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Un quadro di riferimento iniziale

Nel documento Soft skill e orientamento professionale (pagine 75-77)

Il quadro delineato nei paragrafi precedenti evidenzia una diffusa richiesta di sviluppo non solo delle hard skill generiche, ma soprattutto delle soft skill, in quanto queste ultime spesso sono sottovalutate dai processi educativi, istruttivi e formativi, che si svolgono tra i 3 e i 19 anni, per non parlare dei corsi universitari e di Forma- zione Professionale superiore. Eppure la loro importanza viene sempre più sottoli- neata sia dalla ricerca, sia dalla domanda sociale e del mondo del lavoro. Un’attività di orientamento che parte dalla constatazione dello stato di preparazione del sogget- to dal punto del livello di sviluppo delle soft skill e delle hard skill generiche e spe- cifiche, tenendo conto degli interessi e delle preferenze del soggetto, per cercare di favorire un suo inserimento in un congruente ambito lavorativo, ha ancora un suo va- lore, ma certo risulterà nel tempo sempre più insufficiente. Infatti, da una parte si de- ve constatare che un mondo del lavoro così dinamico, complesso, fluido e profonda- mente innovativo renderà sempre più difficile identificare chiare figure stabili e ruo- li professionali specifici di riferimento; dall’altra, l’accentuarsi delle esigenze

Capitolo 5

Promuovere lo sviluppo delle hard skill generiche,

delle competenze personali generali e delle soft skill

professionali

di maturazione umana generale chiederà un’attenzione maggiore a quanti sono im- pegnati nei processi formativi ai vari livelli evolutivi alla sua promozione.

In questa prospettiva l’orientamento professionale dovrebbe essere inteso come un percorso a lungo termine che, sulla base di un aiuto sistematico e progressivo allo sviluppo del potenziamento della persona, le permette di governare sempre meglio se stessa e, soprattutto, costruire un’identità professionale, che sappia confrontarsi sempre più con la propria esperienza sociale, culturale e professionale e con la real- tà della vita lavorativa che la circonda. Ciò d’altra parte è coerente con quanto richiamato nelle Linee guida del 2014: «Oggi, infatti, l’orientamento non è più solo lo strumento per gestire la transizione tra scuola, formazione e lavoro, ma anche assume un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale».123

La tesi qui sostenuta implica che fin dalla Scuola dell’Infanzia occorre interve- nire per promuovere, sostenere e guidare lo sviluppo di una serie di competenze per- sonali che rientrano nel quadro di due competenze generali fondamentali: la capacità di autodeterminazione e quella di autoregolazione. Di qui la necessità di identificare con chiarezza le principali competenze che ne sono coinvolte ai vari livelli della vita evolutiva dei differenti soggetti. A livello di Scuola dell’Infanzia e di Scuola Prima- ria tali competenze elementari, come abbiamo già rilevato, prendono il nome di “fun- zioni esecutive”. Ne abbiamo identificate otto fondamentali, che vanno considerate come tra loro interconnesse: controllo dell’impulsività: controllo dell’attenzione: controllo delle emozioni: flessibilità cognitiva; gestione della memoria di lavoro: capacità di pianificazione; capacità di organizzazione; sapersi relazionare.

Queste elementari competenze sono in gran parte sollecitate e guidate inizial- mente dall’esterno da parte degli educatori. Essi, attraverso opportune modalità osservative, possono diagnosticare punti di forza e di debolezza dei vari soggetti e impostare opportune attività formative. La presa progressiva di consapevolezza della loro identità e del loro coinvolgimento nell’agire quotidiano dovrebbe succes- sivamente portare i ragazzi e le ragazze a saperle riconoscere in sé e negli altri e, se guidati adeguatamente sul piano educativo, a impegnarsi a svilupparle per costruire una propria capacità di governo di se stessi da molti punti di vista. A questo fine va nutrito in loro il bisogno innato di autonomia e competenza, aiutandoli a progettare una propria identità sia umana, sia professionale e a impegnarsi per promuoverne una progressiva costruzione.

A partire dal passaggio dalla Scuola Primaria alla Scuola Secondaria di Primo grado nelle nostre ricerche abbiamo preferito parlare di competenze strategiche e di evocare per esse il concetto di disposizioni interne stabili nelle quali giocano in ma- niera consistente gli abiti operativi, applicandoli in particolare ai contesti di studio, di lavoro, di relazione, di vita quotidiana. Tali competenze si possono distribuire

secondo quattro grandi aree: cognitiva, affettiva, motivazionale e volitiva. A partire dal secondo ciclo di istruzione e formazione occorre favorire non solo la consape- volezza progressiva dell’importanza personale dello sviluppo di tali competenze strategiche e sostenere il loro impegno nel dedicarsi alla loro crescita, ma soprattut- to promuovere in questi giovani un quadro di motivi e significati personali che li aiuti a sviluppare un proprio progetto di vita e a costruire una proprio identità pro- fessionale, in un quadro di senso e di prospettiva esistenziale, che faccia da suppor- to alle scelte e all’impegno quotidiano. A sostegno di tale percorso di autoconsape- volezza progressiva delle proprie convinzioni e competenze e di impegno costrutti- vo di sé, risultano utili alcuni questionari di auto-percezione e di autovalutazione delle proprie competenze strategiche.

In questa prospettiva, come abbiamo constatato precedentemente, va oggi ag- giunto il livello di studi terziario, sia accademico, sia professionale, tanto più che chi aspira a posizioni lavorative, che implicano livelli consistenti di autonomia e re- sponsabilità, deve aver raggiunto buone capacità di governo di sé nell’ambito pro- prio delle soft skill o competenze personali generali. A questo fine sono in corso in- teressanti esperienze di valorizzazione di programmi di gestione di un proprio port- folio digitale. L’uso di tali strumenti sembra aiutare in modo non indifferente i sog- getti ormai adulti a governare se stessi negli apprendimenti culturali e professiona- li, ma anche nel seguire con attenzione e impegno lo sviluppo delle proprie compe- tenze personali.

È bene, comunque, ricordare come la crescita culturale, professionale e perso- nale implichi un’integrazione valida e feconda tra tutti e tre i tipi di skill. In parti- colare occorre ricordare come le cosiddette hard skill generiche costituiscano una base trasversale di potenziamento della persona richiesta da tutte le presenti e futu- re attività professionali. Ciò sta a significare che ai fini dell’occupabilità anche que- sta tipologia di competenze gioca una ruolo essenziale. Di conseguenza è bene ri- chiamare l’attenzione sugli ambiti di competenza individuati dalle competenze chiave per l’apprendimento permanente.

2. Lo sviluppo delle hard skill generiche nell’ambito dei processi educativi

Nel documento Soft skill e orientamento professionale (pagine 75-77)