Dal materiale vivente al materiale virtuale
2. SISTEMI DI RELAZIONE E TERRITORI VIRTUAL
Mappate in questo modo le variabili sono perfettamente sovrapponibili. Questa sovrapposizione è il nostro territorio virtuale, descrive cioè un sistema di relazioni. Da questo sistema infatti possiamo scegliere di isolare diverse catene, che mettono in relazione specifici valori di ciascun parametro. Possiamo scegliere di fare emergere i valori per la salinità, per l’idrodinamica e per la porosità, che corrispondono alle condizioni più adatte per la coltura e la proliferazione di piante tipiche dei paesaggi lagunari (per esempio la Salicornia Spartina, la Zostera Nolti, o la Zostera Marina). Queste mappe non descrivono più una realtà vivente, ma suggeriscono una realtà potenziale. 3. SIMULAZIONE DI UN PROCESSO DI COLONIZZAZIONE
Si può allora simulare un processo spazio- temporale di trasformazione del territorio: la piantumazione di una specie, in questo caso di Zostera Marina, in aree limitate della laguna, in condizioni assolutamente ideali innescherebbe un processo di attecchimento spontaneo, che porterebbe nell’arco di cento anni ad un recupero ecologico dell’intera regione.
Da questa mappa si potrebbe a questo punto procedere con manipolazioni creative, sulla geometria, o sull’attribuzione di significati, o sull’interpretazione scalare del materiale: per esempio con deformazioni di tipo frattale la nostra griglia di 500x500 potrebbe cambiare unità di misura e diventare la base di un processo di sviluppo di una tecnologia più sofisticata che sfrutti le tecniche di bioingegneria locali per mettere in opera sistemi artificiali e più rapidi di colonizzazione. 4. ANTICIPARE SCENARI FUTURI In presenza di Zostera Marina radicata sul fondo, il moto delle acque si riduce e con esso i sedimenti in sospensione: la nuova mappatura ci permette di verificare che il fenomeno di erosione della laguna potrebbe essere moderato da forme intelligenti di colonizzazione.
Per il consolidamento della laguna infatti si possono immaginare programmi più complessi di insediamento, che dovrebbero emergere dall’analisi di altri fattori (economici e sociali ad esempio) e soprattutto dall’interazione con altri sistemi materiali, riferiti a scale intermedie in grado di organizzare gli aspetti tecnologici e tettonici delle trasformazioni del territorio.
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colonizzazione di Zostera Marina potenziale per Zostera Marina
sedimenti in sospensione-scenario attuale sedimenti in sospensione-scenario futuro 2.
4.
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se confrontiamo ora una di queste mappature con quelle classiche digitali precedentemente mostrate della Laguna di Venezia si noterà la sostanziale differenza: quelle ragionavano per sottoinsiemi funzionali, stabilivano linee di confine, ma soprattutto non definivano regole geometriche di colonizzazione dello spazio.
Geometrie dinamiche: network, topografie e gradienti
nella costruzione di una mappatura, se si accetta l’idea che il processo di conoscenza di un territorio veicola e anticipa le configurazioni formali del progetto, risulta fondamentale scegliere, fin da principio, un sistema di riferimento e criteri geometrici opportuni, adatti al tipo di materiale e di configurazioni che vogliamo far emergere, confermando tra l’altro l’idea che nessuna rappresentazione è frutto di imparzialità.
Come abbiamo già avuto modo di vedere nei molteplici esempi fin qui riportati, molti architetti oggi, ispirati dal pensiero filosofico di Derrida e di Deleuze, hanno abbandonato o anche solo integrato il sistema di valori trascendenti, e con esso tutta la dottrina della geometria euclidea che ha tenuto insieme l’intero sistema storico dell’architettura, e hanno intrapreso una sperimentazione sempre più disinvolta verso le cosiddette geometrie del reale, ribaltando in questo modo l’idea di gerarchia, di armonia, di proporzione, di simmetria e di perfezione spaziale. Alle tre invarianze della geometria classica (isometrica, omotetica, e protiettiva) si aggiunge l’invarianza topologica intesa come scienza delle deformazioni, e fortemente correlata all’idea di manipolazione che il lavorare con i diagrammi implica. La geometria “si emancipa” dagli assi cartesiani x, y, z dal momento che non deve più rappresentare grandezze fisiche, definite dai propri contorni assoluti, ma piuttosto entità dinamiche, astratte (i processi immateriali, le categorie intensive, le idee, etc.) la cui caratteristica principale è di essere fluide ed in continuo movimento.
Questa revisione concettuale ha naturalmente coinvolto il linguaggio, cioè il lessico, ma soprattutto il contenuto teorico dei segni con i quali ci si esprime: non si parla più di linee, punti e piani, ma di vettori, nodi e superfici che, come chiarisce eisenman17, misurano la dimensione spazio-temporale del disegno e affermano l’idea che molteplicità e continuità sono intrecciate nello sviluppo del pensiero architettonico
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contemporaneo.
Concepire il disegno in termini vettoriali significa innanzitutto sfruttare le potenzialità “attive” e non solo grafiche di questo mezzo espressivo, cioè pensare che come la traiettoria, la magnitudo e l’intensità, anche la giacitura, lo spessore, il colore e la lunghezza sono proprietà a cui “assegnare“ un contenuto.
senza entrare ulteriormente nel dettaglio, ci interessa capire che, a partire da queste considerazioni, i diagrammi che danno forma ai nostri territori virtuali sono concepiti dinamicamente, quando assegniamo ai punti, alle linee e alle superfici queste proprietà. In questo modo si costruiscono i networks, cioè le reti di nodi e vettori, le topografie, cioè sistemi di curve correlate, o i gradienti, che definiscono delle superfici. Usare l’una o l’altra istanza geometrica non è indifferente, dal momento che in funzione di come modelliamo e visualizziamo il territorio virtuale facciamo dipendere il sistema di relazioni e orientiamo il materiale. In realtà network, topografie e gradienti sono sistemi interagenti e interscambiabili, anzi la maggior parte delle manipolazioni del materiale nella ginnastica della differenziazione, prevedono la scomposizione di superfici in nodi e curve e viceversa.
Aiutiamoci ancora una volta con degli esempi.
Un network per piazza della Repubblica a Roma
Qui la scelta di lavorare con una geometria di nodi e di vettori era legata all’iniziale intenzione di generare un modello cellulare, additivo, che popolasse la piazza con un sistema di coperture leggere, come attrezzatura di supporto per lo sviluppo di attività sociali ed economie solidali, potenzialmente gestite dalle comunità di migranti che abitano in modo discontinuo questo spazio urbano, ma ugualmente come infrastruttura per le funzioni museali, culturali e turistiche del vicino parco archeologico.
In questo particolare esperimento si mette in luce solo la parte finale di un lungo processo in cui, con una serie di mappature e con il metodo strategic Choice e il software stRAD, si erano indagate le potenzialità, le incertezze, i conflitti di questo brano di città, e infine definita una strategia di azione.
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I maggiori conflitti qui infatti derivano dalla doppia vocazione di nodo infrastrutturale - che gestisce a scala metropolitana l’attraversamento del traffico veicolare, e a livello pedonale il collegamento della stazione termini con il centro della città - e anche di luogo di incontro di molte comunità di stranieri. Perciò a partire dalla mappatura del sistema dei flussi, si è costruire un network che, attraverso una successione di manipolazioni, ha in-formato il processo generativo e suggerito le forme per il disegno di una pavimentazione e per una distribuzione di architetture flessibili e leggere, compatibilmente con la riorganizzazione del traffico veicolare.
Progetto di ricerca per il Dottorato (2006) 1. “contesto reale”: foto aerea della piazza. 2. “contesto virtuale”: un network per colonizzare la piazza.
3. rete pedonale esistente: nodi,