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3. L’industria editoriale oggi: struttura e situazione in Italia e all’estero

3.1 La situazione editoriale internazionale

Le considerazioni sullo stato odierno dell’editoria partono dal prendere atto di un inizio millennio caratterizzato da una situazione stagnante, piatta, se non in declino, dei mercati della filiera, sottoposti a una pressione in continua crescita da parte dei settori simili – video games, risorse digitali gratuite educative e informative -, bisognosi di corposi investimenti nell’internazionale e nel digitale e costretti a riunirsi in gruppi editoriali per garantirsi la sopravvivenza.

Nonostante la situazione critica, l’editoria libraria è ancora il settore più potente della creazione di contenuti, con un giro d’affari di circa 151 miliardi di dollari nel 2014 – mentre industria dei periodici e settore cinema e televisione si fermano rispettivamente a 107 e 133 miliardi di dollari- . In occasione della Fiera del Libro di Francoforte, la più importante manifestazione del settore a livello mondiale, tenutasi dal 14 al 18 ottobre 2015, sono stati pubblicati gli ultimi dati e andamenti relativi al settore editoriale librario. Attraverso il Global Ranking of the Publishing Industry – il sistema di misurazione degli introiti dei 57 maggiori gruppi editoriali mondiali attivo dal 2007 su iniziativa di Livres Hebdo (Francia) e co- pubblicato da Bookdao (Cina), The Bookseller (Regno Unito), Buchreport (Germania), Publishers weekly (USA) e Publishnews Brazil- è possibile avere una panoramica degli incassi provenienti da ogni settore editoriale e della distribuzione libraria. Basandosi principalmente su dati del 2014, il report mostra chiaramente il processo di concentrazione in corso, per il quale i dieci maggiori gruppi mondiali arrivano a rafforzare le loro

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posizioni fino a coprire il 54% del totale con 31.2 miliardi di euro (+ 12% dal 2013). A rendere ancora più chiaro questo trend è il fatto che i gruppi analizzati siano già il risultato di una selezione avvenuta in ciascun Paese.

Evoluzione degli introiti – in milioni di euro- dei 50 maggiori gruppi editoriali dal 2008 al 2014

Ogni gruppo editoriale adotta modelli differenti di sviluppo e si focalizza su diversi settori, a seconda del territorio in cui si sviluppa, del target e delle politiche editoriali che decide di adottare. Un’altra importante rilevazione di questo ranking globale è la constatazione di come le economie emergenti dei paesi cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) stiano acquisendo un posizionamento sempre più importante a livello internazionale, in particolare la Cina. Quest’ultima infatti si inserisce nella top 10 mondiale con due gruppi editoriali, unendosi a Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e Olanda. I Paesi BRIC rivelano quale sia il potenziale sentiero futuro del settore editoriale, in quanto -partendo da risorse più limitate- sono portati a trovare strategie differenti da quelle tradizionali, e quindi puntare sulla digitalizzazione e sull’innovazione.

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Immagine 3.1

Ranking dei 10 maggiori gruppi editoriali del 2015 – dati del 2014-

E’ importante tenere in considerazione il fatto che il Global Ranking manchi di molte imprese anche di grandi dimensioni per impossibilità di reperirne i dati – ad esempio Disney e Panini-, dei problemi di calcolo legati ai tassi di cambio e delle varie complessità nella definizione di “settore editoriale” – formato, canali di vendita, attività cross settoriali, attività extraeditoriali-. Ciò nonostante, esso è in grado di fornirci una panoramica se non esaustiva perlomeno interessante e trasparente della reale situazione mondiale dell’editoria.

Altri due documenti che aiutano nell’approfondimento di questa tematica sono The Business of

books 2015, presentato dal Frankfurt Book Fair Business Club, e il white paper del Global

Publishing Summit, tenutosi il 18 ottobre 2015 all’interno della Fiera del Libro di Francoforte con la collaborazione di Publishing Perspectives. Essi evidenziano le principali caratteristiche, evoluzioni e forze trainanti del settore e danno un’idea dello stato dell’editoria a livello globale. In entrambi si affermano alcuni principi base concernenti la situazione attuale:

i) la crescente importanza dei Paesi BRIC nell’industria editoriale – e in quella dei mass media più generalmente- ;

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ii) la polarizzazione tra grandi acquisizioni – spesso da parte dei gruppi più imponenti – e nascita di nuove case editrici;

iii) la trasformazione globale del mercato del libro, spinta ma non creata dal mercato digitale e dall’espansione internazionale;

iv) la richiesta sempre più forte di investimenti, fonte di rischio ma anche di opportunità e innovazione, per poter soddisfare un’audience sempre più diversificata ed esigente;

v) la necessità di creare un efficace ed efficiente networking e sistema di cooperazione internazionale al fine di creare collegamenti tra Paesi dai mercati ormai maturi -se non saturi- e Paesi emergenti, attraverso iniziative di partenariato, condivisione di conoscenze e di risorse. In sintesi, stiamo assistendo a un massiccio movimento dai maggiori gruppi editoriali e multimediali dai Paesi tradizionalmente consumatori di libri ai Paesi dai mercati emergenti e ancora poco toccati, e il digitale si rivela strumento di semplificazione di questo spostamento e di creazione di legami con i circuiti locali.

Una rete di connessioni globali è proprio l’obiettivo del Global Publishing Summit, all’interno del quale si sono potute confrontare diverse esperienze di mercato: da quello solido di Stati Uniti – leader nell’innovazione e nell’editoria digitale- e Cina – quello dal potenziale di pubblico maggiore e costellato da join venture e partenariati internazionali-, a quello leader specializzato di Germania – settore del business- e Corea del Sud – settore della letteratura per l’infanzia e dell’educazione -, per terminare con i mercati emergenti come Messico, Tunisia e Indonesia, caratterizzati dalla forte crescita sociale. Non solo i Paesi BRIC quindi, ma anche altre realtà si stanno presentando sul mercato mondiale. A seguito riportiamo alcuni esempi grafici.

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Immagine 3.2

Sviluppo dei mercati emergenti, in percentuale e in valuta locale (varie fonti locali) Immagine 3.3

Crescita del mercato coreano. Fonte: Korean Publishers’ Association ( KPA21) Immagine 3.4

Parametri chiave dell’editoria libraria turca dal 2008 al 2013. Fonte: Turkish Publishers’ association, Turkiye Yayincilar Birligi.

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Immagine 3.5

Parametri chiave del mercato librario russo dal 2006 al 2014. Fonti: Federal Agency for press and Mass Communication, Russian Book Industry magazine

Immagine 3.6

Il mercato del libro è inoltre ben lungi dall’essere equamente ripartito e distribuito. I sei mercati più ampi, infatti, incassano circa il 60% del fatturato totale. Ma anche per questi colossi, la situazione non è semplice, come è possibile vedere nella tabella a seguire:

Immagine 3.7

Crescita e contrazione dell’editoria nei sei maggiori mercati mondiali. Fonte: organizzazioni mondiali del commercio

A parte gli Stati Uniti, che costituiscono un’ importante eccezione, il ritorno al libro a seguito della crisi del 2008 è un cammino ancora disseminato di ostacoli. Questo vale in modo particolare per l’Europa, come sarà possibile evidenziare nel paragrafo a seguire.

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Un altro fondamentale aspetto da rilevare a livello di editoria internazionale si lega all’avvento dell’era digitale. Il secolo attuale si caratterizza infatti per una estensione dei mercati dei media da alcuni Paesi sviluppati a molti altri Paesi sviluppati e in via di sviluppo. La globalizzazione ora riguarda ogni aspetta della vita socio-economica mondiale: imprese, politiche, mercati, linguaggi, contenuti. Questa svolta colpisce ovviamente anche l’industria dell’informazione e dell’editoria, che deve affrontare quindi specifici cambiamenti. I tre principali sono: la modifica e l’ integrazione delle proprie attività componenti la catena del valore, in modo da essere in grado di fornire ai propri clienti servizi aggiuntivi più veloci, più specifici, più ampi e più facilmente fruibili; la presa di consapevolezza dell’ emergere di nuove figure e nuovi intermediari, spesso attive nel web; trovare modi innovativi per creare questo valore aggiunto – ad esempio tramite l’utilizzo dei Web Content Aggregators, entità che fungono da intermediari nel raccogliere, analizzare e fornire informazioni derivate da diverse fonti in rete- (Aguila-Obra, Padilla-Meléndez, Serarols- Tarres: 2007). La catena del valore di ogni industria, infatti, deve caratterizzarsi sempre maggiormente per la creazione di un network di relazioni tra attori tradizionali e nuovi attori emergenti, dello stesso o di diversi settori produttivi. Ciò comporta un utilizzo sistematico di Internet come intermediario tra le diverse entità coinvolte nelle varie fasi della creazione del valore e una internazionalizzazione inevitabile di diversi aspetti per non rimanere escluse dalle reti commerciali, politiche e comunitarie globali. Come svilupperemo meglio nel capitolo successivo, l’internazionalizzazione si rivela sempre più strumento e condizione necessaria al successo in diversi settori, tra i quali anche quello editoriale.

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