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Socmint: sfide di necesity e legitimacy

CAPITOLO III: IMPIEGO DELLA SOCMINT NEL CONTRASTO ALLE MINACCE

3.7 Socmint: sfide di necesity e legitimacy

Come già detto precedentemente i Social Network rappresentano il mezzo attraverso cui si realizza il processo comunicativo di oggi.

In internet la comunicazione non è né controllata né filtrata e ciò comporta che la mole e la tipologia di informazioni sul web sia ampia e variegata e che le piattaforme di rete vengano usate per scopi diversi tra loro.

Tra questi è stato già evidenziato l’uso della rete per scopi terroristici e criminali, argomento sempre più rilevante per la sicurezza nazionale e internazionale.

A tale scopo l’intelligence si è aggiornata nelle sue tecniche di analisi orientandosi sempre più all’utilizzo dei social network perché ritenuti raccoglitori di informazioni.

Adesso, proposito del presente elaborato consiste nel capire se e come la Social Media Intelligence può configurarsi come uno strumento analitico di counter-terrorism ed evidenziare parallelamente i limiti che un’eccessiva fiducia nella tecnologia e nelle sue potenzialità quale mezzo di lotta al terrorismo comporta per un’analisi effettivamente risolutiva e proficua.

I social media sono ormai custodi della vita delle persone costituendo così uno spazio pubblico di vitale interesse per gli enti pubblici interessati a determinate informazioni. Appartengono a questa categoria anche gli analisti di intelligence che, tramite la Socmint mirano ad assicurare la pubblica sicurezza.

La Social Media Intelligence rappresenta sicuramente un valore aggiunto e presenta sicuramente delle innovazioni rispetto alle tradizionali tecniche di analisi ma essa deve confrontarsi con due limiti importanti noti come: Necesity e Legitimacy.

Prima di affrontare le problematiche relative alle sfide cui la Socmint deve far fronte, si analizza brevemente la marcia in più che tale tecnica analitica fornisce ai sevizi di intelligence.

Innanzitutto, le nuove tecnologie caratterizzanti la Social Media Intelligence consentono di rilevare la crowd-sourced information. Questa pratica consiste nel creare una linea comunicativa diretta tra canali istituzionali quali le forze di polizia e i cittadini, stabilendo così un continuum informativo che permette una collaborazione efficiente e risolutiva nei casi d’emergenza.

In altre parole i social media diventano il mezzo attraverso cui la società esprime i propri pensieri e riflessioni fornendo notizie utili alle autorità.

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Un esempio in tal senso è il servizio di messaggistica attivato sul sito web del West Midlands Police34 che, ha permesso ai cittadini di postare messaggi ed interagire con le autorità

permettendo alla polizia di analizzare la situazione sul campo ed in tempo reale e allo stesso tempo di diffondere le immagini dei sospettati su larga scala facilitandone il riconoscimento e procedendo con molteplici arresti.

Altro valore aggiunto della Socmint è quello del research and understanding, pratica analitica consistente nella ricerca basata sui Social Network al fine di inquadrare e comprendere i fenomeni di massa.

La ricerca avviene tramite l’individuazione e l’utilizzo di soglie ed indicatori dei fenomeni e dei percorsi di radicalizzazione.

La ricerca consiste nel capire come e per quale ragione si plasmino certe idee e come esse possono evolversi.

Questa fase si esplica tramite una fase online consistente nell’analisi dei contenuti social, accompagnata dalla parte offline, ovvero l’analisi sociale.

Quest’ultima è fondamentale affinchè i dati e le informazioni ricavate in rete assumano rilevanza.

Soprattutto in materia di sicurezza e counter-terrorism è fondamentale analizzare e capire a fondo il background sociale dei terroristi e le motivazioni che li spingono a compiere determinate azioni.

Significativo in tal senso è il lavoro strategico operato dalla military intelligence inglese nell’ambito dell’antiterrorismo.

Gli analisti inglesi si soffermano parecchio sull’aspetto sociologico del terrorismo analizzando attentamente il sostrato sociale e gli ideali dei terroristi e solo sulla base di un attento lavoro conglobano l’elemento della Socmint.

Oltre alle tecniche impiegate dalla Socmint, ci sono elementi precisi ricavati da essa che aiutano l’intelligence ad essere più efficiente.

In particolar modo ci si riferisce alla near realt-time situational awareness35 che è l’abilità di giungere a determinate informazioni social e raggrupparle in maniera tale da essere in grado di prevedere l’accadimento di un evento.

34 E' l’organo di polizia territoriale responsabile della pubblica sicurezza nella contea del West Midlands in Inghilterra.

35 La Situational Awareness è la percezione di elementi ed eventi ambientali rispetto al tempo o allo spazio. Relativamente alla presente trattazione la SA è anche un campo di studio che riguarda la comprensione di ambienti critici, come ad esempio i Social Media, per i responsabili delle decisioni in aree complesse e dinamiche.

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Un esempio di questo tipo è l’analisi del traffico di twitter che ha evidenziato un aumento dell’uso del social in seguito alla diffusione di una notizia su un mainstream canal.

Ciò permette di affermare che spesso tramite l’analisi dei contenuti social si potrebbero identificare gli eventi di rilievo molto più rapidamente che con le tecniche classiche. L’insight to groups consiste invece nell’analizzare i contenuti social pubblicati dagli account di individui appartenenti a gruppi specifici di interesse per l’intelligence o le forze dell’ordine permettendo la ricerca di “temi caldi” nelle conversazioni tra individui e dei terroristi.

Questo strumento è utile soprattutto per prevenire il verificarsi di eventi ed azioni violente e allo stesso tempo per organizzare le risposte da attuare.

In maniera molto simile all’approfondimento dei gruppi specifici c’è quello che viene definito come “identification of criminal intent or criminal elements” durante una specifica inchiesta allo scopo di prevenire il crimine ipoteticamente commissibile.

L’analisi, in questo caso consiste sul controllo degli account collegati ad un individuo ritenuto sospetto o pericoloso tramite la sorveglianza delle sue interazioni social.

E' evidente quindi la centralità che la Socmint assume nel framework organizzativo e strutturale dell’intelligence ma ciò non esclude che ci siano delle criticità nel suo impiego e modus operandi che devono essere analizzate e che riguardano da un lato la necessity, ossia l’effettiva necessità di determinate azioni per la protezione della società e dall’altro riguardano la legitimacy, ossia il rispetto del bene comune in tutte le sue parti.

Partendo dall’aspetto concernente la necesity, la Social Media Intelligence affinchè venga impiegata deve dimostrare di essere effettivamente utile nel perseguimento della sicurezza pubblica; se così non fosse non ci sarebbe nessun buon motivo per impiegarla.

Infatti se la Social Media Intelligence si rivelasse inefficace non solo sarebbe uno spreco di risorse ma causerebbe danni e minerebbe la credibilità dell’intelligence stessa.

I parametri da tenere in considerazione per comprendere il contributo fornito dalla Socmint al processo decisionale dell’intelligence sono individuabili nelle operazioni di accesso ai dati, analisi, uso e disseminazione dell’informazione.

L’accesso ai dati fa riferimento all’immensa mole di dati cui la Social Media Intelligence ha accesso e alla conseguente problematica consistente nel discernere i dati rilevanti da quelli che non lo sono ed evitando di estrapolare informazioni fuorvianti.

Il secondo parametro a cui la Socmint deve attenersi per vincere la sfida di necesity è quello dell’elaborazione e dell’analisi dei dati.

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Questo è un processo che avviene in maniera standard tramite approcci computazionali e ciò comporta che l’abilità dell’analista sia scavalcata dall’automatizzazione dei comportamenti rilevabili tramite algoritmi.

In particolare l’analisi e l’elaborazione dei dati collezionati avviene tramite l’approccio noto come machine learning36, il quale tramite algoritmi è in grado di individuare e classificare i dati rilevanti.

Un’applicazione particolarmente interessante del machine learning è quella della “sentiment analysis” che consiste nella creazione di un algoritmo che identifichi in un testo specifiche qualità e caratteristiche correlate ad un’emozione o ad un sentimento.

Il machine learning offre importanti vantaggi e opportunità di ricerca ma è anche vero che presenta aspetti critici superabili grazie all’intervento umano.

Infatti, se da un lato tale approccio permette la standardizzazione di comportamenti e attitudini dall’altro non analizza il significato che il comportamento identificato può avere. Il linguaggio, che è il mezzo attraverso cui si realizza il processo comunicativo dipende strettamente dal contesto in cui si sviluppa, dalla situazione e dalla cultura.

Se il naturalistic setting viene ostracizzato dallo studio dei dati, la ricerca e i risultati ottenuti possono portare ad interpretazioni fallaci di una determinata fattispecie comportamentale. Inoltre, il modus comunicandi che gli individui utilizzano sul web è diverso da quello usato fuori di esso e ciò è dovuto al fatto che in rete ci sono norme comportamentali ben diverse da quelle sociali.

Sui social infatti c’è un modo di interazione più aggressivo e disinibito rispetto all’interazione face-to-face.

Terzo aspetto riguardante la necessity della Socmint è la disseminazione, ossia la diffusione dei dati.

Essa deve essere tempestiva nel senso che deve pervenire al momento giusto e alle persone giuste in maniera sicura e veloce in modo da essere strategicamente importante per il processo di decision-making.

A riguardo è bene dire che non sono pochi gli ostacoli affinchè ciò avvenga perché, in primis, la complessità e le difficoltà evidenziate nelle fasi di raccolta e analisi dei dati si riversa anche durante la fase di disseminazione.

36 Il termine machine learning indica una branca dell’intelligenza artificiale che raccoglie un insieme di metodi in varie aree scientifiche per l’analisi dei dati.

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In secundis perché la disseminazione deve essere integrata con i diversi canali dell’intelligence quali analisti e ufficiali di polizia che perciò devono essere in grado di trattare le informazioni pervenute in maniera sicura.

Ultimo parametro per misurare l’ossequio della Social Media Intelligence alla necessity è rappresentato dalle attività di validazione e uso dell’informazione.

In tal caso il problema si divide in due variabili principali che possono condurre ad un diverso utilizzo delle notizie estratte dalla rete: l’observation effect e il gaming.

Partendo dal primo, l’effetto di osservazione consiste nella variazione di atteggiamento degli utenti nel momento in cui credono di essere sotto controllo.

Se ciò avviene allora, automaticamente l’informazione pervenuta dai social diviene poco efficace e non rappresenta un comportamento reale.

Infatti, se l’utente cambia il modo di interagire sui social per paura di essere controllato è chiaro che il processo non risulti attendibile.

D’altro canto, gli utenti che si sentono spiati, possono optare per la deception e quindi utilizzare i social per confondere e disorientare l’analista.

Questi due aspetti sono rappresentativi della vulnerabilità intrinseca alle informazioni raccolte sui social.

La soluzione per sfruttare al meglio le potenzialità dei metodi statistici e ridurne le vulnerabilità, consiste nell’integrare le informazioni provenienti dai canali offline al progetto analitico della Socmint.

Così facendo si potrebbe contare su una maggiore quantità di elementi e si avrebbe modo di confrontare se e come i comportamenti degli users online e offline differiscono l’uno dall’altro.

Dopo aver analizzato le criticità strutturali della Social Media Intelligence in materia di Necessity, ora si analizzano gli aspetti concernenti la Legitimacy cui le tecniche di analisi dei dati social devono affrontare.

Per essere legittima, la Socmint deve salvaguardare la sicurezza nazionale, il diritto dei cittadini ed il benessere economico e sociale degli stessi anche se, in qualche modo, le piattaforme social hanno modificato la natura di tali beni.

Di seguito si analizzano le ragioni di quanto sopra affermato.

La prima di queste ragioni risiede nel fatto che la Socmint tiene conto nella sua analisi di più categorie che si sovrappongono tra loro, ragion per cui, a volte, tocca delle sfere non di sua diretta competenza anche se poi lo diventano.

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Ad esempio, nel corso di un’indagine può succedere che la pagina Facebook di un sospettato venga tenuto sotto controllo.

Una situazione del genere è legittima nel momento in cui un’azione di questo tipo risulta inquadrabile come “autorizzata” da un agente delle forze di polizia.

Altro esempio è quello della RIPA 200037. Questo programma ha rappresentato una specie di autorizzazione per effettuare le intercettazioni di comunicazioni telefoniche tramite il craccaggio dei codici PIN dei dispositivi Black Barry.

Un altro dei limiti della Socmint è quello della generalità.

Se l’analisi dei Social Media avviene senza nominare alcun individuo sospetto allora è legittima perché, rivolta ad una gran quantità di gente ed è volta all’ottenimento di un output generale; in caso contrario, e cioè quando l’analisi si rivolge alla messaggistica o ai comportamenti di qualcuno degli iscritti allora potrebbe violare la privacy degli stessi e diventare quindi illegittima.

L’invisibilità poi è una forma di sorveglianza coperta che utilizza tecniche specifiche per accedere ai dati che gli analisti ritengono importanti e che sono protetti dalla privacy degli utenti.

Ultimo aspetto, significativo al pari dei precedenti, è che la Socmint attenua il confine tra sfera pubblica e privata.

Le informazioni pubblicate in linea sono sempre maggiori e parallelamente si perfezionano anche le capacità di raccolta, recupero ed analisi delle informazioni stesse e ciò contribuisce a rendere la preoccupazione circa le capacità intrusive della Social Media Intelligence sempre maggiori.

In particolar modo, il timore più grande è quello relativo ai possibili illeciti derivanti dalla raccolta massiva di informazioni e ai danni che può comportare.

Detto ciò, è importante il dibattito sulla privacy secondo gli imperativi delle nuove tecnologie e delle nuove relazioni tra pubblico e privato.

Il concetto di privacy è elusivo e lo è anche di più dal momento che si è adattato ai cambiamenti della società contemporanea.

Basti pensare a tutto ciò che viene pubblicato su Facebook ogni mese; sono contenuti personali ma una volta caricati online sono consultabili da tutti coloro che hanno accesso alla piattaforma.

37 RIPA è l’acronimo di Regulation of Investitory Powers Act 2000 ed è un atto del Parlamento del Regno Unito introdotto per disciplinare i poteri dei corpi pubblici in materia di investigazione e sorveglianza per giustificare legalmente le intercettazioni nelle comunicazioni.

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Ed è proprio questa attività di condivisione a costituire il principio fondamentale dei social network.

Questi ultimi si nutrono delle informazioni condivise dagli utenti e se così non fosse, i social perderebbero il loro carattere di Network ed è proprio in tal senso che Zuckemberg ha dichiarato che “la privacy non è più una norma sociale sui social”38.

La questione però, consiste nel fatto se la notevole diffusione delle informazioni pubblicate dagli utenti sia consapevole o se gli individui non sappiano che le loro informazioni possano essere trattate per scopi particolari.

Questa mancanza di consapevolezza deriva dalla mutabilità del concetto di privacy e dalla conseguente difficoltà nel comprendere l’importanza della stessa.

Gli utenti che usufruiscono del web non sono pienamente coscienti delle implicazioni logiche e consequenziali che la condivisione in linea di determinate informazioni possa comportare.

La Socmint quindi è legittima o illegittima a seconda della legislazione in vigore nello stato in cui agisce, ma vista la natura multiforme e sfumata del concetto di privacy, spesso anche la legislazione nazionale fatica ad essere incisiva in tale ambito.

La legislazione in materia si propone di misurare l’intrusività della Socmint in modo tale da non intaccare il benessere sociale ed economico dei cittadini.

Come visto in precedenza però non è semplice definire quanto una certa tecnica Socmint sia intrusiva.

A tale scopo sono state sviluppate delle teorizzazioni concettuali volte a racchiudere le tecniche di analisi della Socmint in due macroaree in maniera da disciplinare le possibilità d’azione.

Si parla perciò di Socmint non intrusiva e di Socmint intrusiva.

La differenza sostanziale è rappresentata dal consenso apposto dagli utenti stessi: se essi controllano le informazioni pubblicate allora la Socmint è non-intrusiva, altrimenti è intrusiva.

Nel caso di Somint non intrusiva essa non dovrebbe impiegare metodi di ricerca online ma tale tipologia di Socmint dovrebbe rispettare le norme di anonimato e protezione dati. L’elemento di svantaggio in questo contesto consiste nella perdita del controllo dell’informazione da parte del possessore, o meglio l’utilizzo della suddetta informazione per scopi che vanno oltre quelli predefiniti e accettati dall’utente.

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Per evitare situazioni di questo tipo, le tecniche di collezione e raccolta dati devono essere messe in chiaro in modo tale da evitare incomprensioni ed eventuali abusi di potere. Per quanto riguarda la Socmint di tipo intrusiva, molti paesi hanno già un quadro normativo per l’utilizzo della Socmint in materia di sicurezza nazionale e prevenzione del crimine. E' importante nel caso dell’analisi intrusiva che ci sia consapevolezza pubblica e che la sorveglianza statale e gli accordi relativi al dispiegamento dei mezzi per attuarla siano in accordo con i principi etici riconosciuti dalla società.

Concludendo il discorso relativo alla sfida tra necessità e legittimità si può dire che la Socmint nel caso della necessità deve provvedere a generare una scienza delle reti sociali che si componga della parte online dell’analisi dei big data ma che veda anche una parte offline di analisi in grado di comprendere e contestualizzare i comportamenti degli individui. Per quanto riguarda la legittimità, la sfida può essere vinta solo tramite una comprensione ed un’accettazione del fenomeno da parte della società.

Per il conseguimento di tale risultato è fondamentale l’intervento governativo affinchè si crei una cultura della Socmint e affinchè venga applicata rispettando i diritti umani e i principi di legittimità e proporzionalità.