1.2. Il posizionamento dell’Europa e dell’Italia nella competizione scientifica e tecnologica internazionale
1.2.2. HORIZON 2020 ITALIA: la risposta italiana alle sfide lanciate dall’UE
1.2.2.1. La strategia di HIT
HIT 2020 fornisce le strategie specifiche per costruire un’Unione Europea più forte, più coesa e più competitiva, grazie alla creazione di uno Spazio Europeo della Ricerca. Questo obiettivo sarà possibile raggiungerlo, solo se il sistema di formazione scolastico e universitario contribuirà alla creazione di una cittadinanza attiva e consapevole dell’importanza dell’attività di R&I.
I cittadini, così, parteciperanno attivamente alla causa europea, esplicitando i bisogni personali e collettivi.
Il Programma Europeo permetterà allo Stato di interpretare i bisogni della società, identificare le maggiori sfide sociali, codificarle e tradurle in programmi e misure per il finanziamento della ricerca.
In Italia, infatti, il modo più efficace per rendere il settore industriale più competitivo, e di conseguenza creare posti di lavoro, crescita e benessere sociale, è la scoperta di nuove tecnologie abilitanti, nuovi prodotti e servizi realizzati dalla ricerca. Per svolgere al meglio questo compito, lo Stato dovrà dialogare e collaborare, da una parte con l’Entità sovranazionale, cioè l’Unione Europea, e dall’altra con le Regioni, per svolgere un’azione di ricerca ed innovazione efficiente ed efficacie. L’Unione permetterà di ottenere previsioni di medio-lungo periodo più precise (attività di foresight), di creare collaborazioni con altre realtà su tematiche comuni per realizzare economie di scala in azioni trasversali (joint programming), e fare in modo che le esigenze dell’Italia siano ascoltate nella pianificazione delle strategie in Europa. Il dialogo e la sinergia con le Regioni italiane, attraverso un unico centro di coordinamento e di riferimento, permetterà di condividere ed ottimizzare la concreta espressione della strategia (realizzazione dei programmi e delle necessarie infrastrutture), di promuovere la specializzazione intelligente, che elimina la duplicazione e riduce la frammentazione, dando luogo a clusters nazionali forti, efficienti e competitivi a livello internazionale e di intercettare al meglio i finanziamenti europei per lo sviluppo regionale.
Lo Stato, una volta raggiunto il ruolo di programmatore e coordinatore, affiderà alle Università, alle imprese, e agli enti di ricerca il processo che porterà alla realizzazione di una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Questi tre attori,
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grazie alle loro risorse umane, dispongono di ottime capacità progettuali, di idee creative per dare linfa nuova agli ambiti tradizionali, e di nuovi fondamentali per facilitare la strada verso l’obiettivo.
Si dovrà prestare molta attenzione alla trasparenza e alla qualità del processo di reclutamento di questo capitale umano. Il reclutamento delle persone dovrà seguire, come linee guida, il merito e il talento per apportare qualità e competitività al sistema della ricerca.
“Una positiva interazione, un matching di successo fra la domanda di ricerca, espressa dalle “comunità intelligenti” attraverso le rappresentanze politiche sovranazionali, nazionali e regionali, e l’offerta di ricerca, sia nella componente volta ad ampliare le conoscenze, sia in quella volta a convertire le conoscenze disponibili in nuovi processi e nuovi prodotti, determinerà le ricadute sociali ed economiche indispensabili per innescare una crescita diffusa del benessere e della consapevolezza, che porterà inevitabilmente ad altri bisogni e ad altra domanda, in un ciclo virtuoso che è garanzia di sviluppo, se sa essere inclusivo e coeso”72.
Questo modus operandi genererà nella pubblica opinione e nelle sue espressioni di rappresentanza politiche, la convinzione che investire nella ricerca e nell’alta formazione sia il miglior utilizzo che si possa fare con il denaro pubblico. L’investimento permetterà, alla fine nel periodo 2014-2020, alle imprese di rispondere in maniera adeguata e competitiva, alle grandi sfide poste dalla società del nuovo millennio.
Per far rendere al meglio le risorse pubbliche nella ricerca e innovazione, si dovranno introdurre i meccanismi di selezione delle priorità di investimento, cosa fino ad ora non è mai successa. Era infatti prassi il finanziamento “a pioggia”, con il quale si cercava di sostenere, un po’, tutti i settori. Così facendo si è penalizzata la competitività internazionale del sistema.
Nella selezione dei progetti da finanziare, nel passato, ci si poteva imbattere in visioni e interessi del decisore pubblico o troppo generalisti o troppo particolari. Da qui, per evitare queste imperfezioni di scelta, bisognerà affidarsi ad una consistente attività di foresight73. Questa attività, permetterà di comprendere le caratteristiche del
72 MIUR,op. cit., Marzo 2013, p. 41-42.
73Definito dalla Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea come “un processo sistematico partecipativo, che
comporta la rilevazione di informazioni e la creazione di visioni sul futuro a medio e lungo termine, destinato a orientare le decisioni del presente e a mobilitare i mezzi necessari per azioni congiunte”; cfr.http://cordis.europa.eu/foresight/definition.htm.
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contesto territoriale e le relazioni concrete, fattibili e neutrali rispetto ad interessi costituiti. Il foresight, grazie all’interazione con attori sociali e politici, rappresenta uno strumento da utilizzare a supporto delle politiche per la ricerca e l’innovazione. Contribuisce, anche, “a posizionare le economie locali e le opportunità di innovazione offerte dai rispettivi sistemi di ricerca all’interno di un quadro evolutivo realistico di sviluppo dei processi e di domanda di prodotti”74.
Il Programma HIT 2020 metterà a disposizione delle comunità dei metodi decisori e strumenti applicativi adeguati alle risorse disponibili, di talché tutti gli attori potranno usufruire dello strumento del foresight nelle rispettive attività.
La selezione di un insieme limitato di priorità è uno dei punti di forza della strategia HIT 2020 e rappresenta uno dei principali elementi di rinnovamento delle politiche per la ricerca e innovazione tradizionalmente adottate in Italia.
La selezione delle priorità e la concentrazione degli interventi e delle risorse deve essere condivisa da tutti i soggetti che sono coinvolti istituzionalmente nelle definizioni e nella gestione delle politiche di ricerca ed innovazione e dei relativi strumenti attuativi.
È necessaria un’azione di coordinamento tra i diversi livelli di governo. La cooperazione istituzionale, di fatti, è condizione necessaria e sufficiente affinché si possano programmare interventi e risorse orientata ad una specializzazione territoriale intelligente.
HIT 2020, quindi, ha l’intenzione di “concentrare e specializzare le risorse su pochi temi strategici e individuare, a livello settoriale e territoriale, un sistema chiaro di grandi aggregati di competenze, attraverso il quale guidare il riposizionamento del Paese sulla frontiera tecnologica europea e internazionale”75.
Di conseguenza, bisognerà dotare le istituzioni di strumenti necessari a stabilire gli ambiti cruciali per ricomporre, in un unico quadro di interventi, la diversificata offerta di innovazione proveniente dai sistemi produttivi in cui si articola l’industria nazionale.
Il modello innovativo che si vuole creare dovrà essere in grado di far coesistere gli aspetti di forte specializzazione (settoriale e territoriale) che caratterizzano le fasi di costruzione delle capacità scientifiche e tecnologiche, con la necessità di inventare
74 MIUR, op.cit., Marzo 2013, p. 43. 75 Ivi, p. 44
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modalità innovative di condivisione aperta e collettiva dei risultati applicativi di queste specializzazioni.
Esempi applicativi di questo nuovo modello sono i Clusters e le Smart Cities and
Communities.
Nel primo caso, il Governo ha finanziato i cosiddetti distretti tecnologici esistenti nel Paese. L’obiettivo del MIUR, in accordo con le politiche europee indirizzate ai word
class clusters, è stato la creazione di pochi ma grandi aggregati pubblico-privati
specializzati su definiti settori tecnologici di interesse strategico per l’industria nazionale. Qui lo Stato si è allineato all’obiettivo di HIT 2020 che prevede la necessaria identificazione di alcuni settori strategici.
Nel secondo esempio, le Smart Cities and Communities, il MIUR ha finanziato “progetti innovativi per la sperimentazione di tecnologie trasversali e pervasive nella risoluzione di grandi temi e problemi di rilevanza sociale che si manifestano nelle comunità e in modo particolare nelle città”76.
Queste due esperienze possono rappresentare importanti punti di partenza, nel momento in cui si inizierà a stendere il piano strategico nazionale per la ricerca e innovazione. Con HIT 2020, infatti, si potrà raggiungere maggiori livelli di massa critica nell’investimento in R&I e una migliore integrazione/sinergia tra le specializzazioni tecnologiche espresse dai territori.
I bandi Clusters e Smart Cities, per quanto riguarda il tema della gestione, hanno introdotto delle novità, che sono:
– procedure uniche e semplificate di finanziamento della ricerca;
– meccanismi valutativi oggettivi e trasparenti, basati sul coinvolgimento di revisori internazionali;
– tempi certi e ridotti sia nella fase di valutazione, sia nella fase di erogazione delle risorse.
Si garantirà un monitoraggio continuo delle fasi di attuazione per l’identificazione e una veloce soluzione di tutti i problemi che sorgeranno.
Inoltre, perseguendo l’obiettivo della piena trasparenza e del riutilizzo dei dati pubblici, quale strumento per conseguire la piena accountability dell’azione politica
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e per valorizzare appieno il patrimonio informativo del settore pubblico, per la prima volta saranno raccolti ed integrati i dati relative alle proposte progettuali presentate per il finanziamento pubblico, con le informazioni derivanti da altre procedure di erogazione dei finanziamenti per la R&I, per ricavare un quadro complessivo comunicabile al pubblico.
Questo è di fondamentale importanza per HIT 2020 perché “permetterebbe di rendere accessibile e utile una fonte insostituibile di conoscenze aggiornate sui sistemi economici, produttivi e tecnologici da cui dipende l’offerta e la domanda di innovazione espressa dal Paese, indispensabile per creare servizi innovativi e nuovi modelli di gestione dei beni”77
.
Un vero approccio strategico all’innovazione ed alla ricerca, infatti, dovrebbe essere in grado di ottimizzare l’impatto dei finanziamenti pubblici per la ricerca, attraverso un efficiente accesso, una libera circolazione ed un ampio utilizzo dei risultati sia da parte dello stesso sistema di ricerca, sia da parte del sistema produttivo. HIT 2020, infatti, ha posto molta attenzione alla necessità di coniugare la condivisione dei risultati della ricerca pubblica con la difesa della proprietà intellettuale.
Il progetto Horizon Italia 2020 si propone di definire e implementare una strategia condivisa per l’accesso ai risultati della ricerca del sistema pubblico nazionale competitivo pur nel rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. Si pensa di risolvere questo problema costruendo una piattaforma smart che dia la possibilità di depositare, archiviare, ricercare integralmente dei contenuti e accedere ai risultati di ricerca finanziati da fondi pubblici. A tale scopo, è di fondamentale importanza l’adozione di standard e formati interoperabili per la circolazione della produzione scientifica, la costituzione di data centers, repositories ufficiali e relativi applicativi a disposizione del sistema della ricerca, delle imprese e del pubblico. Anche la Commissione Europea ha recentemente adottato una Comunicazione78 nella quale vengono definiti gli obiettivi della politica di accesso aperto ai risultati della ricerca finanziata nell’ambito del Programma Horizon 2020. In più ha adottato una Raccomandazione79 in cui si definisce un quadro politico esaustivo per migliorare
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MIUR, op.cit., Marzo 2013, p. 47
78 Ivi, p. 54 79 Ivi , p.55.
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l’accesso e la conservazione dei dati scientifici e si invita a sperimentare nuovi modelli di apertura dei dati primari e di altri risultati della ricerca.
Per stimolare la traduzione commerciale dei risultati del sistema pubblico, HIT 2020 prevede: lo sviluppo di un quadro semplificatore, incentivi per le attività di trasferimento tecnologico da parte del sistema pubblico di ricerca anche in ottica trans-nazionale e la crescita di un equo mercato della conoscenza attraverso una gestione semplice e trasparente dei diritti di proprietà intellettuale.
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