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Capitolo 7: LE SPIN-OFF DELLA SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA

7.1 Le spin-off della ricerca in Italia

In Italia i casi di imprese spin-off accademiche pure (fondate da ricercatori che hanno abbandonato l’attività accademica per dedicarsi unicamente alla nuova impresa) sembrano essere, soprattutto, quelli in cui il ricercatore/imprenditore aveva la possibilità di utilizzare le risorse del centro di ricerca o dove un certo risultato di ricerca era già allo stato di prototipo al momento dell’abbandono dell’università. Le indagini non hanno messo in luce un problema di mancanza di capacità manageriali; al contrario proprio la capacità dei professori di mantenere contatti con altri organismi, pubblici o privati, si è spesso rivelata uno dei fattori chiave per il successo dell’impresa, anche in quei settori dove gli accademici non avevano conoscenze specifiche; infatti, grazie alle loro competenze di tipo organizzativo e gestionale sono riusciti ad operare con successo.

La capacità organizzativa degli accademici, quindi, permette loro di coordinare con successo l’attività di gruppi di ricercatori, anche se l’incremento della dimensione, spesso, rende indispensabile la creazione di strutture specifiche, tra le quali il marketing e la gestione di canali distributivi.

Le interviste effettuate hanno messo in luce, invece, come effettivamente le principali difficoltà delle imprese spin-off italiane riguardano il reperimento di capitali e solo in secondo luogo problemi di tipo commerciale o tecnologico.

Il processo di creazione delle spin-off della ricerca pubblica in Italia rappresenta un fenomeno piuttosto recente. Tale fenomeno è rilevabile, nel nostro Paese, già a partire dagli anni 70, ma è soltanto a partire dal 2000 che tale forma di valorizzazione della ricerca universitaria presenta una significativa intensità. Infatti, l’80% delle 454 spin- off, rilevate nel territorio nazionale nell’anno 2006, sono state costituite dal 2000 in poi. In particolare, l’anno in cui si è avuto il maggior numero di imprese spin-off generate è stato il 2004 (74 unità). Negli anni successivi (2005, 2006) il numero medio annuo di neo-imprese spin-off è stato leggermente inferiore (intorno alle 65 unità). Quanto detto è rappresentato graficamente nella Figura 16.

67 Di seguito vengono presentati i risultati di un Progetto di Ricerca su: Consistenza ed Evoluzione delle

Imprese Spin-Off della ricerca pubblica in Italia; Rapporto di ricerca del Laboratorio IN-SAT della

Scuola Superiore Sant’Anna per Finlombarda S.p.a, a cura di A. Piccaluga e C. Balderi, 25 Settembre

Sostanzialmente, le regioni nelle quali si è assistito originariamente a un fiorire più rapido e spontaneo di imprese spin-off (Emilia Romagna, Lombardia , Piemonte e Toscana) sono quelle che anno per anno hanno mantenuto un tasso di crescita sostenuto sino ad oggi. I risultati relativi alla localizzazione geografica confermano quanto finora detto (i dati sono aggiornati al 2006).

Figura 16: Anno di costituzione (n° osservazioni 454)

Il fenomeno di creazione di imprese spin-off della ricerca pubblica rappresenta un fenomeno concentrato e consolidato al Centro-Nord, ma di recente espansione al Sud.

Oltre il 60% delle imprese identificate, infatti, è localizzato nell’Italia Settentrionale, il Centro ne ospita il 24% mentre nella parte meridionale e insulare risiede il residuo 13,8% (Figura 17).

Tali evidenze risultano confermate analizzando la localizzazione geografica a livello regionale: l’Emilia Romagna, infatti, è la regione che ospita il maggior numero di spin- off . Livelli di concentrazione minori, seppur elevati, si registrano in Toscana (13%), Piemonte (12,1%), Lombardia (11,5%) e Friuli Venezia Giulia (6,4%) (Figura 18). In tali regioni, nel 2006, risultava concentrato il 57% delle imprese spin-off della ricerca pubblica in Italia.

Figura 18: localizzazione geografica (454 osservazioni)

Fonte dati: Rapporto di ricerca del Laboratorio IN-SAT della Scuola Superiore Sant’Anna per

Finlombarda S.p.a (anno 2006)

Sulla base dei dati aggiornati al 2006, relativamente ai settori di attività delle imprese spin-off della ricerca pubblica in Italia, si rileva come una percentuale consistente di esse (oltre il 40%) sia impegnata in attività tipicamente consistenti nell’erogazione di servizi ad elevato valore aggiunto, nei campi dell’Informatica e Multimediale (29%),

Energia e Ambiente (13,1%) e nella categoria più generale dei Servizi per l’Innovazione

(8,4%) .

È da sottolineare tuttavia come anche i settori collegati di prodotti e tecnologie risultino significativamente rappresentati nelle spin-off italiane: l’Elettronica rappresenta l’attività principale per il 12,2% delle aziende, mentre un ulteriore 16,2% delle imprese è attivo nelle promettenti aree delle Biotecnologie (10,3%) e del Biomediacale (5,9%).

Infine, un peso relativo marginale, tra le varie aree di attività, è occupato dal comparto

Aerospaziale (1,2%), della Meccanica (0,7%), delle Nanotecnologie (0,7%) e

dell’Edilizia (0,2%).

Quanto detto finora è sintetizzato graficamente nella Figura 19 (Pannello A e Pannello B).

Nell’ambito dell’universo delle imprese spin-off ad oggi attive in Italia, le più anziane, la cui costituzione risale agli anni Settanta (complessivamente 5 unità), operano nei settori dell’Elettronica, Informatica e Multimediale, Energia Ambiente, Meccanica ed Automazione Industriale.

Dall’analisi dei risultati sin qui ottenuti è possibile osservare come siano le imprese più giovani (ossia quelle fondate negli ultimi 5 anni) a dedicarsi con maggiore frequenza ad attività più tipicamente legate all’erogazione di servizi, quali Informatica e Multimediale, Energia e Ambiente e i Servizi per l’Innovazione, mentre nelle aziende più anziane si rileva una maggiore incidenza delle attività legate all’erogazione di un prodotto o di una specifica tecnologia (Elettronica, Meccanica, Microelettronica, Automazione Industriale) (Figura 19).

Figura 19: settori di attività delle imprese spin-off in base all’età dell’azienda (n=427)

PANNELLO B

Se consideriamo la sola regione Toscana (il numero di osservazione è 59), il settore

Informatica e Multimediale assume un’incidenza più significativa (35,6%), segue quello

delle Biotecnologie (13,6%) e la Microelettronica (10,2%). Il comparto Biomediacale e delle Telecomunicazioni rivestono una incidenza più contenuta (8,5% ciascuno). Il tutto è rappresentato nella Figura 20.

Figura 20: settore di attività delle spin-off localizzate in Toscana (n=59)

Con riferimento agli Enti Pubblici di Ricerca (EPR), sono le Università e altri centri di ricerca localizzati nell’Italia Centro-Settentrionale a presentare i maggiori tassi di nascita: Politecnico di Torino (11,1%), Università di Bologna (9,7%), Università di Padova (5,3%), Scuola Superiore Sant’Anna (4,6%), Università di Perugia (4,6%) e Università di Milano (4,6%).

Relativamente alle performance delle imprese, in termini di fatturato, e alle loro dimensioni (numero di addetti), il tasso di risposta, raggiunto nel 2006, dell’analisi campionaria non risulta ancora sufficiente a garantire una rappresentatività statisticamente significativa. Nonostante la possibilità di eventuali effetti distortivi dovuti a tale aspetto, è possibile effettuare delle considerazioni sull’evoluzione delle aziende sia in termini di ricavi e sia dimensionali, per gli anni 2005 e 2006.

Nel 2005, le 29 imprese rispondenti hanno conseguito un fatturato medio pari a oltre 480.000 euro annuali. Tuttavia, disaggregando il dato in base al settore di attività, considerando il numero limitato di osservazioni, è possibile notare come nel comparto della Microelettronica (4.885.000 euro) e dei Servizi per l’Innovazione (500.000 euro) le spin-off registrino un fatturato sopra la media (Figura 21).

Le previsioni in termini di fatturato per il 2006 evidenziano un trend di crescita: considerando i 29 rispondenti, è emerso un tasso di incremento dei ricavi di vendita pari a +24,4% rispetto alla performance del 2005 (Figura 22).

Figura 22: evoluzione del fatturato medio delle imprese del campione negli anni

2005 e 2006 (n=29)

Per quanto riguarda, invece, le dimensioni in termini di addetti, essendo i rispondenti limitati (n=31), valgono le stesse considerazioni fatte per l’analisi delle performance. Considerando il campione di riferimento, le imprese nel 2006 hanno impiegato in media 8,8 addetti (il dato è stato calcolato considerando l’Equivalente a Tempo Pieno o ETP). Ancora una volta è il settore della Microelettronica ad avere dimensioni medie maggiori (36,5 addetti), seguita dalle Nanotecnologie (20 addetti) e dall’Informatica Multimediale (10 addetti).

Il comparto dei Servizi per l’Innovazione risulta poco al di sotto della media del campione (7 addetti). I settori caratterizzati da unità produttive più piccole sono invece Energia e Ambiente, Automazione Industriale, Biomedicale, Elettronica, Telecomunicazioni e Farmaceutico, i quali nel 2006 hanno impiegato mediamente 4 addetti ETP (Figura 23).

Tali risultati evidenziano un progressivo aumento dimensionale rispetto al 2005, nel corso del quale il numero medio di addetti era pari a 7,7 unità. Sebbene l’incremento risulti contenuto (+13%), esso è positivo ed evidenzia un processo di consolidamento in atto presso tali imprese.

Figura 23: numero medio di addetti delle imprese nel campione (anno 2006; n=31)