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Smart and sustainable mobility

Nel documento il volo (pagine 27-30)

il volo novembre 2019

Impatto ambientale, sicurezza, congestione. Ma anche energia, sistemi di pagamento e di assicurazione, modelli di business, e altro ancora.

I molti lati di una nuova opportunità.

Intervista a Paolo Guglielminetti

Paolo Guglielminetti, 49 anni, ingegnere civile con PhD Ecole Polytechnique de Lausanne, partner e global railways & roads leader di PwC.

La sua esperienza ci aiuta a capire come sta cambiando la mobilità e per quali ragioni.

Nei paesi occidentali, il tasso di mobilità individuale tende a stabilizzarsi o comunque a crescere meno rapidamente, ma cresce la variabilità degli spostamenti, con la riduzione di quelli “sistematici” che si ripetono in modo identico tutti i giorni. I consumatori di mobilità hanno quindi esigenze più flessibili, e con più frequenza devono ricorrere a soluzioni intermodali, cioè facendo ricorso a una combinazione di modi di trasporto diversi. Si assiste anche a una riduzione alla propensione alla proprietà del mezzo di trasporto, e a una crescente diffusione, specie nelle aree urbane, delle soluzioni in sharing, anche se spesso “confinate” come offerta alle zone a maggiore densità di popolazione. Tutti questi fattori contribuiscono all’uso di soluzioni

di smart mobility, con il ricorso sempre più frequente alle piattaforme online per pianificare e acquistare le soluzioni di viaggio.

Qual è il ruolo delle innovazioni tecnologiche?

Le nuove tecnologie funzionano da fattore abilitante per i nuovi comportamenti della mobilità, ma a mio avviso non ne sono il driver. Il cambiamento dei comportamenti di mobilità, legato ai megatrend che interessano le nostre società, richiede soluzioni di trasporto più intelligenti e flessibili. Il rischio del cambiamento climatico, nello stesso tempo, ha aumentato la tendenza all’uso di mezzi di trasporto a minor impatto ambientale, ad esempio con il ricorso alle vetture ibride ed elettriche. Tuttavia la velocità di diffusione delle nuove tecnologie è spesso difficile da prevedere, e talora sovrastimata. Due esempi:

nel 2012 si annunciava l’auto integralmente autonoma a disposizione di tutti entro cinque anni, ma la scadenza è trascorsa e ancora saranno necessari alcuni anni per rendere questa tecnologia disponibile su scala commerciale; e per l’auto elettrica, studi di settore immaginavano una quota del parco attorno al 10% nel 2020 nei principali mercati, ma oggi, a un anno da quella data, questa quota è ancora tra il 2% ed il 6% nei paesi a maggior diffusione.

Va detto che molte delle tecnologie oggi proclamate come innovative si basano su concetti non del tutto nuovi. I treni circolanti ad alte velocità in tubi a bassa pressione, gli aerotaxi, o ancora i droni per consegnare pacchi direttamente a domicilio, per esempio, sono stati immaginati e talora realizzati come prototipi diversi decenni fa. La vera innovazione sta nel renderle - oltre che tecnicamente sicure - economicamente sostenibili e tali da soddisfare una precisa esigenza di mobilità.

Che ruolo gioca la sostenibilità in questo scenario?

Le emissioni di gas serra del settore dei trasporti (incluso il trasporto aereo internazionale) costituiscono il 24% del totale dell’Unione Europea (dati 2016), mentre nel 1990 erano solo il 15%. Ciò è dovuto alla quota importante di consumi dei derivati del petrolio per lo spostamento di cose e persone (68% a livello UE).

La mobilità è quindi uno dei campi dove la ricerca di soluzioni più sostenibili è indispensabile, e il ricorso ai carburanti alternativi (elettrico, idrogeno, gas

naturali) nell’alimentazione dei veicoli, insieme a un maggiore utilizzo del

trasporto pubblico, sono elementi centrali per conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti negli accordi internazionali.

Tra l’altro le politiche della mobilità sostenibile non sono solo di interesse degli operatori e degli enti governativi, in quanto possono contribuire ai target di decarbonizzazione delle aziende, compresa la nostra. Nell’ultimo decennio molte aziende si sono concentrate nella (talora forte) riduzione dei viaggi non necessari (soprattutto quelli aerei), realizzando un contenimento delle emissioni.

Nei prossimi anni, le ulteriori riduzioni potranno essere ottenute implementando a livello aziendale soluzioni di gestione della mobilità anche per gli spostamenti casa-lavoro e a corto raggio (car pooling, car sharing elettrico, pacchetti di mobilità in luogo di car benefit ecc.).

La ricerca della sostenibilità, tuttavia, non si deve limitare agli aspetti ambientali.

A fronte di tanti annunci orientati all’ottimismo, del resto, per chi si sposta tutti i giorni è evidente che la mobilità è ancora oggi ben poco smart! La riduzione della congestione e della incidentalità sono ugualmente importanti, e richiedono un insieme di misure a vari livelli.

Infine, molta dell’intelligenza che si sta portando nella mobilità dipende dai livelli di connettività. Bisogna tenere presente, però, che il digital divide può impattare anche quest’ambito, soprattutto per alcuni settori della popolazione.

Esiste il rischio di sviluppare un’offerta di mobilità smart, flessibile ed efficiente solo per la popolazione giovane e urbana, connessa e digitalizzata, lasciando le

“aree interne” servite solo da strade poco manutenute, con persone obbligate a utilizzare veicoli inquinanti per carenza di distribuzione dei carburanti alternativi, e prive anche di connettività adeguata per informarsi e gestire i propri piani di viaggio con altre modalità. Sustainable mobility vuol dire anche un sistema di connessioni che mantiene e migliora la coesione territoriale, evitando la creazione di nuove periferie.

L’attenzione è spesso prevalente sui progressi a livello di veicoli, da quelli elettrici a quelli autonomi. Come devono evolvere le infrastrutture?

Lo sviluppo di infrastrutture intelligenti (e non solo di veicoli) è necessario per creare un eco-sistema della mobilità più sostenibile. Le reti infrastrutturali

Trust & Fly Change devono poter essere gestite in modo flessibile, al mutare delle condizioni di

traffico, nonché degli aspetti esogeni quale clima, manifestazioni ecc., e per fare questo devono “comunicare” con chi le gestisce e con i veicoli che vi circolano.

Il tema non riguarda solo la rete stradale, ma anche i sistemi su ferro e i nodi di interconnessione, quali porti, aeroporti, stazioni, parcheggi, la cui gestione smart è prioritaria per abilitare efficaci collegamenti intermodali.

In questo quadro in mutazione, quale può essere il ruolo di una società come PwC?

L’evoluzione della mobilità richiede un approccio integrato e multidisciplinare, con una visione non settoriale, tenendo conto che sono ormai attori del sistema della mobilità non solo le aziende di trasporto e quelle dell’automotive, ma anche i player del settore energetico, i fornitori di sistemi di pagamento, le assicurazioni ecc. PwC ha l’expertise in tutti questi ambiti, e il know-how per affrontare le sfide specifiche del settore.

Possiamo fare alcuni esempi?

Il cambiamento della mobilità è legato all’evoluzione delle esigenze dei consumatori, di servizi di trasporto, come si è detto. Serve quindi innovazione nel raccogliere e analizzare i dati su tali comportamenti, utilizzando le nuove fonti informative quali i dati delle schede telefoniche, quelli delle scatole nere delle auto, o ancora quelli delle piattaforme della mobilità, e in futuro quelli che saranno resi disponibili dai veicoli autonomi e dalle smart road. Occorre immaginare come raccogliere e analizzare in modo intelligente queste

informazioni, con soluzioni integrate che mettano insieme esperti di trasporti e

di automotive, data scientist, ma anche legali, che possano aiutarci a gestire in modo adeguato i vincoli legati alla protezione dei dati personali.

Le nuove soluzioni di mobilità vivranno e si espanderanno se saranno in grado di raggiungere la sostenibilità economica. Occorre pensare modelli di business innovativi, con molteplici fonti di ricavo, altrimenti alcune modalità di trasporto intelligenti non riusciranno a diffondersi su larga scala. Per esempio, sia i provider della mobilità condivisa sia gli operatori delle piattaforme di mobilità faticano oggi a raggiungere margini positivi.

In quest’ottica va ripensata la customer experience, non limitandosi a digitalizzare l’esperienza attuale, ma affrontandone tutti i pain points, digitali e fisici. Politiche e regolazione possono agire da abilitatori & acceleratori dell’evoluzione, ma anche da formidabili freni, e non possono essere trascurate nello sviluppo di business model.

Cruciale la progettazione di sistemi di pagamento efficaci. Anche da questo punto di vista occorre quindi coniugare professionalità di varia natura, tipicamente presenti in una società di servizi professionali come la nostra.

Infine, impatto ambientale, sicurezza e congestione restano le sfide cruciali per il sistema dei trasporti. Lo sviluppo di nuove soluzioni di mobilità deve conseguire miglioramenti in questi ambiti, cercando anche di “monetizzarli” ove possibile (per esempio utilizzando gli incentivi previsti in questo ambito, sviluppando modalità di riduzione dei premi assicurativi ecc.) al fine di contribuire anche alla sostenibilità economica. Occorre - ancora una volta - un approccio integrato di competenze trasportistiche, ambientali, regolatorie ed economico-finanziarie, non solo per valutare ex-ante la fattibilità di questi progetti, ma anche per contribuire a progettarne le caratteristiche e per monitorarne nel tempo gli effetti.

Come massimizzare il valore per i nostri clienti che operano in questi settori?

Non è certamente sufficiente possedere tutte le competenze necessarie:

occorre sviluppare value proposition integrate che coniughino realmente tutti gli expertise che citavo. Per questo abbiamo creato un team cross-Industry e cross-LoS sulla smart and sustainable mobility. Vogliamo sviluppare una vision di settore e farla conoscere attraverso una thought leadership ed eventi dedicati.

E soprattutto, realizzeremo alcune soluzioni integrate che ci consentano di accompagnare operatori tradizionali e nuovi attori della mobilità verso un posizionamento efficace e sostenibile nel nuovo scenario.

Opereremo in stretta relazione anche con le migliori esperienze del network PwC a livello internazionale, a partire dal nostro global team railway & roads di cui sono coordinatore, e da team come il nostro che si sono costituiti nei principali paesi e con cui già collaboriamo.

E per le nostre persone?

La gestione del nostro impatto ambientale è centrale nella strategia di Corporate Responsibility di PwC Italia. Il team dedicato alla smart and sustainable mobility potrà supportare lo sviluppo di azioni specifiche anche relative alla mobilità delle nostre persone, per ridurre la nostra carbon footprint, ma anche per favorire una più agevole gestione del loro tempo.

Nel documento il volo (pagine 27-30)

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