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Struttura dei sistemi di programmazione reticolari

CAPITOLO 3 I modelli di programmazione

3.2 Struttura dei sistemi di programmazione reticolari

Il diagramma di gantt è ancora usato come strumento di pianificazione e controllo nel settore delle costruzioni, ma, le problematiche dovute alla competitività, ormai, richiedono un’efficienza tale da ritenere superato questo sistema60.

Il metodo PERT o CPM separano il processo di pianificazione dal processo di programmazione; questa si può dire sia la differenza fondamentale che presentano rispetto al metodo di Gantt. Nel grafico di Gantt si realizzano pianificazione e programmazione nello stesso tempo, visto che, la lunghezza del tratto che rappresenta ogni attività indica le unità di tempo impiegate.

Il diagramma raggruppa in una sola attività diverse lavorazioni e potrebbe rendere approssimativa la stima del tempo richiesto, così da condurre ad una programmazione nella quale il tempo delle attività riportate in diagramma sia diverso da quello realmente richiesto.

Inoltre, molte volte il progetto ritarda e la direzione non può vedere quali siano le attività che devono essere accelerate ed in quale misura devono esserlo perché la durata del progetto rimanga quella prevista61.

I sistemi reticolari analizzano e pianificano le singole lavorazioni del processo e la loro frequenza operativa, per cui sono in grado di specificare:

 Quali lavori realizzare prima

 Quando approvvigionare i materiali e attivare le relative risorse finanziarie

 Quali lavori si stanno eseguendo in un determinato momento

 Quali scostamenti temporali rispetto al previsto in ogni momento

 Quali le attività che se ritardate inducono un ritardo generale

 Quali azioni attivare per evitare o diminuire il ritardo

 Qual è il programma che minimizza i costi e consegue la durata ottimale

60 Applicazioni pratiche del pert e cpm, Franco Angeli, Milano, 1988, pag. 16 61 Applicazioni pratiche del pert e cpm, Franco Angeli, Milano, 1988, pag. 16

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Il responsabile della pianificazione, razionalizza il diagramma reticolare sulla base dei seguenti requisiti fondamentali:

 Quale attività deve precedere quella presa in considerazione

 Quale attività può seguirla

 Quale attività può essere realizzata contemporaneamente ad essa

Per i sistemi PERT e CPM, la pianificazione consiste, in una analisi delle attività che compongono il progetto e nello stabilire la sequenza che le attività devono seguire. La programmazione nel PERT consiste nello stimare la durata della attività sia nel senso deterministico che in quello probabilistico.

Nel CPM, invece, la programmazione consiste nello stimare la durata delle attività eseguendole con il minimo costo, cioè il tempo e il costo sono legati direttamente al programma62.

Questo tipo di tecniche, fornisce al management aziendale, sia gli strumenti per la comprensione dei punti critici e della loro collocazione all’interno del programma, sia le informazioni utili alle decisioni da prendere; per cui consente di affrontare eventuali scostamenti tramite: la valutazione degli effetti alternativi al raggiungimento degli obiettivi, l’introduzione delle modifiche necessarie, l’aggiornamento periodico e l’individuazione di eventuali nuove attività critiche. I modelli matematici si basano su tecniche reticolari che, rispetto ai diagrammi a barre, hanno il vantaggio:

 Di poter gestire cantieri complessi impiegando dei modelli di lavoro più realistici

 Di mettere in relazione le varie attività creando un reticolo

 Di essere preparati usando gli elaboratori elettronici per i calcoli velocizzando le operazioni e consentendo simulazioni in breve tempo Tale reticolo viene creato tramite le seguenti fasi63:

 Definizione dell’elenco delle attività

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Applicazioni pratiche del pert e cpm, Franco Angeli, Milano, 1988, pag. 16

63www.uniferr.it Organizzazione del cantiere I, materiale didattico, prof. Ing. Davide Concato, A.A

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 Creazione del reticolo evidenziando le relazioni logiche tra le attività

 Valutazione della durata di ogni attività e determinazione dei tempi di inizio e fine

 Valutazione delle risorse necessarie

Come ho già detto le variabili fondamentali per la programmazione di un’opera sono tempi, costi e risorse.

Lo studio dei modelli matematici e statistici, per agevolare il processo decisionale nelle imprese, ha consentito di definire tecniche reticolari che mettono in relazione, fra loro, queste variabili, impostando modelli di simulazione dello sviluppo del progetto. Il metodo si deve misurare con il mercato e, per superare la prova deve avere determinate caratteristiche:

Quanto più si scompone il progetto, tanto più il metodo è attendibile, ma un numero elevato di attività richiede un forte approfondimento dei legami logici

 Quanto più sono approfonditi i legami fra le attività, tanto più il metodo è

analitico

Quanto più il metodo prevede un’elaborazione automatica ed integrata dei risultati, tanto più è necessario verificare i risultati stessi

Se il metodo è completo, la previsione a finire, deve basarsi su una continua revisione dei dati di input, attraverso il meccanismo del feed-back. Alcuni sistemi si occupano esplicitamente dei tempi, altri approfondiscono i costi, altri guardano all’ottimizzazione delle risorse64

.

Le tecniche reticolari, che vengono incontro alle esigenze di controllo continuo, degli scostamenti dal piano originario e di introduzione tempestiva delle correzioni necessarie, si basano su un modello grafico, che evidenzia le successioni, le interdipendenze, le collocazioni nel tempo delle singole attività, alle quali viene associata una durata, e che rende possibile: calcolare il tempo di esecuzione minimo del processo ed individuare le attività critiche che non possono subire variazioni nella durata, perché un loro slittamento temporale

64www.uniferr.it Organizzazione del cantiere I, materiale didattico, prof. Ing. Davide Concato, A.A

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farebbe ritardare l’esecuzione totale del programma. Al contrario, le altre attività ammettono un “tempo massimo” di completamento e possono essere iniziate in ritardo rispetto a quanto preventivato, rimanendo nei tempi.

Quindi, se si associano le durate a ciascuna attività, sviluppando l’analisi reticolare, sulla base di algoritmi specifici, il modello fornisce due informazioni fondamentali sulla programmazione dei tempi: durata minima del processo, sequenza di attività che devono avere una durata totale coincidente con la durata massima del processo, denominata “percorso critico”65.

Il piano definitivo, si ottiene con la reiterazione dell’analisi temporale fino a soddisfare gli obiettivi temporali del processo.

In base al documento, viene creato il “piano di lavoro”, basato sulla schedulazione delle attività. Il controllo del processo, viene effettuato tramite il confronto tra i dati programmati e quelli rilevati in fase di esecuzione e, viene condotto con un sistema di rilevazione appositamente preparato.

Una volta pervenuti alla stesura del reticolo, ci si rende conto di possedere una nuova conoscenza del progetto. Infatti, la rappresentazione e programmazione è chiara e, risulta meno probabile trascurare lo studio e l’analisi di attività che nella pianificazione è importante non trascurare. Inoltre, il reticolo costituisce un valido metodo di comunicazione. Infatti qualunque progetto, richiede, per essere realizzato, il concorso di diversi uffici e organizzazioni, sia interni che esterni all’azienda che lo deve realizzare.

La rappresentazione grafica del progetto, a mezzo del diagramma a frecce, è un ottimo mezzo di comunicazione tra i vari uffici interni interessati, nel senso che chiarisce i compiti e le responsabilità di ognuno nello svolgimento del progetto. Sempre all’interno dell’azienda, offrendo alla direzione un quadro completo del progetto, con le interdipendenze e i vincoli esistenti tra le varie attività, chiarisce i motivi per cui sia stata data una certa impostazione piuttosto che un’altra.All’esterno invece è un valido strumento di comunicazione con le organizzazione che, con l’impresa devono collaborare.

65 “Quel cammino nel quale le attività non ammettono scorrimenti né di inizio, né di fine”

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