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Strumenti e metodi di valutazione e autovalutazione delle competenze

Nel documento Soft skill e orientamento professionale (pagine 97-99)

A questo punto è opportuno gettare uno sguardo sul problema generale della valutazione delle competenze, avendo una particolare attenzione per le competenze personali generali. Questo perché in ogni programma educativo diretto all’acquisi- zione di vere competenze è cruciale la scelta della modalità di valutazione sia delle competenze iniziali, già validamente e stabilmente possedute, sia il costituirsi pro- gressivo di quelle che sono oggetto di apprendimento, sia del livello raggiunto in esse al termine di un percorso formativo. Occorre anche aggiungere che intrinseca al processo stesso è la promozione di un’adeguata capacità di autovalutazione del livello di competenza raggiunto. Ciò per varie ragioni. In primo luogo, perché oc- corre sollecitare e sostenere lo sviluppo di competenze auto-regolative del proprio apprendimento. In secondo luogo, perché la constatazione dei progressi ottenuti è una delle maggiori forze motivanti all’apprendimento.

Di qui la necessità di un’analisi del repertorio di strumenti e metodologie di va- lutazione, in una parola dei dispositivi di valutazione, che la ricerca e la pratica han- no evidenziato come validi ed efficaci nel rispondere a tali esigenze. Da questo pun- to di vista occorre subito ricordare come le buone pratiche valutative in genere ten- gano conto di una pluralità di strumenti. D’altra parte la complessità del processo di valutazione, e ancor più di certificazione delle competenze, sollecita l’esplora- zione critica delle metodologie proposte per verificare ciò che ognuna di esse può dare come contributo specifico alla fondatezza e plausibilità dei giudizi di compe- tenza. Occorre, però, riconoscere subito che ciascuna di esse da sola non può con- durre a una ragionevole conclusione di presenza o assenza di una competenza, né tanto meno indicare con puntualità un suo preciso livello raggiunto. È necessario procedere a una raccolta sistematica di elementi documentari provenienti da fonti e secondo metodi diversificati per poter giungere a una conclusione sufficientemente fondata e plausibile.

In questa prospettiva si suggerisce spesso di procedere secondo un piano di lavoro che si richiama al metodo della “triangolazione”, spesso utilizzato nella ri- cerca educativa. In sintesi, si tratta di raccogliere informazioni pertinenti, valide e affidabili con una pluralità di modalità di accertamento, in genere almeno tre, che permettano di sviluppare un lavoro di interpretazione e di elaborazione del giu- dizio che sia fondato e conclusivo. Nel nostro se ne possono citare tre principali: l’osservazione sistematica, l’autovalutazione, il confronto tra le opinioni in merito espresse dai formatori.

Una prima forma di raccolta di informazioni si basa su metodi di natura osser- vativa. In effetti, una manifestazione di competenza si presenta sempre come una prestazione osservabile, in quanto si tratta di mettere in azione se stessi per portare a termine un impegno o un compito.158Opportune modalità di osservazione più o

meno strutturate e sistematiche, più o meno partecipanti, permettono di rilevare la capacità di leggere e interpretare la situazione o la sfida da affrontare, di coordinare conoscenze, abilità e disposizioni interne in maniera valida ed efficace, di valorizzare risorse esterne eventualmente necessarie o utili, ecc. Naturalmente occorre che l’os- servazione sia adeguatamente organizzata per poter condurre alla raccolta di infor- mazioni pertinenti, valide e affidabili. Ciò implica alcune condizioni di utilizzazione che rendano l’osservazione sufficientemente sistematica, cioè non occasionale o troppo soggettiva. Di qui l’importanza di identificare strumenti osservativi funzio- nali e affidabili. In genere si tratta di griglie, opportunamente strutturate, che vanno utilizzate secondo un piano organizzato nei tempi e in riferimento a situazioni rile- vative specifiche.

Una seconda fonte di informazioni è costituita dalla valorizzazione di opportuni questionari di autovalutazione. La validità di tali questionari dipende dalla qualità del lavoro di costruzione, validazione e sistematica utilizzazione. Le informazioni che si possono trarre dall’applicazione di tali questionari possono essere quindi con- frontare con quelle derivanti dalle osservazioni sistematiche degli stessi soggetti e con le opinioni degli altri formatori coinvolti.

La terza fonte informativa riguarda la raccolta di opinioni da parte degli altri adulti impegnati sul piano educativo o formativo. Il confronto favorisce lo sviluppo di una maggiore fiducia nella valutazione che via via viene sviluppata. Ciò è impor- tante sul piano dell’attività formativa, ma ancor più quando si vuole in qualche mo-

Fig. 3 - La valutazione delle competenze esige la considerazione di una pluralità di fonti di

informazione e di metodi di rilevazione

Osservazione sistematica

Autovalutazione Confronto

tra formatori

158Per una più completa e puntuale descrizione dei metodi osservativi si può consultare l’opera:

do certificare il livello raggiunto nella varie competenze prese in considerazione. Viene in quest’ultimo caso messo in luce il ruolo della negoziazione e della ricerca di consenso nell’elaborazione di interpretazioni e di giudizi che vogliano dare un contributo al grado di fiducia da accordare ai giudizi espressi.

Come abbiamo già notato, il termine triangolazione dei dati suggerisce una metodologia che utilizza nella sua indagine una pluralità di metodi di raccolta delle informazioni e di forme di loro rappresentazione. Nel campo della valutazione del- le competenze lo strumento o dispositivo che consente la raccolta, prima, e l’esame, poi, di una documentazione molteplice e diversificata, una sua interpretazione at- tenta, anche diacronica e longitudinale, e un’espressione di giudizio sufficientemen- te fondato, è il cosiddetto Portfolio delle competenze. Certamente l’uso del portfo- lio delle competenze può favorire l’elaborazione di un giudizio valido e affidabile circa la presenza e il livello raggiunto da una competenza, permettendo anche, a certe condizioni, una sua certificazione. Tuttavia, occorre ricordare come una com- petenza complessa e con caratteri di novità ben difficilmente possa essere oggetto di valutazioni basate solo su metodologie osservative e autovalutative. Una certifi- cazione implica non solo un’adeguata documentazione che permetta di esprimere giudizi basati su aspetti oggettivamente osservabili e su aspetti di natura soggettiva, bensì anche, e talora soprattutto, un consenso raggiunto nella loro interpretazione e valutazione da parte di un conveniente numero di persone indipendenti.

Nel documento Soft skill e orientamento professionale (pagine 97-99)