CAPITOLO 5 – Esemplificazione su area di studio Pratiche di copianificazione intercomunale nella bassa valle del Foglia nella Provincia d
5.3 Analisi: ambiti produttivi specialistici, la mobilità, spazi e attrezzature di interesse collettivo, grado di utilizzo e servizi ambiental
5.3.2 Il Sistema della mobilità
Gli ambiti produttivi specialistici della bassa valle del Foglia interessano il sistema della mobilità sia in sponda destra che in sponda sinistra della valle.
La rete viaria della direttrice in sponda destra (versante sud) presenta una gerarchia sufficientemente definita e vede nella montelabbatese l’asse viario moderno di servizio agli ambiti produttivi specialistici, con una accettabile separazione dei flussi di traffico.
Le principali criticità sono riconducibili prioritariamente alla mancata connessione diretta al casello autostradale e alle connessioni con la mobilità urbana della città di Pesaro; inoltre, rileva segnalare che l’asse viario della Montelabbatese presenta geometrie ed intersezioni di tipo extraurbano non più rispondenti alle funzioni e ai flussi di traffico attuali e tendenziali.
La direttrice in sponda sinistra (versante nord) presenta una situazione più articolata nella quale non è identificabile un asse viario principale di impianto moderno. La rete viaria è ancora quella di impianto storico e presenta caratteri di matrice urbana o rurale.
Le principali criticità sono riconducibili alla mancata gerarchia della rete e, di conseguenza, alla mancata separazione dei flussi di traffico e, tra questi, rilevano in particolare alcuni itinerari che attraversano ambienti urbani.
Infrastrutture per l’accessibilità ai poli industriali
Gli itinerari di connessione al casello autostradale attraversano tessuti urbani residenziali e generano impatti significativi. Questa criticità non interessa il polo industriale dell’Urbinate e può essere marginale per i poli industriali di Chiusa di Ginestreto e di Montelabbate, se le segnaletiche indirizzano il traffico pesante su percorsi esterni ai centri abitati.
Ad eccezione
della montelabbatese, le geometrie della rete viaria sono inadeguate per i flussi di traffico pesanti, con particolare riguardo alla viabilità di servizio alle aree industriali dell’Urbinate e di Montecchio di S. Angelo in Lizzola.
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Gli accesi alle singole aree industriali a volte non sono organizzati (Urbinate), a volte sono eccessivamente costretti in solo punto organizzato (Chiusa di Ginestreto) e a volte presentano entrambe le criticità (Villa Fastiggi e San Martino) anche se meno accentuate.
Negli ambiti di Montecchio e Montelabbate l’assetto infrastrutturale si è attestato su strade preesistenti agli insediamenti produttivi, anche senza un adeguato ammodernamento delle stesse, generando una commistione tra flussi di traffico di rilievo territoriale e mobilità interna alle aree industriali che, a volte, interessa anche tessuti urbani a matrice prevalentemente residenziale.
I collegamenti ciclabili tra le aree industriali e i centri limitrofi sono assenti o quasi. Relativamente alle restanti criticità segnalate, si ritiene necessario predisporre un piano/programma di ammodernamento delle infrastrutture per la mobilità di servizio ai poli industriali, con riguardo in particolare:
• Alla connessione diretta tra la montelabbatese e il casello autostradale;
• Al riordino della viabilità negli ambiti di Montecchio e Montelabbate per definire una rete gerarchica e allestire un “viale dell’industria”
• Ad un sostanziale intervento di adeguamento funzionale e formale dell’ex statale nel tratto di servizio all’area industriale dell’Urbinate;
• Ad una riorganizzazione della Montelabbatese nel tratto dalla Chiusa di Ginestreto alla città di Pesaro, con riguardo al sistema degli ingressi alle aree industriali, agli attraversamenti pedonali e all’arredo urbano;
• Ad allestire una rete di percorsi ciclabili da e per la città di Pesaro e per i Borghi attestati ai margini della vallata del Foglia.
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Spazi e infrastrutture per la mobilità interna alle aree industriali
Gli spazi destinati alla viabilità e alla sosta nelle aree produttive non sono organizzati e spesso non è comprensibile dove finisce la strada e dove inizia il parcheggio.
La mancata formalizzazione del limite tra gli spazi pubblici (parcheggio e viabilità) e gli spazi privati porta, in alcuni casi, ad effettuare le operazioni di carico e scarico delle merci direttamente sulla pubblica via (anche se va detto che questo comportamento è stato rilevato su strade interne).
La dotazione di aree per la sosta a volte è eccessiva e a volte è mal distribuita, con aree sottoutilizzate a fronte di parcheggio a lato strada in alcune aree (anche se quasi mai di intralcio al traffico),mentre in altri casi si assiste ad un utilizzo per deposito a cielo aperto delle aree a lato strada.
La rete viaria non è gerarchizzata e a volte le intersezioni sono scarsamente percepibili o non è adeguatamente percepibile il senso di marcia con precedenza;
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In generale è emersa una scarsa o nulla dotazione di percorsi pedonali e ciclabili così come non sono quasi mai organizzati gli attraversamenti pedonali.
Le criticità riscontrate richiedono sicuramente la predisposizione di piani/programmi per qualificare le aree per la mobilità e la sosta interne ai poli industriali, con i quali predisporre – tra l’altro – un bilancio delle aree per la sosta. Il livello di utilizzo (in alcuni casi anche di abbandono) di alcune aree a parcheggio, fa sì che si possa fin da ora affermare la necessità di dover prevedere forme di recupero e riuso dei parcheggi finalizzate a:
• Allestire parcheggi organizzati per i mezzi pesanti (si veda il parcheggio esistente nell’area di Montecchio di S. Angelo in Lizzola). Si prestano a questa finalità alcuni parcheggi interni all’area di Villa Fastiggi;
• Incentivare l’insediamento di attività a maggior carico urbanistico, per ottimizzare la dotazione esistente (o in attuazione). Si prestano a questa finalità le aree del fronte strada di Villa Fastiggi prospicienti il parcheggio in attuazione.
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5.3.3 Spazi, attrezzature e funzioni di interesse collettivo