all’abolizione della pena di morte
7. Convenzione Interamericana dei Diritti dell’Uomo
7.2 Il Sistema di tutela dei Diritti Uman
La salvaguardia dei diritti umani nel sistema interamericano si fonda su due organi: la Commissione Interamericana sui Diritti Umani e la Corte Interamericana dei Diritti Umani. La prima è un organo autonomo dell’Organizzazione degli Stati Americani la cui missione è quella di promuovere e proteggere i diritti umani nell’emisfero americano. È composta da sette membri indipendenti i quali svolgono il loro compito a titolo personale. Venne creata dall’OAS nel 1959 e ha sede a Washington D.C. Secondo la Carta dell’OAS la Commissione Interamericana è uno dei principali organi dell’organizzazione le cui funzioni sono la promozione dell’osservanza, la protezione dei diritti dell’uomo e la consulenza in materie umanitarie. Il lavoro di quest’ultima si basa sul sistema di petizione individuale, sul monitoraggio della situazione dei diritti umani nei paesi membri e dell’attenzione a zone critiche. Fin dalla sua creazione la Commissione si è occupata di fare visite direttamente sui luoghi interessati per osservare la situazione generale della salvaguardia dei diritti fondamentali o per investigare su situazioni specifiche, producendo
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Gli Stati parte del Protocollo sono: Argentina, Brasile, Cile, Costa Rica, Ecuador, Honduras, Messico, Nicaragua, Panamá, Paraguay, Repubblica Dominicana, Uruguay e Venezuela. http://www.oas.org/juridico/english/sigs/a-53.html
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Protocol to the American Convention on Human Rights to Abolish the Death Penalty, art.
1.
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successivamente dei report volti a risolvere eventuali violazioni o mancanze da parte dei governi.179
Gli individui vittime di violazioni da parte dello Stato180 dei loro diritti fondamentali possono rivolgersi alla Commissione, la quale dopo aver determinato la responsabilità statale, emette i suddetti report contenenti raccomandazioni che sospendono immediatamente lo svolgersi della violazione, punendo il responsabile, riparando il danno causato e allo stesso tempo facendo leva sulla legislazione dello Stato per fare in modo che vengano prese le dovute misure risolutive.181 La Commissione può, quando vi sono le condizioni, riferire i casi alla Corte interamericana solo con rispetto agli Stati che hanno ratificato la Convenzione e che hanno precedentemente riconosciuto il potere giuridico della Corte, a meno che uno Stato non accetti espressamente la sua giurisdizione per un caso specifico.182
La Corte Interamericana, installata nel 1979, è un organo autonomo giudiziale dell’OAS il cui mandato deriva dalla Convenzione Interamericana. È ubicata a San Josè, in Costa Rica, ed è composta da sette giudici eletti per le loro riconosciute capacità fra i rappresentanti degli Stati membri dell’organizzazione. L’obbiettivo della Corte è quello di interpretare e applicare la Convenzione Interamericana e altri trattati interamericani183
179
L. CAPUCCIO, A. LOLLINI, P. TANZARELLA, pag. 137.
180 L’individuo può fare appello alla Commissione per violazione solo contro gli Stati facenti
parte dell’OAS. La Commissione è competente anche per ricevere petizioni riguardanti violazioni di un qualsiasi trattato interamericano ratificato dagli Stati dell’OAS.
181
OAS, Petition and Case System, Inter-American Commission on Human Rights 2010, http://www.oas.org/es/cidh/docs/folleto/CIDHFolleto_eng.pdf
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Gli Stati che hanno accettato la giurisdizione della Corte Interamericana sono: Argentina, Barbados, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panamá, Paraguay, Perù, Repubblica Domenicana, Suriname, Trinidad y Tobago, Uruguay e Venezuela. http://www.oas.org/es/cidh/docs/folleto/CIDHFolleto_eng.pdf
183
Alcuni esempi di trattati interamericani sui diritti umani : Convenzione Interamericana per prevenire e punire la tortura (1985), Convenzione Interamericana per prevenire, punire ed eradicare la violenza contro le donne (1994), Convenzione Interamericana sulle sparizioni forzate delle persone (1994), Convenzione Interamericana per eliminare tutte le forme di discriminazione contro le persone con disabilità (1999).
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riguardanti i diritti umani, in particolare emettendo giudizi e opinioni consultive.184
Nel suo lavoro la Corte a volte può scontrarsi con le legislazioni nazionali, soprattutto alla luce dell’osservanza dell’articolo 4. Ne sono un esempio le sentenze Hilaire185 e DaCosta Cadogan186 nelle quali la pena di morte, nelle rispettive legislazioni dello Stato Trinidad y Tobago e delle Barbados, viene data come unica condanna possibile al reato di omicidio senza considerare le circostanze specifiche come la partecipazione dell’accusato, il grado di colpevolezza e le attenuanti del caso. Lo stesso caso di illegittimità della pena capitale accadde nel 2005 con la sentenza Fermín Ramírez v.
Guatemala187, in quanto non erano state rispettate le garanzie del giusto processo e del diritto alla difesa. La Corte ha affermato che queste garanzie devono essere osservate in maniera “stretta e necessaria” nel caso di imposizione della pena di morte. Nel caso contrario la pena capitale viene
184
OAS, Petition and Case System, Inter-American Commission on Human Rights 2010, http://www.oas.org/es/cidh/docs/folleto/CIDHFolleto_eng.pdf
185 Il caso fu il prodotto dell’accumulazione di 32 richieste sottoposte alla Corte, formulate dai
condannati a morte detenuti nello Stato di Trinidad y Tobago. Il processo si basò sulla violazione del diritto alla vita, in quanto lo Stato riconosce “la natura obbligatoria della pena di morte”. Lo Stato di Trinidad y Tobago depositò i suoi strumenti di ratifica alla Convenzione Interamericana il 28 maggio 1991 accettando e riconoscendo la giurisdizione della Corte. Durante il procedimento della suddetta causa lo stesso Stato ha denunciato la Convenzione con rispetto all’articolo 78 (riconoscimento giurisdizione della Corte Interamericana), ma essendo la denuncia successiva al caso, la Corte ha definito la sua piena capacità giurisdizionale. Lo Stato decise di non partecipare al processo ma la Corte portò a termine il procedimento ed emise la sentenza di incompatibilità della legislazione di Trinidad y Tobago con la convenzione Interamericana. Corte interam. Dir. Uomo, sent. 2 giugno 2002, Hilaire v.
Trinidad y Tobago.
186
La Commissione Interamericana sottopose alla Corte il caso del signor Tyrone DaCosta Cadogan. La stessa richiese di dichiarare lo Stato delle Barbados responsabile per l’imposizione della pena capitale senza aver considerato le circostanze del crimine e i fattori attenuanti. La sentenza della Corte rappresentò una forma di riparazione dei danni del detenuto perché sono stati riconosciuti i suoi diritti; e allo Stato è stato richiesto di adottare “misure legislative o di altra natura necessarie a garantire che la pena di morte non sia imposta”. Corte interam. Dir. Uomo, sent. 24 settembre 2009, DaCosta e Cadogan v.
Barbados.
187
Il caso tratta la sentenza capitale inflitta al signor Fermín Ramírez dallo Stato del Guatemala, senza che il condannato potesse esercitare il diritto alla difesa in risposta alle accuse. La Corte, confermando che la condanna di un individuo senza un giusto ed equo processo rappresenta una violazione della Convenzione, ha obbligato lo Stato a ripristinare la situazione antecedente, garantendo al signor Ramírez un nuovo giudizio. Corte interam. Dir. Uomo, sent. 20 giugno 2005, Fermín Ramírez v. Guatemala.
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qualificata “arbitraria” se lo Stato non ha rispettato le limitazioni previste per questo tipo di condanna.
Nei casi di leggi nazionali in violazione alla Convenzione, la Corte Interamericana diventa l’ultima istanza di tutela dei diritti dei cittadini, dopo l’esaurimento dei ricorsi. È proprio la violazione dell’articolo 2 della Convenzione che deriva dalla presenza di una norma nazionale che impedisce ai cittadini di ottenere una tutela giurisdizionale nei confronti di leggi che violano il diritto alla vita.