Prime note per una storia dell’ALCaSiR.
2.1 Per una storia dell’Archivio della Letteratura Cattolica e degl
Scrittori in Ricerca (ALCaSiR). Le fonti.
Per delineare nelle sue tappe fondamentali la storia dell’“Archivio della Letteratura Cattolica e degli Scrittori in Ricerca” (ALCaSiR) non è possibile prescindere dal considerare la storia del Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano, entro il quale l’Archivio stesso è nato.
1G.RABONI, da Barlumi di storia, Milano, Mondadori 2002, cit. in A carte scoperte. Repertorio dei fondi
letterari lombardi del Novecento. Archivi di persona, a cura di S.ALBESANO, Milano, Officina Libraria 2009, nel controfrontespizio.
Oltre all’indagine della storia del Centro di ricerca, i principali strumenti dei quali è possibile oggi disporre per ricostruire le vicende legate alla nascita e allo sviluppo dell’ALCaSiR sono:
le note presenti sul sito internet dell’Università Cattolica, sede di Milano, sezione “Centro di ricerca Letteratura e cultura dell’Italia unita” > “L’Archivio” > “La struttura” (https://centridiricerca.unicatt.it/letitun-centro-di-ricerca-letteratura-e- cultura-dell-italia-unita-e-archivio-della-letteratura-l-archivio, ultima consultazione in data 23.10.2018);
un articolo redatto da Alessandro Zaccuri pubblicato su «Avvenire» il 16 marzo 2011, a piena pagina (p. 30), dal titolo «Frontespizio», la fronda al regime, nella sezione Agorà, accompagnato da un ‘box’ che contiene la trascrizione di una lettera inedita di Piero Bargellini a don Giuseppe De Luca, datata La Verna (Arezzo), 1° agosto ’36 (titolo del ‘box’: L’inedito. Bargellini a don De Luca: sei troppo innamorato degli scrittori francesi). L’articolo è dedicato a Bargellini, ma in tutta la prima parte sono contenute preziose notizie sulla storia dell’ALCaSiR; un articolo di presentazione dell’Archivio e della sua attività, dal titolo Viaggio nello scrittoio degli intellettuali cattolici, apparso a piena pagina su «Avvenire» in data 12 gennaio 2017, a cura di Enrico Lenzi, nella sezione Ricerche&Idee. Speciale Università. L’articolo presenta un’intervista al professor Giuseppe Langella e quattro trafiletti con approfondimenti su quattro autori rappresentati nell’Archivio: Luigi Fallacara (a cura di Francesca Riva), Giancarlo Buzzi (a cura di Silvia Cavalli), Mario Apollonio (a cura di Paola Provenzano) e Piero Bargellini (a cura di Chiara Didoné). Accompagna l’articolo un piccolo ‘box’ con una breve descrizione dell’Archivio e note essenziali sulla sua storia, dal titolo L’Archivio. Gli 11 Fondi custoditi a Milano [ho riportato questi due articoli nell’Appendice A];
i documenti relativi alla gestione dell’Archivio, custoditi in un unico faldone cartonato di colore rosso e blu conservato in un armadio metallico nello studio dei professori Enrico Elli e Giuseppe Lupo (scala G, all’ultimo piano, nella sede centrale dell’Università Cattolica di Milano in largo A. Gemelli 1), e suddivisi al loro interno in diverse cartellette cartacee molto leggere, a seconda dell’argomento, con una organizzazione piuttosto ‘intuitiva’ e non formalizzata
secondo la disciplina archivistica: per comodità, farò riferimento a questo faldone chiamandolo “Archivio dell’Archivio” [abbreviandolo d’ora in poi in AdA]; un raccoglitore ad anelli, dalla copertina in plastica rigida trasparente, contenente
documenti relativi ai verbali delle riunioni del Comitato direttivo del Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita” (LETITUN); in molte riunioni fra i punti all’ordine del giorno vi sono notizie relative all’ALCaSiR e alle acquisizioni dei nuovi Fondi d’autore. Questo raccoglitore è collocato accanto al faldone AdA [d’ora in poi farò riferimento ad esso con la sigla R];
fonti orali: in primis la memoria dell’attuale Direttore del Centro di ricerca, prof. Giuseppe Langella, professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Brescia e direttore del Centro di Ricerca dal 2003, un vero protagonista della nascita dell’Archivio; poi le memorie individuali dei vari membri e collaboratori del Centro di ricerca, nonché delle persone che con molta dedizione si occupano della tutela e della organizzazione dei singoli Fondi che costituiscono l’Archivio, chiamati «conservatori»2 o anche «custodi»
(docenti, ricercatori, assegnisti di ricerca, dottori di ricerca, dottorandi, cultori della materia, docenti di scuole secondarie, laureati magistrali in discipline letterarie e filologiche, la cui attività è legata a vario titolo al Centro di ricerca). A pagina seguente riporto in una tabella i nomi degli attuali conservatori e i relativi Fondi d’autore a loro affidati (disposti in ordine alfabetico per cognome del soggetto produttore). Per il momento tutti i Fondi d’autore presenti nell’ALCaSiR hanno un conservatore, ad eccezione dei Fondi Silvio Ramat e Roberto Rebora, recentemente acquisiti (per questi due Fondi il conservatore è in attesa di essere individuato e nominato).
2 Cfr. https://centridiricerca.unicatt.it/letitun-centro-di-ricerca-letteratura-e-cultura-dell-italia-unita-e-
Nome del fondo Conservatore Fondo Mario Apollonio Paola Provenzano
Fondo Piero Bargellini Maria Chiara Tarsi Fondo Giuseppe Bonura Alessandro Zaccuri Fondo Giancarlo Buzzi Silvia Cavalli Fondo Erminio Cavallero Jessica Barcella Fondo Luigi Fallacara Francesca Riva
Fondo Luciano Luisi Roberta Colombo
Fondo Mladen Machiedo Chiara Martinoli Fondo Pasquale Maffeo Giuseppe Lupo Fondo Giampiero Neri Davide Savio
Fondo Silvio Ramat (in attesa di nomina) Fondo Roberto Rebora Lucia Geremia Fondo Renzo Ricchi (in attesa di nomina)
Per la natura delle fonti sopra individuate, è necessario mettere in atto diverse strategie di ricerca. Dal momento che le notizie presenti sul sito internet sono, al momento, troppo scarne per poter offrire una ricostruzione accurata della storia dell’Archivio e dei suoi Fondi, ho consultato i documenti conservati nel faldone AdA e nel raccoglitore R sopra menzionati e parallelamente ho condotto una prima intervista al professor Giuseppe Langella, che si è svolta nel suo studio in data 17.10.2018.
Di seguito una restituzione dei risultati di quest’indagine. Le parti della storia che hanno un riscontro nei documenti sono indicate con il riferimento ai documenti stessi, anche se la mancanza di organizzazione degli stessi all’interno del faldone AdA e di R rende difficile fornire indicazioni precise sulla loro collocazione (questo ostacola il rapido reperimento del singolo documento ed una univoca e veloce identificazione). Indubbiamente, un intervento di riordino e ordinamento, secondo le metodologie archivistiche, di questa sorta di ‘Archivio dell’Archivio’, gioverebbe non poco alla conservazione e al reperimento di tali preziose testimonianze. Inoltre, un altro problema è dovuto al fatto che i documenti relativi all’Archivio e quelli relativi al Centro di ricerca appaiono riuniti nel medesimo faldone, e quindi, virtualmente indivisibili. Più razionale,
invece, l’organizzazione dei documenti all’interno di R: i singoli verbali delle riunioni sono conservati in cartelline trasparenti e ogni documento presenta una data. Le parti senza riferimento alla fonte documentaria sono da intendersi ricostruite mediante il ricorso alle fonti orali (interviste a Giuseppe Langella e ai conservatori dei singoli Fondi d’autore).