantire una piena

operatività ai presidi, cercando di migliorarne allo stesso tempo la

distribuzione sul territorio (anche in termini numerici) seguendo

principi di efficienza ed economicità. Uno studio recente103 del

Ministero dell'economia mostra come le prefetture raggiungano il

loro picco di efficienza in rapporto a 500.000 abitanti, confermando

come l'attuale modello organizzativo non comporti una spesa

efficiente e che il modello legislativo migliore non comporti una

prefettura per ciascuna provincia.

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