I CASI STUDIO
10.2 SPACEBOX DELFT
Fig. 10.5: M. de Jong, Architecten De Vijf / Spacebox Delft /2002
Descrizione Progetto
L’idea di costruire un sistema edilizio formato dall’aggregazione di residenze per una sola persona si raffrontò nell’autunno del 2002 quando le abitazioni degli studenti divennero una questione politica. In quel momento storico, infatti, moltissime persone giovani aspettavano una stanza situata vicino all’università mentre continuavano a vivere a casa dei genitori o in campeggi. Ad Utrecht 7000 studenti si iscrissero per avere a disposizione una camera anche se il tempo di attesa previsto era di approssimamente
2,5 anni. Durante questo periodo furono per la prima volta menzionate delle soluzioni temporanee di residenza e gli Spacebox vennero inizialmente concepiti. L’istituzione studentesca sottoscrisse una serie di requisiti da rispettare compresa una prima analisi dei costi, una manifattura di materiali compositi elaborò la produzione dei container e lo studio di architettura si occupò della parte del design. La particolare forma delle celle nel punto della finestratura è stata realizzata per ragioni architettoniche e costruttive, rendendo possibile un’apertura molto grande che permette alla luce di entrare. I costi energetici non sono comunque elevati a causa di uno studio approfondito sulla composizione dei materiali, si parla, infatti, di 1,8 kW per unità a giorno nel mese più freddo. Dato che i luoghi dove vennero montate le Spacebox erano disponibili solo per 5 anni, la maggiore difficoltà fu nel progettare un sistema Plug and Play che fosse in grado di funzionare in pochissimo tempo, dal punto di vista impiantistico e strutturale, dal momento della loro messa in opera. Dunque le unità possono essere impilate in un tempo molto breve (21 unità al giorno circa) su un basamento di cemento.
Fig. 10.6; 10.7; 10.8: Spacebox Delft, particolare dei singoli moduli che rappresentano una residenza per
dell’esterno (in basso a destra)
10.3 E – CUBE
Fig. 10.9: Vista della configurazione esterna del prototipo nella sua costruzione a Gent / 2011
Descrizione Progetto
Questo prototipo di casa risulta un vero e proprio esperimento dell’università di Gent che scaturisce però da un idea semplice: la struttura di una casa è come quella di un mobile che deve contenere gli oggetti. Secondo questa logica chiara la costruzione è veloce e modulare. Gli elementi costruttivi sono rappresentati da delle scaffalature usate normalmente nei grandi magazzini di stoccaggio industriale che possono sostenere anche carichi molto pesanti. Il risultato è un sistema che deriva da una struttura che può venire anche interamente riciclata da scaffalature già utilizzate, e può sostanzialmente trasformarsi e modificarsi nei limiti delle dimensioni del prodotto sul
mercato. Il progetto è stato sviluppato in conseguenza al concorso Solar Decathlon del 2011 tenutosi ad Irvine in California, le università partecipanti alla competizione sono tenute a progettare un prototipo di casa di 100 mq che possa produrre energia ed essere realmente sostenibile. Successivamente i materiali vengono spediti in California e gli studenti devono costruire il progetto in una sola settimana di tempo mentre nella settimana successiva vengono quantificati i guadagni effettivi del sistema tecnologico in cui l’edificio è stato realizzato. La forma del progetto deriva direttamente dalla sua finalità, infatti i progettisti hanno voluto ridurre al minimo la complessità volumetrica per permettere di contestualizzare il tipo di tecnologia in molteplici situazioni. Il tema di riutilizzo di componenti già presenti in produzione attribuendogli però un’altra finalità è un indirizzo interessante nella ricerca di nuove tecnologie per l’autocostruzione poiché il materiale base assume due positività fondamentali, quella del facile reperimento degli elementi e quella della semplicità costruttiva.
COSTO: 60.000 € circa
COSTO AL MQ: 600 €/m2 (soli materiali) SUPERFICIE: 100 mq (due piani)
LOCALITA’ / CLIMA: Costruzione finale in California nella città di Irvine, USA FUNZIONE / USO: Progetto prototipo per il concorso Solar Decathlon
Materiali:
STRUTTURA: Scaffali in acciaio riciclati
CHIUSURA: Pannelli sandwich di compensato da 18 mm e poliuretano di 18 cm.
TEMPO: 5 giorni
ATTORI: Un gruppo di studenti
MEZZI: Si è impiegata una piccola gru per il sollevamento dei pannelli per l’involucro esterno.
Perché è PREFAB?
La struttura principale è una scaffalatura formata da un telaio in acciaio usato normalmente per lo stoccaggio dei materiali nei magazzini. Esso viene prodotto in fabbrica ed è un sistema usato in tutto il mondo. Le partizioni esterne opache dell’involucro sono pannelli sandwich prefabbricati di compensato e poliuretano.
Perché è semplice?
Questo sistema modulare è flessibile e può modificarsi nel tempo. La sua costruzione è veloce, poco costosa soprattutto se prevede un riciclo di componenti già utilizzati. La logica del progetto è chiara e può essere eseguita senza l’uso di mezzi computerizzati.
Futuro:
FLESSIBILITA’: La variazione dell’edificio è determinata dalle dimensioni delle scaffalature esistenti in commercio ma ha un grande potenziale di modificazione interna e di futuro ampliamento.
DISMISSIONE: La struttura è riciclata e riciclabile, i pannelli sono fatti con una composizione di materiali che hanno tuttavia difficoltà nell’essere separati nel processo di fine vita dell’edificio.
Fig. 10.10: 6 Schemi della costruzione, in ordine da in alto a sinistra ad in basso a destra, il montaggio
della fondazione con la posa del primo solaio, aggancio della struttura verticale con il montaggio delle scaffalature posate una accanto all’altra in modo da formare l’intero edificio, l’inserimento dei pannelli di chiusura verticale e l’impermeabilizzazione tramite rivestimento in pannelli di fibrocemento, elaborazione di Pieter Jan De Loof e Ruben Rottiers.
- Punti di forza:
Il sistema è leggero e modulare e per questo motivo è dotato di una potenzialità nella sua futura flessibilità. La produzione dei componenti strutturali è già esistente in commercio e potrebbe non essere necessaria se viene riutilizzato un elemento, i materiali inoltre provengono da un riciclo delle materie prime. La costruzione è molto veloce per la sua leggerezza e chiarezza nelle connessioni orizzontali e verticali. La flessibilità comporta la possibilità di manutenzione e durabilità. Data la modularità, la progettazione è estremamente semplice e deve tenere in considerazione soltanto le dimensioni standard dei componenti.
- Punti di debolezza:
Sono stati utilizzati mezzi meccanici per la movimentazione della chiusura. Gli elementi di chiusura sono pannelli non prodotti elaborati da molte lavorazioni e non provenienti da risorse rinnovabili.
Fig. 10.11; 10.12; 10.13: Foto dell’interno in fase di costruzione; foto dell’interno completato di arredi
con i visitatori del Solar Decathlon; dettaglio di posa del pannelli di chiusura verticali con particolare al piede dell’edificio, elaborazione di Pieter Jan De Loof e Ruben Rottiers.