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Stress ossidativo e sindrome di Rett

La frequenza dell’autismo infan- tile è aumentata del 600% nelle ul- time 3 decadi. La sindrome di Rett rappresenta un modello biologico unico fra i disordini dello spettro autistico che ha attratto da tempo l’attenzione dei ricercatori.

La ma lattia viene descritta per la prima volta in Austria nel 1966 dal Dott. Andreas Rett, ma è stata riconosciuta come entità nosologica solo dal 1983. La con-

dizione colpisce quasi esclusivamente il ses- so femminile dove, per quanto rara, rappresen- ta la seconda causa di ritardo mentale grave.

La malattia è ripro- ducibile su modelli mu- rini nei quali, nel 2007, ne è stata dimostrata la potenziale reversibilità. Finora non esiste una

cura in grado di arrestare o recuperare la regres- sione neurologica.

La forma classica della malattia è causata nel 95% dei casi dalla mutazione di un singolo gene sul braccio lungo del cromosoma X, il MeCP2 (methyl-

CpG binding protein 2) e si presenta generalmente

entro il 1° anno di vita con una regressione neuro- logica dopo uno sviluppo apparentemente normale.

La mutazione in geni differenti dal MeCp2 (CDKL5 e FOXG1) causa 2 delle 3 varianti atipi-

che della malattia (vedi Tabella 1). Lo spettro fe- notipico Rett mostra una ampia variabilità.

Complessivamente, la metà delle pazien- ti della forma classica (progressione in 4 stadi successivi) non riesce a camminare, la quasi to- talità non parla né riesce ad utilizzare le mani in modo fi nalizzato.

CLAUDIO DE FELICE1, CINZIA SIGNORINI2, SILVIA LEONCINI2,3, ALESSANDRA PECORELLI2,

GIUSEPPE VALACCHI4,5, LUCIA CICCOLI2, JOUSSEF HAYEK3

1 U.O.C. di Terapia Intensiva Neonatale, Policlinico Le

Scotte, AOU Senese, Siena

2 Dipartimento di Fisiopatologia, Medicina Sperimentale e

Salute Pubblica, Università di Siena

3 U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile, Policlinico Le Scot-

te, AOU Senese, Siena

4 Dipartimento di Biologia Evolutiva, Università di Ferrara 5 Department of Food and Nutrition, Kyung Hee University,

Seoul, South Korea

Claudio De Felice è pediatra neonatologo presso la Terapia In- tensiva Neonatale, di Siena. Postdoctoral Fellow in Endocri- nologia Pediatrica e Metabolismo, Tokyo. Autore di 120 articoli su riviste scientifi che internazionali, 100 relazioni a congressi internazionali e 60 nazionali. Esperien- za in neonati ad alto rischio e perinatolo- gia. Recente interesse per sindrome di Rett e autismo infantile.

Tabella 1 – Frequenza percentuale dei sintomi e segni clinici nello spettro della sindrome di Rett (casistica della Neuropsi-

chiatria Infantile , Azienda Ospedaliera, Siena).

Fenotipo Clinico Forma Classica Variante “a Linguaggio conservato”

Variante con convulsioni

precoci Variante congenita

Gene mutato MeCp2 MeCP2 CDKL5 FOXG1

Frequenza 1:10 000 Femmine sconosciuta ca. 90 casi noti ca. 15 casi noti

N° casi esaminati 175 13 13 4

Regressione neurologica 100 100 100 100

Difetto crescita somatica 45.1 0 38.4 25

Microcefalia 94,3 50 15,4 75

Assente Deambulazione 54,9 7,7 69,2 75

Perdita uso fi nalizzato delle

mani 84,6 46,2 76,9 75

Scoliosi 46,8 30,8 0 25

Assente Linguaggio verbale 97,2 0 92,3 100

Disfunzione respiratoria 62,8 30,8 23,1 50

Stereotipie 98,3 15,4 30,8 25

Convulsioni 51,4 30,8 100 50

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Ricerca e clinica

Le stereotipie delle mani sono una caratteri- stica praticamente costante della malattia in for- ma classica, mentre possono mancare nelle forme atipiche.

Stress ossidativo e sindrome di Rett

Il fatto che il nostro organismo utilizzi l’ossi- geno molecolare come accettore terminale per la produzione di energia ha sicuramente modellato la nostra storia evolutiva e la nostra fi siologia, così come le nostre malattie.

La generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) è regolata dalla produzione endogena (es. mitocondri), dall’attività delle difese antiossidan- ti e dall’azione di noxae ambientali. In condizioni normali esiste un equilibrio dinamico fra produ- zione e “smaltimento” dei ROS che mantiene la normale omeostasi redox cellulare.

Entro il range fi siologico i ROS servono nel- la normale funzione cellulare, mentre una loro superproduzione porta allo stress ossidativo che contribuisce al processo di invecchiamento e allo sviluppo di numerose patologie. Lo stress ossida- tivo però è tutt’altro che semplice da misurare e i marker fi nora proposti e utilizzati non hanno né lo stesso signifi cato biologico né la stessa validità scientifi ca.

Il nostro gruppo si è concentrato sulla misu- razione su campioni di sangue degli isoprostani (IsoP; complessa famiglia di prodotti d’ossida-

Tabella 2 – Marker di Stress Ossidativo nella Rett classica e nelle varianti atipiche

Isoprostani plasmatici NPBI Addotti

4-HNE con proteine plasmatiche

Principali caratteristiche fenotipiche F2-IsoP F4-NeuroP F2-Diomo-IsoP Plasmatico

Intraeritroci- tario Rett classica

Stadi clinici

I ↑↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ ↑↑ ↑↑ « Regressione neurologica a 6-18 mesi d’età

II ↑↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ ↑↑ ↑↑↑ ↑↑ Tratti autistici

III ↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ ↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ Stadio “pseudostazionario”

IV ↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ ↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ Stadio della “sedia a rotelle”

Rett atipiche Variante con

convulsioni precoci ↑↑↑ ↑ N.D. ↑↑ ↑↑↑ ↑↑↑ Esordio precoce delle convulsioni

Variante “a linguaggio conservato”

« ↑↑ N.D. ↑ « ↑↑↑

Regressione tardiva; presenza del linguag- gio verbale; comportamento autistico, Q.I. fi no a 50

Variante congenita ↑ N.D. N.D. ↑ ↑↑ «

Regressione precoce, grave ritardo psico- motorio, frequente e grave microcefalia, specifi che anomalie del movimento Legenda: « invariato; lieve aumento (1.0 < Z-Score ≤1.5 or 1.0 < MoMs ≤1.5); moderato aumento (1.6≤ Z-Score ≤3 or 1.6≤ MoMs <3); marcato aumento (>3 Z-Score or >3 MoMs); N.D.: Non determinato.

zione di acidi grassi polinsaturi), ferro non legato a proteine, redox-attivo (NPBI) e addotti proteici del 4-idrossi-nonenale (4-HNE-PA).

I nostri risultati (Tabella 2) ottenuti nell’arco di tre anni indicano sorprendentemente che lo stress ossidativo è una presenza costante nei vari stadi clinici della forma classica e che la severità clinica del fenotipo Rett è strettamente correlata alla sua entità.

Attualmente stiamo approfondendo i meccani- smi che conducono dalla mutazione alla patolo- gia, anche su modelli animali e sistemi cellulari in coltura. Il nostro percorso di ricerca ci ha fi - nora condotto ad un concreto miglioramento del- la qualità di vita delle pazienti, specie nella fase precoce della malattia, grazie alla supplementa- zione di acidi grassi poliinsaturi omega 3 a dosi elevate.

L’analisi accurata dei meccanismi che gene- rano lo stress ossidativo in questa rara malattia può quindi permettere di illuminare molti aspet- ti fi nora sconosciuti di condizioni patologiche più comuni quali le malattie neurodegenerative dell’adulto che, almeno in parte, ne condividono i meccanismi patogenetici.

Bibliografi a

Le voci bibliografi che possono essere richieste a: geniente@gmail.com

Francesca Mori. Di- rigente medico pres- so la SOD di Aller- gologia della AOU “A.Meyer” di Firenze. Si occupa prevalente- mente di allergie ali- mentari complesse e allergie a farmaci nel bambino, argomenti per i quali è autrice di numerose pub- blicazioni su riviste nazionali e interna- zionali.